Capitolo 53
JJ
Stavo seduto su quella panchina con aria afflitta, aspettavo Lyonel, avremmo dovuto passare quella sera insieme dopo che avesse terminato il suo ultimo laboratorio. Gli esami preliminari erano alle porte ed eravamo stati entrambi impegnati così non ci eravamo visti molto, non avevamo neanche parlato bene di quello che stava succedendo e io non riuscivo più a contenere quello che si agitava dentro di me.
Mi sentivo in colpa per quei sentimenti, soprattutto nei confronti di Lyonel che era sempre stato buono con me, che mi aveva mostrato quel nuovo modo di vedere le persone e le relazioni. Mi sembrava un delitto che tutto me stesso fosse concentrato sempre su Ren, ma non potevo farci niente e Lyonel doveva saperlo.
Sentii una pressione sulla spalla e quando mi voltai lui era lì, sorridente e con due tazze in mano – ti ho preso una cioccolata calda, è da molto che aspetti? –
Scossi la testa ed abbozzai un sorriso, presi la cioccolata e mi sollevai – sai, Lyonel ... -
Quello rise e mi interruppe prima che potessi dire altro – oooh, siamo già a quel discorso. –
Sgranai gli occhi sentendomi a disagio, nascosi il viso bevendo una sorsata di cioccolata, era così dolce, peccato che il mondo non lo fosse.
- Non fare quella faccia, JJ ... Insomma, me lo aspettavo – continuò poi, c'era della tristezza in lui ma era vero, era come se quel discorso fosse inevitabile – mi sono ficcato in questa situazione conoscendo i rischi ... -
- Invece io mi sento mortificato, Lyonel ... Mi sento così ...- Sospirai – mi dispiace ... La mia cieca stupidità ha coinvolto anche te e ti ha messo in questa situazione ...-
Rise ancora – credimi mi sono messo io volentieri in questa situazione – fece una pausa poi mi accarezzò una guancia – avevo già in programma di dirtelo prima o poi ... Ma credo che sia giusto farlo adesso ... Non è come credi, non ti ho conosciuto quella volta in biblioteca – restai spiazzato – il motivo per cui non ti ho mai portato in camera mia è perché non volevo che incontrassi il mio coinquilino ... E' Mark –
Per un minuto rimasi immobile a riflettere su quel nome – intendi Mark Peeck? –
Lui sorrise – esatto .. . Il tuo ex, insomma ... Hai capito, no? È stato lui a parlarmi di te, tutto quello che diceva sul tuo conto, persino le cose peggiori, mi affascinavano ... Ero straordinariamente felice quando ho saputo che l'avevi piantato – scosse la testa – questo fa di me un pessimo coinquilino! Ma non riuscivo proprio a togliermi te dalla testa ... Sapevo chi eri, lui mi aveva mostrato delle foto, e quel modo assurdo di vedere le relazioni mi intrigava, Mark credeva che tu fossi solo superficiale ma io sentivo che c'era di più, quel giorno in biblioteca fu la coincidenza che decisi di non farmi scappare. –
Restai in silenzio a sentirlo, a guardare quel viso e quegli occhi, sembrava all'improvviso molto diverso dal solito Lyonel, quell'aria bonaria adesso era stata inghiottita da una sorta di aura più provocante e sfrontata.
- Credo che prendermi per il culo sia la cosa più facile del mondo... - Ammisi.
- Non è stata una presa per il culo JJ, tutt'altro. Io continuo a volere stare con te, continuo a ritenerti interessante e audace ... Tu mi piaci sul serio – quell'ammissione mi fece tacere – Mark si sbagliava, in te c'è così tanto che fatichi a trattenerlo, dietro ogni tuo gesto c'è tanta forza. - Mi appoggiò le mani sui fianchi – sai, lo invidio da morire Ren ... -
Appoggiai la testa sulla sua spalla, non ero arrabbiato, anche se forse avrei dovuto esserlo, ero molto stanco e la cosa che davvero mi rendeva triste era dover dire addio a Lyonel, nonostante tutto era la mia possibilità di cambiare. Era stato il ponte verso un'altra dimensione, qualcosa che, mi accorsi di non poter varcare con lui.
- Il mondo è una grande ingiustizia – ammisi – mi sentivo così bene ... Era bello, vero Lyonel? Quello che c'era fra noi due ... -
- Si ... Peccato che la verità viene a galla ... E anche i sentimenti alla fine – sussurrò con rammarico.
- Se solo non urlassero tanto forte ... - Dissi unendomi al suo tono.
