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Capitolo 40




SCOTT


- Sto per partire, avrai casa libera per qualche giorno in caso volessi portare qui un certo biondino di mia conoscenza - feci notare a Nik, ottenendo subito una sua risata.
- Vedremo se sarà possibile, sempre con la massima discrezione. Vai a risolvere le cose con Lewis? - mi chiese quello subito dopo, non c'era più alcuna parvenza di ilarità nella sua voce adesso.
Risolvere le cose ...
- Devo provare a comportarmi decentemente, Nik. Tutto qui. Avevo promesso che non ci sarebbero più stati problemi tra di noi ma a quanto pare ho fallito ancora una volta.
- Va a rimediare, Scott. Non è ancora troppo tardi. Buona fortuna, ci sentiamo domani ... -
Salutai il mio amico e a quel punto non mi rimase che prendere il piccolo borsone che avevo preparato per quella occasione. Era venerdì sera, sarei stato via fino a domenica pomeriggio per poi tornare in campus per le lezioni. Non solo per quello, quella stessa mattina Max Lindberg avrebbe tenuto una conferenza con i miei alunni ed io sapevo che la scelta non era stata casuale. Aveva deciso di venire alla Berkeley per me ... sarebbe stato saggio non farmi vedere affatto da parte mia, eppure sapevo che non era così semplice, non si poteva sfuggire ad uno come lui.
Spensi le luci del salotto, poi aprii la porta e me la richiusi alle spalle un attimo dopo. Soltanto quando fui sul pianerottolo di casa mi resi conto che stava piovendo fitto, ma non era un problema, l'auto era a pochi metri di distanza. Corsi in quella direzione, ben attento ad evitare le pozzanghere che si erano formate a terra, avevo le mie solite scarpe classiche e bagnarle sarebbe stato un problema. Stavo per montare in auto quando una figura che dapprima non avevo notato apparve nel mio raggio visivo.
- Juri? - la mia voce era sorpresa perfino alle mie stesse orecchie.
Juri se ne stava in penombra, nella parte della strada dove la luce dei lampioni non riusciva a penetrare a dovere. Aveva il cappuccio di una felpa nera tirato su parte del viso, a lasciare scoperte unicamente quelle labbra che avevo subito riconosciuto. La pioggia cadeva su di noi ritmicamente, Juri era bagnato fradicio, segno che doveva essere lì fuori da parecchio tempo. Andai verso di lui, toccando la stoffa fradicia della sua felpa.
- Che ci fai qui? Perché non ti sei messo al riparo? -
- I-io ... non riuscivo più ad aspettare di sentirti. Avevi detto che ti saresti fatto sentire, che avremmo potuto parlare ... invece stavi andando via, stavi andando da lui ... -
- Lui è il mio ragazzo - chiarii per la centesima volta da quando avevo conosciuto Juri. Toccandogli la mano mi resi conto che era gelida, non potevo piantarlo lì. Sospirai, trascinandomelo dietro un attimo dopo, dritti verso casa.
- Ed io non sono una persona che molla il colpo ... -
- L'ho notato ... - purtroppo, avrei voluto aggiungere, ma qualcosa mi disse che era meglio non peggiorare le cose - sta fermo qui, non grondare acqua sul parquet. Vado a prendere il mio accappatoio, dovresti toglierti i vestiti o prenderai la febbre. -
Ed eccomi ancora una volta a cedere, pensai, mentre rovistavo tra la mia biancheria in camera da letto. Ok, non lo avevo chiamato, ma perché farlo se non sapevo neanche cosa dire? Ho scelto Lewis? Come se si potesse voltare le spalle ad un tipo come Juri poi! Anche volendolo non sarebbe stato così semplice, il suo comportamento di quella sera mi dava ragione.
- Mi stai manipolando - dissi non appena tornai in salotto. Juri era nudo davanti alla porta, bagnato fradicio e terribilmente sensuale come soltanto lui sapeva essere. Cercai di non degnarlo di una seconda occhiata, la prima era stata più che sufficiente ad eccitarmi.
