Capitolo 47
JJ
- Potrei abituarmi ... - Mormorò Lyonel stiracchiandosi ed abbracciandomi più stretto subito dopo.
Risi – Non è male, eh? Matt è rimasto fuori alla fine, ha persino disdetto il nostro appuntamento per colazione – spiegai appoggiando la testa sul suo petto – le cose con il suo ragazzo vanno benissimo, avremo camera libera molto spesso –
- Mi sembra un'ottima cosa – concordò accarezzando la mia schiena scoperta.
- Lo è – sussurrai – sta attraversando un momento difficile con Chris ... almeno la sua vita sentimentale non gli da problemi .–
A quel punto si sollevò lasciandomi cadere con la testa sul cuscino e spostandosi su di me, mi accarezzò la guancia con un dito, le nostre gambe erano intrecciate.
- Come sta? – Domandò preoccupato, anche lui era rimasto basito da quello che aveva sentito sul conto di Chris da me e Matt.
- Ancora saldamente in pugno ad Alexey e Ren, sta perdendo la ragione, di questo passo il suo cervello sarà bello che fritto ... - Mormorai spostando i miei pensieri a quei due e rabbuiandomi di conseguenza.
- E tu? Come stai?- Mi chiese cogliendo la mia espressione – ancora nulla da parte sua? –
Io sorrisi appena – Non credo ci sarà mai niente da parte sua ... lui è fatto così, probabilmente sono il suo peggior nemico adesso, sta persino usando Chris come ripicca nei confronti di Matt per avermi ... beh, traviato credo, o qualunque cosa crede che Matt mi abbia fatto per farmi diventare tanto ... indipendente dalla sua volontà. –
Lo vidi scuotere la testa – E' davvero incredibile, insomma tutto questo casino perché stai con me? Arriva addirittura ad essere meschino con gente che non c'entra nulla ... cosa pretendeva, che tu restassi solo per il resto della tua vita come lui? E' una cosa un po' egoista ... -
- Lui lo è parecchio ... - dovetti ammettere – credo che sia stato perché ho dato a te l'esclusiva ... ti ho messo su un altro livello, capisci? C'era una sorta di promessa fra di noi ... di accordo, eravamo la costante l'uno dell'altro in qualche modo ... -
Lyonel rimase in silenzio per un momento a riflettere, poi mi si avvicinò con il viso, la distanza era minima, non chiuse gli occhi mi guardava dritto, riuscivo a sentire il respiro delle sue labbra, mi baciò – Forse ho sbagliato a giudicarlo ... forse non è egoista ... forse ti ama e basta, a modo suo di certo deve essere così –
Quelle parole mi colpirono, anche la naturalezza con cui Lyonel fece quella deduzione, come se fosse tanto ovvio, eppure io non avevo mai pensato ad un eventualità del genere. Ren poteva amare? Mi ero convinto che fosse impossibile, che la sua stessa natura viaggiasse in una strada parallela a quella dell'amore e che non si sarebbero incrociate nemmeno fra un milione di anni. Ma forse ero stato io quello cieco, mi ero fatto abbagliare dalle sue parole, dalla sicurezza nelle idee che mi inculcava in testa, forse la vera natura della gelosia di Ren era un'altra.
Tutte le volte che aveva cercato sicurezze nel nostro strano rapporto, in cui mi aveva imposto di lasciare i tipi con cui mi vedevo, il suo tono infastidito quando parlava di loro, persino il comportamento tenuto nei confronti di Mark. Ren non era geloso come un amico, forse lui aveva ragione in fin dei conti, in uno strano modo noi due non eravamo per niente amici, eravamo qualcosa di più, lo eravamo stati fin dall'inizio.
