Lucal Wesker
(T/n)=Tuo nome
Avevo fatto un patto. Un patto col diavolo. E non ne ero pentita. Neanche un po'. Forse perché il mio diavolo era bellissimo. Ed ero disposta a tutto pur di stargli vicino, anche se era solo per poco a me bastava. Dovevo farmelo bastare perché più in là di così non sarei potuta andare, non avrei mai ottenuto nulla di più. Eppure per assecondare un folle amore mi ero abbassata a questo. A diventare il pasto personale di un vampiro, di un progenitore, di Lucal Wesker.
Ora mi trovavo seduta sulla panchina, il punto d'incontro dove il vampiro veniva a prendermi. Avveniva sempre a tarda sera, quando il buio avvolgeva tutto, quando c'erano meno possibilità che qualcuno vedesse quello che stavamo facendo. Succedeva solo una volta alla settimana, eppure aspettavo quel momento con un ansia crescente, immaginandomi sempre come sarebbero potute andare le cose. A come sarebbe stato bello se io fossi stata qualcosa di più che un semplice pasto per Lucal.
"Buona sera, (T/n)." Il mio sguardo si spostò verso il punto da cui proveniva la voce del vampiro. Mi affrettai ad alzarmi e abbassai la testa. "Buonasera, Lord Wesker." "Forza, (T/n)... Sono piuttosto assetato." Sospirai e mi affrettai a seguirlo. Stavo a pochi metri di distanza da lui, così se qualcuno avesse visto qualcosa, ci sarebbero stati meno rischi per entrambi. Mentre camminava il mio sguardo restava su di lui, ero ammaliata dalla sua figura e dai suoi movimenti aggraziati e regali. Mi faceva soffrire pensare che il tempo che passavamo insieme era così poco.
Giunti nell'ormai familiare camera da letto osservai brevemente attorno a me, mentre il vampiro chiudeva la porta dietro di noi. Il mio corpo era tesissimo, ansioso di sentire il tocco del vampiro sul mio corpo, di sentire le sue zanne affondare nel mio collo. Lucal mi prese una mano e mi avvicinò a lui avvolgendo un braccio attorno alla mia vita. Spostò i capelli dal mio collo esponendo la mia pelle. Poi abbassò il viso e mi accarezzò il collo con la punta del naso. Rabbrividiì. Lucal rise. "Non avere paura, (T/n), ormai dovresti essere abituata." "S-sì..." Non poteva certo immaginare l'effetto che il suo tocco aveva su di me. Non era certo paura quello che provavo. Lasciò dei lievi baci sul mio collo, rimasi un attimo sorpresa, solitamente mi mordeva e basta. Perché questo cambiamento? Presto sentiì le zanne del vampiro penetrare nella mia pelle, strinsi le mani attorno alle sue braccia, sopportando il dolore al quale si sostituì ben presto una sensazione di piacere. Mi bastò poco per capire che il vampiro stesse decisamente esagerando. "L-lord W-w..." Cercai di attirare la sua attenzione, ma il vampiro non si staccò dal mio collo. Possibile che mi stesse veramente uccidendo? Forse si era stufato di me e questo era l'unico per porre fine a tutto. Calde lacrime iniziarono a scendere lungo le mie guance, mentre la mia vista si annebbiava. "Non piangere, piccola." Finalmente il vampiro tolse le zanne dal mio collo, dandomi sostegno con le sue braccia. "Scusami, non avevo altro modo." Sussurrò. Il suo lieve sorriso fu l'ultima cosa che vidi prima di perdere conoscenza.
Mi risvegliai avvolta in calde e morbide coperte. "Ben svegliata, (T/n)." Sgranai gli occhi vedendo Lucal accanto al letto, poi ricordai cos'era successo la sera prima. "Che cosa mi hai fatto?" Sussurrai. Per tutta risposta Lucal si sedette sul letto accanto a me. "Ti ho costretta a passare la notte con me." "Cosa?!?" Urlai, dimenticandomi con chi stessi parlando. Il vampiro rise. "Non in quel senso, mia cara, ma... Se vuoi possiamo rimediare..." E sollevò una mano, prendendo una ciocca dei miei capelli tra le sue dita. Io arrossiì e distolsi lo sguardo. E, improvvisamente, tutti i miei sogni divennero realtà quando sentiì le sue fredde labbra posarsi sulle mie. Risposi al bacio senza neppure pensarci. "Resta con me, (T/n)." Mi accarezzò il viso con una mano. "Perché dovrei restare? Io..." "Voglio qualcosa di più con te. Non ti voglio come una sorta di pasto personale, ti voglio accanto a me." "E mi hai tenuta qui con la forza per chiedermi questo?" "Sembra di sì." "Quindi posso restare?" Chiesi titubante. Lucal mi sorrise. "È l'unica cosa che voglio." Allora mi avvicinai a lui gettandogli le braccia attorno al collo. Lui mi strinse a sé. "Anch'io lo voglio." Sussurrai. "Mi rendi felice così, (T/n). Non sai quanto." Non ero mai stata tanto felice in vita mia.
14/05/2017
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