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capitolo 8





CHRIS

Erano trascorse ormai quasi due ore da quando avevo aperto il libro di informatica applicata eppure non c'era stato verso di memorizzare nulla. Me ne stavo imbambolato lì, l'evidenziatore tra le mani, il computer acceso e la mente inesorabilmente altrove. Sospirai forte, non avrei mai voluto ridurmi di nuovo in quello stato di ansia ed invece c'ero dentro ancora una volta. Concentrati, continuavo a ripetermi, studia e non pensare ad altro ... sei stato capace di farlo per tutta la vita, cosa ti prende adesso?

Ovviamente conoscevo la risposta a quella domanda. Non volevo pensarci, mi impegnavo con tutte le mie forze per non farlo ma la scena del pomeriggio prima si ripresentava davanti a me ogni attimo, lasciandomi del tutto incapace di progredire in qualsiasi cosa decidessi di fare.

- Ti da fastidio? Vuoi che lo spenga? - mi voltai confuso verso Vyech dall'altra parte della stanza, per un attimo non capii a cosa si stesse riferendo, poi indicò il suo Nintendo – la musichetta di Super Mario ... se vuoi posso silenziarla. -

- No, tranquillo, non è un problema quello ... - non lo era, il problema era sempre lo stesso da un anno a quella parte.

Ero incazzato, scoprii di essere ad un passo dall'esasperazione, non potevo lasciare che quel bastardo mi manipolasse perfino a distanza. Cominciai a leggere con vigore, sottolineando tutti i passaggi più importanti, ero una furia, dovevo andare avanti necessariamente. Avevo raggiunto la concentrazione totale quando due figure irruppero in stanza senza un minimo di preavviso. Ren stava cantando a voce altissima, lo seguiva un ragazzo che avevo già visto da qualche parte. Per un attimo rimasi interdetto, c'era qualcosa in lui che non poteva fare a meno di ricordarmi Tyler. Forse il sorriso, forse soltanto quella strana espressione strafottente dipinta sul volto, in effetti ad una seconda occhiata i due apparivano molto diversi. Volevo darmi uno schiaffo mentale per aver soltanto pensato ancora una volta a lui. Probabilmente qualsiasi persona al mondo me lo avrebbe ricordato arrivato a quel punto di pateticità.

- Che hai da guardare? Non sono neanche nudo, rilassati, ti prego. - commentò quello facendomi letteralmente morire dalla vergogna.

- Sono soltanto strabiliato dalla vostra entrata in scena. - commentai cercando di tenere stretta a me quel poco di dignità che mi era rimasta.

- Non dovresti esserlo – commentò il tipo irritante – la stanza di Ren è anche la mia stanza. Perché non mi fai spazio su quel letto, invece? Potresti dover sloggiare un giorno di questi. - mi perforò con lo sguardo.

- Lascialo in pace, idiota – Vyech sbuffò forte – questo è mio fratello purtroppo. - disse poi, rivolgendosi a me.

- Non andarlo a dire troppo in giro, non è un bell'affare per me far sapere alla gente che siamo imparentati. Potrebbero pensare che tu sia figo ed interessante come l'altro Romanov, Vyech ... e sappiamo tutti quanto non sia vero. - ribatté il fratello, facendo ridere Ren che sussurrò un lieve "Touché"

Rimasi leggermente stupito da quell'affermazione, in effetti non si somigliavano per niente, Vyech era rosso e di costituzione piuttosto gracile, mentre l'altro era alto e moro, decisamente muscoloso. Per non parlare dei modi che avevano, il primo era gentile e discreto all'inverosimile, l'altro invece ... potevo già immaginare che tipo di persona fosse.

- Quindi è qui che sei finito, nel covo degli sfigati ... - Alexey si rivolse a Ren – buona fortuna, amico. Spero tu non debba cambiare troppi pannolini nel corso di questo anno. -

- Come sei divertente! Quasi come un dardo nel culo – commentò Vyech, fulminando con lo sguardo il fratello maggiore – comunque Chris stava studiando, perché non sloggi? Non fai altro che rompere. -

- Oh, ma come sono contrito! Ren, hai sentito? Chris stava studiando!! Dovremmo proprio andar via diciamo entro ... mai. - Alexey rise forte, seguito dall'altro.

- Attento a non stuzzicarlo troppo, il gattino potrebbe mordere – ribatté l'amico lanciandomi un'occhiata inquietante. Era fatto ovviamente, mi erano bastati tre giorni per capire quanto Ren fosse sballato almeno per metà della sua giornata.

