capitolo 5
MATT
Quando riconsegnai il foglio tirai un sospiro di sollievo, era fatta, la verifica di Iggins era finita finalmente e non era andata poi così male. Guardai l'ora e vidi che c'era ancora del tempo prima del mio appuntamento con Kayle, così uscii nel corridoio e cominciai a camminare verso la biblioteca. Era diventato apprensivo di recente, soprattutto da quando mi aveva visto sparire alla festa. Il ricordo di quella sera mi fece fermare improvvisamente, lanciai un' occhiata alla gente intorno a me e sentii la pelle rabbrividire, e se lo incontrassi? Se dovessi vederlo lungo il corridoio? Una leggera sensazione di panico cominciò ad arrampicarsi lungo la mia schiena, dovevo stare calmo, non sarebbe successo. Cominciai a camminare con passo sempre più incerto, lui voleva parlarmi, lo avevo visto chiaramente nei suoi occhi ma io non avevo la forza di affrontarlo, non volevo, meritavo la pace adesso, meritavo di essere lasciato in pace.
Voltai l'angolo pronto ad entrare in biblioteca ma dovetti fermarmi ancora, c'era un uomo di spalle, capelli castani, intento a parlare con qualcuno, un brivido e la mia bocca si asciugò totalmente. Non mi mossi, rimasi lì pietrificato fino a quando quel corpo si voltò e mi rivelò un volto che non era il suo, solo un tipo dell'ultimo anno.
Che diavolo ti prende Matt? Ti è andato di volta il cervello adesso?
Rimasi ancora fermo per qualche secondo, ma alla fine non riuscii ad attraversare quella porta, troppa gente, troppe probabilità di beccarlo lì. Mi voltai ed andai via, mi diedi dello stupido ma non tornai sui miei passi, continuai a camminare anche fuori dall'istituto per cercare un luogo isolato. Lo trovai sul retro dei dormitori, in un piccolo parchetto, lì il traffico di persone era notevolmente ridotto ed erano solo studenti, mi buttai a terra e nascosi il viso con un grosso libro. Era assurdo quanto possa darti la serenità non sapere della presenza di qualcuno, ma la consapevolezza rendeva ogni angolo pericoloso, come se le probabilità di incrociarsi si moltiplicassero per mille.
- Matt ... -
Solo quando mi sentii chiamare riemersi dalla mia lettura, non sapevo quanto tempo fosse passato ma mi tolsi il libro davanti con cautela e fissai il mio interlocutore con sguardo guardingo. Era Chris.
- Ciao ... come va? –
- Tutto bene ... - fece una pausa incerto – non si direbbe lo stesso di te ... sembra che tu ti stia nascondendo –
Sospirai, era così evidente? – mah ... no dai, che vai pensando ... -
Lui si sedette accanto a me - Che ti prende? L'ho notato dal primo momento che ti ho visto, sei parecchio strano ... -
- Solo ... ecco ... - non avrei saputo da dove cominciare – diciamo che mi sono trascinato dietro dei guai da South Gate ... -
Quello rise – Oddio non parlarmene ... fra te, Scott, Nik ... mi chiedo se io abbia mai lasciato casa mia ... -
Al suono di quel nome mi irrigidii, fu come ricevere un pugno sullo stomaco e non ebbi la forza di replicare niente, Chris mi lanciò un'occhiata interrogativo.
- Matt? Ma stai bene? – chiese ancora – ho detto qualcosa che non va? –
Ero lì a fissare quegli occhi preoccupati e mi chiesi per quanto avrei retto, per quanto sarei riuscito a sforzarmi di fingere che andasse bene. Mi chiesi quale fosse il limite prima che le mie bugie mi uccidessero, avvelenandomi l'anima.
