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capitolo 59


MATT

Quando JJ varcò la soglia della camera di Ren io mi intrattenni per qualche minuto ancora nel corridoio, Alexey era vicino a me e anche lui fissava quella porta trepidante. Nonostante potessi scorgere nei suoi occhi la preoccupazione per il nostro amico c'era dell'altro, qualcosa che non riuscii a fare a meno di indagare, doveva trattarsi di Chris.

- Come vanno le cose? – Chiesi ad un Alexey piuttosto cupo.

- Scommetto che puoi immaginarlo, se lo aspettavano tutti credo, anch'io – Mormorò amareggiato – Non ha funzionato, non sono lui ... il mio meglio non è bastato, come vuoi che vadano le cose? –

Mi rattrista ulteriormente, capivo che stava soffrendo e quel genere di dolore non si augura mai a nessuno, stavo iniziando a rivalutare Alexey, aveva fatto di tutto per aiutare Chris, pur sapendo che con ogni probabilità sarebbe finita male per lui.

- Per quello che vale mi dispiace per tutto il dolore che provi – Dissi abbassando lo sguardo.

- Spero che questo giorno possa portare qualcosa di positivo per qualcuno, che per una volta non debba esserci solo merda per quelli che conosco ... - Replicò – Quei due meritano tutto, spero che abbiano la forza di ottenerlo –

La conversazione fu interrotta da un urlo raggelante che fu chiaramente udibile persino dal corridoio.

Quel suono, quell'urlo straziato proveniva proprio dalla camera di Ren, ci gettammo contro la porta senza sapere cosa avremmo trovato all'interno.

La scena si impresse perfettamente nella mia mente, il viso distrutto di JJ, se ne stava rannicchiato a terra mentre Ren torreggiava sopra di lui con gli occhi ricolmi di follia.

Il mio amico raccolse le ultime forze che possedeva nel rimettersi in piedi e sfrecciare via da quella stanza . Volevo andargli dietro, fermarlo, aiutarlo, ma la mia attenzione fu catturata dagli altri due, Alexey era furibondo.

- Che cazzo ti è preso? – Urlava – che gli hai fatto, Ren? Rispondi! –

Quello a un tratto assunse un espressione catatonica, il suo corpo era rigido, il suo strano colorito era sempre più grigiastro, sembrava una statua di marmo. Teneva la mano sulla guancia dove JJ l'aveva compito ma non sembrava neanche presente mentalmente nella camera.

-Non farlo Ren, non fare questo a tutti noi – continuava Alexey disperato – io non so più che fare con te ... che devo fare? Ti rendi conto cos'è successo qui? Di come hai ridotto JJ ? Lui che più di tutti ti è stato vicino! –

Ancora nessuna risposta da parte dell'altro che si era seduto sul letto, anzi era crollato sul materasso senza staccare gli occhi da un punto fisso davanti a lui. Mi chiesi se stesse sentendo le parole di Alexey, quello gli si avvicinò scuotendolo appena.

-Lui ti ama, Ren ... cazzo quel ragazzo farebbe qualunque cosa per te, come puoi non vederlo? Come puoi ferirlo così! – lo incitò.

Quello aprì bocca finalmente – l'amore uccide .... – e finalmente spostò la mano dal suo viso.

Due parole flebili, quella frase mandò Alexey ancora più in bestia – se è questa la tua risposta, allora vaffanculo Ren ... basta, sono stanco di assecondare i tuoi capricci deliranti! Avevi una scelta! Avevi una fottuta scelta e mi hai fatto credere che l'avresti colta – stava ansimando – mi hai fatto credere che eri pronto a tornare con lui! L'ho incoraggiato! L'ho spinto a gettarsi in questa trappola mortale perché ti ho creduto! Questa non ho intenzione di perdonartela ... avvelenati da solo se ci tieni

Lasciai quella stanza insieme ad Alexey che ancora tremava di rabbia, Ren non aveva detto o fatto nulla se non fissare ancora quel punto e perdersi chissà fra quali pensieri. Io volevo solo trovare JJ, consolarlo, aiutarlo, tutte le speranze ed i sentimenti che prova lo stavano divorando.