- Tranquilli, non mordo. Andrò a studiare da un'altra parte ... - commentai sollevandomi a fatica dal letto.

- Con quel bel portatile? Scommetto che paparino ha i soldi ... - Alexey stava sfiorando appena il mio pc – Ren, com'è che va di cognome? -

Ren fece spallucce – Ti sembro uno che lavora alle anagrafe? -

- Wayright, vado Wayright di cognome e sì, mio padre è uno degli avvocati migliori della California. - dissi con un tono di sfida

Alexey fischiò forte – Si riconoscono dalle arie che si danno, se ne vanno in giro con quell'espressione indifferente sul volto, per loro è sempre tutto ok, amico, niente li può smuovere! Non perdono neanche tempo a parlare con gente come noi ... - Alexey mi lanciò un'occhiata penetrante – è così, vero? Deve essere facile avere sempre tutto e subito, basta battere i piedi e fare un po' di capricci con papino, et voila ... eccolo accontentato. -

- Emh, Alexey, anche i tuoi sono ricchi da far schifo ... - Ren rise forte, seguito stavolta da Vyech che scosse il capo come a dire "che idiota".

Anche Alexey rideva – Dai, non è la stessa cosa. E poi personalmente sono sempre al verde, ecco il motivo della mia visita. Tornando alle questioni burocratiche ... Vyech mi servono i tuoi soldi. -

- No! Basta adesso! Sono stanco di finanziare le tue bevute! - Vyech si stava incazzando di brutto – come diavolo fai a rimanere senza soldi al terzo giorno di lezione? Come??? -

- Bello, io la vivo la vita, mica me ne sto in stanza a studiare come te e Chris Wayright! -

- Allora dovresti imparare a vivertela un po' meno! La nonna non ci manderà niente fino al prossimo mese! -

Alexey sbuffò – Ecco perché li sto chiedendo a te, coglione. Forza, sgancia un paio di verdoni, magari domani ti porto qualcosa da fumare anche a te. -

- Ma io non fumo! - Vyech era indignato, tanto da aver spento il suo Nintendo.

- Dovresti iniziare – Ren si intromise – saresti più simpatico, forse scoperesti anche di più ... -

- Non esageriamo, stiamo pur sempre parlando di quell'ameba di mio fratello. - ribatté Alexey sghignazzando.

Quel siparietto era assurdo, alla fine Vyech capitolò, soltanto a quel punto i due lasciarono la stanza.

- Wayright, hai delle buone spalle, dovresti provare ad entrare nella squadra di football della Berkeley – fu così che Alexey mi salutò prima di sbattere la porta con poca grazia e far incazzare ulteriormente il fratello.

- Mi dispiace, sono delle bestie, ma io ti avevo avvisato, almeno ci ho provato. Sono molto peggio di tutte le parole che possa usare per descriverli. Scommetto che vuoi cambiare stanza adesso ... - Vyech era mortificato, abbassò lo sguardo sui piedi.

- Ma che, sono abituato ai tipi del genere ... - fin troppo abituato, fino ad andarci perfino a letto, avrei voluto commentare, ma evitai – so cavarmela, non ho problemi a dividere la stanza con Ren. -

- Tu hai fratelli? Quanto vorrei essere figlio unico, Dio ... -

Mi venne da ridere – Ne ho due, mio fratello maggiore Seth e la piccola di casa, Debby. Sono forti ... sono dei tipi forti, in modo diverso, ma lo sono. -

- Ti invidio – Vyech era amareggiato – sono stato uno stupido ad iscrivermi qui, ho appena mandato a puttane la mia unica occasione di liberarmi di Alexey per qualche anno. Adesso dovrò aspettare che finisca il College e a giudicare dalla sua mancanza di interesse per lo studio potrebbero volerci secoli! -

Risi, seguito a ruota da Vyech che adesso sembrava leggermente meno incazzato. Si alzò dal letto – E' quasi ora di cena, andiamo a mensa? -

Stavo per annuire quando un pensiero preoccupante mi fece immobilizzare subito. E se l'avessi incontrato? Se lui fosse stato lì? Che cosa avrei fatto? Un crampo allo stomaco per poco non mi fece piegare su me stesso. Non potevo incontrarlo, non così presto ... non dopo quel fottuto bacio di merda che c'era stato!