- Non te n'eri accorto, vero? – Chiese Lyonel con un sorriso e mi scompigliò i capelli sdraiandosi accanto a me – è questo che adoro di te, JJ ... sei talmente ingenuo e buono che non ti è mai venuto in mente un raggiro del genere! Io invece l'ho capito subito, sai ... che lui potesse provare qualcosa per te ... da quello che mi hai raccontato di voi, lui è stato molto astuto, ti ha avuto per sé senza neanche dover tradire quello che andava professando ... anche se ha dovuto accettare dei compromessi. –
Mi sollevai a sedere nel letto – non so ... non credo sia possibile, insomma si parla di Ren, non può essere vero, non può esserne consapevole ... forse quello che hai capito tu sfuggiva ad entrambi ... -
- Può darsi ... ma adesso deve essergli chiaro, altrimenti non sarebbe così arrabbiato con te, non credi? –
Quel discorso mi accompagnò per tutto il giorno, a lezione, a mensa, durante le file, persino nei miei vaghi momenti di studio, quella consapevolezza cominciava a schiacciarmi. Ren provava qualcosa per me? Ed io? Io cosa provavo? Era davvero solo il mio migliore amico? Gli avevo permesso di monopolizzare il mio mondo così in profondità che a mente lucida ne avevo paura, perché lo avevo fatto? Solo nell'astrazione dei miei pensieri riuscivo a mettere a fuoco Ren come lo vedevano tutti, ma nel momento in cui lo incontravo, nel momento in cui lo guardavo, lui brillava ancora, era ancora ... Ren ...
Finivo sempre per pensare a lui, a vedere solo quello che mi mancava di più, solo quello che mi aveva dato e non tolto.
Fu allora che mi destai, fermandomi nel bel mezzo del corridoio, dovevo smettere di pensarci di continuo, forse Lyonel aveva ragione, forse c'erano dietro più incomprensioni e malintesi che altro nella fine del mio rapporto con lui, ma non volevo tornare indietro.
Proprio in quel momento vidi passare Edward a qualche metro da me, non pensai lo seguii e basta, quando si diresse in bagno io feci altrettanto e chiusi la porta dietro di me, intrappolandoci entrambi lì.
Quello si voltò trasalendo e quando mi vide la sua espressione preoccupata non mutò, cercò di raggiungere la porta ma io mi parai davanti, avevo visto Ren farlo con molta gente, lo avrei spinto a parlare. Era ora di levare qualche nome dalla lista dei casini dei miei amici, almeno quelli che mi erano rimasti.
- Dobbiamo parlare – dissi chiaramente.
Quello distolse lo sguardo – Non credo proprio ... fammi uscire .–
Io scossi la testa scocciato – Adesso basta, Edward ... dico davvero, basta stronzate ... credi di poter fregare me? Hai una vaga idea da quanti anni conosco quei due? Riconosco ad un chilometro quando hanno in mente qualcosa ... e fidati, adesso ce l'hanno ... e tu mi dirai cos'è. –
- Non so di cosa tu stia parlando – rispose scuotendo la testa – se sei qui per una sorta di scenata di gelosia risparmiami.... Lui fa quello che vuole, non devi di certo venirti a lamentare con me .–
Per un momento restai basito, lui? Doveva trattarsi di Ren, perché diavolo tutti presupponevano di aver capito quello che c'era fra di noi. Anzi, che c'era stato, perché ormai quel capitolo si era concluso.
- Non parlo di Ren, idiota – lo corressi – parlo di te e del nuovo ingresso nel gruppo, tutto ad un tratto lui ti tratta come se fossi degno di tale attenzione ... avanti ... cosa hai fatto? – chiesi ringhiando – guarda caso Alexey e Ren avevano un grosso problema, volevano che Chris si unisse a loro, Alexey voleva portarlo via a Tyler, voleva che uscisse con lui ... - i suoi occhi saettavano da un angolo all'altro della stanza mentre io mi avvicinavo sempre di più inchiodandolo alla parete, come un topo – e poi succede ... Tyler e Chris si lasciano da un giorno all'altro e tutto va secondo i loro piani ... e tu ... cominci ad uscire con Ren, fai l'amico con Chris ... la fottuta famiglia del mulino bianco ... avanti Ed, ti prego, spiegami cosa mi sono perso .–
- T-tu ... sei pazzo – la voce gli tremava eppure non provai pietà per un tale verme.
- Non esci di qui finché non parli, dovessi farti sputare i denti insieme alle parole – ringhiai, ero così arrabbiato, gli afferrai la mandibola e strinsi forte le dita sulle sul guance – parla! – urlai.
Scoppiò a piangere, le lacrime bagnavano il suo viso copiosamente – Mi dispiace! – Singhiozzò affranto – io ... non volevo ... io .... Tu non sai quanto gli dovevo ad Alexey ... non avrei mai potuto pagare il mio debito. Dopo che sono stato messo in panchina la mia borsa di studio sportiva è andata a farsi fottere ... non sarei mai potuto restare qui. –
- Alexey ... ha pagato per te? – Chiesi per un attimo stordito.