- Se non dovesse andare bene, io non cambio idea JJ .... – Disse al mio orecchio – se ti stanchi di lottare con i mulini a vanto, torna da me... Posso fare in modo che tu lo dimentichi ... Non vedo l'ora ... -
Sorrisi amaramente – è questo che pensi, vero? Che sia una lotta folle e senza senso la mia ... Anche Roman mi ha detto di non farlo, che è pericoloso grattare il muro della mente di Ren ... Il solo portare alla luce quei sentimenti nella mia testa è stato tremendo, ho paura ma non riesco a trattenermi dal tentare di risvegliarli anche dentro di lui. –
- Allora corri da me se fa troppo male. - Disse alla fine, sfiorando le mie labbra con le sue.
- Gioirai come quando è stato di Mark? – Mormorai fissandolo dritto negli occhi.
Quello rise, un sorriso pieno di fascino ed oscuro piacere – oh no ... Sarebbe una gioia di gran lunga superiore, molto più appagante, perché solo un tradimento enorme ti dissuaderebbe da lui. Se Ren lo commettesse sarebbe il suicidio amoroso più grossolano della storia e poi tu saresti solo mio ... Non avrei rivali da temere ... Spero si tolga di mezzo. –
Lyonel aveva ragione, solo Ren poteva mettere la parola fine a quella storia, al contrario di quello che sperava lui, io volevo essere scelto, speravo che contro ogni probabilità vincessi. Solo per paura di dover affrontare quel dopo, quel dopo tremendo e spaventoso, non avevo mai contemplato nulla nella mia vita dopo Ren, quella realtà mi sembrava impossibile che esistesse.
Alla fine ci separammo, ognuno per la sua strada, sentivo la sicurezza che emanava Lyonel, sapeva che ci saremmo rincontrati ed io impallidivo davanti a tanta convinzione perché nonostante i miei sentimenti fossero forti e sinceri, niente era nelle mie mani.
Camminavo lungo il campus diretto ai dormitori, volevo ripassare qualcosa in vista dell'esame della prossima settimana, non so cosa mi spinse a farlo ma decisi di fare il giro dell'edificio e passare dall'entrata sul retro. Probabilmente non avevo affatto voglia di andare a studiare e volevo perdere tempo. Quando svoltai l'angolo rimasi tramortito.
C'erano due ragazzi, il primo era a terra, pesto e atterrito, l'altro gli stava sopra, con un piede piantato sul suo stomaco.
- Vediamo se la prossima volta paghi puntuale – disse Ren sprezzante – spero che il concetto "non faccio credito" ti sia entrato in testa - poi tolse il piede e il ragazzino, probabilmente una matricola, schizzò via passandomi accanto ad una velocità supersonica.
Fu allora che Ren spostò il suo sguardo sul mio, i nostri occhi si incrociarono e restammo per un attimo a fissarci, da quanto tempo non lo vedevo da solo. Quelle iridi nere mi scrutavano e studiavano con precisione, avrei tanto voluto sapere cosa stesse pensando ma era assurdo persino provare a indovinare.
- Chiamerai la polizia? – Chiese alla fine sorridendo accendendosi una sigaretta – mi denuncerai alla sicurezza del campus? –
Scossi le spalle – sono questi i tuoi nuovo affari? Ti sei messo a spacciare e chiedere soldi alle matricole? –
- Ti stupisce? – Mormorò divertito – sono una pessima specie di essere umano ... O forse non lo sono affatto. –
- Stai tranquillo lo sei ... Ti piace credere di non fare parte della razza umana, ma questo non è abbastanza, non cancellerai la tua umanità solo desiderandolo – dissi di getto, quello mi lanciò un occhiataccia mentre gettava via il fumo nell'aria.
- Sai ... Dovrei proprio tapparti quella bella bocca – mormorò e si avvicinò, i suoi occhi erano ancora incollati ai miei, leggermente sgranati adesso.
Non mi mossi e reclinai la testa di lato, incuriosito – perché? Cosa credi che possa dire? –
Quando fu ad un passo da me, sbuffò dell'altro fumo direttamente sul mio viso – cosa credi di dimostrare, JJ? Cosa credi di sapere? –
- Potrei fare la stessa domanda anche a te, cosa vuoi da me, Ren? – Chiesi – so che c'è qualcosa ... -
- Magari voglio solo trovare il modo di spezzarti ... Tutti hanno un punto debole, JJ ... Guarda il tuo amico Chris ... Magari mi diverte scoprire qual' è il tuo punto di rottura e vederti crollare ... - Spiegò con tono gioioso.