- Chris ... che hai? Va tutto bene? Sei stato così silenzioso oggi. Non ti conosco da molto ma c'è decisamente qualcosa di strano in te da ieri ... -

- La mensa ... come funziona? La frequentano tutti? -

Vyech era confuso, ma rispose comunque – Ce n'è più di una, credo. Non è mai pienissima, se è questo quello che ti preoccupa. -

- No ... io ... - non posso rischiare, avrei voluto dire, ma mi limitai a scuotere la testa – io vado a trovare mio cugino adesso, scusami. Dovevamo cenare insieme, me ne sono appena ricordato. -

- Beh, ok allora. Ci vediamo dopo. - non era convinto, le mie balle facevano schifo ma avrei dovuto farci un po' di pratica perché stavano diventando essenziali ormai.

Uscii dalla stanza velocemente, i corridoi erano pieni di gente che andava e veniva, soltanto in quel momento capii che avevo fatto una cazzata ad uscire a quell'ora di punta. Camminavo rapido, quasi attaccato al muro, guardavo avanti e mai intorno a me, per disperazione andai davvero a trovare Matt nonostante non sapessi neanche se fosse in stanza. Bussai, guardandomi intorno come un ladro che teme di essere beccato in flagrante. Per fortuna il suo amico aprì la porta ed io mi fiondai dentro.

- Emh ... se la tua ragazza o il tuo ragazzo ti ha cornificato con me non è affatto colpa mia, ma del suddetto essere umano incline al tradimento per natura, quindi sappi che io non mi prendo alcuna responsabilità per il fallimento della tua relazione – iniziò quello con un sorriso beato sul volto che non dava affatto credito a tutte quelle parole. Era suonato, doveva esserlo.

- No, io ... voglio solo vedere Matt. E' qui? - fissai il ragazzo che adesso tirava un sospiro di sollievo.

- Chris, che ci fai qui? Va tutto bene? - mi voltai dall'altra parte della stanza, Matt venne fuori in accappatoio. Sembrava stremato e terribilmente pallido. Giornate di merda per tutti allora.

- Emh, no ... io voglio andarmene - lo dissi ancora prima di capire che lo stavo effettivamente dicendo – non ce la faccio. Lui è qui, non posso farcela, capisci? Non posso stare qui sapendo che potrebbe sbucare da qualsiasi angolo in qualsiasi momento ... io non sono preparato semplicemente. -

Matt rimase a bocca aperta, mi sentivo ad un passo dal cadere, come una di quelle bomboniere di vetro che crolla dalla mensola dopo un urto.

- Chris ... ti capisco, devi credermi. Ma ti ricordi cosa mi hai detto ieri? Mi hai detto di farmi forza, di continuare la mia vita e non permettere a nessun bastardo di impedirmi di vivere come voglio e dove voglio. Noi non possiamo andar via, perché questo significherebbe dargliela vinta. E quelle fecce non lo meritano, mi capisci? -

Non volevo piangere, perché improvvisamente mi sentivo tanto debole?

- Chris, lo capisci? -

- I-io lo so ... lo so, razionalmente hai ragione, ma tutto ciò che vorrei fare adesso è scappare ... correre via, il più lontano possibile da qui. Non voglio vederlo, Matt, io non voglio rivederlo, non sono forte abbastanza da sopportarlo ... -

- Wow, entusiasmante ... cos'è successo? Chi non vuoi rivedere? -

- Taci JJ – Matt tornò a me ed il suo viso era pieno di pietà. Mi sentii immediatamente una merda a parlare dei miei problemi con lui. Come avevo soltanto potuto pensarlo? Anche Nikolaj era lì, anche lui stava ancora malissimo per quello che era successo, come potevo essere così egoista da non capirlo?

- I-io ... mi dispiace, Matt. Farò come abbiamo detto ... io sarò forte se tu lo sarai ... - dissi riprendendomi – v-vado a mensa adesso. Fanculo Bradbury, fanculo tutto. Non sono io quello che deve nascondersi, è lui quello che dovrebbe vergognarsi, quindi faccia alta. -

Andai via da lì come una furia, mi immisi subito nel corridoio, sfidando chiunque a sbarrarmi la strada. Scesi le scale con una rinnovata rabbia, la preferivo a quella sorta di autocommiserazione schifosa in cui ero caduto. Fuori l'aria era fresca, perfetta per il viso accaldato. Vidi di sfuggita Ren ed Alexey distesi sul prato ma non mi fermai neppure quando il secondo cercò di bagnarmi con della birra. Entrai nell'edificio adibito a mensa comune, poi mi misi in fila e mi scoprii perfino affamato. Dovevo aver saltato qualche pasto, immaginai, ero rimasto a letto fino al primo pomeriggio, era stato Vyech a svegliarmi aprendo le finestre.

