Quinto Capitolo
I giorni seguenti si susseguirono con estrema lentezza per motivi diversi. Prima di tutto io e Derek non riuscimmo ad abbassare la guardia troppo presto, per paura di essere stati scoperti, magari perché Lucian non era riuscito a disattivare le telecamere in tempo o perché si erano accorti dei tagli fatti alle riprese o, in un remoto angolo della mia mente, per il terrore di essere stati in realtà raggirati da lui e dalla signora Blanca e poi traditi. Alla fine i nostri presentimenti si rivelarono infondati e nessuno venne a rimproverarci qualcosa, ma le ore trascorsero con la stessa routine di sempre. Questo creava a sua volta problemi, perché le giornate erano sempre più noiose e più lente a trascorrere. Nonostante fossi con Derek, le attività da poter svolgere erano pressoché nulle e, sebbene avessi in mente alcune cosette da fare con il vampiro, sapevo di non potere finché non avesse placato del tutto la sua sete. D'altro canto, il fatto di avere una telecamera puntata sulla testa non rendeva le cose facili. In più temevamo che da un momento all'altro Jeffrey sarebbe entrato per dirci che le streghe avevano trovato il modo di spezzare l'incantesimo e che perciò non era più necessario mantenermi in vita. Derek appariva disinvolto, ma sospettavo che in realtà lo facesse per tranquillizzare anche me. Anche lui sapeva che il tempo stringeva e, nonostante i minuti passassero in maniera estremamente lenta, eravamo consapevoli del fatto che ogni minuto fosse prezioso e ci avvicinassimo sempre di più ad un pericolo imminente. Avevamo la stessa data di scadenza dei lupi e delle streghe del resto.
Lucian tornava a farci visita, seppur raramente, portando con sé fialette di sangue e tenendoci informati su ciò che succedeva al quartier generale. Le ricerche delle streghe procedevano a rilento e sembrava che Leo temesse da un momento all'altro un attacco dei vampiri. Non gli piaceva sapere che, se fosse accaduto, sua madre sarebbe stata legata alla Pandora a cui in tanti davano la caccia, e il fatto di non potermi uccidere per questo gli faceva odiare la cosa ancora di più. Inoltre venimmo a sapere che, nonostante l'enorme consenso che i lupi nutrivano nei confronti di Leo, alcuni ribelli all'interno del branco avevano cominciano a mettere in dubbio la sua autorità, sostenendo che preferisse metterli a rischio e farli quasi uccidere tutti piuttosto che sacrificarsi e lasciar andare la madre per la salvezza di tutti loro. Come potessero pretendere che lui mi uccidesse, nonostante fossi legata a sua madre, mi inorridiva, ma in fondo si parlava di creature metà animali disposte ad eliminare una giovane ragazza per poter distruggere i Vampiri. Nonostante le intenzioni di Leo Teràn, ero davvero convinta che lui volesse solo salvare la sua gente. Ma non tutti lo capivano. Si sa, qualcuno prima o poi comincia a desiderare il potere e a voler prendere il posto del vecchio governo. E una fiamma, per quanto flebile, può dar vita ad un incendio se non viene domata per tempo. In cuor mio, sospettavo che Jeffrey stesso avesse dato inizio a quelle voci di ribellione che girovagavano da un po' di tempo tra i corridoi del quartier generale.
Derek diceva che forse, in parte, questo squilibrio di forza tra i lupi ci avrebbe aiutati nella nostra fuga, ma dall'altra ci metteva in pericolo: qualcuno avrebbe anche potuto decidere di sfidare Leo Teràn a tutti i costi e provare ad uccidermi di nascosto, senza temere la furia dell'alpha. Questa alternativa mi terrorizzava. E sebbene conoscessi la fama di Leo, quanto fosse riuscito a farsi amare dai lupi e come li avesse riuniti nel più grande branco mai esistito, capivo anche che prima o poi qualcuno avrebbe per forza di cose finito per voler prendere il suo posto.
Poi, un giorno, ciò che per tanto tempo avevamo temuto, sembrò verificarsi.
Quella sera, alle nove non ci avevano ancora portato il pranzo. Solitamente erano estremamente puntuali, perciò la cosa ci mise in allarme da subito. Quando ormai l'attesa stava diventando insopportabile, Jeffrey aprì la porta ma, una volta messo piede all'interno, ci accorgemmo subito che non recava con sé alcun vassoio come tutte le altre volte. E il sorriso soddisfatto che gli dipingeva il viso non prometteva niente di buono.