- Forse è vero, non è per questo che hai cominciato a guardarmi? Per vedere cosa mi avrebbe distrutto – lui capii immediatamente a cosa mi riferivo, quando aveva passato quell'anno ad osservarmi – cos'hai visto? –
Si ricompose in fretta nonostante la leggera esitazione, adesso sapeva che avevo parlato con Roman – nulla di che a quel tempo ... -
- Forse non posso essere spezzato – dissi continuando a sostenere il suo sguardo.
Quello scosse la testa e gettò a terra il mozzicone, mi passò una mano sul viso, quasi ad accarezzarmi la mandibola per poi fermare due dita sul mento – tutti possono essere spezzati ... -
La sensazione di quelle mani su di me dopo tanto tempo mi diede i brividi, fin dentro le viscere, avevo le dannate farfalle allo stomaco solo perché mi aveva toccato. Mi persi nella contemplazione di quel volto tanto sinistro e lui lasciò che lo ammirassi, mi beassi della sua vicinanza.
- A cosa servirebbe mi chiedo ... Avere ragione per te è tanto importate? – sussurrai.
Spostò il pollice sul mio labbro inferiore e lo accarezzò brevemente, poi scese con la mano lungo il mio collo a sfiorare la mia pelle che si accapponava al suo passaggio. Poi continuò a scendere lungo il mio petto e sul mio fianco, la sua mano si poggiò sul mio ombelico, all'altezza del tatuaggio. Sentii la pelle prendere letteralmente fuoco sotto il suo palmo, i nostri sguardi erano totalmente fusi l'uno in quello dell'altro, alla fine a malincuore tolse la mano e quel contatto tanto intenso svanì.
- JJ ...- Soffiò.
- Si? –
- Sarà senza precedenti ... Ascolta quello che ti dicono tutti e dimenticati di me – parlò in un tono indecifrabile, non seppi giudicare se quel consiglio lo stesse dando per spaventarmi o per salvarmi. Per un istante mi parve di percepire del rammarico.
Poi passò oltre, dandomi le spalle e sfilando via con il suo passo cadenzato ed elegante, le sue movenze erano simili a quelle di un predatore, lente e fatali, come un lupo. Un lupo pronto ad attaccare, ma io non volevo ascoltare, non volevo cogliere quell'invito, mi venne in mente che presto ci sarebbe stato il mio compleanno, ancora due settimane e volevo che quel giorno fosse speciale, che Ren tornasse da me.
CHRIS
La vita era una festa, cercai di piazzarmelo in mente e non dimenticarlo almeno per quella sera. Dopotutto mi sarei dovuto divertire per forza, i nostri bicchieri erano sempre pieni e la musica di Roman era il massimo. Quelli che non potevo neanche definire i miei amici si stavano scolando un'intera bottiglia di liquore sgraffignata dalla scorta personale di Roman, Edward era del tutto andato mentre Ren, che da sempre reggeva meglio continuava a proporci nuovi assaggini pericolosi.
Come ci si poteva preoccupare di qualcosa in momenti come quelli? La musica era alta, la gente rideva e ballava, tutti sembravano essere felici anche se poi non era così, ma non importava, avremmo finto e finto ancora, ci avremmo messo tutte le nostre forze per farlo, perché mentire a noi stessi faceva meno male del dover affrontare la realtà dei fatti. Senza rendermene conto avevo cercato una persona per tutta la sera, ma soltanto dopo un'ora buona notai finalmente la sagoma di Alexey. Era con una bella ragazza mora, naso all'insù ed un bel fisico asciutto ma allo stesso tempo provocante. Mi venne da ridere, eccolo che cercava di tornare alle buone vecchie abitudini etero, anche Ren dovette notare il mio sguardo perché si avvicinò a me
- Ma guarda un po' il nostro russo in bella compagnia ... Questa se la porta a letto stasera, parola di boyscout. -
- Dovrebbe farmi incazzare? - Gli chiesi, risentito. Ok, mi faceva incazzare e non ne capivo neanche il motivo ... Gelosia? Non proprio, non sapevo come descrivere quel mix di emozioni che mi stavano spingendo verso la coppietta. Fu quello il momento in cui Alexey mi notò per la prima volta, lo vidi sgranare appena gli occhi, un movimento involontario e quasi impercettibile prima di spostare lo sguardo nuovamente verso la sua accompagnatrice. Molto maturo da parte sua continuare a fingere che tutto andasse bene, peccato che non sarebbe bastato a stroncarmi.