Lo cercai in lungo ed in largo ma non riuscii a trovarlo, aveva cominciato a piovere ed ero sempre più preoccupato, feci un altro giro del campus, Alexey mi diede il numero e chiamai anche Roman ma nemmeno lui sapeva dire dove fosse. Quando aveva appreso la notizia di come erano andate le cose lo sentii distrutto ma non sorpreso, come se in qualche modo se lo aspettasse.

Alla fine mi decisi a tornare al dormitorio e vidi la porta della camera aperta, entrando notai per prima la figura di Lyonel. Raccoglieva dei vestiti bagnati, mi sorrise, fu un gesto puramente di circostanza. Poi spostai gli occhi sul letto e vidi un bozzolo sotto le coperte, doveva essere JJ. Mi avvicinai cautamente e mi sedetti di lato accanto a lui, sporsi appena la testa e vidi l'apertura fra le lenzuola. I capelli platino di JJ spiccavano scompigliati, il suo volto pallido e gli occhi arrossati risaltavano paurosamente.

In quel momento non stava piangendo però, stringeva saldamente una polaroid e la fissava ostinatamente, la foto ritraeva lui e Ren, erano mezzi nudi e coperti da un lenzuolo. La prospettiva era dall'alto, doveva averla scattata Ren tenendo il braccio sollevato sulle loro teste, sembravano divertiti ,gli occhi neri e profondi di Ren sembravano in qualche modo meno spaventosi. In quel momento per la prima volta da tanto tempo capii come JJ vedesse Ren, lui lo vedeva come in quella foto, vedeva solo un ragazzo che lo teneva stretto a sé in una mattina estiva.

-JJ ...- lo chiamai per interrompere quel silenzio.

Il suo sguardo non si staccò dal fissare quella foto – vedi, Matt .... – mormorò – questa ... questa è una bugia – disse con un filo di voce – e quello lì – indicò sé stesso – quello è solo un idiota, un debole moccioso che non ha capito niente in cinque anni ... niente di niente ... ed ora ha ricevuto una lezione –

Per un attimo mi chiesi se fosse giusto dirgli cosa avevo visto in quella camera, lo sguardo sul volto di Ren non era felice o soddisfatto, anche lui ne stava soffrendo. Fissare ancora JJ in quel letto però mi fece capire che dovevo lasciare perdere, che aveva bisogno di tempo, che adesso doveva essere Ren a farsi avanti se davvero teneva a lui. JJ era stanco di combattere, aveva perso troppe cose in questa battaglia e nella vita non si può soltanto dare senza mai ricevere nulla in cambio, non era giusto.

- Fatti forza, JJ – gli dissi sdraiandomi accanto a lui – non hai niente da rimproverarti ... noi siamo qui per te –

Quello annuì - basta ... non voglio più perdere tempo con stupide fantasie! Io sono stanco di perdere sempre – mormorò stringendo la foto nel pugno.

Restammo così per un ora almeno, senza dire niente, cercai di essergli utile nel mio piccolo, perché sapevo che la lotta in quel momento la stava combattendo nel silenzio, dentro di lui.

Poi il mio cellulare vibrò, era Wes, il suo volo era atterrato ed aveva nove ore di attesa per quello che lo avrebbe portato in Minnesota, in quel frangente sarebbe venuto a trovarmi, a parlare con Chris ed io avrei detto la verità.

Il proposito era chiaro nella mia mente e Nik era fermo quanto me in quell'intenzione, Wes doveva sapere, qualunque fossero le conseguenze, eravamo pronti ormai, pronti a lottare contro tutti.

Così scrissi a Wes: Ci vediamo alla fermata dell'autobus, ci sono novità su Chris, credo che la parte peggiore stia passando, gli farà bene parlare con te.

Lasciai la stanza a malincuore ma sapevo che Lyonel si sarebbe preso cura di lui, sembrava tenerci davvero.

