ben ritornata.
Siamo appena scesi dall'aereo.Non sappiamo se mio padre verrà o no a prenderci dall'aeroporto ,ma in ogni occasione noi abbiamo già chiamato un taxi.
Mentre salgo nel taxi Vladimir scarica tutti i bagagli.
Dopo aver finito si siede anche lui sui sedili dietro, accanto a me.
<<pronta per ritornare a casa?>>
Mi chiede facendomi un sorriso.
Io non rispondo ,semplicemente punto lo sguardo sulla finestra che si trova sulla mia destra,dandogli le spalle.
<<Piccola....Cosa ho fatto adesso?>>
Ah, ma davvero non te lo ricordi?
Su su,sforza un poco quel cervello.
Lo guardo senza un'espressione.
<<Sembra che ti faccio schifo quando fai quella faccia>>
Mi sfugge una risata per il modo in quale lo ha detto.
<<Ridi pure eh,monella.>>
Si avvicina a me ,pronto a farmi il solletico ma lo fermo prima che possa toccarmi.
<<Nono.Ti prego,non il solletico.>>
<< Mh..Dunque ,ora mi parli?>>
<<No guarda.Ti sto dando i ceffoni>>.
Anche all'autista adesso è sfuggita una risata.
Si avvicina e mi abbraccia.Se c'è una cosa che amo tanto ,sono gli abbracci.
Gli ho sempre trovati come un modo sincero per dimostrare a qualcuno l'affetto.
<<Scusa..Vuoi parlarne adesso?>>
<<No.Ormai mi è passato .>> Dico io,sforzando un sorriso.
In verità non so se mi è proprio passata la paura di prima.
Poi che mente da cretina che ho,non mi avrebbe mai creduta."Sai amore,ho sognato mia nonna ed era come se mi avesse voluto dire qualcosa." .Mi avrebbe presa per matta e mi avrebbe mandata da uno psicologo.
<<Sei sicura?>>
<<Mai stata più sicura di così>>
A volte ho voglia di dirgli tutto ciò che mi succede ma non vorrei che poi si annoi di me o che si senta in colpa o ancora peggio che gli scoppiasse la testa per colpa di tutte le cavolate che dico .
<<Signorina ,non mi ha ancora detto dove la devo portare.>>
Mi ricorda l'autista.
<<Oh,mi scusi tanto.>>
<<Ci porti a Oakland.>>risponde al posto mio Vladimir.
<<Va bene..se mi date la via magari vi porto dritto a casa>>
<<No,grazie ma non ce n'è bisogno. Abitiamo molto vicino da quelle parti>> risposi io.
Ero un po' nervosa dato che era da quasi un anno che non vedevo i miei genitori.
Ho voluto continuare i miei studi all'Università Sorbonne della Francia.
Vivere con i miei mi soffocava e mi rendeva depressa.
Non gli sopportavo più.Ogni cosa che facevo,ogni scelta che prendevo,per loro non andava affatto bene,dovevo fare come volevano loro .
E poi questo posto mi ricordava troppi accaduti che mi facevano sentire in colpa..Troppi ricordi dolorosi...
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