Dietro le quinte (Goumari)
𝙀𝙘𝙘𝙤𝙘𝙞 𝙦𝙪𝙞, 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙖𝙧𝙩𝙖 𝙊𝙣𝙚-𝙎𝙝𝙤𝙩 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙧𝙖𝙘𝙘𝙤𝙡𝙩𝙖. 𝙎𝙖𝙥𝙥𝙞𝙖𝙩𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙖 𝙧𝙞𝙘𝙝𝙞𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙙𝙖 𝙣𝙚𝙨𝙨𝙪𝙣𝙤 𝙢𝙖, 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙣𝙙𝙤 𝙞𝙣𝙣𝙖𝙢𝙤𝙧𝙖𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙝𝙞𝙥 𝙛𝙧𝙖 𝙞𝙡 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙤 𝘼𝙭𝙚𝙡 𝘽𝙡𝙖𝙯𝙚 (𝙂𝙤̄𝙚𝙣𝙟𝙞 𝙎𝙝𝙪𝙪𝙮𝙖) 𝙚 𝙡𝙖 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖 𝙘𝙖𝙧𝙖 𝙈𝙖𝙫𝙞𝙨 𝙆𝙖𝙣𝙚 (𝙈𝙖𝙧𝙞 𝙏𝙨𝙪𝙣𝙖𝙢𝙞)... 𝙑𝙖𝙗𝙗𝙚̀, 𝙣𝙤𝙣 𝙢𝙞 𝙙𝙞𝙡𝙪𝙣𝙜𝙤 𝙤𝙡𝙩𝙧𝙚 𝙚 𝙫𝙞𝙖 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙊𝙎.
𝙋𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙖𝙜𝙜𝙞: 𝙈𝙖𝙧𝙞 𝙏𝙨𝙪𝙣𝙖𝙢𝙞, 𝙂𝙤̄𝙚𝙣𝙟𝙞 𝙎𝙝𝙪𝙪𝙮𝙖, 𝙂𝙤̄𝙚𝙣𝙟𝙞 𝙎𝙖𝙞𝙠𝙤
𝙍𝙖𝙩𝙞𝙣𝙜: 𝘼𝙧𝙖𝙣𝙘𝙞𝙤𝙣𝙚
𝙏𝙞𝙥𝙤 𝙘𝙤𝙥𝙥𝙞𝙖 𝙥𝙧𝙞𝙣𝙘𝙞𝙥𝙖𝙡𝙚: 𝙚𝙩𝙚𝙧𝙤𝙨𝙚𝙨𝙨𝙪𝙖𝙡𝙚
𝙋𝙖𝙧𝙤𝙡𝙖 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙫𝙚: 𝘼𝙩𝙩𝙤𝙧𝙞
𝙉𝙤𝙩𝙚: 𝙐𝙨𝙚𝙧𝙤̀ 𝙞 𝙣𝙤𝙢𝙞 𝙥𝙧𝙞𝙣𝙘𝙞𝙥𝙖𝙡𝙞 𝙥𝙚𝙧 𝙙𝙚𝙩𝙚𝙧𝙣𝙞𝙣𝙖𝙩𝙞 𝙢𝙤𝙩𝙞𝙫𝙞, 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙚𝙜𝙪𝙞𝙧𝙤̀ 𝙡𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙢𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡'𝙖𝙣𝙞𝙢𝙚, 𝙝𝙤 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖𝙩𝙤 𝙖𝙡𝙘𝙪𝙣𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙨𝙩𝙚𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞 (*), 𝙡𝙞𝙣𝙜𝙪𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙫𝙤𝙡𝙜𝙖𝙧𝙚
Il mio nome era Mari Tsunami. Ero un'attrice, una delle migliori in circolazione e mi era stato offerto il ruolo di una dei protagonisti in una serie televisiva sul calcio. In pratica parlava di questa squadra che giocava a calcio e mano a mano diventava sempre più forte.
Io avrei dovuto interpretare una quindicenne che diventava manager alla fine della prima stagione e poi avrebbe dovuto intraprendere una relazione con una ragazzo della squadra. Si chiamava Mavis Kane o qualcosa di simile. Un'offerta che non potevo rifiutare.