Quando mi incamminai di nuovo verso quella camera mi vennero i brividi, sperai che fosse Chris ad aprire la porta in modo da non incrociare Ren ancora una volta, ma la fortuna non mi assistette.

Fu lui ad apparire dietro l'apertura, gli occhi erano spenti e ombrosi, la mandibola rigida sembrava un corpo senza vita, non c'era luce dietro di lui, aveva tirato le tende della camera.

-Sto cercando Chris – dissi secco.

Lui mi fissò per un momento, con la sua solita espressione neutra e scocciata – Credo che sia dal suo uomo ... si è messo in testa di risalire la china, il mio mondo non era fatto per lui a quanto pare -

Ne fui segretamente grato – Sta parlando con Tyler? -

Quello scosse le spalle – sembra proprio che il lupo perda il pelo ma non il vizio ... - il suo tono era privo di emozione.

Aveva finalmente fatto sufficiente pace con se stesso da affrontarlo, parlare chiaramente, forse si sarebbero perdonati a vicenda per tutti quegli sbagli – E' via da molto? -

- Qualche ora ... - Biascicò – Se non ti dispiace ho il mio da fare, Wayright non è più un mio problema ... ognuno sceglie il proprio modo di avvelenarsi. -

Così mi allontanai da quella camera, Ren era in evidente confusione ma sentire quelle parole mi faceva presagire il peggio per la sua condizione, sembrava incapace di imparare dai proprio sbagli. Ma se il lieto fine per JJ non sembrava arrivare, forse per Chris c'era ancora speranza.

Uscii dal dormitorio dirigendomi verso il palazzo di lettere dove c'era l'ufficio di Nik, volevo che venisse con me a prendere Wes, in modo da poter parlare di persona tutti insieme.

Decisi di fare un tentativo al cellulare di Chris, avrei voluto che anche lui partecipasse alla serata, dopo qualche squillo alla fine rispose.

- Matt! – Esclamò – ho dimenticato di chiamarti, sono successe parecchie cose, scusami –

- Chris ma dove sei? – Risi appena, la sua voce sembrava più musicale del solito, come se avesse alleggerito il suo cuore dai numerosi fardelli che lo tormentavano – sono passato a cercarti in camera tua –

- Allora non ci siamo beccati per poco, ti stavo cercando anch'io, ma non eri in stanza quando sono passato. Comunque adesso sto tornando a South Gate, ho finito le ultime lezioni ormai, ammetto che ho una certa nostalgia di casa – Mi comunicò

- Ho sentito da Ren che sei andato da Tyler ...- Provai ad indagare.

- Sì, abbiamo parlato parecchio, basta scappare. Ce lo siamo promesso.

- Sono felice di sentirlo - Dissi con una certa soddisfazione nella voce - io stavo andando a incontrare Wes, passa dalla Berkeley per un saluto prima di ripartire per il Minnesota. Volevo invitarti ma gli porterò i tuoi saluti –

- Accidenti, non lo sapevo. Ci beccheremo questa estate vorrà dire, avrà sicuramente qualcosa di assurdo da raccontarci – Fece una pausa per qualche secondo – Sappi che sono con te Matt, so quello che vuoi fare. Non demordere, lui capirà –

Alla fine la telefonata si interruppe ed io ero stranamente pervaso da una sensazione di positiva fiducia per il futuro. Forse la sfortuna dei Wayright si stava esaurendo, forse imparare a dire la verità ed essere sinceri con noi stessi e con gli altri ci stava finalmente salvando.

Quando arrivai nell'ufficio di Nik, lui era ancora concentrato sul lavoro, la porta era socchiusa e non si accorse del mio ingresso. Il suo volto era serio e attento, le sopracciglia appena corrugate, puntellava la penna sul foglio davanti a sé.

-Sai che sei molto sexy quando lavori? – dissi annunciando la mia presenza nella stanza.

