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Tredicesimo Capitolo

POV TAMMY

Arrivò così il giorno del processo. Francamente tutto ciò mi sembrava una pagliacciata, una dimostrazione del tutto inutile che avrebbe in ogni caso portato alla mia condanna. Troppi lupi erano come Jeffrey e desideravano la distruzione dei vampiri, anche se per ottenerla fossero dovuti passare sul cadavere di una diciottenne come me.

Tuttavia Leo ci credeva e, a modo suo, sembrava crederci anche il mio vecchio professore Lucas Malan, che era sicuro della propria vittoria in ogni caso. Sosteneva di essere in grado di portarmi via da quel quartiere generale anche se avessimo perso e, sebbene mi fosse impossibile immaginare in quale modo un uomo solo, che tra l'altro aveva giurato di non uccidere nessuno usando la sua magia, potesse battere un esercito di licantropi, non avevo altra scelta se non fidarmi di lui. Derek era d'accordo con me, sebbene fummo d'accordo sul fatto che dovessimo mantenere entrambi la guardia alta.

D'altronde, anche se fossi uscita indenne dal processo e loro avessero deciso di risparmiarmi la vita, perché considerata una delle tante vittime innocenti dei vampiri, non mi era chiaro quale sarebbe stato il destino di Derek. Io avrei potuto smuovere la loro Compassione, perché ero umana, ma Derek restava ciò che era, cioè un vampiro. Loro nemico naturale, appartenente alla razza che loro volevano distruggere. Se avevo qualche dubbio sul fatto che avrebbero avuto pietà di me, ero praticamente certa che non ne avrebbero mostrata per Derek. Da quel punto di vista avrei potuto contare soltanto sull'aiuto del professore.

Con questi pensieri a tormentarmi, mi recai nella sala riunioni, una grande aula simile a quella di un'università, con una scalinata dotata di banchi incorporati che si snodava fino in cima, già piena di licantropi che diffondevano nell'ambiente un brusio incontrollato. Ai piedi della scalinata, vi erano due tavoli, uno più piccolo dotato di microfono, e uno molto più grande, sul quale sedeva Leo Teràn. I due uomini che avevano scortato me e Derek fino a lì ci ordinarono, con spinte poco amichevoli, di sederci sui gradini più bassi e si posizionarono ciascuno da un lato, bloccandoci qualunque via di fuga. Malan prese posto subito dietro di noi e, con mia sorpresa, vicino a lui si sedettero anche la signora Blanca e Lucian, che ci rivolse un sorriso come a volerci rassicurare. Sembravano tutti stanchi ma anche fiduciosi.

Il brusio si era fatto più forte non appena io e Derek avevamo fatto ingresso nella sala, ma subito dopo Leo Teràn sollevò le braccia al cielo, percorrendo tutta la scalinata con sguardo severo e penetrante. - Mio branco, vi prego di sedervi e fare silenzio, così che questa riunione straordinaria possa cominciare. Si tratta di un processo informale per certi aspetti, ma tutti i rappresentanti fondamentali della città sono presenti, e tanto basta. Questa è probabilmente la riunione più importante che si sia mai tenuta in questa sala e la decisione che oggi dovete prendere lo è altrettanto.

Il brusio si interruppe all'istante e i lupi si sedettero quasi all'unisono, gli occhi puntati sull'alpha che dirigeva quella riunione straordinaria.

-Sapete tutti perché siamo qui. Molti di voi avranno già una precisa opinione in merito, crederanno di sapere già cosa sia più giusto fare. Ma io vi chiedo di aprire le vostre menti al confronto e di ascoltare con attenzione tutto ciò che sarà detto durante questo processo fuori dagli schemi. Io stesso ho già sentito le parti in causa e mi sono fatto una precisa idea, ma noi siamo un branco e decidiamo insieme. Mai mi vedrete usare la mia posizione e il mio potere per fare qualcosa che vada contro il vostro volere - spaziò lo sguardo per tutta sala, con occhi gravi - eppure non posso essere estraneo alla faccenda, pertanto interverrò sempre e farò sì che questa riunione proceda come previsto.