Quando avevo accettato, naturalmente, avevo fatto svariate ricerche su tutti i membri del cast ed ero disposta a giurarlo, nessuno, e dico nessuno, mi aveva detto che avrei dovuto fare finta di stare con Axel Blaze, interpretato da Gōenji Shuuya, uno degli attori più acclamati dal pubblico femminile.
Il punto era che io Shuuya lo conoscevo da una vita, e non mi andava proprio a genio.
Era bello, questo certo, ma, come lo descrivevo sempre, era stronzo quanto figo. Si poteva dire che avessimo uno strano rapporto, una specie di flirt continuo che sapevo non avrebbe portato a nient'altro che guai. Per quanto potessi negarlo a me stessa e a chiunque altro, Gōenji Shuuya era davvero un figo della Madonna.
Proprio in quel momento, mentre me ne stavo seduta a pensare nel mio amatissimo camerino, entrò nientemeno che il sopraccitato.
«Oi Mari, sei viva?»
Chiese il falso porcospino. Lo guardai malamente ma mi persi immediatamente nei suoi occhi scuri, contrastanti con quei suoi capelli biondo platino che, quando non recitava per la parte, teneva che gli ricadessero sul viso senza la minima traccia di gel.
«Che vuoi Shuuya?»
Risposi, tentando di mantenere un espressione fredda.
L'attore ghignò e si avvicinò a me.
«Che c'è, non sei contenta di vedermi, cara la mia collega?»
Poggiai la mia tazza di tè sulla scrivania dietro di me e tornai a guardarlo.
«Ti sono mancata così tanto questi dieci minuti?»
Fui io a ghignare stavolta. Dopotutto ci vedevamo ogni signolo istante che stavamo sul set, ma in quei giorni il ragazzo era solito venirmi a trovare in camerino.
«Non farmi ridere, piuttosto, sei sicura che non ti sia mancato Gamberetto?»
Lo guardai storto. Odiavo quando mi chiamavano così.
«Stammi a sentire Shuuya, io non sono Mavis, non sono dolce come lei, e sono più che capace di spedirti all'altro mondo, chiaro?»
Dissi avvicinandomi a lui e poggiandogli una mano sul petto muscoloso.
«Così mi piaci, determinata e sexy»
Mi sussurrò il mio coetaneo all'orecchio, facendomi rabbrividire.
«Hai idea di quante ragazze vorrebbero sentirsi dire queste stesse parole da te?»
Dissi, senza spostare il dito dal suo pettorale sinistro, coperto dalla semplice maglietta bianca che lo lasciava intravedere.
«L'ho mai fatto?»
Sussurrò ancora, spostandomi delicatamente la mano, afferrandola e facendomi fare la giravolta.
«Non lo posso sapere»
Alzai le spalle io, tornando a sedermi.
L'unico maschio dei Gōenji mi prese per i fianchi, fermando la mia avanzata.
«Lo sai perfettamente perché sono qui, Gamberetto, sai quanto amo provocarti»
Ghignò al mio orecchio. Era sadico. Mi chiesi se le sue fan conoscessero questo suo lato.
«Mh, lo so»
Risposi voltandomi e avvicinando il mio viso al suo. Mi fermai soltanto quando avvertii le ciocche dei suoi capelli sfiorarmi il volto.
Soffiai leggermente sulle sue labbra, sogghignando maliziosamente.
«Anche tu non scherzi, a quanto pare»
Disse lui, facendomi fare un breve casché, allontanandosi così da me.
«Ora, se vuoi scusarmi, ho una scena da girare»
Disse, lasciandomi la mano e uscendo dalla stanza.
«Che bastardo»
Mormorai. Mi venne da sorridere. Erano dodici anni che ci conoscevamo, dodici anni che lavoravamo assieme e ancora non riuscivo a resistergli.
Mi sedetti di nuovo sulla sedia, cominciando a prepararmi per il set.
×××
Dopo due intense ore di prove, finalmente, potei tornare in hotel, per prepararmi ad un gala organizzato per promuovere la serie.
Era terribile.
Non ero mai stata un'amante dei posti troppo affollati ed eleganti, anche se ci avevo fatto l'abitudine lavorando in quel campo.
A quel punto, a interrompere il mio spargimento di roba disgustosa (anche nota come trucco) sulla mia faccia, fu il bussare alla porta.
Mi alzai e andai ad aprire, incerta su chi mi trovai davanti.
«Shuuya?»