Lui sollevò lo sguardo sorridendo – tu sei molto sexy anche solo quando stai in piedi davanti a me. –

Io risi e chiusi la porta, poi mi avvicinai e gli poggiai un bacio sulle labbra – ti senti pronto? –

Lui ricambiò la mia stretta e mi sorrise – sono pronto a tutto per te, dico sul serio –

Sentii il cellulare vibrare era un altro messaggio, recitava: Sono in arrivo, ancora dieci minuti, vi aspetto, non vedo l'ora di vedervi piccoli combina guai.

Sorrisi, in quel periodo Wes era molto maturato ed anche io, il mio rapporto con Nik non era più uno strano esperimento come l'estate passata, era qualcosa di vero. Non era un capriccio, era reale ed adesso ne sentivo anche il peso, guardai Nik negli occhi, il suo sguardo era farmo. Quella era la nostra battaglia adesso.

- Andiamo? È quasi ora –

- Certo ... non aver paura, io sono con te – mi prese la mano nelle sue e sentii quella forza e quel calore che spazzò via ogni insicurezza, era quella la strada giusta adesso.

JURI

L'arrivo degli esami era l'unica cosa che mi stesse salvando da quel silenzio persistente che durava ormai da cinque lunghi giorni, esattamente dalla notte in cui Lewis era tornato in scena, distruggendo quella sorta di equilibrio che io e Scott avevamo faticato tanto per creare. Inizialmente avevo dato la colpa alla sua presenza irritante, soltanto in un secondo momento avevo realizzato che forse mi ero sbagliato, c'era qualcosa in Scott che gli impediva di lasciarsi andare del tutto con me, l'avrei definita mancanza di fiducia, ma quel silenzio non aiutava a rendere le cose meno stressanti per me.

Avevo deciso di non pensarci e buttarmi a capofitto nei mille impegni che avevo, tra lo studio e i problemi di Matt ero riuscito a sopravvivere fino a quel momento, avevo cercato di tranquillizzare il mio amico riguardo quello che sarebbe successo quando Wes fosse arrivato e speravo davvero che tutto andasse bene, almeno per loro. Lo meritavano, ma in fondo lo meritavo anch'io ... peccato che non funzionasse così la vita. Tyler era svanito via, ero mancato per qualche ora per ritrovare la sua metà della stanza completamente vuota, non sapevo cosa pensare, probabilmente era tornato a casa e aveva dimenticato di salutarmi.

Finii di scrivere il mio saggio su T.S. Eliot con una fantastica citazione che avrebbe lasciato Nik di stucco, risi appena di soddisfazione e soltanto quando guardai l'orologio mi resi conto che si era fatto tardi. Afferrai la mia borsa e corsi fuori dalla mia stanza, quell'idiota di Boyd Taylor continuava a chiamarmi al cellulare ininterrottamente

- Sto arrivando, ci vediamo in aula sette - Gli assicurai chiudendo subito la chiamata.

Quel ragazzo era diventato il mio stress personale, come avevo appreso la settimana prima Boyd non era per niente portato per la letteratura, continuavo a chiedermi perché avesse scelto questo corso di studi, ma in realtà non mi importava un accidenti della risposta.

- Sono qui - Dissi trafelato quando vidi la sua sagoma nel fondo della sala

Mi salutò con un sorriso radioso - Juri! Mi stai salvando il culo, lo sai? -

- Sono soltanto degli appunti ... - Commentai, tirando fuori i miei quaderni

- Degli appunti che mi salveranno la vita - Continuò quello al settimo cielo - non so come ringraziarti, posso offrirti qualcosa? Stasera io ed il mio coinquilino pensavamo di andarcene in giro, sai lui ha finito gli esami ... -

- Ti ringrazio, ma ho da fare - Non era vero, avevo trascorso le ultime serata in stanza a scrivere e disegnare, ne avevo approfittato, in realtà era proprio nei momenti peggiori in cui riuscivo a dare il meglio di me ... strano ma vero. Stare male aiutava a creare cose belle. E poi stavo ancora aspettando che Scott si rifacesse vivo, era triste ammetterlo, ma non riuscivo a divertirmi senza sapere che le cose andassero meno peggio di quanto pensavo.