-Scusate se vi abbiamo fatto aspettare, piccioncini - disse in tono sarcastico - ma stavamo organizzando qualcosa di speciale. Per voi. -
Jeffrey si avvicinò a Derek, il quale stava cominciando a riprendere le forze, tuttavia continuava a nasconderlo ai nostri carcerieri. Seguendo il piano di Lucian e la Signora Blanca. Jeffrey gli poggiò la sua amata mazza ferrata contro il petto, guardandola come in estasi, con la lingua stretta tra i denti. - Ora, stupido succhiasangue, tu e la tua ragazza uscirete di qui e farete i bravi. Non proverai a scappare e ti comporterai bene, altrimenti ti colpirò così tanto da ridurti ad una poltiglia. E poi non sarai più qui per proteggerla - mi lanciò un'occhiata di sbieco, così minacciosa da farmi impallidire - mi sono spiegato? -
Immaginai quanto Derek si stesse trattenendo dallo strappargli quella massa dalle mani e usarla per fracassargli il cranio, eppure non era stupido e sapeva che, se lo avesse ucciso, tutto il quartier generale ci sarebbe stato addosso. - Chiaro - rispose semplicemente.
-Molto bene - Jeffrey allontanò la mazza dal suo petto e si rivolse a me - vale anche per te, Pandora. Vedete di comportarvi come si deve. -
Io e Derek seguimmo il lupo al di fuori della cella e lungo i corridoi, affrettandoci per tenere il suo passo. Sfiorai appena il braccio di Derek controllando che l'altro non si voltasse e parlai a fior di labbra. - Dove ci sta portando? Credi che... - Il presentimento che avessero trovato il modo di spezzare l'incantesimo era forte.
-Non lo so - mi rispose il vampiro, senza perdere l'altro di vista - ma dobbiamo tenerci pronti. -
Con mia sorpresa, Jeffrey ci portò nuovamente nell'appartamento di Leo Teràn, dove avevo conosciuto sua madre e scoperto la verità su Lucian. Dubitavo che volessero uccidermi lì dentro, col rischio di macchiare con il mio sangue il mobilio che con tanta cura avevano sistemato. Eppure ciò non mi permise di abbassare la guardia. Jeffrey ci fece entrare e io vidi che ogni cosa era rimasta uguale alla volta precedente, se non per la tavola: infatti era stata imbandita con ogni genere di delizia, apparecchiata e adornata con candele. Vidi una zuppa dal profumo invitante, un grande tacchino arrosto al centro della tavola, costolette d'agnello in salsa di puré di patate, anelli di cipolla fritti, insalatona e persino un vassoio pieno di pasticcini. Io e Derek restammo interdetti sulla soia, incuranti del fatto che Jeffrey ci avesse chiuso la porta alle spalle e se ne fosse andato.
-Prego, accomodatevi pure - disse Leo Teràn, sbucando dallo stesso corridoio da cui la volta precedente era comparso Lucian. Indossava pantaloni militari e un maglioncino grigio. Appena ci si avvicinò mi arrivò una zaffata del suo dopo barba ed io non potei fare a meno di chiedermi quale fosse lo scopo di quella cena. Insomma, Leo Teràn era probabilmente l'uomo più potente di tutto il Venezuela, a capo del più grande branco di lupi mannari mai esistito nella storia. L'unico che era stato in grado di spaventare e mettere all'angolo perfino gli Antichi. Colui che aveva cacciato Chris e suo padre Tiberio dal Venezuela, su cui un tempo vantavano il dominio. Stare nella stessa stanza con lui mi metteva in soggezione, soprattutto considerato che era stato lui a provare a uccidermi con la garrota. Ero contenta che ci fosse Derek con me. La sua presenza era in grado di rassicurarmi.
-Non fate i timidi - proseguì l'alpha - non posso di certo mangiare tutte queste bontà da solo. -
-Che scherzo è questo? - chiese Derek, circospetto. Continuava a restare sulla difensiva.
-Nessuno scherzo. Perché dovrebbe? -
-Puoi sempre mangiare tutto questo con tua madre - ribattei, senza nascondere un leggero astio nella voce - sentire i sapori da me grazie al nostro legame non sarà la stessa cosa. -
Con mia sorpresa Leo ridacchiò, per niente colpito dalle mie parole. - Sei in gamba. Ho sentito parlare della tua lingua affilata. Ora sedetevi, il cibo non è avvelenato. -
Guardai Derek, aspettando di vedere cosa avrebbe fatto. Che decisione avrebbe preso. Alla fine lui parlò, mantenendo la sua posizione. - Non vogliamo niente da te. E non ci siederemo alla tua stupida tavola come se fossimo amici. -
A quel punto li vidi muoversi. Non li avevo notati prima, perché erano rimasti nascosti nell'ombra, ma in quel momento sei uomini fecero un passo verso il tavolo, osservandoci con i loro occhi gialli e i denti aguzzi, e le armi dall'aspetto pericoloso. Guardai il vampiro terrorizzata. Sicuramente pensava la stessa cosa a cui stavo pensando io: erano troppi per lui, anche se aveva in corpo parte del mio sangue e quello che ogni tanto gli portava Lucian. Non avevamo altra scelta.