- Che cosa? - tirò fuori la sua migliore aria smarrita, come se non avesse idea di ciò di cui stavo parlando. Afferrò il mio accappatoio nero, lo vidi indugiare un po' prima di infilarselo.
- Che c'è? Stai riflettendo sul fatto che da nudo avresti più probabilità di vincere uno scontro verbale con me? - lo aggredii, scuotendo le spalle per l'irritazione - copriti. -
- Perché vuoi dirmi che non è così? - ecco il suo solito sguardo malizioso, Juri rise appena, passandosi una mano tra i capelli bagnati. Se li portò all'indietro, lasciando del tutto libero il suo viso magro e pallido, dove quei dannati occhi neri sembravano splendere più che mai adesso.
- Hai ottenuto quello che vuoi. Sei seminudo, nel mio salotto, seduto sul mio divano, con me che ti fisso. - gli feci notare, lanciandogli un'occhiata furibonda. - che altro vuoi, Juri? -
Quello si stiracchiò come farebbe un gatto, allungando bene le braccia e le gambe sul mio fantastico divano di pelle. Mi fissava, sapevo che aveva notato l'eccitazione stampata sul mio viso.
- Se non fossi così bello ... - sussurrai, portandomi le mani al volto. Che cosa stavo facendo? Ero ancora in tempo per uscire da quella casa e raggiungere Lewis. Juri poteva pure andarsene al diavolo!
- Senti, asciugati, poi va via, io stavo per uscire e non cambierò i miei piani per te ... - iniziai a dire, ancora con le mani poggiate sul mio viso stanco, ma non appena le scostai vidi che Juri si era liberato dell'accappatoio nel frattempo. La sua pelle era pallida e perfetta, il suo corpo magro e scattante ... ricordavo benissimo la sensazione di quei muscoli tesi sotto le mie mani ...
- Non credo tu voglia davvero andar via da qui, Scotty ... - la sua voce era bassa, un sussurro roco e sensuale mentre prendeva il mio volto tra le mani e lo accarezzava delicatamente - fuori fa freddo, il tempo fa schifo ... dovresti guidare per ore ed ore prima di raggiungere il tuo ragazzo che con ogni probabilità ti detesta. Mentre qui ... qui ci sarei io ... -
- Juri ... -
- Noi due sappiamo divertirci, sono certo che converrai con me. -
A quel punto avrei convenuto con lui su qualsiasi cosa. Senza sapere neanche come fosse successo mi ritrovai steso su di lui, i miei gomiti erano poggiati intorno al suo viso mentre baciavo le sue labbra fredde e morbide, lasciando che ogni preoccupazione si sciogliesse lentamente a contatto con il suo corpo perfetto. Juri era questo, Juri non faceva pensare. Le sue mani veloci ed esperte mi stavano liberando dei miei indumenti ed io non chiedevo altro, volevo abbandonarmi a quelle sensazioni, smettere di assillarmi con domande a cui non avevo risposta ed iniziare a vivere quello strano sogno in cui Juri mi gettava continuamente.
Era perfetto, i nostri corpi insieme erano perfetti, come se fossero stati creati appositamente per trovarsi e darsi piacere a vicenda. Lasciai che Juri scambiasse le posizioni, era a cavalcioni su di me adesso, le mie mani vagavano sul suo addome magro, stringendo i suoi fianchi ossuti. Non riuscivo a smettere di sbagliare. Perché diventava ogni volta più complicato fare la cosa giusta?
- Ti voglio Scott ... - la sua voce era bassa e resa roca dal desiderio di avermi. Aveva il volto arrossato e le labbra gonfie per i troppi baci feroci che ci eravamo scambiati. Fu quella l'ultima cosa che notai prima che Juri scendesse sulla mia erezione, facendomi perdere nell'oblio più assoluto. La sua apertura era stretta e bollente ed ogni suo gesto troppo perfetto per non farmi gemere come un disperato.
