Giochi d'entrata - Qualcosa su di me
Molto bene, su richiesta di Ali_di_pagine ho scritto questo capitolo-presentazione, e visto che non sapevo dove infilarlo... bhe, l'ho messo qui.
Per facilitare il mio compito ho riscritto i tabù, in modo da averli sotto ed evitare di scriverli, come anche le parole da inserire:
DA INSERIRE
Pozione
Coraggio
Miseriaccia
Ippocampo
Sciarpa
DA EVITARE
Ma
Libro
Il mio nome
Cioè
Mi piace
La McGranitt continuava a scrutarmi con i suoi occhi intelligenti "L'ammissione a Hogwarts per gli studenti Nati Babbani è una procedura molto particolare: l'individuazione di un potenziale magico non è facile" continuava a spiegarli "Tuttavia sono convinta che questa scuola sia tutt'altro che fuori dalla sua portata" aggiunse con un sorriso sincero, facendo fare una capriola al mio stomaco. Alle sue parole chiesi "Questo cosa significa?" ero confusa, visto che avevamo già parlato a riguardo anche con i miei genitori... Dove voleva arrivare con quel colloquio? Dopo lo smistamento avevo ricevuto una lettera dalla preside, che mi aveva invitata nel suo ufficio, era ormai quasi un'ora però, che continuava a ripetere le cerimonie che già conosceva "Vorrei farle un'ultima domanda..." con espressione rassicurante continuò "crede che rimpiangerà la sua vita babbana? C'è... qualcosa che la farebbe tornare indietro?" rimasi per un momento in silenzio, colpita da quella domanda, alla quale non sapevo rispondere. Era tutto così... strano. All'improvviso non ero più a casa mia, con la mia famiglia, ma lontano, senza nessuno che conoscessi, eppure non sentivo il bisogno di tornare a casa "No, non lo farò" risposi convinta. Dopotutto è questo che mi caratterizza: la mia sicurezza. Una volta presa una decisione, non torno indietro facilmente, sono una persona troppo testarda anche solo per andare contro me stessa. E avevo preso la mia decisione. Non era questione di coraggio, ma di semplice bisogno di dare una svolta alla mia vita. Quel luogo fantastico si era rivelato anche migliore di quanto mi aspettassi, e le belle parole che avevo sentito sulla McGranitt, capii che non erano solo parole... Davanti a me sedeva una strega straordinaria, e la dedizione nei confronti dei sui studenti ne era la prova tangibile. "Tutto quello che desidero è essere felice, e se andare avanti prendendo una strada diversa mi porterà alla felicità... Sono pronta a seguire quella strada" aggiunsi, ed era la verità. Non mi sono mai lasciata spaventare dalle difficoltà, e ne ho davvero superate molte. Purtroppo riconosco che questo mi ha cambiata, col tempo, perché ogni volta che mi rialzo ho sempre meno fiducia negli altri. La fenice potrebbe rappresentarmi perfettamente, con la sua capacità di rinascere dalle sue stesse ceneri, la sento affine al mio carattere. Per questo sono felice di essere in Grifondoro: il mio carattere combattivo e tenace non è sempre apprezzato, però, chi come me non si accontenta di poco, riesce a capirmi. Non era solo questione di coraggio, c'era molto di più. La strega davanti a me continuava a tenermi d'occhio, sapevo che voleva chiedermi qualcos'altro, così attesi che parlasse. Nell'ufficio l'aria era calda, ma non pesante, e il profumo dei dolcetti sulla scrivania aleggiava, mischiandosi all'odore di polvere e mobili antichi. Era pieno di aggeggi bizzarri che continuavano a fare rumore, come quelli di una fabbrica in miniatura, minuscoli congegni che spruzzavano vapore e emettevano suoni metallici. I dipinti alle pareti continuavano a russare, o a parlottare tra loro, finché la McGranitt non parlò di nuovo, rispondendo finalmente alla domanda che le avevo posto: cosa significava quell'incontro? "Sono felice di constatare la sua determinazione. Sarà fondamentale se vuole continuare a frequentare questa scuola. Ricevo molti studenti, come lei, per un semplice motivo: seguire con attenzione il percorso di ognuno di voi è mio compito, come assicurarmi che le vostre decisioni non siano dettate dell'imprudenza. Il mio ruolo implica delle responsabilità" concluse seriamente. La guardai, non riuscendo a pensare ad altro