Settimo capitolo
Non affezionarti troppo.
Più ripenso a quelle poche parole, più la mia mente sembra ingarbugliarsi, aggiungendo fili alla matassa dei miei pensieri.
Cosa avrà voluto dire mia madre?
É difficile capirlo, anche se credo che intenda di non attaccarmi troppo a Louis perchè una volta finito questo progetto lui scomparirà probabilmente dalla mia vita.
Ma per ora non mi spingo troppo in là con le supposizioni.Certe volte è meglio ignorare le parole e andare avanti.
***
Il solito signore anziano della scuola online oggi tiene una lezione di storia, di cui non me ne frega niente.Appena finisce di parlare, chiudo prontamente lo schermo del portatile, così da ignorare le solite informazioni aggiuntive che é solito darci ogni volta.
Sbuffo, poi mi tolgo il computer dalle gambe e mi sdraio sul divano, con il viso rivolto verso il soffitto.
Le mie braccia percorrono il mio torace, fino ad arrivare alla parte superiore della coscia.Lì le mani poggiano sulle tasche dei miei skinny jeans, quelli che ho indossato quando sono uscito con Gemma e i suoi amici.
Mi sono tolto la tuta in modo da prevenire altre figuracce, come quella che ho fatto stamattina con Zayn.
Le mie guance s' imporporano mentre ci ripenso e mi rilasso,accorgendomi che nessuno in casa può ,magari ,vedermi e prendermi in giro, visto che sono tutti fuori.
Gemma é ancora alla galleria d'arte con Zayn, che a quanto ho scoperto ama disegnare,soprattutto vignette con le bombolette di vernice.
Invece i miei sono entrambi al lavoro, quindi non ritorneranno entro le sette di sera.
Mentre penso a quanto sia bello avere ancora due ore a disposizione per me, noto un leggero rigonfiamento nella tasca dei pantaloni.Piuttosto normale,visto che in quelle povere tasche lascio di tutto:dai soldi alle gomme da masticare.
Infilo pigramente la mano nella tasca e le mie dita vengono a contatto con della carta,mentre alle mie orecchie giunge un fruscio.
Abbastanza confuso sfilo dai miei jeans quello che pare un foglietto,poi lo apro per leggerne il contenuto.
In uno stampatello abbastanza ordinato c'é scritto "Sei molto carino mentre dormi...
Ps:mi ha fatto entrare tua madre nella tua stanza per prendere il cellulare, non prendermi per uno stalker!
Louis".
La mia prima reazione é ridere. Poi, una volta realizzato che Louis mi ha visto in una situazione imbarazzante ancora prima di conoscermi per bene, mi viene l'istinto di andare da mia sorella e rivelarle che il suo criceto non era morto, ma lo aveva fatto cadere mia madre nell'acqua. Giusto per vedere mamma in difficoltà.
In realtà non é il gesto che mi da fastidio, quanto che io mentre dormo mi trasformo in una matassa di riccioli che producono bava e bagnano il cuscino. Non che abbia una salivazione eccessiva,solo che dormo con la bocca aperta.
Quindi anche il solo sapere che il mio terapista mi abbia visto in quelle condizioni mi fa venire voglia di sbattere ferocemente la testa contro il muro.
Ma non lo faccio, anche perchè altrimenti mio padre mi ammazzerebbe.Mi limito ad andarmi a sfogare con Louis,anche per chiedergli se faccio veramente così schifo mentre sono tra le braccia di Morfeo.
Me:Louis,urgenza delle cinque e dieci.
Louis:che succede?!
Me:succede che tu questa mattina mi hai visto dormire.Questo implica il fatto che tu hai visto la bestia bavosa che c'é in me.Quindi, per concludere, volevo chiederti se addormentato faccio schifo o sono decente.
Louis:mi sono preoccupato...pensavo fosse successo qualcosa di grave!
Me:questo é grave!
Allora?
Louis:la risposta é nel biglietto.
Me:ah.Vero.
Mi ero dimenticato la parte prima del ps.
Louis:direi che possiamo sorvolare okay?
Ti va se ti faccio qualche domanda?
Non abbiamo ancora iniziato molto seriamente col programma, in realtà.
Me:direi che va bene.
Louis:bene bene.
Quindi, come ti senti oggi?
Me:Come tutti i giorni.
Louis:cioè?
Me:normale.Non mi viene né da sorridere ogni tre secondi né da piangere in altrettanto arco di tempo.
Louis:okay.
Ora parliamo un po' di cosa é successo prima che i tuoi compagni iniziassero a maltrattarti.
Me:Louis,non mi va molto di parlarne.
Louis:sì scusami, stiamo solo all'inizio, errore mio.
Me:non preoccuparti.
Louis:ricordati che se hai bisogno di qualsiasi cosa ci sono mh?
Me:s ...
Non faccio in tempo a finire di digitare che il suono del campanello di casa inizia a trapanarmi l'orecchio. Con ancora il cellulare in mano mi dirigo verso la porta, prima di aprirla.Fuori ci sono Gemma e Zayn che non mi salutano neanche, ma vanno direttamente in cucina.
Li seguo e intanto ne approfitto per poggiare il telefono sul mobiletto che sta all'ingresso, cosí da non portarmelo in giro inutilmente.
Entro in cucina e la prima cosa che mi salta all'occhio é la figura di mia sorella che rovista negli armadietti sopra i fornelli, mentre Zayn sistema dei piatti sul tavolo.
"Gemma, che per caso hai fame?"domando.
"No, sto vedendo se da questo armadietto posso entrare a Narnia o no".
Zayn ride mentre io roteo gli occhi e mi siedo su una delle quattro sedie presenti nella stanza.
"Harold, che ne dici del burro d'arachidi?"
"Dico che la nutella é meglio".
Gemma anuisce,poi prende la nutella e inizia a stenderla su un panino.
"Allora, com'è andata la vostra gita?"
Cerco di cambiare discorso, anche perchè se fosse per mia sorella parleremmo solo dei vantaggi del pane a lievitazione naturale.
"Beh, bene.Anche se qualcuno stava quasi per cascare in una quadro e rompere una tela"mi risponde Zayn, che intanto inizia ad addentare ferocemente il panino.
"Volevo solo vedere i dettagli del dipinto!"si lamenta mia sorella,agitandosi come una bambina.
"Tutte scuse".
"Harry senti, vogliamo parlare di quando tu sei svenuto davanti a tutti mentre guardavamo quel film horror al cinema? "
"No,non vogliamo parlarne."Anche perchè non mi piace molto ricordare quel periodo, non per la figuraccia in sè.
Quando Gemma sta per controbattere, il telefono di casa suona e lei si fionda in salotto per rispondere.Io intanto rimango da solo con Zayn che ha quasi finito il panino con una velocità strabiliante.
Visto che la sua attenzione si é ormai spostata dal cibo verso di me, mi sento a disagio e inizio a picchiettare le dita sul legno del tavolo come un deficiente.
Per fortuna sento che mia sorella ha già finito la telefonata e mi preparo a far volare via quell'aria di agitazione che si é creata durante quel lasso di tempo.
Se non fosse che quel sentimento si moltiplica, quando lei entra e con espressione mogia ci comunica che ci sono brutte notizie.
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