- Va bene, allora sarà per un'altra volta. I tuoi appunti sono meravigliosi ... - Li fissava con sguardo sognante adesso - senza di te non avrei passato niente. Sei geniale, scrivi benissimo e non riesco a capire come tu possa essere così dotato ... -

- Beh, diciamo che ho qualcosa che tu non hai! - Avevo commentato, sghignazzando appena. Ovviamente mi riferivo all'intelligenza, ma Boyd era così tardo che non colse neanche il sarcasmo nella mia voce. Alla fine dopo avermi ringraziato ancora andò via. Stavo per seguirlo quando un applauso mi fece sobbalzare.

Mi voltai incontrando la figura in avvicinamento di Scott, continuava a battere le mani mentre un sorriso gelido affiorava dal suo volto attimo dopo attimo

- S-scott ... - non credevo di trovarlo lì, ma in fondo quella era anche la sua aula

- Suppongo che Lewis non si fosse sbagliato sul tuo conto dopotutto ... - Sussurrò con un tono gelido che mi sconvolse.

- Che cosa? - Chiesi confusamente

- Tu hai qualcosa che gli altri non hanno! - Ripeté scuotendo la testa con un'espressione di puro disgusto sul volto - che stupido sono stato ... credere che tu stessi con me senza secondi fini! Mi hai usato per tutto questo tempo ... che idiota ... -

- N-no! - ero sconvolto, non riuscivo a credere alle sue parole - Scott, che diavolo stai dicendo? Non è così! Non intendevo quello! Come puoi soltanto pensare una cosa del genere? -

- Come posso pensare una cosa del genere? - Rise, poi tirò fuori qualcosa dalla sua valigetta, un cumulo di fogli che mi vennero riversati addosso con violenza. Non capivo, ero troppo scosso per cogliere il senso di tutto quello che stava succedendo così improvvisamente, soltanto dopo un secondo momento realizzai che quelli erano i nostri saggi di preparazione all'esame di gennaio.

- Sai dirmi niente su questi? O tu non c'entri neanche stavolta? - Mi chiese raggelandomi con uno sguardo spaventoso, che stentavo a riconoscere sul suo viso.

- I-io, volevo solo ... -

- Questa non è la mia scrittura! Questi non sono i voti che darei a quell'ammasso di deficienti che seguono le mie lezioni! - Tuonò contro di me ed improvvisamente ricordai ogni cosa. La notte in cui avevo corretto qualcuno di quei saggi ...

- L'ho fatto senza pensarci! Li ho visti lì, sul comodino ... tu dormivi mentre io non riuscivo a prendere sonno , ero preparato, Scott! Forse ho gonfiato qualche voto, ma era soltanto un compito preparatorio ... i-io non credevo che avrebbe influito così tanto sul -

- Cosa non credevi? - Mi interruppe, furioso - pensi che la mia carriera sia un gioco, Juri? Non lo è! Come ti è saltato in mente di interferire nel mio lavoro? Sei soltanto un bambino ... volevi avere il controllo anche sugli esami? In fondo è per questo che mi sei stato intorno con queste veemenza per tutto il trimestre. -

- No! - Fu il mio turno di alzare la voce, mi sentivo morire - non è così! Non me ne potrebbe fregare meno degli esami, Scott! Dannazione, quando ti ho conosciuto non sapevo neanche che fossi un professore! Ti ho visto a quella festa e non ho più smesso di pensare a te! E lo sai bene! Come diavolo puoi dire queste cose? -

- Già, forse è iniziato tutto così, ma scommetto che non appena l'hai scoperto ne sei stato felice! Il rettore è tuo zio ed avere un professore influente come me dalla tua parte deve essere stato troppo allettante per uno come te! Hai fatto di tutto per farmi cedere, mi hai tormentato fino a quando non hai ottenuto quello che volevi! -

