Urd Geales
(T/n)=tuo nome
Tuo P.O.V.
Apriì gli occhi sentendo due fredde braccia stringersi attorno a me. Due fredde labbra si posarono sul mio collo. "Buongiorno, (T/n)." "Buongiorno." Sussurrai. "Scusami, non volevo svegliarti, ma si sta facendo tardi e volevo salutarti." Mi accarezzò il braccio con la punta delle dita facendomi rabbrividire. "Solo un saluto?" Chiesi. Urd rise. "Sì." E si alzò. Mi sollevai coprendomi con le lenzuola. Abbassai lo sguardo mentre si vestiva. Poi mi si avvicinò e mi sollevò il mento. I nostri occhi si incontrarono. "A più tardi." Mi diede un bacio sulla fronte. "A dopo." Mi stesi nuovamente sul letto pensando a quanto fossi fortunata. Urd era sempre serio e riservato, ma con me mostrava sempre un po' di tenerezza.
Fu dopo aver fatto colazione che iniziai a sentirmi strana e poco dopo vomitai tutto. Rimasi un attimo in bagno cercando di riprendermi, non era da me star male. Pensai che forse avrei dovuto parlarne con Urd, ma non volevo che si preoccupasse per nulla. Feci finta di niente, ma il malessere continuava e decisi di chiamare il medico che mi diede una notizia scioccante: ero incinta.
Ero felice, ma anche spaventata, soprattutto se pensavo a Urd: non ne avevamo mai parlato quindi non sapevo quali fossero i suoi pensieri al riguardo. "Andrà tutto bene, giusto? Scommetto che papà sarà contento quando saprà di te." Dissi accarezzandomi la pancia.
Fui felice di vederlo tornare. "Urd, devo parlarti." E mi avvicinai a lui sorridendo, ma poi vidi la sua espressione seria e risoluta e capiì che qualcosa non andava. "Anch'io ho bisogno di parlarti." "Okay..." Risposi mentre mi passò accanto senza degnarmi di uno sguardo. "Ti do un giorno di tempo per radunare le tue cose e andartene." Era girato di spalle mentre parlava, per un attimo sentiì la terra mancarmi sotto i piedi, non poteva dire sul serio. "Urd che cosa..." Si girò guardandomi freddamente. "Hai capito perfettamente. Non possiamo continuare così. Tu sei una semplice umana e io ho bisogno di qualcos'altro. Mi sono divertito, ma è giunta l'ora di fare ciò che è giusto." Ero senza parole. Tutte le mie certezze si erano spezzate. Ma avevo ancora una speranza, potevo dirgli del bambino, eppure... "Okay." Sussurrai e me ne andai, il viso rigato dalle lacrime.
Urd P.O.V.
La guardai mentre si allontanava. Stava piangendo, ne ero certo, ma era la cosa giusta, non avrei potuto fare altrimenti. Sembrava così felice prima, chissà cosa doveva dirmi. Sospirai. Non mi restava altro da fare che abituarmi a vivere senza di lei. Potevo farcela, me l'ero ripromesso.
Tuo P.O.V.
Non riuscivo a capire perché, di colpo, mi avesse detto quelle cose. Non mi sembrava che avessimo problemi. Pensavo che mi amasse e invece...aveva detto che si era divertito, quindi evidentemente no. Prima di andarmene pensai al bambino. Certo era un suo diritto saperlo, ma non avrebbe avuto senso così. Non volevo essere un peso per lui, non volevo che mi tenesse con lui solo perché doveva...volevo che fosse per amore.
Non fu facile tornare a casa, soprattutto perché avrei raccontato solo bugie. Inanzitutto non potevo dire ai miei chi era il padre, non potevo dire loro che era un vampiro. Avevo paura che se gli avessi detto la verità avrei perso il bambino. Il vero problema si sarebbe presentato alla nascita: come sarebbe stato? A quel punto c'era la possibilità che scoprissero la sua natura. E questo mi spaventava, ma per ora doveva andare così. Quel bambino era l'unica cosa che mi era rimasta di Urd e non potevo perderlo. Anche perché lo amavo già.
Inizialmente sembrava che andasse tutto bene, ma più passavano i giorni e più mi rendevo conto che qualcosa non andava. Ero sempre più pallida e la cosa mi preoccupava, perché probabilmente il momento della verità era inevitabilmente vicino. Per ora mi limitavo a passare le giornate sul divano. Tre mesi passarono quasi velocemente.
Urd P.O.V.
"(T/n)..." E apriì gli occhi trovando il letto vuoto accanto a me. Sospirai. Pensavo che sarebbe stato semplice dimenticarla, dimenticare il suo sorriso e il calore della sua pelle, ma mi sbagliavo. Erano ormai passati tre mesi e ancora non mi ero abituato alla sua assenza. Potevo veramente andare avanti così? No, non potevo.
"Cercate mia figlia?" "Sì." E la guardai spazientito. "Venga, sa nelle condizioni in cui è non è il caso che esca." Mi preoccupai. "Cosa vuol dire?" La donna sorrise. "Sa con la gravidanza..." Mi bloccai un attimo. (T/n) era incinta? No...non poteva essere. Poi la vidi sul divano, sembrava pallida. Notai che spostò la mano sulla pancia quando mi vide. Ripensai a quando l'avevo lasciata, aveva detto che doveva dirmi qualcosa. Ecco cosa, ma perché non me l'aveva detto? Perché?
Tuo P.O.V.
"(T/n)..." "Dimmi mamma" "C'è una persona che vorrebbe vederti, tesoro." La guardai incuriosita. "E chi..." Mi bloccai e portai istintivamente una mano sulla pancia. "Ciao, (T/n)." "Io esco." disse mia madre. Deglutiì e abbassai lo sguardo. Urd si avvicinò e si sedette accanto a me. "Come stai? Sembri pallida." "Sto bene." "Quando ho chiesto di te tua madre ha detto che..." Sospirò. "È vero?" "Sì" "Di quanto?" "Quattro mesi" Silenzio. "Lo sapevi già?" Annuiì. "E allora perché non me l'hai detto?" Urd sembrava calmo, ma vedevo rabbia nei suoi occhi. "Non volevo essere un peso." Sgranò gli occhi. "Perché mai..." Iniziai a piangere. "Avevi detto che non mi amavi più Urd, che ti eri solo divertito, che era finita e io..." singhiozzai. "...non volevo che stessi con me solo per il bambino...io...non volevo costringerti a stare con me..." Il vampiro si avvicinò prendendomi il viso tra le mani. "(T/n) non pensare mai più una cosa simile. Non sei un peso per me. Lo so, ho sbagliato. Ho posto fine alla nostra storia pensando che fosse la cosa migliore, ma poi... continuavo a pensare a te, non riuscivo a dimenticare e ho capito. Non posso stare senza di te. (T/n), perdonami se puoi." "Urd...ti amo." "Ti amo anch'io." Mi mise una mano dietro il collo spingendomi contro di lui in un lungo bacio. Posai le mani sul suo petto, aggrappandomi a lui. Urd ruppe il bacio e posò la fronte sulla mia. Io continuavo a piangere. Sentiì la sua mano sulla mia pancia e lo vidi sorridere. "Grazie, (T/n)."
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