Lui annuì – Sì, gli devo tutto, gli devo il mio posto in questo College, non volevo rinunciare! Non volevo parlarne con i miei, se mio padre sapesse che non gioco più da titolare ... -
Cercai di riacquistare la calma – E così hai fatto qualcosa per loro, giusto? –
Quello annuì tremante – Era l'unica cosa da fare. Ha detto che avrebbe considerato tutto okay dopo ... che questo favore avrebbe pareggiato i conti perché lui avrebbe avuto quello che desiderava ... - cercò di coprirsi gli occhi con le mani – mi dispiace per il tuo amico, io non credevo ... che sarebbe successo tutto questo. –
- Cosa hai fatto? –
Quello tornò a guardare a terra – Non posso dirlo ... non ... -
- Ti ho detto, cos'hai fatto?! – insistetti.
- Mi hanno solo detto di mentire! – rispose alla fine terrorizzato – se scoprissero che ... ho parlato con te ... loro –
- Perché – lo interruppi alla fine, una parte di me non voleva fare quella domanda, ma l'altra ne aveva un disperato bisogno – Ren ha cominciato ad uscire con te? –
- E' successo dopo ... quando Chris e Alexey hanno cominciato a frequentarsi ... è venuto da me ... - stava bisbigliando – sai ... io ... lui a me ... è sempre interessato – lo sapevo, Edward aveva una cotta per Ren da molto tempo, Alexey si era premurato di far giurare al suo amico che non avrebbe mai sedotto e fatto soffrire Edward, anche se adesso cominciavo a credere che l'unico motivo per cui Ren avesse mantenuto la parola fosse perché io non sopportavo Edward e non voleva ferirmi – è stato lui ha chiedermi di uscire ... ha detto che ero stato bravo con Chris, che gli ho dato una mano ... che .–
- Meritavi un premio? – Sapevo di avergli tolto le parole di bocca, era così tipico di Ren, far passare ogni suo gesto come una concessione massima, come se lui non ne ricavasse nulla o come se non lo volesse.
- Lui mi piace ... mi piace stare con lui – non mi guardava in faccia mentre lo diceva – prima non mi avrebbe mai cercato ... visto che tu mi detestavi ed eravate tanto in simbiosi ... ma ora ....beh, è il mio turno. –
- Ci vai a letto? – smettila JJ, smetti di farti del male con quelle domande.
- Consci qualcos'altro che possa fare con Ren? – disse quello con una tale brutalità da farmi salire un conato di vomito – non so cosa ci sia stato fra voi, cosa facevate ... quanto eravate intimi ... ma ti aggiornerò su come stanno le cose adesso ...lui è fuori di testa, è sempre fatto di qualcosa come il suo coinquilino, Vyech ha tagliato la corda e presto pure Alexey si accorgerà che la speranza ha tolto le tende. Io e lui facciamo sesso, questo è quanto, provare ad iniziare un discorso su un altro piano è pura utopia ... io ci sto perché lui mi piace e perché finché non si stanca non credo neanche di poter avere il diritto di tirarmi indietro ... sono bloccato .–
- Sei solo una merda – sibilai – vattene via ... -
- Cosa? –
- VATTENE! – urlai.
Edward si staccò dalla parete mentre le lacrime bagnavano il mio viso senza che riuscissi a fermarle, finché mi restava abbastanza forza in corpo composi il numero di Matt, c'era la segreteria, doveva essere ancora a lezione.
- Matt ... Edward ha vuotato il sacco ... devi dire a Chris che lui ha mentito, c'è qualcosa di fondamentale che ha detto ma erano menzogne. Alexey lo ha costretto per ripagare un debito ... devi dirgli di non credere .... Sono tutti bugiardi .–
In serata quando tornai in camera mia mi gettai sul letto tramortito, mi sentivo annientato come non mi capitava da tempo, fu come essere tornato all'inizio della storia. Non ne stavo affatto uscendo ma anzi, ero sempre più impantanato in quella situazione, come se fossi nelle sabbie mobili ed ogni movimento mi faceva solo finire più affondo. Le ultime rivelazioni di Edward non volevano lasciare la mia mente, tutto quello che riuscivo a pensare aveva il nome di Ren, ogni avvenimento era riconducibile a lui, ero sovraccarico. Mi sforzai persino di pensare ad un motivo per cui odiavo quel ragazzo, un motivo alla base per cui Edward mi era così ostico, ma di nuovo usciva fuori il nome Ren. Chiusi gli occhi sperando che il sonno mi cogliesse e cancellasse tutti quei pensieri.