- Juri - urlai il suo nome, passando le mani sul suo ventre magro per poi risalire lungo il petto, lui abbassò appena il capo per baciarmi le dita.
I nostri gemiti risuonavano per tutta la stanza. Juri si muoveva su di me, assecondando perfettamente il mio ritmo, imposto dalle mie mani adesso strette ai suoi fianchi. Era perfetto, fin troppo per non finire in fretta.
Che cosa mi fai, Juri? Avrei voluto chiederglielo davvero, ma non lo feci. Ogni mia parola lo avrebbe reso soltanto più audace, ancora più sicuro di sé dell'attimo prima. Se fossi stato sincero avrei dovuto dirgli che non mi era mai successo niente di simile in vita mia prima di quel momento ...

- Ops, ci siamo addormentati ... - il volto di Juri sbucò appena oltre la coperta di fortuna che avevo steso su di noi, ancora stretti insieme sul divano - è un po' tardi per partire ormai, non trovi? -
- Smettila di gongolare o ti butto fuori al freddo e al gelo con un calcio. - risposi, lanciandogli un'occhiataccia alla quale rispose con la sua solita risata maliziosa.
Non avevo dormito neanche per un attimo in realtà, me ne ero stato immobile, a riflettere su quanto fossi pessimo a lasciare che il tempo scorresse così da rendere ancora più complicato raggiungere Lewis senza dover piantare delle scuse. Sapevo che il mio cellulare doveva essere intasato dalle sue chiamate, ma non avevo ancora alcuna voglia di tornare alla triste realtà.
- Andiamo in camera mia, potrebbe tornare Nik da un momento all'altro e non sono sicuro di volergli mostrare quanto siamo abietti. -
- Ci sarai tu abietto! - si lamentò Juri, l'unico coperto tra noi due. Sentivo il suo sguardo di apprezzamento scivolare sul mio corpo nudo mentre salivamo in stanza.
- Posso farti un ritratto, Scott? - la sua voce terribilmente seria mi lasciò un attimo confuso. Mi voltai a fissare il suo viso che a sua volta mi osservava, adesso con sguardo critico.
- Per quanto mi concentri a ricordare ogni tuo dettaglio so per certo che una volta lontano da te non riuscirei a cogliere tutto ... quindi mi farebbe piacere se tu accettassi oggi. - un sorriso apparve sul suo volto, uno di quelli sinceri e affatto maliziosi o sensuali. Doveva tenerci molto, capii.
Sapevo che non avrebbe dovuto importarmi, stringere un tipo di legame che trascendesse dal puro e semplice sesso poteva essere molto pericoloso, ma non riuscii a dirgli di no. Mi stesi sul letto, coprendomi appena con il lenzuolo.
- Alza un po' più il viso, per favore. - Juri era bravissimo a dare ordini, fu come se si fosse appena trasformato davanti ai miei occhi. Era ancora nudo, ma terribilmente professionale mentre sedeva sulla poltrona di fronte al mio letto ed iniziava a tracciare delle leggere linee su un foglio A4 tirato fuori di fretta e furia dal suo zaino che portava sempre dietro.
- Volevi andarci davvero dal tuo ragazzo? - chiese dopo alcuni minuti buoni di totale silenzio.
- Se avessi voluto lo avrei fatto. Anzi, potrei farlo anche adesso, non è troppo tardi per partire e raggiungere la città alle prime ore del mattino ... - dissi osservando attentamente ogni sua minima reazione.
- Ma non lo stai facendo ... -
- Osservazione acuta, campione - lo presi in giro, vedendolo ridere un attimo dopo.
- Perché stai bene con me? -
- E' una domanda complicata questa, Juri. - gli feci notare.
- Non lo è invece. Basta un sì o un no. -
- Ti sbagli, non è un sì ed uno no che vuoi tu ... se io rispondessi ci sarebbe un'altra domanda in serbo per me. Ovvero: Stai meglio con me o con lui? -
Juri arrossì appena, segno che avevo colto in pieno.