Nessuno fiatò, nessuno applaudì, tutti ascoltavano. Così Leo si fece più dritto, più attento, e capii che stava iniziando. - Siamo qui per discutere di Tamara Jeckyll, l'ultima Pandora attualmente esistente, il cui sangue è noto per gli effetti miracolosi che è in grado di conferire ai vampiri e, in mano a questi ultimi, porterebbe il nostro popolo alla rovina. Abbiamo sempre visto la Pandora non come una persona ma come un ostacolo da eliminare e io stesso, un mese fa, ho provato a ucciderla, come concordato con il resto della Melena Dorada una volta preso possesso di Caracas. A causa di uno stratagemma messo in piedi da Chris Ghandi, nome a voi tutti noto a causa del suo ormai defunto padre, Tiberio Ghandi, che supervisionava su questo continente prima di noi e che noi abbiamo costretto all'esilio, Tamara era legata con la vita a mia madre. Sono stato costretto a tenerla in vita e così ho potuto conoscere non qualcuno di pericoloso ma una giovane ragazza, un'altra vittima, un'anima buona e gentile. Lei stessa, volontariamente, ieri si è fatta scollegare da mia madre, non desiderano metterla in pericolo. Perciò vi chiedo di ascoltare e porre tutte le domande che riterrete utili, prima di prendere una decisione.

Abbassò le mani e Lucas Malan si alzò, scendendo i gradini con eleganza, sistemandosi la cravatta e la giacca. Si fermò davanti a Leo, dandogli le spalle, e anche lui osservò tutti quei volti puntati sulla sua figura, senza alcuna paura. - Il mio nome è Lucas Malan e sono uno stregone. Un ex Figlio della Terra, se così si può dire, che ha rinnegato la sua natura per proteggere quella ragazza - mi indicò con un dito e io mi sentii terribilmente in soggezione - chi ci conosce sa quanto siamo fedeli alla nostra vita da eremiti e se uno di noi ha abbandonato tutto per questa causa, vi dovrebbe far capire quanto sia importante. Quanto la Pandora sia importante. Lasciate che lo mostri anche a voi. Chiamo Tamara Jeckyll a testimoniare.

Me l'aspettavo. Certamente, dopo tutto era un processo, per quanto informale. Era ovvio che la diretta interessata sarebbe stata chiamata in causa. E tuttavia non fui pronta a tutti quegli occhi che si puntarono su di me, all'irrigidirsi di Derek al mio fianco, al brusio che accompagnò la mia discesa della scalinata fino alla scrivania sulla sinistra su cui svettava il microfono. Lentamente presi posto.

-Come si chiama? - mi chiese il professore, sebbene tutti lì dentro conoscessero già il mio nome.

-Tamara Pandora Jeckyll.

-Quanti anni ha?

- Ho diciotto anni.

- Cosa le piace fare nel tempo libero?

-Mi piace leggere. E amo la matematica.

-Ha degli amici?

-Sì, ho una migliore amica. Si chiama Bessie.

- E va a scuola?

-Sì, anche se ogni anno sono costretta a interrompere gli studi prima del tempo, perché qualcuno cerca di uccidermi.

Avevamo programmato quell'interrogatorio il giorno prima. Malan voleva mostrarmi agli occhi dei licantropi come una persona normale, un essere umano come loro, qualcuno nei confronti del quale provare empatia. E speravo che ci riuscisse.

-E come sono i suoi voti?

Scrollai le spalle. - Sono buoni.

-Buoni non è quello che ho sentito, non faccia la modesta, Tamara. Ha il massimo dei voti in tutte le materie e i suoi professori la descrivono come una vera leader con un quoziente intellettivo che supera la media. Lo so, avendo insegnato nella sua classe per mesi. Cosa vorrebbe fare nella vita?

-Mi piacerebbe laurearmi alla MIT - dissi, risposta concordata con Malan, ma assolutamente sincera - e non so, magari vincere la medaglia fields per la matematica.

Il mio vecchio professore si voltò verso il pubblico che aveva ascoltato attento, anche se un leggero brusio aveva iniziato ad attraversare tutta la scalinata e i lupi parlottavano tra loro, sussurrando a chiunque fosse seduto al loro fianco. Lucas Malan sembrò gioire di quella reazione e riprese con le domande. - E in quale modo i vampiri hanno condizionato la sua vita?

-Be, ogni anno sono costretta a trasferirmi, cambiare città insieme alla mia famiglia. Non ci è permesso stare nello stesso posto per più di dodici mesi, perché i vampiri mi danno continuamente la caccia - non mi piaceva fare la vittima, ma era in gioco la nostra vita e quella di Caliba e della mia famiglia, se si fossero dovuti mettere nelle mani di Chris per liberarmi - per questo ogni volta devo rifarmi dei nuovi amici, anche se sono consapevole che poi non li rivedrò mai più.

- Può parlarci di Chrystal?

Ammutolii. Lo fissai a bocca aperta provando una serie di emozioni diverse. Sorpresa, dolore, rabbia. - Come fa a...