Fui svegliato ore dopo da un suono costante, aprii gli occhi debolmente e notai che la sveglia segnava le tre e mezza di notte, vidi il vibrare del cellulare continuare ad insistere sul comodino, così lo presi. Doveva essere urgente, chi potrebbe mai chiamare a quell'ora? Rabbrividii.
REN.
Era questo il nome nel display, per un istante pensai di ignorare la chiamata ma il mio cuore fu più svelto del mio cervello ancora mezzo addormentato, il mio dito schiacciò l'icona verde.
- Pronto? – sussurrai.
Silenzio dall'altra parte, anzi, non era proprio silenzio, potevo sentire qualcosa, il suo respiro, regolare e profondo, leggermente rantolante.
- Ren? – Provai a chiamarlo, nel tentativo di farlo parlare, di capire se fosse cosciente o meno.
Sapevo che non lo era, doveva essere fatto da morire per essere arrivato al punto di chiamarmi, il suo istinto di autoconservazione doveva aver tentato il tutto per tutto. Diceva sempre che non aveva più dormito bene dalla morte dei suoi ma che, stranamente, quando dormivamo insieme il sonno lo coglieva sereno. Non potei fare a meno di chiedermi come avesse dormito tutte quelle notti ... che pensiero patetico.
- Dimmi qualcosa, ti prego ... -
Ma non disse nulla, dopo altri pochi secondi la chiamata si chiuse e non ce ne fu un'altra per tutta la notte, anche se rimasi ad aspettarla fino alle prime luci dell'alba. Che uomini patetici che eravamo ... peccato non ne fossimo consapevoli.
CHRIS
Non era così che avrei immaginato il mio primo anno fuori casa, invece ero di nuovo lì, sempre sulla stessa strada che avevo così duramente cercato di superare. L'alcol mi aveva reso triste quella sera, era quella la fregatura del bere, non sapevi mai come ti saresti sentito dopo, se euforico o terribilmente spento, così mi sollevai dallo sgabello, sotto le occhiate curiose di Ren ed Edward.
- Dove vai? - Mi chiese il primo.
- Non lo so, non ho più voglia di stare qui ... - biascicai, con una voce impastata e bassa che non mi apparteneva. Quanto avevo bevuto? Perché non ero neanche ubriaco?
- Ce la fai a tornare al campus da solo? - Edward mi fissò attentamente, ma fu Ren a tranquillizzarlo.
- Ormai Chris è una spugna, a furia di uscire con noi ha imparato a bere come si deve. Starà una favola ... -
Non barcollavo, non stavo neanche male eccetto per un lieve mal di testa che iniziava a farsi strada. Era stato un pomeriggio strano quello, ci eravamo incontrati per bere qualcosa e fumare, Alexey non c'era, i suoi genitori erano in zona così avevano deciso di portare i loro figli a cena fuori. Mi resi conto di passare ormai un sacco di tempo con lui, tanto che adesso trovandomi da solo non sapevo che fare. Ero così privo di idee, come un involucro vuoto che necessitava di qualcuno per muoversi e fingere almeno di vivere. Mi strinsi nel mio cappotto e mi incappucciai, la strada verso il campus era breve ma aveva iniziato a piovere e camminare stava diventando difficile. La pioggia si fece sempre più fitta, così nel giro di qualche secondo la situazione peggiorò talmente tanto che fui costretto a fermarmi, corsi verso la pensilina della fermata più vicina, anche se ero ormai inesorabilmente fradicio.
Guardai il cielo farsi sempre più cupo, mentre grosse nuvole grigie ricoprivano quella poca luce rimasta. Non so per quanto tempo rimasi a fissare quello scenario desolato e surreale, ma fu la vibrazione del mio cellulare in tasca a riscuotermi dai miei pensieri altrettanto malinconici. Era Alexey e la cosa mi sorprendeva, perché mi stava chiamando?
- Ehi ... - presi il cellulare e rimasi in attesa.