- Non è vero, sono sicuro che preferisci la mia compagnia alla sua. -
- Forse invece sono soltanto pigro e preferisco la compagnia di chi vive nella mia stessa città ... - gli feci notare, stuzzicandolo.
- Beh, in questo caso sarei avvantaggiato, quindi non mi importerebbe. -
- Vedo che hai sempre una risposta pronta -
Conversare con Juri era semplice, pensai, era come ritrovarsi sulla stessa linea di pensiero, una cosa per niente scontata. Mi chiesi se anche a lui venisse così spontaneo ... se non fossi l'unico a notare quello strano legame che sembrava unirci.

MATT


Lo avevo fatto, non c'erano scuse, non tentai neanche di trovarne, era quello che volevo, fino in fondo. Non avevo fatto altro che pensarci quel giorno, quel trentuno di Ottobre, pensavo a quello che avrei dovuto fare, a quello che volevo per il mio futuro. Sapevo di dover scegliere, che se non avessi messo in chiaro le cose una volta per tutte Nikolaj non si sarebbe arreso, sapevo che Kayle non meritava quello che gli stavo facendo. Ero giunto ad una chiara conclusione, quella notte se avessi avuto la forza di recarmi a quella festa sarei stato di Kayle, quella sarebbe stata la scelta definitiva, se lo avessi incontrato quella notte sarei stato suo. Ma avevo esitato, avevo esitato da quando mi ero vestito e poi messo in cammino, ogni passo mi costava sempre più fatica ed arrivato a pochi metri dall'edificio mi ero fermato. Ero rimasto immobile, a pensare, ad avere paura di fare un altro passo, a rendermi conto che non volevo.
Avevo preso quella decisione, avevo capito che a dispetto della sofferenza, delle difficoltà, a dispetto di qualsiasi cosa io avrei scelto sempre Nik e questa scelta aveva un prezzo.
Avevo chiuso la chiamata di Kayle e sapevo che lui avrebbe preteso più che una spiegazione ed io avevo intenzione di dargliela, questo era il minimo che potessi fare.
- Ci devo parlare .... – dissi a Nik la mattina seguente – vorrei che mi lasciassi il tempo di sistemare le cose con lui ... -
- Certo ... tutto il tempo che ti serve, Matt ... -
Con la menzogna ed i sotterfugi non avevamo ricavato niente la prima volta, ricordavo fin troppo chiaramente le conseguenze di voler relegare quella relazione in un universo parallelo. Non era una favola, non potevamo trattare la nostra storia come se non appartenesse al mondo reale, come se non incidesse sulle nostre vite. Doveva essere reale, dovevamo lasciare che qualcuno sapesse di noi per poter stare insieme, quel segreto doveva essere mantenuto alla nostra famiglia, ma qualcun altro doveva esserne consapevole.
Ne ero cosciente mentre mi sedevo su quella panchina ma il pensiero non smetteva di preoccuparmi. Avevo scritto un messaggio a Kayle: Dobbiamo parlare. Gli avevo indicato il posto e l'ora ed adesso attendevo trepitante, sapevo che avrebbe capito, sapevo che sarebbe venuto e che sapeva già di cosa avremmo discusso.
Le speranze non mi tradirono, quando vidi la sua sagoma avvicinarsi lo scrutai attentamente, il suo viso era marmoreo, gli occhi socchiusi ed appena mi notò non potè trattenere un leggero tremolio del labbro inferiore. Stava trattenendo la collera era evidente, mi sollevai e gli andai in contro.
- Grazie per essere venuto – dissi fermandomi ad un metro da lui.
