Ferid Bathory
(T/n)=Tuo nome
"Ciao, (T/n)." Ferid avvolse le braccia attorno al corpo della ragazza, stringendola a sé. "Ehi Ferid, sei tornato prima." Sussurrò. "(T/n)...non ti ricordi che giorno è oggi?" (T/n) sorrise. "Allora non sei solo un mostro insensibile." "No, buon anniversario, mia cara." E le diede un lieve bacio sul collo. "Hai in mente qualcosa?" Chiese lei. "Niente di particolare, passare più tempo con te è più che sufficiente." La ragazza si liberò dall'abbraccio regalando un radioso sorriso al vampiro. "Grazie Ferid." "No, (T/n) grazie a te di far parte della mia vita. E Ferid era veramente felice di avere (T/n) nella sua vita, il suo sorriso sincero era una di quelle poche cose che amava. "Però una cenetta romantica è d'obbligo, (T/n)." La ragazza lo guardò sorpresa. "Una cena?" "Sì, preparati." E se ne andò. (T/n) lo guardò allontanarsi divertita.
"Hai mangiato." Commentò (T/n). "Che c'è di strano?" Chiese Ferid sollevando un sopracciglio. "Pensavo che..." "(T/n)." Ferid le prese una mano, intrecciando le dita con le sue. "Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto." (T/n) strinse la mano di Ferid più forte. "Basta, Ferid. Non voglio. Quello è solo il passato. Ora dobbiamo pensare al presente." Il vampiro la osservò per un attimo e poi sorrise. Già, quando si erano conosciuti le cose non erano andate così bene: Ferid vedeva (T/n) come una semplice fonte di cibo, senza curarsi di farle o non farle del male, preoccupandosi solo del suo sangue. Per (T/n) invece il vampiro era il suo peggiore incubo, causa di dolore e disperazione, ma poi qualcosa era cambiato. Era lui il mostro che l'aveva sottratta ai suoi cari, eppure qualcosa li aveva avvicinati, cambiando lentamente il modo in cui si vedevano, capendo che, dopo questo inizio tumultuoso, sarebbe potuto nascere qualcosa ed erano finiti con l'innamorarsi l'uno dell'altra senza quasi rendersene conto.
(T/n) aveva cambiato la vita del vampiro e l'aveva fatto in meglio. Ferid non si stancava mai di mostrarle quanto fosse importante per lui. Forse anche per questo aveva smesso di bere il suo sangue, invece era stata (T/n) stessa a chiederglielo, dicendo che se era lui a farlo, per lei sarebbe andato bene. E di questo Ferid era rimasto sorpreso e non subito aveva accolto la sua richiesta. Ricordava ancora le parole con cui era riuscito a convincerlo. "Ferid, lo so che lo vuoi, quindi prendilo e basta." "(T/n) ti ho detto di no. Ho promesso che non ti avrei più fatto del male." (T/n) sospirò. "Perché devi sempre tirar fuori questa questione?" E si era avvicinata a lui, prendendogli il viso tra le mani. "Lo so che non mi faresti mai del male, non potresti farmene...ma ti vedo soffrire per questa cosa..." Ferid strinse le mani della ragazza con le sue. "Non ti preoccupare." "È anche un modo per sottolineare che sono tua Ferid, tua e di nessun altro e solo tu hai il diritto di avermi. Voglio essere solo tua." Il vampiro si chinò, baciandola e quella sera andarono ben oltre il semplice morso.
Nonostante tutto (T/n) aveva ancora una paura che la tormentava; amava Ferid,ma c'era una cosa che non era disposta a dargli, qualcosa da cui non riusciva a seprarsi: la sua umanità; l'unica cosa che non era disposta a cedere.