- Ehi! Come va? Che stai facendo? Questo pranzo si è proteso all'infinito, non sai quanto vorrei scappare ... sei con Ren tu? -
- No, l'ho salutato poco fa, adesso sto tornando a casa.-
- Va tutto bene? Sento un casino assurdo, sei ancora fuori? -
Mi guardai intorno, la pioggia scrosciava all'impazzata intorno a me, c'era una tempesta in arrivo ed io come al solito non avevo nulla con cui ripararmi. Mi imbambolai ancora e di nuovo fu la voce di Alexey a riportarmi lì.
- Non c'è un locale dove puoi andare? Almeno per evitare di bagnarti visto che sta piovendo .-
- Alexey, perché hai telefonato? -
Un attimo di silenzio dall'altra parte, poi lo sentii ridere appena, nervosamente.
- Che vuol dire perché ho telefonato? Non posso farlo? Oggi non ci siamo visti e so che di solito passiamo il pomeriggio a cazzeggiare insieme e mi chiedevo che stessi facendo, tutto qui ... -
Forse era soltanto preoccupato per me, per la mia debolezza, dovevo sembrare una piccola creatura pietosa da accudire, qualcuno che da solo non avrebbe mai potuto farcela. Non mi importava, non riuscivo a fare di meglio al momento.
- Chris? Stai bene? Avete bevuto parecchio come ogni pomeriggio? -
- No, mamma. -
- Fanculo. Allora ci vediamo stasera? -
- Se capita ... -
Alexey sbuffò - Ricevuto. Sai dove trovarmi se ti venisse voglia di divertirti un po'. -
Come ogni sera, anche quando sembravo decidermi a stare in stanza alla fine qualcosa mi spingeva di nuovo da lui. Ero un bel casino, senza dubbio. La chiamata si interruppe e riposi il cellulare in tasca. Non aveva smesso di piovere, anzi la situazione era anche peggiorata, se possibile, in strada non era rimasto più nessuno, eccetto una figura in lontananza.
No, non può essere, pensai, ed invece era possibilissimo. Il destino sa proprio essere ironico a volte, forse perfino crudele. Un tonfo al cuore, ma i miei piedi erano immobili e pesanti come due blocchi di cemento. Quante fottute probabilità potevano esserci di incontrare proprio lui, esattamente in quel momento?
Tyler stava imprecando mentre trovava rifugio sotto la pensilina, a meno di mezzo metro da me. Tuttavia non mi notò subito, era troppo preso dalla busta di carta che reggeva in mano, zuppa di acqua e ormai a brandelli. Lo vidi tirare fuori i suoi acquisti e portare gli occhi al cielo per l'esasperazione, soltanto in quel preciso istante capì di non essere solo.
Era bello essere in vantaggio, avere almeno avuto il tempo di prepararmi psicologicamente prima di un incontro del genere, beneficio che a Tyler non era stato concesso. Eppure questo non rendeva le cose più semplici neanche per me. Soltanto vederlo mi provocava una rabbia incontenibile, pensarlo a letto con Edward mi faceva rivoltare lo stomaco, qualcosa bruciava dentro il mio petto e divampava nell'incontrare il suo sguardo che si faceva di ghiaccio. Non volevo tremare, ma non potevo impedire al mio corpo di farlo. Volevo andare via, scappare il più lontano possibile da quegli occhi così pieni di risentimento e freddezza, eppure i miei piedi non si muovevano, erano piantati a terra e ancora una volta non potei farci nulla. Non tentennò stavolta, lasciò perdere la busta e mi fronteggiò, ancora una volta lui era il bullo della scuola, io la vittima.
- Perché lo hai fatto? -
Una sola domanda, Tyler sembrava sovrastarmi, spingendomi a retrocedere verso la parte interna della pensilina fino a toccarne la plastica con le spalle. In trappola con l'unica persona che non avrei mai più voluto intorno. Flash su flash, rividi il suo volto sconvolto incontrare il mio e poi quello di Alexey, quella dannata notte di una settimana prima, lo vidi in quella macchina, il viso duro, gli occhi glaciali, mentre mi diceva che avrei trovato un altro ...
- Vattene, lasciami in pace. - stavo tremando, ero solo uno stupido frignone intimidito dalla persona meno degna della terra. Come poteva chiedere spiegazioni a me? Dopo tutto quello che mi aveva fatto ...