- Non va bene Chris ... - mormorai ad un tratto, mi faceva persino male la gola mentre pronunciavo quelle parole - credevo di averla superata. Credevo di essere migliore, più forte dell'anno scorso ... -
Quelle parole sembrarono turbarlo – Dell'estate a South Gate? È successo qualcosa lì? –
- Ho ... conosciuto una persona ... e .... – quanto ero pronto ad ammettere? Ero davvero sicuro di voler dire la verità? Di mettermi sotto il giudizio di qualcun altro? – siamo stati insieme ... lui mi piaceva tanto, ma ... mi ha mentito su certe cose ... ed è ... finita male –
Lui si rabbuiò improvvisamente – Sapessi il casino che ho fatto io quell'estate ... incredibile. –
- Il mio casino batte il tuo cugino – mormorai amaramente.
- No che non lo batte – rise Chris con uno sguardo dannatamente simile al mio, ci eravamo scottati parecchio – mi sono messo a correre dietro un misogino, omofobo, violento e psicolabile. Ho lasciato che mi usasse, rifiutandomi di credere che in fondo io non contassi niente per lui ... ho continuato a raccontarmi queste balle per tutta l'estate ed alla fine lui è sparito. Volatilizzato. Dopo avermi umiliato e calpestato nel peggiore dei modi ... - si portò le mani al viso esasperato – avanti, tu cos'hai combinato di peggio? –
- Sono stato a letto con Nik –
Silenzio.
Per un momento che parve una vita Chris mi fissò come se non avesse capito bene, aprì la bocca un paio di volte senza riuscire a dire nulla, poi si concentrò ed elaborò una semplice frase.
- Nik ... inteso Nikolaj ... inteso ... -
- Nostro zio Nik, Chris, proprio quello – sussurrai mentre la vergogna mi si appiccicava addosso come colla – lui ... non lo so ... dalla prima volta che l'ho visto sono rimasto come rapito da lui ... il suo modo di fare, la sua cultura, quel modo di essere così genuino. Era ... perfetto-
- Come ... - cercò di articolare – com'è successo? Insomma lui ... -
- Sono stato io – un'altra rivelazione che lo lasciò di stucco- lui non voleva all'inizio ... io mi sono imposto, lo volevo così tanto che non mi importava di niente ... avrei lottato contro tutto per averlo ... ma sono saltate fuori delle cose ... lui aveva una relazione –
- Cazzo ... -
- Già ... ero persino pronto a perdonare questo ... ero pronto davvero a tutto – quasi mi biasimai ripensando a quei tempi – ma alla fine lui ha scelto l'altro ... mi ha detto di farmela passare, che tanto io non ero nessuno per lui, che andava a vivere a Saint Louis con il suo ragazzo ... -
- Merda, non sembrano neanche parole sue - constatò Chris – mi sembra così assurdo che Nik possa dire cose del genere ... così crudeli –
- Ma le ha dette ... e mi sono ripromesso di non fare più gli stessi sbagli con nessuno – ringhiai – quello che è successo non accadrà mai più, non starò mai più tanto male.-
- Non ne avevo idea Matt ... non è stata proprio la nostra estate quella – disse prendendosi il viso fra le mani. - Lo sai no ... che lui insegna qui adesso ... voglio dire ... sei preoccupato per questo? –
- Già ... l'ho visto la sera del ballo ... se solo non fossi andato a quella stupida festa – mormorai – non saprei niente .... E non avrei il timore di vedermelo davanti ad ogni angolo –
- Forse è qui perché con il suo ragazzo è andata male ... magari lo ha lasciato – buttò lì Chris.
- Non importa ... qualsiasi cosa lui voglia da me ormai non è più un mio problema, può tenersi qualunque scusa abbia in mente ...è morto per me ... mi dispiace solo non poter fuggire via-
- Fatti forza Matt – mi diede una pacca sulla spalla – il torto è il suo, non meritavi di essere trattato in quel modo, quindi fallo strisciare nell'ombra, di certo non sei tu a doverti dare pensiero. Affrontalo a testa alta quel coglione –
Sorrisi leggermente incoraggiato dalle parole di Chris, era vero in fin dei conti non ero io ad aver sbagliato, non ero io ad essermi tirato indietro, a dovermi sentire in colpa per come era andata. Lui aveva distrutto tutto, lui era il codardo, lui non meritava di respirare la mia aria.