Mormorai, rimanendo incantata dal ragazzo.
Si era veramente impegnato quella sera nel vestirsi.
Ingoiai della saliva quando mi soffermai sui suoi addominali semi-visibili, coperti da una semplice camicia nera, sbottonata ai primi due bottoni e abbellita da una cravatta rossa e una giacca bianca, in tinta con i pantaloni.
«Vuoi farmi entrare o restare sulla porta a sbavare?»
Chiese ironico. Lo guardai truce, per poi scansarmi e farlo entrare.
«Carino il completo, quindi hai anche qualcosa di decente nell'armadio?»
Esordii, stuzzicandolo un po'.
Lui ridacchiò e si sedette sul divanetto dietro la mia postazione per il trucco.
«Simpatica»
Mi scimmiottò lui, sdraiandosi totalmente accanto a me e chiudendo gli occhi.
«Comunque mi dispiace per te, ma con quel vestito te lo sogni che ti faccio uscire di qui»
Disse, aprendo un occhio e puntandolo verso di me. Lo guardai incuriosita, alzando la testa dalle spazzole che stavo usando per sistemarmi i capelli. Non capisco cosa ci trovasse di male nel vestito bianco e nero* fatto a posta per me.
«Ow, Gōenji Shuuya è geloso?»
Lo provocai, alzandomi dalla sedia e andandogli vicino.
Improvvisamente, il platinato mi afferrò i fianchi e mi tirò a sedere sulle sue gambe.
«Di te? Nah. Sono solo possessivo con le mie cose»
Sollevai un sopracciglio, mentre mi sistemavo meglio sul bacino del ragazzo.
«Ma davvero? E da quando sarei una tua proprietà?»
Chiesi, facendo scorrere le mie mani sul suo petto scolpito.
«Da quando lo dico io»
Rispose, attirandomi ancora più verso se e cominciando a baciarmi il collo. Non potei trattenere qualche sospiro di piacere.
«Mh, Shuuya, non penso sia il caso di-»
Mi interruppi subito quando lo sentii succhiare un punto ben visibile alla base della mandibola.
Mi aggrappai alla sua camicia, mentre il ragazzo davanti a me mi strinse la presa sui fianchi. Sospirai ancora, e ancora, e ancora.
Dovevo ammetterlo, ci sapeva davvero fare.
«Shuuya~»
Mormorai. Lo dissi a bassa voce, sussurrandolo al suo orecchio. Lo conoscevo, anche se non in quel modo, pur sempre da dodici anni. Sapevo bene quanto gli sarebbe piaciuto.
Subito dopo ciò, lo sentii fermarsi.
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi e, prima che potessi fare qualunque cosa, venni baciata da Gōenji Shuuya, il ragazzo che ogni ragazzina che lo aveva visto almeno una volta desiderava.
Mi trovai costretta a ricambiare. Non solo perché era bello, ma perché... Mi ero sempre sentita attratta da lui, in una maniera strana, speciale. E chi l'avrebbe mai detto che avessi realizzato in un momento del genere di amarlo.
La sua lingua penetrò nella mia bocca senza tanti complimenti, facendomi perdere la testa.
Le mie mani dal suo petto si allacciarono al suo collo e mi sistemai più comodamente su di lui.
Shuuya si mise dritto, facendo passare la sua mano destra sulla mia schiena e quella sinistra sulle mie natiche, coperte dal vestito.
Sobbalzai al gesto, non aspettandomelo.
Dopo qualche minuto ci staccammo, ed immediatamente rimpiansi quel contatto.
«Scusa, non avrei dovuto...»
Disse lui con un filo di voce, tentando di alzarsi. Non glielo permisi, mettendomi in modo da schiacciarlo leggermente con il mio corpo, quanto bastava per impedirgli di spostarsi di lì.
«Sei serio? Prima mi baci e poi dici una cosa simile? Sei proprio un idiota Shuuya»
Gli urlai, aggrappandomi alle sue spalle.
Non mi guardò neppure negli occhi, anzi, puntò lo sguardo sul pavimento.
«Mi spieghi che è successo?»
Chiesi ancora. Nessuna risposta.
Mi alzai da lui e aprii la porta della stanza.
«Fuori»
Sibilai.
Il ragazzo mi guardò stupito.