Feci un passo in avanti ed immediatamente Tyler si fece più vicino, le sue mani erano appoggiate ai lati del mio corpo adesso, contro la parete. Ero in trappola e perfino respirare stava diventando difficile.
- Non capita spesso di trovarti da solo, quindi sappi che ne approfitterò per cercare di capire ... -
- Che ti importa? - Non volevo guardarlo, mi sentivo annegare mentre quelle dannate scene mi tornavano in mente. Strinsi con forza i pugni tanto da trafiggere la carne dei miei palmi con le unghie. Quel dolore mi impediva di cedere definitivamente di fronte al suo sguardo smarrito.
- Voglio solo capire perché lo hai fatto ... -
- E tu invece? - La mia voce salì di un'ottava, non riuscivo più a trattenere quella rabbia convulsa che tentava disperatamente di squarciarmi il petto - Tu perché lo hai fatto? Pensavo di essere abbastanza, credevo che fossi l'unico per il quale tu ... - ero patetico, stavo piangendo.
- Di che parli? Che cosa avrei fatto? -
- Stai soltanto fingendo! - Stavo urlando, provai a spingere via il suo corpo da me, ma la presa di Tyler era ferrea, mi dibattevo disperatamente tra le sue braccia mentre una rabbia spaventosa mi travolgeva - Perché devi continuare a prendermi per il culo, dannazione!! Credi che non lo sappia? Pensi che nessuno sarebbe venuto a dirmi come stavano le cose? Ti sbagli! -
- Come stavano le cose? - Tyler mi fissava smarrito ed incontrare quello sguardo non fece altro che mandarmi ulteriormente fuori di testa. Eccolo, mi dissi, eccolo che nega tutto.
- Ammettilo, Cristo! Ammettilo, almeno dimmi la verità! Smettila di negare tutto come se fossi un idiota! Perché non lo sono, voglio sentirlo dire dalle tue labbra, bastardo! Voglio che sputi fuori la verità una volta per tutte se ne hai il coraggio. -
- Tu sei pazzo ... - Tyler stava ridendo istericamente - davvero, sei strafatto e io stento a riconoscerti. -
Era troppo, lo spinsi via, stavo urlando, sentii la pioggia gelata abbattersi su di me mentre tentavo disperatamente di correre via da lui, ma la sua mano si strinse veloce intorno al mio polso, costringendomi di nuovo a retrocedere con la forza. Stavo per cadere, avrei preferito trascinarmi a terra piuttosto che affrontare quella finta espressione di smarrimento che vidi apparire subito dopo sul suo volto fradicio.
- Chris ... dimmi che cosa diavolo pensi che io abbia fatto! -
- Basta! Lasciami! - gridai, le sue braccia mi stavano stringendo spasmodicamente, poi mi spinsero contro il muro di un locale ed il colpo mi fece boccheggiare dal dolore. Tyler era fradicio e stanco, avrei voluto ucciderlo se soltanto fossi stato forte abbastanza da sciogliermi da quella presa.
- Adesso ti calmi, poi torniamo al campus. -
- Io e te? - avrei voluto vomitare - dopo quello che è successo? Preferirei morire! -
Vidi la furia nei suoi occhi mentre la sua presa si rinsaldava sulle mie spalle- Che cosa cazzo avrei fatto? Me lo vuoi spiegare? Perché diavolo mi stai odiando così? Quale orribile azione avrei commesso per spingerti a finire a letto con quella merda? Ok, ho fatto lo stronzo, ti ho mollato ancora una volta, ma sbaglio o sei stato anche tu a dire che le cose non potevano funzionare tra noi due? Quindi di che cosa stiamo parlando? Che diavolo avrei fatto di così irrimediabile, Chris? Devo saperlo, perché sto impazzendo -
Lo guardai dritto negli occhi mentre tiravo fuori quelle parole in un sussurro che però sembrò risuonare come un urlo a squarciagola.
- Tu ed Edward. -
- Io ed Edward cosa? Edward chi? -
- Bastardo, sei un bastardo! - Urlavo, scalciavo, seppi di averlo colpito ma non riuscii a muovermi ulteriormente, Tyler mi spinse via con rabbia prima di afferrarmi di nuovo per il cappotto per poi sbattermi ancora al muro.