Mi sollevai.
- Ho un appuntamento con Kayle ... - dissi – facciamo un po' di strada insieme? –
Lui annuì e ci mettemmo in marcia.
- Com'è lui? – mi domandò.
- E' ... diverso ... tranquillo, gentile, premuroso, mi riempie di attenzioni e si preoccupa per me ... - feci una pausa – e non devo nascondermi –
Sul suo volto apparve un sorriso triste – capisco la sensazione ... è stato strano .. andare avanti? –
- All'inizio si ... non volevo farlo ... non volevo rinunciare alla consapevolezza di essere stato tradito, di essere stato messo da parte – spiegai – mi ero attaccato alla convinzione che tutto fosse marcio ... ma Kayle ... lui mi ha fatto ricredere –
- Sono felice per te ... - mormorò – e forse speranzoso per me stesso –
- Sono qui Chris ... se avessi bisogno ... noi ci sosteniamo, è questo che fanno i cugini no? –
- E' quello che hanno fatto i nostri fratelli per anni – rise lui – penso che sia un buon esempio –
- Uno dei pochi – ridemmo insieme – io vado di qua ... ci becchiamo dopo ... -
- A dopo –
Ci dividemmo e lui proseguì lungo il giardino verde del campus mentre io mi affrettavo a recarmi in caffetteria. Kayle non era ancora arrivato così presi posto, mi venne da ridere al pensiero che era proprio in quel posto che lo avevo incontrato per la prima volta.
- Dio, il professor Wayright e il professor Fields sono davvero fighi –
La mia attenzione venne attirata dalla frase detta da una ragazza in un tavolo non lontano, doveva essere del primo anno.
- Lascia perdere – continuò la sua amica – non sono riuscita a prendere appunti in nessun corso ... continuavo a fissarli! Dio, fossero tutti così i prof! –
- Guarda che ci sono certe voci – si intromise una terza – ho sentito da altre ragazze più grandi che quei due vivono insieme ! Sono praticamente come culo e camicia! Mi hanno detto che una dottoranda si era anche dichiarata a Nikolaj e lui l'ha rifiutata ... -
- Questa storia la so anche io ... - rise la prima – si dice che ... quei due no ... avete capito? –
- Scherzi?! –
- Sono incollati dalla mattina alla sera ... tu che dici? E Sara Stenton è una da urlo, per rifiutare una come lei, c'è qualcosa sotto e bella grossa! –
- Cavolo, che sfortuna! –
- Non so di Wayright ... ma Fields fra i ragazzi ha una certa nomina ... ha avuto flirt audaci con più di uno, me lo ha detto un mio amico-
Mi costrinsi a smettere di ascoltare, piantala Matt non sono affari tuoi, c'era da dire che quello Scott Fields non era la prima volta che lo sentivo nominare. Doveva essere lo stesso per cui Juri si era preso una cotta, il conoscente di Chris. Era fidanzato ai tempi della festa di South Gate, ma se adesso stesse davvero con Nikolaj? Mi chiesi ad un tratto. Mi maledii per quel pensiero, non erano affari miei, non più, era solo un altro motivo per cui stargli alla larga, in fondo si era trovato qualcun altro ed anche io.
- Scusa il ritardo Matt – mi disse la voce profonda di Kayle.
Sollevai lo sguardo e gli sorrisi, eccola la mia priorità adesso, l'unica persona su cui mi sarei dovuto concentrare, l'unica degna di me, che non mi aveva sputato in faccia.
- Sono arrivato adesso – risposi facendogli posto nel tavolo.
L'unico che poteva farmi dormire sonni tranquilli.
