Crowley Eusford
(T/n)=Tuo nome
Ferid Bathory sollevò un bambino stringendo una mano attorno al suo collo. Non avevo capito cosa avesse fatto per meritarsi una punizione del genere. Sospirai, ormai ero abituata a vedere scene simili. Spostai lo sguardo sul tredicesimo progenitore, Crowley Eusford; anche lui sembrava non approvare la cosa. Sorrisi pensando che lui era diverso da quel sadico vampiro. Lo vidi guardarmi, incoriusito. Arrossiì. Crowley sorrise alla mia reazione, ma poi Ferid lasciò andare il bambino e i due vampiri si allontanarono.
Sapevo che Ferid, in cambio di sangue, era disposto a dare qualsiasi cosa, mentre era impossibile pensare di riuscire ad avvicinarmi a Crowley in maniera simile. Forse potevo recarmi da Ferid...avrei avuto una minima possibilità di incontrarlo...questo era vero, ma poi? Chi mi diceva che sarebbe effettivamente servito? Non avrei certo cambiato le cose, inoltre, c'era da dirlo. Cosa se ne faceva di una come me quando aveva quelle due accanto? Forse l'unica cosa che potevo fare era ammirarlo da lontano.
Peccato che queste fantasie divvennero realtà quando mi resi conto che non avevamo cibo a sufficienza per sfamarci tutti in famiglia. Avevavmo bisogno di un'entrata in più per cavarcela. Naturalmente, quando usciì per recarmi da Ferid non dissi a nessuno dove stessi andando. Anche perché sapevo che il vampiro amava il sangue dei bambini e io ero un po' troppo grande per i suoi gusti. E invece...
"Una pecorella smarrita in cerca d'aiuto? Vieni pure..." Mi disse e io non avrei mai immaginato il dolore che avrei provato. Probabilmente neppure ci provò a rendermi la cosa sopportabile.
Usciì da quella stanza in lacrime e tremante. Per questo non vidi la persona che camminava verso di me. Mi si gelò il sangue nelle vene quando sentiì qualcosa avvolgersi intorno al mio braccio. Una mano sollevò il mio mento. Gli occhi rossi di Crowley erano fissi nei miei. "Perché una ragazza così carina dovrebbe farsi trattare così da Ferid? Non è uno di cui fidarsi..." Perché era l'unica cosa che potevo fare avrei voluto dirgli, ma le mie labbra non produssero alcun suono. "Stai attenta, allora." E proseguì nella direzione dalla quale ero venuta. Io tornai a casa con del cibo in più e il collo martoriato.
Le cose andarono avanti così per un po', finché un giorno accadde qualcosa di inaspettato. Ferid aveva appena finito di bere il mio sangue, solo che questa volta aveva particolarmente esagerato e io non riuscivo a stare in piedi. Allora il vampiro mi avvolse tra le sue braccia sostenendomi. Rabbrividiì all'improvviso contatto. "(T/n), sei una ragazza molto carina e sai potremmo fare qualcosa di più..." All'inizio non capiì, ma poi sentiì la sua mano accarezzarmi il corpo. Spinsi le mani contro il suo petto. "No, io non..." "Oh, andiamo. Ti darei molto di più di quello che ti do ora..." Ad un tratto si fermò liberandomi dalla sua presa. Non mi ero resa conto di quanto tremassi. "Crowley, amico mio!" "Cosa volevi farle fare? Cosa stavi..." "Andiamo! Vi stavo semplicemente dando una mano. Sentitevi liberi di usare questa stanza a vostro piacere. (T/n), se dovessi cambiare idea sai dove trovarmi!" E sorrise lasciandoci soli.
Rimanemmo per un po' fermi, senza che nessuno dicesse nulla. Poi Crowley si avvicinò a me e spostò i capelli in modo da rivelare il punto in cui Ferid mi aveva morsa. Accarezzò la ferita con la punta delle dita. "Ti fa sempre così male?" Io annuiì. "Non voglio che osi ancora posare le sue mani su di te. Anzi, nessuno potrà più toccarti. Nessuno, a parte me." E io non so bene perché ma divenni rossa come un peperone. "Inianzitutto, (T/n) è così che si morde una bella ragazza." Non riusciì neppure a provare a difendermi perché non mi aspettavo qualcosa del genere da lui. Mi aveva bloccata alla parete e la sua lingua stava leccando il mio collo. Avvertii le punte dei canini sulla mia pelle e strinsi i pugni preparandomi al dolore che, sorprendentemente, non arrivò. Anzi, era quasi piacevole e mi lasciai sfuggire un gemito. Non ne bevve molto e quando ebbe finito mi sorrise. "Meglio vero?" Annuiì. Lui mi sorrise. "Spero che questo non ti dispiaccia allora." E prima che potessi provare a chiedere dei chiarimenti le sue labbra furono sulle mie. "Diventa mia, (T/n), mia soltanto. Farò qualsiasi cosa e ti darò qualunque cosa tu desideri." "Va bene." Crowley sorrise e mi prese in braccio portandomi via. Io avvolsi le braccia attorno al suo collo e posai la mia testa sul suo petto, finalmente felice.
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