- Ehi - sorrisi verso la coppia che a questo punto non poté più fingere di ignorarmi. La ragazza mi sorrise di rimando - Alexey, non mi presenti la tua amica? - Rincarai la dose.
Quello mi fissò con uno sguardo di fuoco - Che diavolo vuoi? Non mi pare di aver richiesto la tua presenza- sussurrò a voce bassissima tanto che dovetti leggere il suo labiale per capire
- Bene, farò da solo! Piacere, Chris - allungai la mano verso la ragazza che l'afferrò subito dopo
- Piacere, sono Camille - francese a giudicare dall'accento, probabilmente una di quelle numerose studentesse europee in Erasmus alla Berkeley. Non feci in tempo a rispondere perché Alexey mi trascinò lontano, scusandosi prima con la ragazza, poi continuando quella marcia furiosa verso l'uscita. Ci ritrovammo fuori, la sua presa sul mio polso era fin troppo stretta, ma non mi lamentai, in realtà stavo ridendo. Quanto era semplice farlo incazzare?
- Che cazzo intendi fare, Wayright? - Alexey stava urlando adesso - non vedi che sono in compagnia? Che diavolo vuoi da me? -
Era quello il punto. Lo guardai, facendo scorrere i miei occhi sul suo viso pallido ed incazzato, per poi scendere più giù ... Era bello Alexey, avrebbe trovato un buon sostituito nel giro di qualche secondo se avesse voluto. Mi avvicinai appena a lui, poggiandogli le braccia intorno alla vita e quel gesto lo fece subito irrigidire.
- Quindi sei tornato a fartela con le donne ... E' stata così terribile la tua ultima esperienza con me? - Gli chiesi, guardandolo dritto in quegli occhi chiari e scossi. Alexey sospirò, stava tremando appena, i suoi occhi fissavano la mia bocca, ma con un movimento deciso afferrò le mie mani e le spinse via dal suo corpo.
- Lo definirei più un errore di percorso, adesso fatti un giro e non rompere. - Poi mi diede le spalle con una decisione che dovette costargli tantissimo.
Risi di nuovo - Ma chi vuoi prendere per il culo? -
- Non cercarmi, Wayright. Hai deciso di punire me e startene con Ren ed Edward come se loro due fossero innocenti, almeno abbi la decenza di non venirmi a rompere i coglioni adesso che ho trovato qualcuno con cui passare la serata. -
- Quindi la mia persistenza nella tua vita è un fastidio per te? - lo stavo guardando dritto negli occhi, Alexey non era bravo a mentire, neanche lontanamente vicino ai nostri livelli, il suo viso era pieno di emozioni diverse, nel bene o nel male potei leggerle tutte. Risentimento, rabbia, anche dolore e poi qualcosa di più velato, probabilmente era amore.
- Non voglio finire male, ok? Mi sono già bruciato con te e non te ne faccio una colpa, sapevo a cosa andavo incontro, ma adesso sono rinsavito - scosse la testa, stava retrocedendo.
- Andiamo, non fare lo stronzo! – esclamai, continuando a ridere. Che diavolo gli prendeva? Non poteva essere serio.
- Se mi venisse voglia di tornare da te sarai il primo a saperlo. -
Non potevo crederci, quelle parole mi avevano stupito, ero appena stato definitivamente mollato da Alexey Romanov? Aveva parlato frettolosamente, si capiva lontano un miglio quanto quelle parole gli fossero costate care, eppure le aveva dette.
Bene, non mi rimaneva che fare in modo di riaverlo indietro, non poteva essere così complicato, avevo visto il modo in cui mi guardava ed io avevo bisogno di occupare la mia mente in qualsiasi modo possibile. Alexey era perso di me, mi desiderava e fino a qualche tempo prima era anche stato incurante del pericolo, si era fossilizzato su di me, adesso c'era il suo orgoglio in gioco ... Che figura avrebbe fatto se fosse tornato da me dopo l'ultima lite?
Tornai tra la calca di gente, la temperatura salì a dismisura, vidi Roman che mi salutò con un breve cenno della testa prima di tornare a servire i ragazzi al bancone, tra quelli c'erano anche Edward e Ren, seduti su due sgabelli al centro. Alexey aveva ragione, ero stato bravo a far finta di niente con entrambi, come se loro due non avessero avuto alcuna colpa in quel gioco sadico, in realtà per un motivo o per l'altro lo avevano appoggiato ... Quindi qualcuno doveva pagare.
Mi avvicinai alla loro postazione ballando a ritmo di musica, poi passai le braccia sulle loro spalle, facendoli girare di scatto verso di me, quando mi riconobbero si rilassarono subito.