CHRIS
- Chriiiiiis!! Chriiiiiiis, fermati!!! - lo sentii durante il momento di silenzio tra una canzone e l'altra, tolsi le cuffie dalle orecchie e mi voltai indietro, in direzione della voce conosciuta. Vyech si stava sbracciando per farsi notare, correva verso di me, tutto sorridente come se avesse appena vinto alla lotteria. Ero smarrito nei miei pensieri, continuavo a pensare a ciò che mi aveva raccontato Matt ... inutile dire che da quel momento in poi avrei guardato Nikolaj con occhi diversi. Ero stato così preso da me stesso e dalla mia pseudo storia con Tyler da non rendermi conto di niente ... mi ero bevuto il cervello, senza dubbio.
- Allora? Dove andiamo di bello? -
Vyech si fermò davanti , piegandosi con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. I suoi capelli di un biondo tendente al rosso brillavano sotto i raggi del sole pomeridiano, sorrideva nonostante la stanchezza.
- Beh, stavo andando via ... le lezioni sono finite. E tu? Va tutto bene? Dove stavi andando? - chiesi, confuso.
- A cercarti ovviamente! Non te ne starai davvero tornando in stanza il tuo primo giorno di lezione! -
Mi sentii quasi in colpa ad ammettere che aveva indovinato, il suo sguardo era piuttosto serio adesso – Emh ... hai in mente qualcosa di diverso? -
- Ma certo! E' tradizione festeggiare! Bere qualche pinta giù al pub del campus! Lo fanno tutti, è così che funziona qui, non possiamo permetterci di perdere questo rito, ok? Siamo delle matricole e come tali dobbiamo comportarci. -
Ero confuso, ogni istante sempre di più – Quindi credi che inaugurare l'anno scolastico con una sbronza sia saggio ... -
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- E' un'ottima idea! Garantito al cento per cento! - sghignazzò forte – forza, andiamo. A proposito, com'è andata con i corsi? Ne parliamo adesso e poi accantoniamo il discorso, ok? Ci si diverte. -
Mi ritrovai in quel vortice di vitalità senza che lo volessi davvero, Vyech era frenetico, camminava a passo sveltissimo ed io presi a seguirlo come una sorta di cane farebbe con il proprio padrone – Tutto ok ... certo, è pesantissimo ... a dire il vero ho ripassato così tanta roba oggi che preferire tipo andare a letto ... -
Vyech dovette capire l'antifona – No, non possiamo. Ci stiamo creando dei fantastici ricordi universitari, il genere di cose di cui parlano sempre i nostri genitori quando beccano un loro compagno di College. Io voglio quei ricordi. - disse con incredibile serietà.
- Beh, io potrei farcela anche senza ... - commentai con voce flebile, stroncato immediatamente da una sua occhiataccia.
Ok, mi ero arreso, non mi restava che continuare a seguirlo, sperando che il posto non fosse troppo lontano dai dormitori. Ero stanco e spossato, non vedevo l'ora di fare una doccia e scomparire sotto il confortante profumo delle mie lenzuola, a dirla tutta. Non solo ero reduce da cinque ore filate di lezioni complicatissime, ma come se non bastasse mia madre mi aveva tenuto al telefono per i trenta minuti successivi ... erano così deprimenti tutte quelle domande ... e quel tono preoccupato mi dava sui nervi.
- Eccoci! Ti avverto, mio padre è russo e come tale anch'io sono geneticamente propenso a non ubriacarmi mai indipendentemente da quanto alcool beva ... - stava facendo un po' il gradasso davanti al nostro pub quando improvvisamente il suo viso sbiancò del tutto. Lo guardai confusamente, chiedendomi che diavolo stesse succedendo, ma subito dopo mi sentii trascinare lontano, oltre l'edificio.
- Vyech, ma che cavolo ... -
- Emh, ho cambiato idea ... ora che ci penso non è poi così importante ... -
- Ma come, i ricordi del College ... quelle stronzate che andavi decantando ... -
Quello scosse la testa rapidamente – Lasciami perdere, a volte vado stroncato, per fortuna ci ho pensato da solo. - commentò prima di lanciare un'occhiata veloce a qualcosa oltre il muro dell'edificio. Guardai anch'io, ma non c'era nient'altro che un gruppo di ragazzi universitari che parlavano tra di loro.