- Ti odio! Vorrei che tu non fossi mai riapparso nella mia vita, vorrei che te ne fossi rimasto dove diavolo eri, lontano da me! Invece no! Tu continui a ferirmi con la tua presenza, adesso fingi anche di non saperne niente, come se fossi io il pazzo tra noi due! Tu mi hai soltanto usato e mi stava anche bene, perché pensavo di essere l'unico che meritasse un trattamento simile da parte tua! Invece è uscito fuori che mi sbagliavo anche su questo ... tu ed Edward ... mi viene da vomitare! Mi hai rovinato la vita. Te ne rendi almeno conto? Dio, perché non puoi sparire per sempre? Perché non potevi semplicemente morire come tuo fratello? -
Le mie grida riecheggiarono per un attimo infinito prima che il silenzio più assoluto ricadesse su di noi, interrotto soltanto dal lento battere della pioggia. Tyler aveva mollato la presa, ma io non riuscivo a smettere di gemere e piangere senza che fossi capace di muovermi. Rimasi a fissare il suo viso pervaso da mille emozioni diverse mentre sentivo il mio stomaco stringersi in una morsa dolorosissima. Che cosa avevo detto? Perché avevo tirato fuori Caleb in quel modo? Non ero riuscito a trattenermi, vederlo fingere di non saperne niente aveva tirato fuori la parte peggiore di me.
Aprii la bocca per dire qualcosa, benché non sapessi cosa di preciso, ma lo sguardo glaciale di Tyler mi impedì perfino di respirare. Era amareggiato, lo avevo ferito davvero quella volta, questo potevo comprenderlo anch'io. Non provai dispiacere o almeno quello era ciò che mi piaceva pensare. Tyler abbassò il capo, non mi guardava più adesso, non gli importava neanche della pioggia che continuava a cadere fitta, avrebbe preferito trovarsi nel bel mezzo di un tornado piuttosto che rimanere bloccato lì con me per un secondo in più. Lo capivo, ma non riuscii a distogliere lo sguardo dalla sua schiena, adesso sempre più lontana.
La guerra era finita e capii che entrambi ne eravamo usciti terribilmente malconci. Non mi scusai, non serviva a nulla, volevo soltanto andare a rintanarmi lontano da lui, al buio, dove sarei potuto rimanere da solo con la mia vergogna e adesso con quel nuovo senso di colpa che mi attanagliava il petto. Come avevo potuto parlare di suo fratello morto? Che cazzo c'era di sbagliato in me?
Ero bagnato fradicio e tremavo terribilmente, ma non mi importava. Sperai di ammalarmi perché era soltanto un pizzico di tutto il male che meritavo. La moquette della stanza si stava inzuppando velocemente ed ancora una volta non feci nulla per impedire a quel casino di espandersi, mi limitai a gettare via i miei indumenti talmente bagnati che mi si erano appiccicati addosso e senza neanche rendermene conto mi mossi. La sua felpa era rimasta nel fondo del mio armadio come una sorta di reliquia macabra, qualcosa che non si vorrebbe avere intorno ma di cui non ci si può liberare tanto facilmente, capii che era arrivato il momento di tirarla fuori.
La strinsi forte contro il mio petto, quel profumo, il suo profumo, mi stava già confortando ... che stupido che ero, come potevo sentirmi meglio se avevo soltanto dato il peggio di me? Ero rimasto solo, quella era la realtà dei fatti, che Tyler mentisse o meno poco contava, stavolta avevo fatto centro. Certe parole non potevano semplicemente essere dimenticate ...
La sua felpa era morbida e calda, per un attimo mi sembrò di trovarmi ancora tra le sue braccia, indietro nel tempo, quando la mia stupidità mi diceva che tutto sarebbe andato bene, che per ogni cosa c'era sempre una piccola speranza. Non per noi due. Per me e Tyler quella speranza non era mai esistita, adesso lo vedevo più chiaramente che mai. Non mi era rimasto nulla all'infuori delle lacrime che scivolavano bollenti sulle mie guance e di quella felpa calda che stavo indossando mentre mi accucciavo contro il materasso e speravo che quel giorno volgesse al termine.
Non so se riuscii davvero a dormire o se piuttosto fossi caduto in uno strano torpore senza sogni, mi alzai da lì completamente intontito, sentivo la mia testa pulsare dolorosamente ed un rumore di sottofondo che cresceva attimo dopo attimo. Qualcuno stava bussando alla porta con forza. Quel suono era disturbante, come una martellata al centro del cranio, mi spinsi fino alla porta aprendola subito dopo per far smettere quel dannato rumore.