- Allora? La principessa si è fatta pregare? - Mi chiese Ren, ovviamente si riferiva ad Alexey.
- Già, credo che non mi voglia più bene come una volta - commentai, ero troppo ubriaco per riuscire a stare serio, così mi ritrovai a ridere.
Anche Ren sembrava euforico - E quindi? Come pensi di farti perdonare? -
- Chi ha parlato di perdono? -
Non aspettai che Ren dicesse altro, il mio corpo sapeva come agire, tutto merito dell'alcol che mi rendeva terribilmente sfacciato. Intrecciai le mia braccia intorno alla vita di Ren, appoggiando il mio petto contro la sua schiena. C'era un pizzico di stupore sul suo volto per quel gesto inaspettato, poi avvicinai le mie labbra al suo collo prima di lasciare una lunga scia di saliva sull'incavo, dal basso verso l'altro. Ren rabbrividii mentre Edward mi fissava, raggelato. Non abbassai lo sguardo, anzi c'era della sfida sul mio volto adesso, con uno scatto veloce voltai lo sgabello verso di me, le mie mani erano poggiate sulle cosce di Ren mentre mi posizionavo al centro esatto e iniziavo a baciarlo. Lo sentii ridere piano contro le mie labbra prima di rispondere al bacio con vigore, del tutto incuranti di chiunque ci stesse guardando, eccetto Edward.
Edward doveva osservare bene quella scena, doveva capire di non contare un cazzo, doveva pagarla per quello che aveva fatto. Il bacio si stava facendo sempre meno innocente, spinsi le mie mani sotto la t-shirt nera di Ren, le sue nel frattempo stavano vagando intorno alla mia vita. Ci stavamo spingendo oltre, potevo sentire perfettamente il suo petto scontrarsi con il mio e non mi dispiaceva affatto, ma qualcuno non era dello stesso avviso. Mi voltai per incontrare il volto sconvolto di Alexey che era apparso davanti a noi qualche secondo dopo.
- Che cazzo stavate facendo? Anche con lui adesso?- Era furioso e scosso, lo vidi sgranare gli occhi in cerca di una spiegazione plausibile, ma non esisteva niente del genere, quello provocazione era l'unico modo di cui disponevo per distruggere Edward ed attirare l'attenzione di Alexey. Quello spettacolo era per loro ed aveva funzionato alla grande.
Mi passai la mano sulle labbra umide e gonfie, poi guardai Ren, nel giro di qualche secondo ci ritrovammo a ridere come due idioti. Per poco non mi beccai un pugno da parte di Alexey, era incredibile notare quanto Roman fosse bravo nel fiutare le scazzottate. Lo spinse via da me prima ancora che avesse potuto colpirmi, poi mi prese per la collottola e con una forza spaventosa ci trascinò lontano dalla folla, verso il fondo della sala. Stavo ancora ridendo, la faccia di Alexey era tutto un programma, continuava ad imprecare, voleva essere mollato ma Roman ci trascinò su per delle scale, in quello che doveva essere il suo appartamento sopra il locale.
- Zitti e fermi adesso. Stavate per iniziare una rissa nel mio locale, che cazzo vi dice la testa?Siete stupidi o cosa? Nel bel mezzo della serata! Col pienone tra l'altro! -
- E' una puttana, Roman. Cazzo, ha limonato con Ren!- Alexey stava urlando mentre io continuavo a ridere.
- Ma avevi detto che ero stato un errore di percorso per te, credevo che non ti sarebbe importato chi avessi deciso di portarmi a letto da ora in poi ... -
- Con Ren? Proprio con il mio migliore amico? - Alexey mi avrebbe ucciso se non fosse stato per Roman e la sua presa ferrea intorno alle sue braccia
- Beh, quello che reputi il tuo migliore amico non sembrava per niente affranto da quella pomiciata di poco fa o mi sbaglio? - Gli fece notare Roman - smettetela entrambi di prendervi per il culo. Ren non è amico di nessuno e faresti bene a capirlo, Alexey ... Mentre tu - qui puntò il dito contro di me e gli occhi neri del padrone di casa brillarono sinistramente - devi smetterla di bere o una di queste sere combinerai davvero qualcosa di cui ti pentirai amaramente. -
Quelle parole sembravano una sorta di profezia spaventosa che mi atterrì, rimasi immobile e smisi di ridere finalmente. Non sembrava più così divertente.