Fu durante un attacco a sorpresa da parte degli umani che accadde l'irreparabile. Ferid si era separato da lei per un breve attimo, ma era bastato. Un umano, pensando che anche (T/n) fosse un nemico, l'aveva colpita e troppo tardi il vampiro capì cosa fosse successo. Uccise l'umano precipitandosi poi sul corpo di (T/n), capendo che non aveva molto tempo. Si tagliò il polso, pronto a farle bere il suo sangue, ma la ragazza sollevò una mano, fermandogli il braccio. "(T/n) devi..." La ragazza lo guardava con gli occhi pieni di lacrime. "No, Ferid. N-non voglio." Il vampiro rimase immobile, rendendosi conto del significato di quelle parole. Forse a (T/n) non era chiara la situazione. "Non c'è tempo! Questa ferita ti sta..." (T/n) sollevò una mano sul viso del vampiro. "Mi dispiace Ferid, ma non posso. Se diventassi un vampiro, forse mi odierebbero e i-io n-non..." continuava a piangere, mentre il suo respiro si faceva sempre più irregolare. Ferid la osservava senza parole, mentre un dolore crescente iniziò a farsi sentire dal basso ventre. L'unica ragazza che avesse mai amato era di fronte a lui in fin di vita e non poteva fare niente per salvarla. "M-mi d-dispiace..." Il vampiro sollevò il suo corpo sulle sue gambe. La stringeva a sé percependo il calore scivolare via dalla sua pelle. "Ferid posso avere un ulrimo..." Il vampiro la baciò quasi con disperazione, assaporando ogni istante di quell'ultimo bacio. "Grazie per tutto quello che mi hai dato. Ti amo..." "Anch'io ti amo, Ferid." Le ultima parole che (T/n) pronunciò prima di chiudere gli occhi per sempre.
I primi giorni furono i più difficili, svegliarsi la mattina e non trovarla accanto a sé era qualcosa di insopportabile. A volte si chiedeva se non si fosse semplicemente immaginato tutto questo e sparava di poterla rivedere, ma non sarebbe mai successo. Perché (T/n) era morta. Solo ora riusciva veramente a capire cosa volesse dire morire, cosa significasse per chi rimaneva. Una parte del suo futuro era stata spazzata via e aveva il rimpianto per un sacco di cose che non era riuscito a dirle e per tutto quello che non avrebbero potuto fare insieme. Osservò l'anello che le aveva comprato, avrebbe voluto chiederle di restare accanto a lui per sempre ed ora non avrebbe mai saputo quale sarebbe stata la sua risposta. Chissà, forse col tempo avrebbe accettato di diventare un vampiro, forse sarebbe riuscito a convincerla. (T/n) aveva lasciato un vuoto incolmabile nella sua vita, perché ogni persona è unica e insustituibile, soprattutto se si tratta di qualcuno che ami veramente.
"Ciao (T/n), come va?" Ferid osservò in silenzio quella lapide, sapendo che non avrebbe ricevuto alcuna risposta. "Questa è per te." E posò una rosa rossa lì di fronte. Il primo mese andava tutti i giorni a farle visita, poi una volta la settimana e infine una volta al mese: era un appuntamento che non avrebbe mai dimenticato. "(T/n) ormai sono passati degli anni e, sai qual'è stata la cosa più difficile? Riuscire ad accettarlo. Non è stato semplice e forse tutt'ora non l'ho completamente fatto, ma cosa ci posso fare?" In quel luogo restava sempre un po', a volte gli sembrava di percepire la sua presenza e spesso osservava le stelle e sorrideva pensando che (T/n) era lassù e che lo osservava, forse da un posto migliore.
Il vampiro accarezzò la tomba e ne bacio la liscia superficie, una lacrima solitaria scese lungo la sua guancia. "Alla prossima, (T/n)."
Okay, lo so. È passato un secolo dall'ultima volta che ho aggiornato, ne sono consapevole.
Spero che, nonostante tutto, questo capitolo vi sia piaciuto; è da un po' che avevo questa idea, ma in questi giorni mi sono sentita particolarmente ispirata, soprattutto per l'ultima parte e quindi...
Questa volta ho usato la terza persona, più che altro per comodità e spero che abbiate comunque apprezzato la cosa.
La prossima volta cercherò di aggiornare più velocemente, ma non vi posso garantire niente.
A presto 😘
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