-Risponda alla domanda, Tamara. Per favore.

Continuai a guardarlo in silenzio, cercai di fargli capire che non mi andava di parlare di quell'argomento, ma Malan non mollò. E capii che mi aveva messa spalle al muro, perché se non avessi risposto alla sua domanda, avrei probabilmente mandato all'aria tutto il processo. Ero costretta a rispondere. - Chrystal è stata la mia migliore amica due anni fa - dissi, lentamente, scandendo ogni parola - l'amica più cara che ho avuto. Le volevo talmente bene che mi sono rifiutata di lasciare la California e trasferirmi in una nuova città come ogni anno. Naturalmente i miei genitori non erano d'accordo. Dissero che ne valeva della mia sopravvivenza e che dovevamo spostarci per poter restare in vita e non essere rintracciati.

-Quindi cosa accadde?

Non risposi. Mi stavo tormentando le mani e cercai lo sguardo di Derek. Lui mi osservava preoccupato, pronto a scattare, e io capii che se fosse intervenuto lo avrebbero fatto a pezzi.

-Tamara, può dirci cosa è successo alla sua amica Chrystal?

Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso e io capii che quell'uomo che avevo davanti non era poi così diverso dal professore che mi aveva tormentata a scuola, che aveva fatto piangere Bessie, tutto per ottenere ciò che voleva. - È morta - sussurrai.

-Come? - la sua voce era dura, fredda, calcolata. Priva di qualunque traccia di empatia.

-Saremmo dovuti partire quella sera - sussurrai, ma la voce era perfettamente udibile grazie al microfono - io non mi sono presentata. Ero lì, a casa di Chrystal. Le avevo raccontato di aver discusso con la mia famiglia e lei mi aveva risposto che sarei potuta restare lì da lei tutto il tempo necessario. I miei genitori sono arrivati, c'è stata una discussione in salotto.

Mi stavo ficcando le unghie nei palmi, per cancellare il dolore interno che rivivere quella storia mi provocava. - Continuavo a insistere, a non volermi muovere. Poi sono arrivati degli uomini. Dei vampiri. Erano tutti vestiti di nero e indossavano un cappuccio scuro, ma gli occhi erano rossi e i canini luccicavano.

-Quindi non sono stati i suoi genitori a uccidere la sua amica.

-No! - gemetti - ma non l'hanno nemmeno aiutata. Mi hanno trascinata via con la forza e siamo scappati, ma hanno lasciato la mia migliore amica e la sua famiglia lì. Non gli hanno  prestato soccorso o protetti, tutto per salvare me. E quei vampiri li hanno fatti a pezzi. Ho letto l'articolo sul giornale il giorno dopo.

Lucas annuì posando una mano sul ripiano della scrivania e io lo odiai in quel momento. Sebbene tentasse di aiutarmi non apprezzavo i suoi metodi. - La ringrazio, Tamara. So che è stato difficile per lei, ma grazie. Che ci dice di Chris Ghandi?

Da lì in poi, raccontai tutto ciò che Chris mi aveva fatto passare negli anni, quasi senza rendermene conto, e il tempo sembrò trascorrere più in fretta. Parlai delle sue minacce, delle sue molestie, del Rito di Demetra. E arrivò la domanda che avevo temuto di più.

-Lei aveva un ragazzo, Tamara?

-Sì.

-Può dire il suo nome?

-Si chiamava Bruce.

Malan ebbe pietà di me, si voltò verso il pubblico e fu lui a raccontare quella storia. - Bruce era il ragazzo di Tamara, aveva soltanto diciotto anno ed è stato sgozzato su un altare come un animale da macello dal figlio di Tiberio. Era un essere umano e non sapeva neppure dell'esistenza dei vampiri prima di essere rapito per un rituale oscuro. Tamara ha perso ogni cosa. I suoi amici, il suo ragazzo, la tranquillità. La normale vita che un essere umano meriterebbe di avere. Non vede la sua famiglia da mesi, non ha potuto chiamarli o scrivergli una lettera. Lei è una Vittima come tutti voi e come tale va protetta. È umana e quindi merita di vivere.

Un lupo del fondo si alzò in piedi. - Sono Andreas Parra. Perdonami, stregone, ma tutto ciò che ho sentito non fa altro che rendere la morte della Pandora necessaria. È ora di estirpare la piaga dei Vampiri dalla faccia della Terra.