«Ti ho detto fuori Shuuya, sparisci dalla mia vista»
Urlai. Lui non accennò a muoversi. Lo fulminai, infuriata e a quel punto si alzò, venendomi incontro e schiacciandomi contro il muro.
«Ma che-»
Iniziai a dire ma mi fermai quando il platinato mi prese i polsi e me li portò sopra la testa, intrappolandomi con le spalle al muro. Letteralmente.
«Scusa ok? Non ce la faccio più! Ogni cazzo di volta che ti vedo vorrei abbracciarti, baciarti e sbatterti al muro. Vorrei stare sempre con te, ma non posso, perché io per te sono solo un gioco. Solo uno stupido flirt senza il minimo interesse!»
Urlò, facendomi venire le lacrime agli occhi.
«Mi basterebbe averti accanto per essere felice, ma è umano desiderare una cosa che non si avrà mai no? E quando ti ho vista vestita così, non mi sono più trattenuto e ho lasciato che le emozioni prendessero il sopravvento, ma sta tranquilla, non accadrà più»
Fece per andarsene, ma lo fermai, prendendogli il viso e baciandolo dolcemente.
Lo sentii irrigidirsi stupito e poi ricambiare quel piccolo gesto d'amore, spingendomi nuovamente contro il muro.
Ci staccammo quasi subito quella volta, senza segni di voler andare oltre.
«Shuuya, scusami io non volevo»
Dissi, rannicchinadomi nel suo petto.
«Shh, tranquilla»
Sorrise, accarezzandomi la testa.
Poi, improvvisamente, mi prese in braccio come si fa con le spose e mi buttò di nuovo sul divanetto.
Il platinato mi venne sopra, sorridendo raggiante.
«Mi spieghi che problemi hai?»
Gli chiesi ridendo.
«Sei tu io mio problema. Sei troppo sexy per lasciarti uscire di qui»
Mi rispose sistemandosi fra le mie gambe.
«Pervertito!»
Commentai ridendo. Poi mi accorsi di un piccolo particolare.
«Ehm... Shuuya, potresti chiudere la porta?»
Il ragazzo sopra di me si alzò di malavoglia e andò a chiudere l'entrata per la mia stanza.
«E ora preparati, perché ora ci divertiamo, Gamberetto»
Disse maliziosamente, prendendomi per le coscie e facendomi finire in braccio a lui.
Gli attaccai le braccia al collo e lasciai che mi baciasse.
Bè per concludere vi basta sapere che a quel gala non andammo più e che fummo veramente "una coppia molto affiatata" sul set e fuori, parole di Saiko* non mie.
*𝙎𝙖𝙞𝙠𝙤 𝙂𝙤̄𝙚𝙣𝙟𝙞 = 𝙎𝙞𝙡𝙠𝙮 𝘽𝙡𝙖𝙯𝙚
*𝙄𝙡 𝙫𝙚𝙨𝙩𝙞𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙈𝙖𝙧𝙞 𝙚̀ 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙦𝙪𝙞:
𝘼𝙣𝙜𝙤𝙡𝙤 𝘾𝙤𝙩𝙩𝙪𝙧𝙖
𝙎𝙤𝙣𝙤 𝙙𝙖𝙫𝙫𝙚𝙧𝙤 𝙛𝙞𝙚𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙢𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙪𝙣𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖. 𝘾𝙞𝙤𝙚̀ 𝙨𝙩𝙖 𝙊𝙎 𝙡𝙖 𝙖𝙢𝙤𝙝! 𝙀 𝙥𝙤𝙞 𝙈𝙖𝙫 𝙚 𝘼𝙭 𝙨𝙚𝙘𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙢𝙚 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙗𝙚𝙡𝙞𝙯𝙞𝙢𝙞𝙝 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙨𝙞𝙖𝙨𝙞 𝙪𝙣𝙞𝙫𝙚𝙧𝙨𝙤 𝙚 𝘼𝙐. 𝙎𝙥𝙚𝙧𝙤 𝙫𝙞 𝙨𝙞𝙖 𝙥𝙞𝙖𝙘𝙞𝙪𝙩𝙖, 𝙥𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙢𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙞𝙢𝙥𝙚𝙜𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙢𝙤𝙡𝙩𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙫𝙚𝙧𝙡𝙖.
𝘼 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙩𝙤!
~𝙆𝙞
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