Quello si limitò a fissarmi per un lungo istante, il suo sguardo era penetrante ed infuocato, come una fiamma ossidrica – Non credevo saremmo arrivati a questo, Matt ... non lo immaginavo davvero, forse ti ho sopravvalutato –
Voleva essere un offesa era evidente, ma l'avevo meritato – Non cercherò di mettere su delle scuse ridicole che potrebbero offenderti, Kayle ... non voglio negare niente ... vorrei che tu capissi –
- Capire? – mi interruppe con una punta di stizza nella voce – Oh, posso giurarti che capisco molto bene ... c'è un tipo più vecchio di te che ti ha preso per il culo, a cui piace scoparti, ti ha illuso e sfruttato fino a lasciarti senza neanche la forza di disperarti ... poi un incontro fortuito ed eccoci qua .... Dall'altra parte ci sei tu che sei tanto stupido da farti illusioni, come quelle persone che non capiscono quando una storia è tossica e ne restano comunque intrappolati ... come uno stupido masochista .... Credevo fossi migliore di così –
Avevo meritato quel risentimento, abbassai gli occhi, la verità però era molto più complessa di come la vedeva lui – Vorrei che fosse così semplice – annunciai – vorrei che si trattasse solamente di questo, sai ... di me che sono un masochista irreparabile o di Nik che è solo un porco a cui piace incasinarmi la vita ... sarebbe meglio per tutti credo ... -
Lo vidi stringere i pugni – Mi stai dicendo che non è così? Che lui ti ama davvero? Non farmi ridere!–
- Non sto parlando di quello che prova lui – lo corressi – a te non interessa quello che prova, lo so bene, sto parlando di quello che provo io ... ed io lo amo – dichiarai alla fine – fin dalla prima volta che l'ho visto ho capito che c'era qualcosa che mi attraeva in un modo che non riuscivo a controllare ... sentivo l'impulso di avvicinarmi, di avere un contatto con lui ... - era giunto il momento che Kayle avesse l'esatta percezione di come ero io, il vero Matt e non la versione nuova che mi ero inventato per sopravvivere a quell'estate.
Era arrivato il momento che Matt Reed tornasse in vita, quello che conosceva Juri, il ragazzo che avevo seppellito per sempre i cui desideri mi disgustavano, quel ragazzo che avevo promesso di far conoscere a JJ.
- Non è mai stato Nikolaj – ammisi sotto il suo sguardo che si faceva sempre più inquieto – lui non si è mai avvicinato a me, non ha mai provato a sedurmi o a portarmi a letto ... ero io. –
Il silenzio aleggiò per non so quanto tempo, ci fissavamo, l'uno davanti all'altro, con la schiena dritta e senza battere ciglio.
Poi porse la fatidica domanda – Anche adesso? – e c'era tutto il sentimento che provava per me in quelle due parole, tutte le speranze, tutte le paure.
- Sì ... anche adesso ... mi dispiace - ora sapeva davvero tutta la verità.
- Sei andato a letto con lui? – cercò di mantenere un tono neutro ma fu difficile.
- Ho fatto la mia scelta ieri, per questo siamo qui adesso ... non voglio mentirti, Kayle ... non ha senso e non è giusto, dovresti trovarti qualcuno migliore di me ... qualcuno che non sta scappando da quello che prova e che possa davvero amarti –
Quello alzò una mano e distolse lo sguardo – Ti prego, risparmiami questi discorsetti e non dirmi cosa dovrei fare a questo punto ... -
- Mi dispiace ... - mormorai davvero desolato.
- Lo sai che stai solo peggiorando le cose? Lui è un professore, è molto più grande di te .... Credi sia facile? Siamo nella vita reale, non nel mondo dei sogni ... sei consapevole del casino in cui ti stai infilando? – insistette.