Lucas Malan sorrise malignamente. - Perché credete che, uccidendo la Pandora, potrete sterminare i Vampiri? Facciamo due calcoli veloci, vi va? Tamara ha diciotto anni. La Prima Pandora risaliva al milletrecento. La seconda al milleottocento. Ed entrambe non hanno superato i venticinque anni di vita. Questo significa che avete avuto secoli privi di sangue miracoloso delle Pandora per distruggere i Vampiri e non ci siete riusciti. Davvero credete che la morte di questa ragazza vi possa dare le armi per farlo?

Intervenne un altro licantropo. - Sarà meglio che tu tenga a freno la lingua, stregone.

L'ultima parola venne fuori fortemente dispregiativa, ma il sorriso di Malan si allargò ancora di più.

-Forse non potremo distruggere i Vampiri - intervenne un altro - ma almeno potremo evitare che loro distruggano noi.

- E allora sterminiamo gli essere umani - la voce del professore era forte e chiara anche senza un microfono ad amplificarla - se i vampiri non avranno di che nutrirsi, moriranno. Forse cercheranno di mangiarsi tra loro e si uccideranno da soli. Qualunque mezzo pur di raggiungere un fine, giusto?

Ma da che pulpito arriva la predica, pensai. Eppure sperai anche che il suo discorso facesse leva nel loro cuore.

La sala sembrò esplodere. I lupi si alzarono in piedi e cominciarono a discutere, si parlavano sopra e non si riusciva a distinguere le parole, tutti desideravano dire la loro loro senza ascoltare l'altro. Il dibattito civile promesso da Leo sembrava essere concluso.

-È soltanto una bambina! - gridò una lupa anziana - ha l'età di mia nipote!

-La ragazza se la fa con i vampiri! - gridò un altro - è risaputo che ci sia del tenero tra lei e l'uomo della guardia di Caliba. E non dimentichiamo che i suoi genitori sono vampiri, nonché i suoi fratelli!

La discussione si faceva sempre più accesa e, sebbene sia Lucas Malan che l'alpha tentassero di riportare la situazione all'ordine, sembravano non riuscire a ottenere alcun risultato. Sarebbe potuto essere il momento giusto per scappare e lo capii dallo sguardo di Derek. Perfino le guardie che presidiavano le uscite erano prese dalla discussione e sarebbe bastato poco a metterle fuori gioco. Tuttavia i miei racconti sembravano aver convinto alcuni licantropi e sapevo bene che, se fossi scappata, avrei distrutto tutti gli sforzi fatti finora e se mi avessero di nuovo catturata mi avrebbero uccisa seduta stante. Mi alzai in piedi e mi chinai sul microfono, gridando con tutta la forza che avevo. - Adesso basta!

Il mio intervento li sorprese così tanto che si fermarono tutti all'istante, come pietrificati. Volsero lo sguardo verso di me, sorpresi e confusi.

-Non capite che siamo arrivati a questo punto proprio per questo? - sbottai - Vampiri e Licantropi litigano e cercano di prevalere sugli altri dall'inizio dei secoli. Avete mai provato a sedervi e parlarne con calma?

Qualcuno intervenne, anche se non riuscii a vederlo in mezzo a tutta quella calca. - I vampiri non sanno cosa sia la calma.

-Caliba sì! Lui potrebbe aiutarvi. Avrebbe voluto farlo non appena ha ucciso Tiberio, ma voi non avete voluto ascoltarlo. Avete ucciso i suoi uomini anche se disarmati e vi siete rifiutati di riceverlo. Lo avete spinto a cercare un accordo con Chris Ghandi per succedere a suo padre nel ruolo di Antico del Sud America.

Questo attirò la loro attenzione. Si osservarono a vicenda e per la prima volta li vidi spaventati. Tiberio aveva quasi sterminato i lupi di quel continente e solo grazie a Leo erano riusciti a cacciarlo. Ma il pensiero che un'altra guerra di quella portata stesse arrivando non piaceva neppure a loro.

-Non gli permetteremo di entrare a Caracas - ribatté qualcuno - uccideremo qualunque vampiro ci provi.

-E a quale scopo? - domandai - per vivere una vita di terrore e omicidi? Per far crescere i vostri figli nella paura, rinchiusi in un continente costantemente a rischio?

-Che cosa suggerisci? - chiese Leo Teràn.

-Date una possibilità a Caliba. Mettete fine a questa faida stipulando un'alleanza con i Vampiri per impedire a uno come Chris Ghandi di prendere il potere. Caliba vi assegnerà il controllo del Sud America, sarà vostro di diritto, e nessuno potrà metterlo in dubbio. Vivrete in pace e al sicuro, senza paura che i Vampiri vengano a farvi la guerra. La pace è possibile se soltanto la desiderate!