-Ho detto sedetevi - ripeté con durezza Leo - per favore. -
Io e Derek facemmo come aveva chiesto. Così ci ritrovammo a cenare con l'alpha della Melena Dorada, in una scena assurda e comica che non avrei mai immaginato. Ogni volta che pensavo di aver visto di tutto nella mia vita, ecco che arrivava qualcos'altro a sorprendermi. Peccato che la maggior parte delle volte quelle sorprese non fossero piacevoli.
Il cibo era squisito. Cominciammo dalla zuppa di legumi, verza e funghi porcini, dal sapore ottimo, e mangiammo in silenzio, finché non passammo alla carne. A quel punto Leo decise che fosse arrivato il momento di parlare e, forse, spiegarci per quale motivo ci trovassimo lì.
-Dunque, Derek - esordì, rosicchiando le costolette d'agnello che teneva tra le mani - ormai sei qui da quanto? Tre mesi? E fino ad ora, mi hai detto poco di ciò che mi interessa sapere. Forse adesso che la Pandora è qui, sarai più disposto a parlare. -
Derek aveva mangiato molto poco del suo cibo, per lo più aveva finto, ma si bloccò del tutto quando il lupo gli rivolse la parola. - Cosa potrei dirti io? Tutto ciò che volevi sapere era dove trovare Tamara. Ora lei è qui. Perciò non so altro che possa servirti. -
Leo si leccò le dita, impiastrate di olio e sale provenienti dalla carne. - Oh, ti sbagli di grosso. Ci sono molte cose che puoi ancora dirmi. Come per esempio, perché ti trovassi a Caracas tre mesi fa. -
Mi voltai verso Derek, sorpresa. Sapevo che il vampiro era stato mandato in Venezuela da Caliba, per mettere fine ad una rivolta dei Lupi Mannari. Questo esilio era stata la sua punizione per avermi abbandonata nelle mani di Chris, venendo meno al suo dovere, anche se ero stata io spontaneamente ad andarci. Ma lui non mi aveva fermata. Tuttavia, Caliba mi aveva riferito di avergli ordinato di tenersi alla larga dalla capitale, perché lì i Vampiri non avevano più potere ed era troppo pericoloso per loro. Tuttavia, mi aveva anche detto di non capire per quale motivo alla fine Derek avesse disubbidito e si fosse fatto trovare in città, finendo per farsi catturare. Ora anch'io mi chiedevo la stessa cosa e anche Leo sembrava interessato alla questione. Derek si era irrigidito, aveva la mascella contratta, si vedeva che non era qualcosa di cui volesse discutere. Eppure non distoglieva gli occhi da quelli del lupo. - Non capisco cosa c'entri questo. -
-Oh, c'entra, Derek. Perché qualunque cosa succeda nel mio territorio è affar mio. Specie chi va in giro a fare domande pericolose come hai fatto tu. -
Derek rimase per un po' in silenzio e i due si squadrarono. Entrambi diffondevano nell'ambiente un'aurea di potere incredibile, solo che l'alpha era più in forze e poteva contare sull'appoggio degli altri lupi nella stanza. L'aria era carica di elettricità. Alla fine il vampiro parlò. - Mi trovavo in Venezuela perché Caliba mi aveva mandato in missione. Avevo il compito di domare una rivolta di lupi mannari. Credo che tu lo sappia. Non deve essere una novità per te, visto che tutti i lupi del Venezuela rispondono a te, anche quelli al di fuori di Caracas. -
Leo annuì, riempendosi il piatto di altra carne. - Oh, questo è vero. Hai perfettamente ragione. So che ti trovavi lì perché ti ci aveva mandato Caliba. Ma tu dovevi occuparti delle insurrezioni al di fuori della capitale. Ma allora cosa ci facevi dentro Caracas? -
Il silenzio di Derek durò giusto un secondo ma io lo sentii. - Non è vero - disse.