- Bene, adesso se non vi dispiace tornerei ai miei affari. Non so se ve ne siete accorti ma io ho un locale da portare avanti oltre ad occuparmi di voi piccoli figli di puttana ... -
- Hai la mia età ... Piccolo figlio di puttana a chi? - Commentò Alexey in un eccesso di orgoglio
- E solo quella per fortuna. Alexey, se lo picchi ti ammazzo, sono stato chiaro? Discutete, fate del sesso pacificatore, dei biscotti per la colazione di domani, non mi importa, ma non picchiatevi. E' un avvertimento. - Disse Roman prima di allontanarsi a passi svelti verso le scale.
Il silenzio calò sovrano a quel punto, mi guardai intorno, decisamente spaesato, soltanto in quel momento notai quanto fosse carino quel posto. I muri erano pieni di stampe urbane, locandine di film cult, poster di gruppi punk inglesi oltre a parecchie foto di Roman in giro per il mondo davanti ai monumenti più belli.
A quel punto mi ero quasi dimenticato della presenza di Alexey a pochi metri da me, sentivo il suo sguardo perforante su di me e mi chiesi se alla fine mi sarebbe saltato al collo come un puma con una zebra, decidendo di ignorare gli avvertimenti pacifisti di Roman. Non fu così, lo vidi scuotere la testa ed incamminarsi verso una stanza ben precisa, era la cucina.
- Faccio del tè, stronzo ... -
Incredibile, dovevo aver sentito male - Non pensavo fossi tipo da tè. -
- Lo scopriresti se stessi con me per due ore consecutive senza finire a provarci con questo e con quello. -
Touché - Con questo e con quello? -
- Già, non fare finta di non capire. Pensi che sia così stupido da non sapere che hai incontrato Tyler? Figurati se non vi si è riaccesa la passione! Non vedevi l'ora di correre da lui, eppure non deve essere finita bene come immaginavi ... Ecco perché sei ancora qui, in questo gruppetto di decerebrati, a rovinarmi le serate. -
- Non sono finito a letto con nessuno - chiarii senza neanche sapere perché lo stessi facendo. Era quello che pensava di me adesso, perché smentirlo se ai suoi occhi apparivo come una persona così terribilmente schifosa?
Alexey era chiaramente colpito - Non mentirmi. Tanto lo sai che non è necessario, ti verrei dietro comunque -
Lo guardai, il suo viso si era incupito, era come se quelle parole gli fossero costate tutto l'oro del mondo - Perché? -
- E lo chiedi pure? - Mise il bollitore sul fornello con un gesto nervoso, prima di tirare fuori due bustine di tè e gettarle con cattiveria sul tavolo - lo sai il perché. Non farmi umiliare ulteriormente, avevi ragione, ok? Tutte le mie stronzate sul non farsi prendere troppo dalla situazione ... Non è che ce l'abbia fatta alla fine, so che te ne sei accorto, dannazione. -
Era una vera e propria ammissione quella, immagino che un po' la desiderassi, quelle magiche paroline di resa che mi avrebbero fatto sentire meglio, Alexey si stava innamorando di me, era quello che volevo? Non lo sapevo. Era così che ci si sentiva ad essere amati da qualcuno?
- So che è andato tutto storto, anche soltanto il modo che ho scelto per provarci con te - Alexey sospirò, portandosi le mani al volto in un segno di stanchezza - ma non sapevo come altro fare. Eri così perdutamente ossessionato da Bradbury, tu non mi vedevi nemmeno e ci ho provato così tanto ad attirare la tua attenzione! I-io, non lo so, dannazione, ma quando ho iniziato a frequentarti insieme ai ragazzi non sono più riuscito a frenarmi, era troppo complicato per me lasciar perdere e basta. A dire il vero non ho mai voluto nessun altro come ho desiderato te. -
Altre ammissioni, parole su parole che si andavano a sommare su quella dichiarazione che non meritavo neanche di ascoltare. Ero incapace di reagire, lo stavo a fissare.
- Da quando ti ho visto, non lo so, mi si è accesa qualcosa! Ti provocavo e all'inizio anche senza volerlo, mi stavi anche un po' sulle palle, ma poi, Dio ... Ti volevo. Ti volevo nel peggiore dei sensi. -
- Tu non hai mai avuto altre storie prima, vero? - Presi la tazza bollente che Alexey mi stava porgendo. Tutte quelle belle parole ed io non avevo altro da chiedere? C'era chiaramente qualcosa che non andava in me.