Mi feci riempire il vassoio con un po' di tutto, poi cercai un viso familiare e lo trovai in quello di Vyech che si sbracciava per farsi notare.

- Ehi, pensavo fossi con tuo cugino -

- Ho cambiato idea. Ho deciso di venire qui alla fine ... - e di non nascondermi più, pensai, addentando un bocconcino di pane che divenne subito amaro.

Eccolo. Era lì, a pochi metri di distanza dal mio tavolo. Sorrideva rivolto verso il viso di una ragazza che lo fissava come ammaliata. Era lo sguardo che produceva Bradbury quello, un misto di ammirazione e sorpresa, la stessa che doveva provare quella ragazza assolutamente comune nel constatare che era riuscita ad accaparrarsi uno come lui.

Si baciarono appena, facendomi salire lungo l'esofago qualcosa di simile alla nausea. Bruciava ... come veleno che scorre direttamente in vena ed infetta ogni cosa.

Perché? Perché di nuovo una ragazza? Com'era possibile? Era spaventoso. Abbassai lo sguardo sul mio piatto e mi concentrai sul semplice atto di non vomitare i pochi bocconi che avevo mandato giù.

MATT

Sospirai per la centesima volta mentre ripassavo mentalmente quello che era successo in quelle ore, non c'era niente da dire, io e Chris eravamo indubbiamente nella merda. Non solo Nikolaj minacciava la mia sanità mentale con la sua presenza ma ora c'era di mezzo Tyler. Lo avevo intuito che potesse trattarsi di lui ma non ne ero certo fino ad oggi, ricordavo il loro atteggiamento a quella festa. Tyler Bradbury , sembrava incredibile da credere, non lo conoscevo bene ma quello che sapevo di lui non mi entusiasmava particolarmente. Evidentemente non si era smentito, alla fine aveva usato e tradito la fiducia di mio cugino, come ogni primo uomo nella vita di un Wayright a quanto pare.

- Un penny per i tuoi pensieri – disse la voce familiare di Kayle al mio orecchio prima di baciami una tempia.

Gli sorrisi – Niente di che ... solo qualche nuvola grigia, mi passerà –

- Ne sei sicuro? – mi chiese leggermente preoccupato – ultimamente sei un po' strano ... sta succedendo qualcosa di diverso? –

Guardai i suoi occhi verdi e per un momento non ero certo di riuscire a rispondere a quella domanda, che stava succedendo? Non poteva non essere niente come mi ostinavo a credere, non potevo nasconderglielo.

- Solo qualche vecchia seccatura ... - mormorai – ma non devi preoccuparti –

Conobbi Kayle l'anno prima, quando entrambi eravamo delle matricole, lui studiava Biochimica e avevamo alcuni corsi insieme. Era stato lui a notarmi per primo ovviamente, io ero totalmente perso nella bolla di sofferenza in cui ero caduto dopo la rottura con Nik. Non si era mai arreso con me, ogni giorno io passavo il mio tempo ad avvelenarmi l'anima, ripassando ogni attimo di quel cordoglio senza fine e lui con la stessa tenacia e costanza mi stava dietro. Mi parlava, mi raccontava stupidaggini per farmi ridere, mi impediva di farmi fuori ogni istante con quei pensieri. Lentamente loro avevano sempre meno presa su di me, ogni giorno col passare dei mesi ripetevo sempre meno a me stesso che ero venuto al mondo solo per essere usato. Ogni giorno lui si impegnava a mostrarmi nuovamente quello che più mi piaceva della vita ed alla fine avevo capito, alla fine mi ero concesso un'altra possibilità. Ed era stato bello, come poter respirare di nuovo, poter dormire di nuovo, poter sognare e trascorrere ore senza che il disprezzo mi risalisse in gola come un reflusso acido. Kayle mi aveva salvato prima che diventassi come tutti i ragazzi della mia famiglia, troppo annientato per muovermi o troppo cinico per far avvicinare ancora un essere umano al mio cuore.

- Non ti va proprio di dirmelo o sono la persona sbagliata a cui raccontarlo? – rincarò ancora la dose.