Leo rise con forza. - Non prendermi in giro, Derek! Io ti conosco. Ho sentito parlare di te e so molte cose sul tuo conto. Il vampiro cacciato dal padre ed entrato nella guardia di Caliba, diventando il suo braccio destro. Ho sentito dire che ti ama come un figlio e i suoi tentativi disperati di recuperarti lo dimostrano. Non ti avrebbe mai mandato a Caracas a morire. Sapeva che non avevi possibilità. Perciò perché non mi confessi cosa ti ha spinto a rischiare così tanto? -
Questa volta Derek tenne le labbra sigillate. Non disse una sola parola e continuò a guardarlo con aria di sfida. Non aveva alcuna intenzione di parlare, nonostante gli uomini minacciosi posizionati nell'ombra alle spalle di Leo. Quest'ultimo annuí tra sé davanti alla sua reazione, come se si aspettasse esattamente questa risposta da lui. - D'accordo. Allora lascia che ti dica cosa ho scoperto io - si sporse in avanti, leccandosi le labbra unte e con gli occhi stintillanti - il giorno prima che venissi catturato hai parlato con una strega di Valencia, di nome Caitlyn. Oh, hai faticato a trovarla, hai dovuto parlare con parecchie altre streghe prima, ma tu non ti sei arreso. Anche lei, però, non aveva risposte alle tue domande. O almeno, questo è vero in parte. Ti ha accennato di una strega di Caracas, conosciuta come la Dama Bendata, e ti ha indirizzato verso di lei, dicendo che aveva le risposte che cercavi. Ti ha organizzato un incontro, non è vero? Ti ha dato un luogo e un orario e tu sei entrato a Caracas il giorno seguente per incontrarla. Ma ovviamente era una trappola ed ora dovresti averlo capito. -
Si poggiò all'indietro sullo schienale, senza distogliere lo sguardo da Derek. - Caitlyn mi ha detto che avresti provato ad entrare in città ed io non ho potuto credere al colpo di fortuna che mi era capitato. Derek, la guardia del corpo della Pandora. Non hai incontrato la Dama Bendata quella sera, perché i miei uomini ti hanno attaccato e catturato. -
Seguivo le parole di Leo con attenzione, perché in quelle settimane io e Derek non avevamo mai parlato di come fosse stato catturato o del perché. Aveva sempre evitato l'argomento ed io non avevo insistito troppo, ma ora ero curiosa quanto l'alpha. Cosa stava cercando Derek da quelle streghe?
- Sei stato cauto e non hai detto molto a Caitlyn. Le hai detto di cercare la strega più vecchia di tutte, così Antica da poter attingere ad un tipo di magia innaturale che ora non viene praticato più. Non hai specificato di quale magia si trattasse, ma Caitlyn ti ha detto che se c'era qualcuno che conoscesse una strega del genere quella era la Dama Bendata. Colei che non vede ma sa tutto. E su questo, posso assicurartelo, non ha mentito. -
Derek sorrise sarcastico - Immagino che non lo sapremo mai, giusto? -
-Questo dipende da te - Leo terminò il suo pasto e afferrò un pasticcino dal vassoio dei dolci - puoi dirmi cosa volevi sapere e forse io potrei aiutarti. Potremmo trovare un accordo. -
Sia io che Derek lo guardammo a bocca aperta. Nessuno dei due si aspettava quella proposta e il fatto che avesse parlato solo rivolgendosi al vampiro, significava che io non rientravo in quell'accordo. D'altronde, mi sarei dovuta aspettare che un uomo come lui non avrebbe mai rinunciato ad uccidermi.
- Non voglio stringere nessun accordo con te - rispose infine Derek - non c'è niente che tu possa offrirmi e niente che io voglia fare per te. -
-Questa è la tua risposta definitiva? -
-Lo è. -
Leo fece un cenno a due dei suoi uomini, che ci si avvicinarono e ci costrinsero ad alzarci afferrandoci in malo modo le braccia. - So che tu mi consideri il cattivo, Derek, ma non lo sono. Io cerco solo di proteggere e salvare la mia gente. Il mio branco. La mia famiglia. Mi dispiace che qualcuno che tu ami sia rimasto invischiato per questo. Tamara è quello che si dice un effetto collaterale - fece una pausa, per vedere che effetto avessero avuto le sue parole su di noi - ma io non sono il mostro che credi. Non più di quanto lo sia tu o Caliba o qualunque altro vampiro o lupo. Ma se collaboriamo, forse, possiamo trovare una soluzione. In fondo vi ho lasciati insieme anziché separarvi. Vi ho concesso molto. Perciò non prendere decisioni affrettate di cui poi potresti pentirti. Pensaci. -
Fece un cenno agli uomini che ci tenevano ancora per le braccia. - Ora riportarteli nella loro cella. Con la pancia piena ed una buona dormita, potrebbero riflettere con più attenzione e fare la scelta giusta. -
~Angolo Autrice ~
Eccomi con un nuovo capitolo! Finalmente vi ripresento un personaggio complesso che ancora non conosciamo a fondo. Che ne pensate di Leo Teràn e della proposta che ha fatto a Derek? Pensate che si possano fidare di lui? Cosa credete volesse Derek da quelle streghe? Come al solito se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento. Al prossimo aggiornamento!
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