- Vieni! Presto! Non farti vedere! - mi trascinò via prendendomi per il braccio, mi ritrovai a camminare con mille domande per la testa. Vyech era fuori come un balcone.
- Spiegami che cavolo sta succedendo ... sono davvero molto confuso ... -
- Quello era mio fratello con il suo gruppo! Mai intrecciare la loro strada – Vyech parlava a bassa voce nonostante ci fossimo allontanati parecchio dal pub – quei tipi sono la personificazione di satana! E Alexey non fa altro che mettermi in imbarazzo con chiunque a casa, immagina cosa sarebbe capace di fare qui al College ... non voglio iniziare l'anno così. Non voglio essere lo zimbello di tutti -
- Ah ... beh, quindi intendi evitarlo per tutta la tua carriera universitaria? E' questo il tuo grande piano? - osai prenderlo in giro, avevo capito che Vyech era uno di quelli che non se la prendeva.
- Perché no ... se può servire ad evitare la vergogna più totale ... e credimi, è quello a cui punta. Rendermi ridicolo davanti a tutto il College, oltre a fregarmi i miei risparmi ... lo fa in continuazione, è nel suo stile. Diventa anche peggio quando si coalizza con quei suoi amici pazzi. Per fortuna Roman è stato espulso l'anno scorso, adesso sono soltanto Alexey e Ren ... brr, non farmici neanche pensare. -
Parlava come un fiume in piena ed io ero così stanco da essermi perso praticamente dopo le prime frasi. Fissavo quell'immensa distesa verde sotto i nostri piedi in tralice, avevo voglia di sdraiarmici sopra e risvegliarmi l'indomani.
- Ok, che ne dici se diamo vita ad una nuova tradizione tu ed io? Al posto della birra ci saranno due succhi ... - Vyech stava rovistando nel suo zaino, poi tirò fuori due confezioni sul violetto – al mirtillo! -
- Mi sembra ottimo, almeno domani eviterò di vomitare in faccia al terribile professore di analisi che sembra uscito direttamente dagli inferi ... non sarebbe un modo carino di iniziare. -
- Concordo – commentò Vyech sorridendo adesso. Poi ci sedemmo lì, incuranti degli aloni impossibili da lavare che avrebbe potuto lasciare l'erba fresca sui nostri jeans. Tirai fuori ciò che rimaneva della mia merenda – due crostatine alle mele – comunicai – una merenda gloriosa per due persone fantastiche. -
- Stai delirando, amico! -
Risi, poi presi un po' di succo e lo mandai giù con un boccone di crostatina. Era una bella giornata lì alla Berkeley, il sole splendeva tra le fronde alte degli alberi che circondavano l'enorme parco. Mi persi nella contemplazione di quella gioventù spensierata che rideva e scherzava intorno a me, perfino Vyech stava dicendo qualcosa che doveva trovare assolutamente divertente.
Quella era la mia vita adesso e, per quanto continuassi a sentirmi fuori posto, dovevo comunque accettarla ... o almeno provarci. Abbozzai ad un sorriso anch'io, andava meglio così, cambiare aria mi stava facendo bene, potevo quasi sentire il mio stesso cuore battere un po' più velocemente del normale ... ero felice? No, forse semplicemente meno apatico di quanto non lo fossi stato per tutto il corso dell'ultimo anno.
Poi una folata di vento ci colpì in pieno viso portando con sé un profumo lieve ma persistente. Conoscevo quel profumo. Sgranai gli occhi mentre i battiti del mio cuore galoppavano in un crescendo spaventoso, automaticamente mi voltai verso quella direzione, con una lentezza tale da rendere ogni istante lunghissimo come un'era. Non poteva essere vero ... quante persone portavano quel profumo poi?