Mi irrigidii appena davanti a quelle parole – No ... non è questo ... e che si tratta ... di lui –

Non servì che dicessi altro, Kayle comprese – Lo hai visto di recente? –

- Sì... ho scoperto che ancora lui si è trasferito qui ... sono solo un po' turbato ma ... mi passerà –

- Se c'è qualcosa che posso fare, Matt ... se lui dovesse romperti le palle .. –

Lo interruppi – Non temere, non accadrà, sa bene che non gli conviene provare ad avvicinarsi – ringhiai.

Lui mi sorrise a quel punto e mi baciò, uno dei suoi baci dolci e comprensivi – che palle ... devo andare a lezione adesso ... se sua maestà si leva dal cazzo anche stasera potremmo replicare ieri ... - mi sussurrò.

- Devo parlarne con JJ ... non posso sbatterlo fuori – risi.

- Sì che puoi ... anzi dovresti! Sbarazzati di quella squillo a buon mercato e passiamo tutta la notte insieme ... - continuò stringendomi sempre più a lui.

- Kayle ... non parlare così di lui ... - lo ammonii – vedrò se si può fare ... ci sentiamo più tardi –

- A più tardi –

Prima di separarci mi diede un altro lungo bacio e poi si incamminò verso la sua aula. Io mi diressi verso l'uscita, nonostante le belle parole rifilate a Chris quella mattina purtroppo dovetti notare con irritazione che non ero di certo meglio di lui. Non riuscivo più a camminare con tranquillità per il campus, ma mi aggiravo con sospetto, involontariamente osservando gli angoli ed ispezionando le stanze prima di entrarvi. Sei patetico Matt.

- Maaaatttyyy – non ebbi il tempo di capire da dove provenisse quella voce che Juri mi fu addosso, facendoci quasi crollare entrambi a terra.

- Che diavolo Juri – sbottai, il suo abbraccio continuava a stritolarmi.

- Dove te ne vai? – mi chiese con la sua solita voce zuccherosa, quel giorno portava una camicia color acquamarina che non sarebbe passata inosservata neanche per un cieco

- Da qualche parte lontano da te – ringhiai.

- Sei ancora arrabbiato? – chiese francamente stupito.

- Puoi scommetterci – dissi liberandomi dalla sua presa – quello che hai fatto è stata una bastardata ... credevo che fossi mio amico Juri –

- Ovvio che lo sono – ribatté con tono offeso.

- Non mi è sembrato ....- dichiarai scostandomi leggermente – cazzo ... io non capisco come fai a non capire la gravità delle tue azioni ... tu ..- per un attimo persi la voce – tu più di tutti sai quello che provo ... come mi sento ... mi sono confidato con te, ho pianto al fottuto telefono fino al mattino .... E tu lì a darmi conforto e poi fai cose come quella di ieri ... cazzo Juri è la mia vita questa, ti rendi conto? –

- Certo che me ne rendo conto Matty, proprio per questo sento il bisogno di intervenire! Tu non sai proprio come stare al mondo! –

Quelle parole mi fecero incazzare terribilmente – Sta zitto! –

- Sei pronto a fuggire davanti all'evidenza! – continuò – fra te e Nik è chiaro come il sole che ci sono infiniti sospesi! Dal modo in cui vi guardate a quello in cui non vi parlate è ovvio che fra voi ci sono tante cose taciute ... qual è il tuo piano? Restare con quelle domande per sempre ? Morire o vivere la vita con il rimpianto eterno? Ti sembra una scelta che un qualunque amico ti consiglierebbe di fare? –

- Non importa ... - urlai – non capisci ... non è questo il punto ... non conta cosa sia giusto o sbagliato ... importa quello che io mi sento di fare ... un buon amico dovrebbe solo appoggiare le mie scelte e starmi accanto –

Lui fece un passo verso di me, sempre con il suo solito sorriso enigmatico sul viso – Ti sbagli Matty ... un buon amico è colui che vuole la felicità della persona a cui tiene anche se quella persona si dibatte con tutte le sue forze ... tu non sarai mai felice se continui così ... mi sembra di avertelo già detto, voglio indietro il mio migliore amico, qualunque cosa questo comporti –

A quel punto gli voltai le spalle, ero arrabbiato, non con lui, con me stesso, perché sapevo che c'era un fondo di vero in quelle parole. Perché Juri era la persona che mi conosceva meglio di chiunque altro e i punti in sospeso nella mia vita si stavano accumulando sempre di più. Me ne accorgevo quando la mia mente vagava e poi restava bloccata sempre negli stessi interrogativi, quando poi mi rendevo conto che quelle domande riguardavano lui.

