Lacus Welt
(T/n)=Tuo nome
"Lacus..." Sussurrai ancora assonnata e allungai una mano. Mi sollevai notando il letto vuoto accanto a me. "Lacus...sei qui?" Provai ad alzare la voce. "Ti sei svegliata, amore?" Mi girai, vedendo il mio vampiro sulla porta con la camicia sbottonata, lasciandomi una perfetta visuale dei suoi pettorali. "Non guardarmi così, (T/n)." Distolsi lo sguardo. "Lacus..." Ma prima di riuscire a finire la frase, mi ritrovai incollata al letto; le mani del vampiro stringevano i miei polsi impedendomi di muovermi mentre i suoi canini affondavano nel mio collo. Chiusi gli occhi godendo quella sensazione di dolore e piacere. "L-lacus..." Cercai di attirare la sua attenzione, stava decisamente esagerando. Finalmente si sollevò dal mio collo, ma senza mollare la presa sui miei polsi. "Scusami, (T/n)..." Si chinò baciandomi e spostò una mano sul mio collo, accarezzandolo lentamente. Ruppi il bacio. "Lacus, per favore..." "Devo essere più veloce? Non c'è problema..." Cercai, invano, di liberare l'altra mano dalla sua presa. Lacus mi lasciò il polso sorpreso. "(T/n), che c'è?" "Lacus non adesso... Per favore..." Il vampiro mi guardò ancora più perplesso. "Mi hai appena dissanguato..." Tornò a incollare le sue labbra sulle mie. "È colpa mia allora, ma... Dovresti saperlo. Non riesco a resisterti." E mi riservò uno di quei suoi sguardi pieni di amore, passione e desiderio al quale non sapevo dire di no. Spostai una mano dietro il suo collo, attirandolo a me. Lacus sorrise come un cacciatore che è riuscito a conquistare la sua preda.
Quando mi risvegliai ero veramente sola. Sospirai pensando che, come al solito, gliel'avevo data vinta. Sapeva quali erano i miei punti deboli e sapeva usarli al meglio. Mi passai una mano sul collo. Un giorno finirà veramente col dissanguarmi se continua così. Pensai sconsolata. Sorrisi; sì, forse molte volte, anzi troppe volte, non si comportava esattamente da principe azzurro e in questi casi delicatezza e dolcezza non erano le sue qualità migliori, ma sapevo che non sarei mai riuscita a vivere senza di lui, avevo bisogno di lui e lo stesso valeva per il vampiro. Il problema di Lacus era la sua mancanza di autocontrollo, nonostante questo io lo amavo e sapevo che anche lui provava lo stesso per me.
Finalmente eravamo riusciti a concederci una passeggiata da soli, qualcosa di romantico. Io e lui, mano nella mano. "Tu! L'hai ucciso! Mostro!" Un bambino sui dieci anni si avvicinò di corsa, ma altri due cercarono di fermarlo. "Lascia stare! Ucciderà anche te!" Lacus sembrava intenzionato a dirigersi nella loro direzione. "Aspetta..." Sussurrai. Il vampiro si girò. "È solo un bambino, Lacus..." Lanciò un'altra occhiata al bambino, mise una mano attorno alla mia vita e ci allontanammo. Ero felice che mi avesse dato ascolto, ma non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di quel bambino. Chi aveva ucciso? In realtà le cose non erano molto difficili da immaginare, ma sembrava che Lacus non si preoccupasse più di tanto. "(T/n)... Qualcosa non va?" Presi un profondo respiro e mi girai verso di lui. "Chi hai ucciso?" Lacus rise. "Lo sai... Non ho autocontrollo e quando bevo..." "Avevi detto che non l'avresti più fatto." "(T/n)... Scusami..." Il suo tono di voce cambiò, sembrava veramente pentito. "Lo dici sempre, Lacus." E abbassai lo sguardo. Il vampiro mi prese il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. "Mi impegnerò di più, cercherò di contenermi, ma... (T/n) non..." "Non vado da nessuna parte Lacus, non potrei mai farlo." "Grazie, (T/n)." E mi abbracciò.
Qualche giorno dopo
Per quanto fossi stanchissima, decisi di fare una passeggiata, avevo bisogno di prendere un po' d'aria fresca. Fu così che lo vidi aggredire, ancora una volta, un povero bambino. Quello che diceva che sarebbe migliorato, che non l'avrebbe più fatto. Sospirai e mi allontanai. Così non poteva andare avanti.
Feci una doccia calda, avevo bisogno di calmarmi, rilassarmi e soprattutto riflettere. Misi l'accappatoio e usciì dal bagno. "Finalmente, amore." Lacus mi spinse contro la parete sollevandomi le mani sopra la testa e mi baciò. Sentiì i suoi canini sulle labbra. Cercai di staccarmi. "Preferisci dal collo?" Mi sussurrò. "Lacus mollami." Liberò le mie mani dalla sua presa e avvolse le braccia attorno alla mia vita, avvicinandomi a lui. "Mi sembra che di solito ci divertiamo..." Spinsi le mani contro il suo petto. "Lasciami!" Gli urlai contro. Mi lasciò andare, sorpreso. "(T/n)...perché stai..." Non mi ero resa conto delle lacrime che rigavano il mio viso. "Ti ho visto oggi." Lacus sgranò gli occhi. "Mi avevi promesso che non l'avresti più fatto, che saresti cambiato..." "Ci sto provando, ti giuro che..." "Non è solo quello, Lacus! Tutte le volte che torni quasi mi aggredisci e... Io non ce la faccio più..." "(T/n), ti prometto che le cose saranno diverse, cambierò veramente..." "Non è la prima volta che me lo dici... All'inizio ci credevo Lacus, pensavo veramente che le cose potevano cambiare, ma a questo punto..." Mi fermai un attimo, quello che stavo per dire non era semplice, anche perché, una parte di me, non sarebbe mai voluta arrivare a questo punto: spezzare il cuore a qualcuno che ami. Lacus approfittò della mia esitazione e si avvicinò nuovamente a me, prendendomi il viso tra le mani. "(T/n)... Ti amo." "Lo so Lacus, ma io non ce la faccio a vivere così." Lessi la disperazione che aveva negli occhi e, per un attimo, ebbi un ripensamento. Come potevo lasciarlo dopo tutto questo tempo? Dopo avergli promesso che non me ne sarei mai andata? Come avrei fatto a continuare senza di lui? "Lacus... È finita." Lo guardai dritto negli occhi, erano lucidi. Si chinò su di me dandomi un lieve bacio sulla fronte. "Domani vado via." Sussurrai. "Non devi avere fretta." C'era ancora speranza nella sua voce. "No, è meglio così. Per tutti e due." Forse questo mio gesto esremo l'avrebbe portato a cambiare veramente, me era la soluzione migliore e un giorno sarei riuscita a superare la nostra separazione, almeno era quello in cui speravo.
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