Dovevo essere completamente pazzo. Non c'era altra spiegazione.
Mi ritrovai in piedi senza poter controllare i miei passi, camminavo tra la gente unicamente guidato da quel profumo ... poi arrivò quella voce. La sua voce.
- Geniaccia, ci sono stato in segreteria ma nessuno può farci un cazzo a quanto pare. Non posso cambiare compagno di stanza perché tutte le stanze sono state occupate e nessuno vuole fare alcun cambio! Quando mai si è sentita una stronzata tale? Farebbero bene a dirmi che non hanno intenzione di svolgere il lavoro per cui vengono pagati. -
Tyler.
Era lì, maglietta bianca, jeans scuri che conoscevo fin troppo bene. Mi dava le spalle mentre gesticolava al telefono. Era più alto? Forse ... forse era soltanto la mia impressione. Qualcosa si frantumò dentro di me, doveva essere quello stesso cuore che aveva tentato disperatamente di riprendere a vivere. Ero smarrito, il mio corpo non rispondeva più al mio cervello, continuavo a camminare verso di lui.
Le mie dita si protendevano verso quella stessa spalla scossa da una risata lieve adesso, erano tremanti ma non riuscivano a mollare la presa su quell'incubo assurdo che dopo avermi divorato e poi vomitato via tornava a tormentarmi. Lo sfiorai appena e bastò quel gesto per mandare ogni cellula del mio corpo verso l'oblio più totale.
Si voltò verso di me lentamente, un attimo di smarrimento, il sorriso che aveva impresso sulle labbra si congelò non appena mi mise a fuoco. Tyler sbatté le palpebre due volte, i suoi occhi non mi avevano mai fissato in quel modo. Era perso, sconvolto, completamente smarrito.
Non riuscii a parlare, la mia mano rimase lì, adesso a pochi centimetri dal suo petto. Avrei voluto abbassare lo sguardo e correre via, il più lontano possibile da quell'incubo che si stava ripetendo. Nascondermi da qualche parte, dove Tyler non avrebbe potuto raggiungermi mai più, sarebbe stato meglio per entrambi se quell'incontro non fosse mai avvenuto. Ma i miei piedi rimasero lì su quel prato come se fossero stati legati con enormi blocchi di cemento, ancorati davanti a lui e del tutto incapaci di muoversi.
Tyler fu il primo a riscuotersi, fece qualche passo indietro, bastò un attimo per vederlo tornare il ragazzo glaciale che conoscevo.
– Wayright, è passato un casino di tempo, eh ... quindi hai scelto la Berkeley. -
Stavo male. Stavo molto più che semplicemente male. Avrei voluto urlare, forse così mi sarei svegliato da quell'incubo. Un anno. Era trascorso un anno dall'ultima volta e questo era tutto ciò che Tyler riusciva a dire. Fu quasi come tornare a sentire il dolore dei suoi pugni contro il mio stomaco, chiusi gli occhi ma quelle immagini non volevano andare via.
Mi portai una mano al volto, stavo tremando.
- Non qui ... - la sua voce era bassa, la sua mano cercò il mio polso, ma mi scostai con un gesto rabbioso.
- Non toccarmi. - lo avvertii con voce tremante. Avevo il groppo in gola, fissare quel suo viso dopo tutto quel tempo era straziante. Fu la voce di Vyech a farmi scattare, mi svegliò da quella paralisi in cui ero caduto.
- Ehi Chris! Che ti prende? Va tutto bene? -
I suoi richiami mi permisero finalmente di muovermi. Il suo viso era smarrito, lo vidi guardare Tyler per poi tornare a me, stava per aggiungere qualcosa ma fu allora che mi risvegliai del tutto. Camminai, poi finii per correre, filavo tra la gente come un fulmine.
Stavo scappando, era quello che sapevo fare meglio ed era l'unica cosa che avesse senso in quel momento. Non poteva essere vero, lui non poteva aver scelto la Berkeley ... avevo sempre pensato che fosse lontano, a New York, forse perfino in Europa.