che a quanto la sua fama non le desse giustizia. Sin dalla mia ammissione ad Hogwarts avevo sentito parlare di lei, e di quanto fosse straordinaria, però solo in quel momento capii veramente di che pasta fosse fatta. Nonostante l'età avanzata aveva l'energia di una ragazza, piena di passione e convinta delle sue azioni. Mi aveva offerto un tè, al mio arrivo, e, finalmente pronto, me ne porse una tazza fumante. Lasciai vagare lo sguardo per la stanza: gli scaffali riempivano le pareti, e, insieme ai quadri, lasciavano poco spazio di pietra scoperto. Ogni angolo era stipato di oggetti. Le mensole pullulavano di manuali e oggetti magici, su alcuni erano ordinatamente allineate fiale e bottiglie targate, ognuna contenente una pozione diversa. C'era perfino una gabbia con un tucano che pendeva alle spalle della donna. Sorteggiai la bevanda, sentendone il calore diffondersi al mio corpo. Il caminetto era acceso, eppure non riusciva a riscaldare molto l'ufficio, così quel tepore mi ristorò. Mentre assaggiavamo finalmente i biscotti, la professoressa si informò di come mi fossi trovata nelle mie prime lezioni. Confessai di avere un debole per le lezioni con Madama Bumb, e che, a mio parere, anche Pozioni era una materia affascinante. A Cura delle Creature Magiche avevamo iniziato a studiare le popolazioni acquatiche, e il professor Hagrid ci aveva già parlato di creature come la Sirena, l'Ippocampo e l'Avvincino. Nonostante ciò, la mia materia preferita era senza dubbio Difesa Contro le Arti Oscure. Come avrei mai potuto preferire una vita babbana a tutto questo? La McGranitt apprezzò il mio entusiasmo, e dopo avermi fatto qualche altra domanda di circostanza, mi congedò, ricordandomi del compito di Trasfigurazione da consegnarle il giorno seguente. Recuperai il mantello e la sciarpa rosso-oro dalla sedia, salutandola a mia volta, dileguandomi per le scale. Presi immediatamente la via della biblioteca, il mio luogo preferito al mondo, babbano o magico che sia. I miei passi riecheggiavano per i corridoi vuoti, mentre a passo svelto sfilavo davanti ai dipinti chiacchieroni. Madama Pince mi accolse con la sua solita occhiata indifferente, così iniziai a curiosare, in cerca di un volume di pozioni che avevo adocchiato da qualche giorno. Lo trovai quasi subito, e, dopo aver occupato un intero tavolo con le mie cose iniziai finalmente a sfogliarlo. Trovo l'ambiente ovattato della biblioteca sempre molto accogliente, solo odore di libri e tepore a tenermi compagnia. È come essere sotto le coperte... Mi sveglio al suono odioso della mia radiosveglia, ma non ho le forze per spegnerla, così i radiospeaker continuano a parlare. Mi rigiro nel letto, fissando il soffitto, ancora confusa dal sonno. Ho la sensazione di aver sognato qualcosa di bello, perché il fantasma di un sorriso continua a fare capolino nella mia mente. Poi come una scintilla si accende nella mia mente, e il ricordo finalmente riemerge in tutta la sua impossibilità e magia. Era solo un sogno... Miseriaccia! Mi alzo di malavoglia, ma il sorriso resta con me, insieme a un po' di magia di quel sogno.
Ebbene ecco qua! Ci ho messo un po' ma ce l'ho fatta... Spero solo di aver messo abbastanza di me. È un po' banale come idea, lo so... Ma non sapevo in che altro modo fare! Non ho notato una scadenza, perciò ho fatto prima che ho potuto (non mi piace tirarla tanto per le lunghe...). Purtroppo non ho saputo inserire molte cose come avrei voluto, ma, ripeto, spero di aver messo comunque abbastanza. Approfitto inoltre di questa "nota" per scusarmi con i miei lettori, che probabilmente si aspettavano un capitolo... Non preoccupatevi, sta per arrivare!! E, prima che me ne dimentichi... Ho provato in tutti i modi a evitare i tabù, e non so quante volte ho riletto il capitolo, e mi sembra di non aver usato nessuna delle parole proibite (sembrano le Maledizioni Senza Perdono... XD), perciò ecco questa prima pubblicazione OWL AWARDS di CERBERO (che voleva essere una fenice ma non ha potuto perché è sempre in ritardo...).
A prestoo
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