Mikaela Hyakuya
(T/n)=tuo nome
(T/c)=tuo cognome
(c/t/o)=colore tuoi occhi
Mi spostai per lasciare passare i vampiri. Erano in tre: uno con i capelli viola piuttosto loquace, accanto al quale camminava un vampiro con i capelli neri. Dietro di loro camminava lui, con quel suo atteggiamento serio e taciturno: Mikaela Hyakuya. Puntai i miei occhi (c/t/o) nei suoi occhi azzurri, nella speranza che potesse vedermi. "Ehi, Mika. Sembra che qualcuno ti stia fissando!" Il vampiro dai capelli viola si era fermato, gli occhi cremisi puntati su di me. Rabbrividiì. "Magari se glielo chiedi ti farà bere il suo sangue." Impallidiì a quelle parole e tornai a fissare Mika. Lui mi stava guardando con un'espressione indecifrabile. Deglutiì, agitata. "È vietato bere sangue direttamente." Disse in tono piatto, senza emozioni. Mi sarebbe piaciuto vederlo sorridere, anche solo per una volta. Il vampiro che aveva parlato sbuffò, poi se ne andarono, ma prima vidi Mika rivolgermi un breve sguardo. Gli sorrisi timidamente e lo osservai allontanarsi.
Più volte mi era capitato di incontrarlo nella capitale e, sin dal primo istante qualcosa nella sua personalità aveva richiamato la mia attenzione. Ogni volta che lo vedevo studiavo i suoi movimenti e le sue espressioni e ben presto quello strano vampiro aveva catturato le attenzioni del mio cuore. Ma io ero una semplice umana, una semplice umana che poteva essere vista solo come una fonte di cibo da parte sua, questo e nient'altro. Eppure una debole speranza continuavo ad averla perché, in fin dei conti, sognare non costa nulla.
Il giorno seguente mi trovavo in una stradina secondaria quando mi imbattei in uno dei vampiri che erano con Mika. Mi affrettai a spostarmi, ma lui mi prese un braccio spingendomi contro il muro. "Sei la ragazza di ieri, vero? Hai un profumo delizioso e scommetto che il tuo sangue lo è altrettanto." Io cercai di liberarmi dalla sua presa, ma era troppo forte. Mi avvicinò a lui e abbassò il viso sul mio collo, annusando. Iniziai a tremare e chiusi gli occhi, sperando che tutto finisse presto. "Lacus, che stai facendo?" Apriì gli occhi per trovare Mika poco distante. "Dai, Mika, non essere..." "Lasciala o lo riferirò." Lacus sbuffò lasciandomi. Si allontanò. Mika si avvicinò al mio corpo tremante. "Come stai?" Non risposi. Ero ancora scioccata. Continuò a fissarmi. "Non dovresti girare in certi posti sola. Come ti chiami?" Feci un profondo respiro. "(T/n). (T/n) (T/c)." "Cerca di stare più attenta, (T/n)." E si girò per andarsene. "Grazie, Mika." Sussurrai, ma lui se ne andò. Sospirai.
Passarono alcuni giorni senza che riuscissi a incontrarlo, eppure, tutte le volte che uscivo avevo la sensazione di essere osservata. Pensai di essere diventata paranoica, ma dovetti ricredermi quando, un giorno, girandomi, vidi una figura incappucciata nascondersi. Mi accertai più volte della cosa e, ogni volta che mi voltavo vedevo quella presenza. Allora cercai di avviarmi a casa il più velocemente possibile. Ero talmente concentrata a guardarmi indietro che non vidi la persona contro la quale andai a sbattere. Sollevai lo sguardo mentre mi prese impedendomi di cadere. Mi si fermò il respiro vedendo che si trattava della figura che mi seguiva e il mio cuore iniziò a battere velocemente quando notai che, sotto il cappuccio, si nascondevano due occhi azzurri. "Mika..." "(T/n) scusa...non volevo spaventarti." Si tolse il cappuccio rivelando i suoi capelli dorati. "Perché sei qua?" Chiesi speranzosa, poi abbassai lo sguardo. "Vuoi il mio sangue..." Mika posò la fronte sulla mia e io avvertei un forte calore alle guance. "Non voglio il tuo sangue (T/n). Voglio te." E mi baciò stringendo le mani attorno alla mia vita avvicinando il mio corpo al suo. Avvolsi le braccia attorno al suo collo. Ruppe il bacio guardandomi coi suoi bellissimi occhi azzurri. "Ti amo, (T/n)." "Ti amo anch'io, Mika." E per la prima volta vidi il suo viso illuminato da un sorriso. Sorrisi a mia volta pensando che ero io la causa della sua felicità.
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