Appena entrai nella mia camera tirai un sospiro di sollievo, mi sentii improvvisamene al sicuro e ne fui felice, mi andai a distendermi sul letto sotto lo sguardo divertito di JJ.

- Sembra che tu sia sopravvissuto ad una guerra – rise.

- Più o meno, Juri mi uccide ... insomma ... insieme a tutto il resto – commentai.

- Non vorrei proprio essere nei tuoi panni Matt ... né in quelli di tuo cugino – commentò con un mezzo sorriso – sarà ora che vada –

- Dove te ne vai? – chiesi curioso e preoccupato.

- Ho un appuntamento con Mark –

Per un attimo quella notizia mi fece piacere, ma poi feci caso al modo in cui aveva detto quella frase e mi sentii di chiedere precisazioni.

- Che genere di appuntamento? –

- Ho deciso di piantarlo – mi informò – sta diventando impossibile da gestire ... gli avevo chiarito bene che non aveva l'esclusiva ma a quanto pare non ha recepito il messaggio –

- JJ ... - non sapevo come affrontare l'argomento, lo avevamo fatto così tante volte, cominciavo a credere che non ci fosse speranza- non credo che quello che voglia Mark sia tanto assurdo ... siete una bella coppia –

Quello rise di scherno – Coppia? Per carità Matt ... non fa per me sul serio, mi dispiace piantare uno come Mark davvero, è un tipo ok, ma mi incasina troppo –

- Ti incasina con Ren? – fui molto serio nel porre quella domanda, il tenore della conversazione una volta tirato in ballo quel nome era cambiato.

- Perché lo metti in mezzo?- brontolò.

- E' lui che si mette in mezzo – chiarii – ogni volta che rompi con qualche tuo frequentante il suo nome salta fuori ... ti ha detto di piantarlo? –

Quello scosse le spalle - A lui non importa, posso fare quello che voglio –

- Purché coincida con quello che vuole lui – precisai.

- E' il mio migliore amico – dichiarò con una punta di rabbia nella voce – si prende cura di me –

- Gregor, Thomas, Andrew ed ora Mark, tutti i ragazzi quantomeno decenti che hai avuto li hai piantati tutti perché lui ti ha detto di farlo! Non è il tuo migliore amico JJ, è un manipolatore psicopatico –

- Ci vediamo domani mattina Matt – disse poi aprendo la porta senza guardarmi in faccia – passo la notte fuori –

- Un'altra volta? – il mio tono non gli piacque.

- Tutte le volte che mi pare ... se mi cerchi sto da Ren – poi sbatté la porta scomparendo dalla mia vista.

Eravamo alle solite, non c'era niente che potessi fare neanche per quello, JJ avrebbe piantato Mark e Ren avrebbe vinto la partita ancora una volta. Certa gente viveva solo per rendere un incubo la vita degli altri, per oscurare la luce, per far vivere il prossimo nell'ombra, Ren era uno così.

Ti sembra il caso di preoccuparti per JJ, si chiese una parte di me, hai problemi più grossi a cui non sai far fronte.

Forse era vero, probabilmente prima che pensare agli altri avrei dovuto pensare a me, prendermi egoisticamente cura del mio orticello, ma forse l'altruismo era l'ultimo mattone rimasto in piedi del vecchio Matt. Perché in fondo ero una di quelle persone nate per restare e prendersi cura degli altri, perché era la cosa giusta da fare, o così mi avevano detto anni fa.

ANGOLO DELLE AUTRICI: Buon pomeriggio a tutti :) eccoci tornate con un nuovo aggiornamento! Non si può dire che le cose vadano proprio bene per i nostri due piccoli di casa ... sembra che la Berkeley abbia portato con se un bel po' di problemi! Soprattutto ci chiediamo perché siano finiti tutti qui con tanti altri College che avrebbero potuto frequentare ahahah ma ve lo diciamo noi il perché: perché siamo mooolto cattive >:D
Speriamo che il capitolo vi piaccia e che questa solidarietà tra cugini sia apprezzata. A chi non manca il fantastico rapporto tra Seth e Wes, i fratelli maggiori? *-* a noi parecchio!
Come sempre grazie mille per averci sempre apprezzato e seguito, per chi non lo sapesse ricordiamo l'esistenza della pagina fb dedicata alla nostra storia :
The Wayright/Overcome! Passate a trovarci, ci farebbe molto piacere :)
Baci e a presto!


- BLACKSTEEL - 

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