- E noi dovremmo fidarci di Caliba, un Antico?

-Tamara si fida di lui perciò anch'io - intervenne l'alpha, io lo guardai grata.

-Sì, dovreste fidarvi di Caliba. Gli affiderei la mia stessa vita - continuai.

Ci fu silenzio per qualche secondo, poi un'altra donna si fece avanti. - Dimentichi un'altra questione. Il tuo sangue rende comunque i vampiri più forti e questa è una verità innegabile. Hai detto più volte di essere stata rintracciata e rapita per il tuo sangue. Come potremmo correre questo rischio? Non è necessario ucciderti, d'accordo, ma forse dovresti restare qui con noi, lontana da loro. Così potremmo impedire che usino il tuo sangue contro di noi.

Quella proposta mi spiazzò. Capivo che volessero tutelarsi, ma se fossi rimasta lì non avrei più rivisto la mia famiglia. E probabilmente non avrebbero permesso anche a Derek di restare. Fu proprio lui a intervenire. - Questo non è necessario - si alzò e Leo fece cenno alle guardie di lasciarlo passare, così si posizionò accanto a me - sono venuto qui a Caracas, mettendo a rischio la mia vita, perché cercavo una strega che si è rifugiata qui, molto particolare. Una Figlia della Luna. Il suo nome è la Dama Bendata.

Tutti ascoltavano con attenzione, me compresa. Finalmente sia io che Leo avremmo scoperto la verità sul viaggio di Derek fino a lì. - So che lei conosce e vede molte cose, più di chiunque altro. E speravo mi potesse portare dalla Strega più Antica di tutte, colei che ancora pratica un tipo di magia ormai non più utilizzato, chiamato Magia di Assorbimento. Il suo nome è Khadija.

- E cosa speri di ottenere da questa Khadija? - chiese ancora la donna - come potrebbe risolvere la nostra situazione?

-Perché La Magia di Assorbimento permette a chi la pratica di assorbire altra magia. Il sangue di Tamara ne è pregno, è il risultato, secondo la leggenda, di una maledizione lanciata da una strega antica di nome Aphra. Pertanto Khadija, se davvero esiste, dovrebbe essere in grado di privarlo dei poteri che è in grado di conferire ai Vampiri e renderlo così inoffensivo. Un comune sangue umano.

-È una follia - gridò qualcuno.

-Non ho mai sentito niente del genere.

-Questa strega potrebbe anche non esistere o non praticare più questo tipo di magia.

Io guardavo soltanto Derek, piena di ammirazione e gratitudine. Alla fine ce l'aveva fatta, aveva forse trovato un modo, per quanto assurdo, di salvarmi. Di donarmi una vita migliore.

-Silenzio! - proruppe l'alpha, riportando la situazione all'ordine - se vogliamo provare a stipulare una pace con i Vampiri e ottenere il controllo di tutto il Sud America per poter vivere con tranquillità, non possiamo uccidere Tamara. Allo stesso tempo, lasciarla libera è un rischio a causa dei benefici prodotti dal suo sangue. Pertanto l'unica soluzione sembra essere questa strega di nome Khadija e il tipo di magia che potrebbe essere in grado di effettuare. Se questa teoria dovesse rivelarsi inesatta per qualunque motivo, Tamara tornerà qui e resterà sotto la nostra protezione finché non troveremo un'altra soluzione. Siete d'accordo?

Io e Derek aspettammo la reazione dei presenti con il cuore in gola, finché lentamente tutti, uno dopo l'altro, non si alzarono in piedi, donando il loro assenso a quel provvedimento preso dopo un lungo dibattito. L'alpha annuì soddisfatto. - La decisione è presa. Derek e Tamara incontreranno oggi stesso la Dama Bendata, in modo che possano mettersi in viaggio il prima possibile.

E così l'assemblea terminò.

~ Angolo Autrice ~
Sono tornata con un nuovo (e lunghissimo) capitolo. È così terminata la prima parte della storia, perché da questo momento in poi Tamara e Derek lasceranno i lupi per un viaggio non facile alla ricerca di una strega di cui non sanno praticamente nulla o quasi. Spero che questa prima parte non vi abbia annoiati troppo ma era necessaria: la pace tra Vampiri e Licantropi era un tasto dolente, anche se (vi avviso) non è ancora finita qui. Come al solito, se il capitolo vi è piaciuto, lasciate una stellina o un commento con la vostra opinione. A presto!

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