Matt era davanti a me, trafelato come sempre
- C-che ore sono? Non è il momento, Matt ... davvero ... -
- Lo è invece. Ti devo parlare. Sei da solo? -
Opporsi non sarebbe servito a niente capii, né avevo le forze per litigare ed impedirgli di entrare in stanza. Lo vidi oltrepassarmi, la sveglia sul mio comodino segnava le ventitré e quaranta ed io mi chiesi che cosa diavolo volesse da me a quell'ora.
- Senti, non sono dell'umore per discutere oggi, voglio soltanto tornarmene a letto, non mi sento un granché. -
- Devi ascoltarmi invece. JJ ha parlato con Edward, sapeva che c'era qualcosa sotto in tutta questa storia tra te, Tyler ed Alexey. -
Non capivo, non riuscivo neanche a pensare lucidamente, guardai Matt - per favore, non stasera ... -
- Ma non capisci? Edward doveva dei soldi ad Alexey! Alexey lo ha manipolato per inventarsi qualcosa che potesse aiutarlo ad averti! Qualsiasi cosa ti abbiano fatto credere sappi che è una menzogna e che ti hanno manipolato per tutto questo tempo. -
Ci ero arrivato anch'io a quel punto, le parole di Matt non facevano altro che confermare lo smarrimento sul volto di Tyler quello stesso pomeriggio.
- Chris? - Matt era in attesa
- Cosa? Cosa vuoi che faccia? Cosa vuoi che cambi ormai? -
- Cosa voglio che cambi? Ma questo cambia tutto, dannazione! Sei stato preso per il culo, quelli che credevi fossero i tuoi amici non hanno fatto altro che tradirti pur di ottenere ciò che volevano! -
- Lo so, Matt ... lo so ... - ero stanco, terribilmente stanco. Dovevo essere irriconoscibile davanti ai suoi occhi, glielo leggevo in viso, forse avrei dovuto dare di matto per farlo felice, ma non ce la facevo.
- Non sei incazzato? Ti hanno spinto ad odiare Tyler ... a prendere le distanze. -
No, non era proprio così, in fin dei conti a Tyler era sempre risultato terribilmente facile farsi odiare da me, ma dovevo ammettere che la loro menzogna era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Se non avessi pensato che Tyler fosse andato a letto con Edward non avrei mai avuto né la forza, né la rabbia necessaria per fare quello che avevo fatto. Non sarei caduto in basso, ma non sarei neanche cambiato, avrei percorso ancora la stessa strada che non mi avrebbe portato da nessuna parte.
- Vorrei stare da solo adesso ... - Matt stava per aggiungere qualcosa ma fui più veloce stavolta - ti prego, ci penserò, saprò cosa fare, ma per favore adesso lasciami da solo. Ti ho ascoltato, tranquillo. -
Capii che Matt non era soddisfatto dalla mia reazione, di certo si aspettava qualcosa di diverso, avrebbe preferito vedermi andare su tutte le furie, ma le sue aspettative erano andate deluse per quella volta. Non avevo neanche la forza per incazzarmi, avevo dato di matto abbastanza per quel giorno ... forse era così che doveva andare, un giorno vieni ferito, il giorno dopo sei tu a ferire qualcuno. Pensai che fosse giusto impiegare la poca energia che mi era rimasta a preservarmi da ulteriori delusioni. Era il momento di attaccare e smetterla di subire
ANGOLO AUTRICI:
Carissime! Ci siamo decisamente lasciate alle spalle il bel capitolo passato ed adesso possiamo crogiolarci nel dolore di questi nuovi pov XD come dobbiamo fare con questi due irriducibili giovincelli? Chris non sembra più interessato alla verità! Sembra ormai privo di ogni spinta verso la cosa giusta e pienamente intenzionato ad annegare da solo! JJ invece si ritrova a dover aprire gli occhi, davati ci sono evidenze tanto grandi che stanno smuovendo la sua mente, se dovesse davvero rendersi conto di quello che lo circonda? Come reagirà? E questa telefonata notturna? Cosa nasconde secondo voi? Ce ne saranno altre? Vi aspettiamo come sempre e vi ringraziamo per l'attenzione! Al prossimo capitolo!
Un bacio
BLACKSTEEL
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