- Solo ragazze, sì. Sono sempre stato curioso riguardo i ragazzi, non ho mai escluso niente nella mia vita, poi frequentando Ren e JJ non posso dire di non averci mai fatto un pensiero, però non c'era mai stato nessuno che mi attirasse davvero. Ho baciato un ragazzo qualche anno fa, per una scommessa, tutto qui. - Alexey sospirò, era teso e non riusciva a star fermo - ho fatto un casino con te, ok? Per quanto io detesti Bradbury so di aver esagerato ... -
- Lascia perdere - non volevo parlare di lui, tutto ma non Tyler. Mi si mozzava il fiato e quei ricordi tornavano a tormentarmi - parliamo di altro ... -
Alexey comprese subito il mio stato emotivo, ci fu un attimo di silenzio durante il quale bevemmo i nostri té caldi - E tu? Quando hai scoperto di essere gay? -
Scossi la testa, mi aveva appena lanciato un'ancora di salvezza alla quale mi sarei appigliato immediatamente - Non lo so, suppongo intorno ai tredici anni, c'era un mio amico niente male, giocavamo spesso insieme, mi resi conto di provare più interesse per lui che per la sorella che continuava a venirmi dietro ... -
Alexey rise appena - Mai stato con una donna? -
- Qualche bacio, anch'io sperimentavo chiedendomi perché non potessi essere come la maggior parte dei miei coetanei. Una volta fui anche sul punto di andare fino in fondo ... Meglio non parlarne, soltanto il pensiero mi fa rabbrividire - ammisi con tutta sincerità, cercando di scacciare dalla mente quei ricordi.
- E lui? -
Non ci voleva molto per capire a chi si stesse riferendo Alexey. Lo guardai, perché non poteva lasciar perdere? Perché ogni cosa doveva condurci a lui?
- Non lo so, non lo sa neanche lui, Alexey. E' sempre stato così con Tyler, non ha ancora capito che diavolo vuole dalla vita e sono certo che a questo punto non succederà mai. -
- Sei stato il suo primo ragazzo? -
Annuii - Già e probabilmente anche lo shock più grosso di tutta la sua vita. Noi due siamo cresciuti più o meno insieme, la sua famiglia vive accanto alla mia e frequentavamo anche la stessa scuola. Ci siamo sempre detestati, lui era prepotente, arrogante e detestabile, il tipico bulletto rompipalle mentre io ero uno dei pochi che non riusciva a zittire a suon di pugni ... Quante volte ci siamo inseguiti per la scuola, spesso finiva male e le prendevo, altre volte invece riuscivo a scamparla - ne parlavo come se si trattasse di un secolo fa, in realtà erano trascorsi appena due anni scarsi, mi resi conto con un certo stupore.
- Com'è successo? Eravate ubriachi? -
- No, non lo eravamo - tentennai, pensare a quei momenti mi faceva stringere il petto in una morsa - ci stavamo pestando come sempre, ma quel pomeriggio c'era qualcosa di insolito tra di noi ... Non so cosa fosse, avevo iniziato a guardarlo con occhi diversi quasi improvvisamente, forse le nostre zuffe continue erano l'unico modo che conoscevamo per tenerci d'occhio, adesso che ci penso ... Una sorta di contatto che inconsapevolmente desideravamo entrambi, ma che nessuno di noi aveva ancora capito. Non so, Alexey, lui è sempre stato ermetico sul nostro rapporto. Comunque alla fine siamo finiti a farlo senza che ce ne rendessimo conto. -
Alexey sollevò un sopracciglio in segno di irritazione, perché mi aveva fatto quelle domande se poi la risposta lo turbava tanto?
- Quindi qual'era il suo problema? Il giudizio della gente? -
- Non lo so, anche probabilmente ... Il punto è che suo padre lo ha cresciuto come un soldatino, poi ... - Ricordavo quel pomeriggio orribile come se fosse accaduto il giorno prima - come se non bastasse ci ha scoperti insieme, sul tavolo della loro cucina ... -
Alexey fischiò forte prima di portarsi le mani alla bocca - Cazzo, stai scherzando spero -
- Magari! - Stavo ridendo, anche se non c'era proprio niente di cui ridere. Quello era stato l'inizio della fine, mi resi conto. Niente era stato più lo stesso, Tyler aveva finto che tutto andasse bene mentre dentro veniva divorato dai suoi soliti demoni, era annegato nel suo silenzio fino a maturare la decisione di sparire per sempre.
