(T/n)=tuo nome
(T/c)=tuo cognome

Sospirai pensando alla prossima missione che avrei dovuto affrontare. Erano ormai passati degli anni da quendo ero ufficialmente entrata a far parte della compagnia demoniaca della luna e, col tempo, avevo imparato ad abituarmi ai suoi ritmi incalzanti: gli allenamenti, le riunioni, le missioni... La mia era una vita piuttosto movimentata, ma in fin dei conti lo facevo volentieri. Sarebbe stato bello poter liberare il mondo dalla dominazione dei vampiri. L'unico problema era il team al quale ero affidata, o meglio, il comandante di quel team Guren Ichinose.

"Sergente (T/c), questa si prospetta una missione interessante!" mi sorrise Guren posando un braccio attorno alle mie spalle. Quanto avrei desiderato che non si comportasse così. Avrebbe reso le cose più semplici. "Hai ragione Guren, scommetto che ci divertiremo!" e gli sorrisi. Anche lui mi sorrise. "Mi raccomando, domani puntuale!" e si allontanò, lasciandomi ai miei pensieri.

L'indomani ci trovammo all'esterno delle mura a combattere i vampiri, ma questa volta la battaglia era molto più estenuante. Non potevo negarlo, ero in difficoltà. Inoltre avevo già utilizzato una pastiglia e l'effeto stava per finire, dopodiché non sapevo quanto avrei potuto reggere ancora. Sicuramente non molto. Riuscì a uccidere il vampiro di fronte a me, cercai di riprendere fiato, ma un altro si presentò all'attacco. Fui subito disarcionata, poi mi colpì e io caddi a terra. Qualcuno si frappose tra me e lui prendendo il colpo destinato a me. Inorridiì. "No! Guren..." Lo guardai mentre, nonostante la ferita, finì il vampiro. Mi precipitai su di lui. "Guren! Perché l'hai fatto? Non avresti dovuto!" "E lasciar morire la persona che amo?" Sgranai gli occhi. No, non era vero. Non poteva essere vero. Lo fissavo un po' scossa. "(T/n) io..." fortunatamente gli altri ci raggiunsero e la nostra conversazione terminò. Non avrei retto il peso di una simile dichiarazione.

Nei giorni successivi tentai in tutti i modi di evitarlo e di non rimanere sola con lui, ma sapevo che prima o poi l'inevitabile sarebbe successo.

"Ehi, (T/n), aspetta" "Scusa,Guren ho fretta..." "Ti prego" e mi prese un braccio, fermandomi. "Perché mi stai evitando?" "Io non..." ma non potevo nascondere l'evidenza, ma mi sentivo pronta. Qualunque cosa mi avrebbe detto...avrei saputo cosa fare. Mi avvicinò a lui. "Quello che ti ho detto quel giorno è vero. Io ti amo, (T/n)" Delle lacrime che non riuscivo a contenere scesero lungo le mie guance. Guren mi prese il viso tra le mani. "Va tutto bene" "No, Guren. Non va per niente bene" E spinsi le mie mani contro il suo petto per farlo allontanare. Lui mi guardò stupito. "Smettila di dire cose che non sono vere, smettila per favore" "(T/n) io non sto mentendo, ti amo davvero" "No, Guren. Io non sono lei. Non potrò mai essere come lei" Mi prese le spalle guardandomi negli occhi. "È morta, lei non fa più parte della mia vita. Io voglio te" "Non mentire a te stesso. Lei è sempre lì, nella tua spada, è sempre lì a ricordarti quanto sia importante per te" Mi avvicinai mettendogli una mano sul viso. "Non potrai amare nessuno come hai amato lei, finché lei è con te non cambierà nulla. Se dovessi iniziare una storia con te significherebbe solo sofferenza per me. Perché so che in realtà vuoi lei." Vidi del dolore nei suoi occhi. Forse era veramente sincero, ma io non avrei mai potuto vivere così. Con la presenza di Mahiru sempre accanto. Per questo avevo deciso di reprimere i miei sentimenti. "Possiamo almeno rimanere amici? Non voglio perderti" sussurrò." Mi si strinse il cuore. "No. Chiederò un trasferimento. Addio Guren" Lo guardai per un' ultima volta e me ne andai col cuore a pezzi.