Raggiunsi i dormitori e mi infilai nel primo bagno maschile che trovai. Il mio cuore batteva all'impazzata, sentivo il sangue premere sulle mie orecchie mentre mi tappavo la bocca per impedirmi di gemere.
Non puoi piangere, mi dissi, ma se devi gioire per averlo rivisto allora è meglio che tu pianga ogni lacrima che ti è rimasta perché non sei nient'altro che un fallito.
Ed io mi odiavo ... mi odiavo perché nei più reconditi abissi del mio cuore sentivo quella strana sensazione di sollievo farsi avanti, illuminare il resto con quella luce di stupida speranza.
La speranza ti ha distrutto, Chris ... quando inizierai a capirlo? Quando tornerai ad essere qualcosa di più di uno stupido illuso?
- Oh Dio! - stavo urlando, mi portai una mano alle labbra per tapparmele. Avrei voluto distruggere qualsiasi cosa, sfondare quella porta a pugni fino a farmi sanguinare le mani. Mi odiavo, ero un debole ... soltanto un debole.
- Wayright ... -
Un tonfo alla porta. Tyler era lì, con le spalle contro la porta ed il viso intriso di emozioni contrastanti. Avevo quasi dimenticato come suonava il mio cognome sulle sue labbra, quel tono secco ma terribilmente musicale.
- Voglio che tu te ne vada prima che faccia qualcosa di fottutamente sbagliato. - urlai stretto tra le mie stesse braccia che non riuscirono a trattenere la mia furia. Gli corsi incontro, stringendo i pugni pronto a distruggere quel suo viso perfetto come lui aveva fatto con me un anno prima. Tyler sfilò di lato, mi placcò stringendo le sue braccia contro la mia vita fino a sollevarmi da terra e bloccarmi contro il muro del bagno.
Troppo vicino. Sempre troppo vicino.
La distanza venne divorata dalla sua violenza, aprii le labbra contro la rabbia delle sue che ricoprirono le mie con terribile voracità. Lo baciai furiosamente, graffiandogli la pelle delle sue spalle con le mie unghie che conficcai dentro, in profondità. Tyler mugolò rabbiosamente, mi morse il labbro e lo succhiò fino a farmi male. Provai a spingerlo via, si staccò da me giusto in tempo per evitare la mia mano che si stava abbattendo furiosamente sul punto in cui fino ad un istante prima c'era stato il suo viso. Tyler piegò le labbra in un sorriso cattivo, il sangue scarlatto provocato dal morso che gli avevo inferto brillava sulla sua bocca e su parte del mento.
Che cosa stavo facendo? CHE COSA DIAVOLO STAI FACENDO?
Calciai via il suo corpo piegato sul mio in un gesto veloce quanto inaspettato. Tyler indietreggiò, portandosi le mani sull'addome.
Stavo andando via, camminavo all'indietro senza smettere di fissarlo neanche per un istante.
- Sei morto per me. Tu sei morto per me. - dissi febbrilmente prima di aprire la porta con una spallata e correre più in fretta possibile lontano da quell'incubo.
ANGOLO DELLE AUTRICI: Buon pomeriggio e buona domenica a tutti voi cari lettori e cari lettrici *-*
Vi avevamo già preannunciato un capitolo ricco di colpi di scena e in effetti ecco a voi la bomba tanto annunciata :P siamo felici di notare che molte di voi ci hanno preso! Inutile dire quanto il ritorno di Tyler fosse super atteso da tutti! (forse un po' meno da Chris ahah) povero piccolo ... vogliamo parlarne? Proprio quando sembrava essersene quasi fatto una ragione ecco qui che il caro (mica tanto) Bradbury torna allo scoperto! Si prospettano momenti ricchi di pathossss e non solo U_U beh, noi non vediamo l'ora di conoscere la vostra opinione sul capitolo. Nel prossimo ci saranno due pov inediti :D almeno fino a questo momento!
Kisssss
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