Non riuscii a parlare, ascoltavo le sue accuse senza fiatare, ogni parola feriva come una lama che mi lacerava il petto, Scott continuava ad inveire contro di me, contro la mia condotta, contro la morale che non avevo

- Sei soltanto il solito approfittatore. Uno dei tanti che ho incontrato nella mia vita, ma non è colpa tua dopotutto ... il problema sono io. Continuo a commettere sempre gli stessi errori -

Non volevo più ascoltare una sola parola, sarei crollato se non fossi scappato da quell'aula a gambe levate. Non volevo piangere, non potevo farlo, non avrei permesso a quelle falsità di scuotermi ancora, mi misi a correre, incurante della gente contro cui andavo a sbattere. Avevo bisogno di aria, fuori era buio appurai una volta abbandonato l'edificio, non mi fermai, stavo correndo diretto verso una meta a me ignota. Non riuscivo a credere che quella fosse la realtà dei fatti, come poteva Scott credere a quello che aveva detto? No, non era così. Doveva essere un incubo, perché lo Scott che conoscevo non era una persona del genere ...

- Ehi -

Mi voltai, attirato da quella voce conosciuto, ritrovandomi davanti una di quelle persone che speravo di non dover più rivedere o almeno non così presto. Lewis mi fissava con sguardo indagatore dall'altra parte della strada, il mio primo impulso fu quello di urlargli addosso tutta la mia rabbia, ma il suo sguardo si stava facendo meno duro a mano a mano che si avvicinava a me

- Che cosa vuoi? Che cazzo ci fai ancora qui? - Sbottai con voce tremante

- Stavo per andarmene a dire il vero, ma a giudicare dalla tua faccia direi che probabilmente non dovrei ... qualcosa mi dice che non tutto è perduto con Scott -

- Se sei qui per gongolare puoi anche andartene a fare in culo, stronzo! -

Lo odiavo, non avevo mai provocato una rissa in tutta la mia vita, di solito erano gli altri a picchiarsi per me, ma quella volta capii di essere davvero vicino al limite della mia sopportazione

- Beh, per quanto sia allettante prendermi gioco del tuo dolore in realtà volevo soltanto chiederti cosa fosse successo ... -

- Perché dovrei dirlo a te? - Risi rabbiosamente - mi stai prendendo per il culo?

Lewis scosse la testa - No, ho soltanto accettato la sconfitta, che tu mi creda o no ho capito che Scott aveva pienamente ragione riguardo la nostra storia, fingere di non vedere l'ovvio non sistema le cose, adesso lo so.

Ero sorpreso, ma allo stesso tempo sospettoso ... non poteva essere vero, Lewis aveva qualcosa in mente ... doveva, altrimenti non sarebbe stato il Lewis di cui avevo tanto sentito parlare.

- Senti, qualsiasi cosa sia successa sappi che Scott ha paura, ha avuto troppe esperienze negative nella sua vita per riuscire a fidarsi della gente. E' terrorizzato dalla possibilità che le persone a lui care gli stiano accanto soltanto per un tornaconto personale. So che è questo il problema - precisò quando mi vide sgranare gli occhi - è paranoico, ma ha le sue buone ragioni. Sai cos'è successo con il suo ex, no? Max lo ha ridotto in questo stato ... lo amava così tanto ... aveva fatto di tutto per lui, perfino aiutarlo a superare gli esami in modo tale che entrambi si fossero potuti laureare nella stessa sessione, tutto questo soltanto per poter prendere casa insieme e continuare a vivere vicini. Sai anche che i sogni di Scott non si sono avverati, Max ha giocato con lui, gli ha perfino rubato la fama! Puoi soltanto immaginare cosa abbia provato Scott in quel periodo? -

No, non potevo, nessuno poteva.