- A me non importerebbe un accidenti, Chris, questo deve essere chiaro per te. Se credi che mi rivelerò diverso da quello che sono ti sbagli. Con l'opinione della gente mi rollerei una canna e me la fumerei! Né mi importa un cazzo dei miei, tanto sono delusi da me qualsiasi cosa faccia, sono la pecora nera dei Romanov, Vyech è quello su cui puntano tutto ... Quindi davvero, su di me puoi contare. -
Lo sapevo, potevo sentire la diversità di Alexey. Era uno spirito libero, qualcuno con cui poter fare di tutto senza mai preoccuparsi delle conseguenze, non solo un ragazzo da frequentare, ma un amico con cui divertirsi ... Ci si poteva fidare ... Sarebbe stato così liberatorio abbracciare quella vita e voltare definitivamente le spalle a tutto il resto. Potevo provarci se soltanto fossi stato certo di non dover mai più fronteggiare Tyler, non potevo negare che quell'incontro mi aveva debilitato, ad un livello tale che neanche Matt e Juri sospettavano. Mi trovavo in un limbo dal quale non riuscivo ad emergere, bloccato tra mille se e mille ma.
- Vuoi andar via? Possiamo tornare al campus - propose Alexey per rompere quel silenzio carico di pensieri che si era protratto fino a quel momento.
- No, non ne ho voglia ... -
Ma avevo voglia di lui, quello era un dato di fatto, nonostante non sapessi nient'altro avevo soltanto quella certezza e mi bastava. Il divano di Romanov era comodo quando ci stendemmo sopra, mi inarcai sul suo corpo, facendo vagare le mani lungo gli addominali perfetti di Alexey. Il suo braccio sinistro era tempestato di tatuaggi, simboli a cui non avevo mai fatto attenzione prima di quel momento, erano fiori di ninfee che risalendo lungo la spalla davano vita a motivi più complessi e astratti. Mi chiesi che cosa significasse per lui quel tatuaggio, domandandomi quante cose di Alexey mi fossero sfuggite soltanto perché non mi era sembrato necessario approfondire. Ci lasciammo andare come se non aspettassimo nient'altro, Alexey era senza freni, i suoi sospiri si intrecciavano ai miei, perché lui non aveva mai avuto paura di lasciarsi andare. Era così che doveva essere, ma darlo per scontato era un errore, lo avevo commesso in passato con Tyler, aspettandomi che anche lui lentamente potesse liberarsi da tutte le sue paure senza mettere in conto la possibilità che lui invece non volesse farlo.
Cercai di riprendere il respiro, le braccia di Alexey mi stavano cercando. Ero accaldato, ma lasciai che si stringesse contro la mia schiena. Conoscevo bene i suoi movimenti ormai, sapevo che presto avrebbe cercato le sigarette nelle tasche dei suoi jeans e me ne avrebbe passata una, così fece in effetti.
- Non credevo che volessi ancora avere a che fare con me - commentò, dopo avermi fatto accendere.
Neanche io, ma non c'era niente che riuscissi a prevedere ormai, agivo spinto da una volontà che non riconoscevo più ... Era come se tutto fosse in balia dei miei istinti.
- Vorrei avere una risposta ma non ce l'ho in realtà - dissi con sincerità, aspirando una boccata di fumo.
- Cosa vi siete detti quando vi siete incontrati? -
Ancora Tyler, forse anche Alexey in fondo ne era ossessionato. Lo temeva, perché non era una stupido e aveva capito molte più cose di quanto avessi sperato probabilmente.
- Niente - dissi frettolosamente, non volevo pensarci.
- Niente? Non prova niente per te? Non si è incazzato per quello che è successo con me? -
Non riuscivo a parlare, da due giorni a quella parte c'era un unico pensiero fisso che continuava a tornarmi in mente ad intervalli sempre più brevi.
Anche se sei andato a letto con lui ... a me non importa ...
Ed il suo viso era pallido in quel momento, come chi si fosse sforzato all'inverosimile per tirare fuori dalla propria gola delle parole che non avrebbe mai pensato di poter pronunciare.
Era una resa?
Alla fine potrei accettarlo ed andare avanti.
Non risposi alle domande di Alexey, tornai a baciarlo invece, non volevo pensare a nulla e nascondermi tra le sue braccia era un ottimo rimedio per tenere lontane le mie paure.
ANGOLO AUTRICI
Un altro aggiornamento andato e siamo sempre più vicini alla fine, JJ non vuole lasciare che Ren anneghi da solo, così ha lasciando andare Lyonel per provare a salvarlo. Chris invece lotta con tutte le sue forze per conquistare una libertà che neanche lui sa bene come ottenere, intrappolato fra il desiderio e il senso di colpa nei confronti di Alexey e il fantasma di Tyler che infesta ancora la sua mente. Alla prossima
BLACKSTEEL
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