- Perché mi stai dicendo tutto questo? - chiesi confuso

- Perché è giusto che tu lo sappia, devi capire il suo punto di vista, conoscere i suoi timori più nascosti. So che ti ha spinto via da lui, è quello che fa quando i suoi sentimenti si fanno così forti da impaurirlo, ha iniziato a capire che probabilmente è innamorato di te e adesso ne è terrorizzato ... -

- Ma io non ho fatto niente di tutto quello di cui mi ha incolpato! -

- Lo so, sono certo che in fondo lo sappia anche lui, ma in questo momento non ragiona lucidamente. E' fatto così, lo conosco come le mie tasche, probabilmente domani si starà già struggendo per quello che ti ha detto, ma ad ogni modo ha bisogno di tempo per capire la gravità delle sue azioni. -

Ero immobile, la testa mi faceva male da morire, non riuscivo a capire il perché Lewis mi stesse dicendo tutte quelle cose. Mi stava aiutando, dannazione ... ero sconvolto, ogni attimo sempre di più tutto stava perdendo quel minimo di senso che aveva.

- Perché? Perché mi stai dicendo questo? - chiesi con sincerità

Lewis rise ma non c'era felicità in quel gesto che risultò quasi meccanico - Beh, è semplice. Perché a differenza di Scott io non ho mai smesso di amarlo -

- Proprio per questo non riesco a capirlo! Se lo ami perché mi stai dicendo tutto questo? -

- E' semplice, noi due non saremo mai più felici, che io voglia ammetterlo o meno l'ultimo anno trascorso insieme è stato pessimo ... suppongo ci stessimo inconsapevolmente preparando a questo grande addio. Ma se con me era infelice non significa che anche con te debba essere così, anzi credo che tu sia quello giusto per lui. - Lewis parlò con molta fatica, come se ogni parola che fosse uscita dalla sua bocca bruciasse come il fuoco. Adesso stavo piangendo sul serio, non ero più riuscito a trattenermi, non era possibile farlo di fronte a quella bruciante sincerità.

- L-lewis ... mi dispiace, credimi, non ho mai pensato a come dovessi sentirti tu mentre io provavo in tutti modi a portarti via il tuo ragazzo, sono stato un bambino egoista, lo sono ancora e non meritavo niente di tutto quello che hai deciso di condividere con me stasera- dissi con sincerità, tra le lacrime calde che mi bruciavano il volto

Lewis rise appena - Non l'ho fatto mica per te, Juri. Se potessi ti ucciderei con le mie stesse mani, ma Scott ne sarebbe ferito presumo ... come vedi ho ancora a cuore gli interessi del mio ex.

Risi anch'io - Ti ringrazio ... davvero -

Non rispose, aveva ripreso il suo borsone da terra e con un cenno del capo si era incamminato nuovamente verso la sua meta. Provai una pena terribile per Lewis, un sentimento che non credevo di poter sentire per uno come lui. Gli avevo strappato via tutto eppure alla fine, nonostante le ritorsioni che tutti noi temevamo, lui era rimasto lì, a salvaguardare il bene di Scott. Non meritavamo un trattamento del genere, nessuno di noi, ma c'era un nuovo barlume di speranza in me che mi faceva pensare a un futuro meno buio di quello che avevo auspicato dopo quel terribile confronto.

ANGOLO AUTRICI:

Nuovo capitolo nuovi guai! Si fa ancora duro il confronto fra Juri e Lewis, il nostro amato personaggio arriva anche a sentirsi in colpa nei confronti del suo rivale, riuscirà Scott a mettere ordine nella sua vita e fra quei due ragazzi? Per il momento il dolore la fa da padrone nelle vite di tutti e tre. Come del resto la sofferenza regna sovrana anche in un'altra camera ... Matt non crede a quanto visto dopo l'incontro fra JJ e Ren, per la prima volta arriva a provare compassione per una persona che ha sempre disprezzato. Evidentemente dietro il gesto di Ren c'è più di quanto il moro non abbia lasciato trasparire ma Matt ha deciso di non farne parola. Finirà così fra JJ e Ren? Lacrime, dolore e parole non dette? Alla prossima ragazze! Con arrivo del caro Weston Reed! Tifate per Matty?

Un bacio

BLACKSTEEL

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