- Credimi ... adesso ne sono pienamente cosciente –
- Abbi cura di te allora, Matt – disse alla fine voltandomi le spalle – spero tu sappia davvero cosa stai facendo ... perché credere di saperlo non basta –
A quel punto mi sporsi e lo toccai per la prima volta dopo giorni, lo abbracciai mentre mi dava le spalle – Grazie per non avermi permesso di annegare, Kayle ... -
- Se non altro, non mi pento di averlo fatto –
Poi si liberò dalla mia presa e cominciò ad allontanarsi da quella panchina, lo osservai incedere prima a fatica, come se un peso gli impedisse di muoversi, poi con più tenacia ed il suo passo alla fine si fece sicuro, non si voltò. Kayle decise di uscire dalla mia vita esattamente per lo stesso motivo per cui ci era entrato, per il mio bene.
Avevo ancora un'ora libera prima della prossima lezione così decisi di prendere un caffè, mi sentivo intontito ed infreddolito, Novembre aveva portato con sé il gelido vento invernale, era come se in una notte non fosse cambiata solo la mia vita, ma anche l'ambiente intorno a me.
Le foglie autunnali che ricoprivano la strada adesso erano a loro volta coperte da uno spesso strato di neve ed il vento un tempo piacevolmente fresco adesso era diventato pungente. Sorseggiai il mio caffè e notai un nuovo messaggio da parte di Juri: Ho novità che non possono attendere, Matty! Indovina dov'ero ieri notte? :D Dicono che perseverare sia diabolico ... ma a chi importa davvero? :3
Sorrisi, finalmente le strane ossessioni di Juri erano state appagate, mi chiesi come sarebbe finita fra quei due, stando ai racconti di Chris, Lewis non era uno con cui giocare, sperai che il mio amico non si cacciasse troppo nei guai. Ad un tratto notai un nuovo ingresso nella caffetteria, si trattava di Scott, rimasi sorpreso. Non avevamo mai parlato eppure mi incuriosiva molto, il coinquilino di Nik, l'ossessione di Juri, era in casa la notte di Halloween, lui sapeva di me e Nik, ma fino a che punto potevo fidarmi? Vidi il suo sguardo vagare alla ricerca di un tavolo e quando guardò dalla mia parte non cedetti, mi feci notare e gli indicai di sedersi, ero davvero curioso.
Per un attimo pensai che non avrebbe accettato l'invito ma invece lo fece con grande naturalezza, poi mi fissò con attenzione.
- Il famoso Matt ... non sai da quanto aspetto di parlare con te come si deve – mormorò sorseggiando il suo caffè americano.
- Anche io a dir la verità ... mi hai incuriosito parecchio, Scott ... e non solo perché Juri mi riempie le orecchie sul tuo conto ... - dissi ridendo.
Quello alzò un sopracciglio al suono di quel nome – Oh lui ... lui è parecchio ... insistente
- Lo siamo entrambi – buttai lì distogliendo lo sguardo.
Quello rise, capendo l'allusione – Devo dedurre che ti vedrò spesso a casa nostra ... -
- Se non è un problema ... la mia stanza è in un dormitorio parecchio affollato – chiarii.
- Ho solo una domanda: fai sul serio? – il tono che usò mi spinse a guardarlo nuovamente, era molto serio – sono esperto di persone non molto oneste e trovo Nik il re degli ingenui ... lo conosco e sono certo dei suoi sentimenti al riguardo ... ma, di te , misterioso Matt Reed, so poco e niente –
- Forse è già abbastanza invece ... - replicai – sai che ci stiamo cacciando in un casino assurdo pur di stare insieme ... e sai che entrambi rischiamo tanto ... e sai che Chris è il nipote di Nik ed io sono il cugino di Chris ... tu sai ... davvero abbastanza su questa storia –
Quello rise – Per questo volevi parlarmi? Per scoprire se vi incasinerei? –
- Mi sono separato da Nik perché la minaccia del nostro segreto lo aveva spinto a lasciarmi, il suo ex stava per raccontare la verità ai nostri parenti ed un ricatto del genere ci aveva divisi quasi per sempre .... Non intendo lasciare nulla al caso se permetti – mormorai inchiodandolo con lo sguardo.
Lo vidi sollevarsi e dischiudere le labbra in un sorriso enigmatico – Non ti conosco abbastanza per tenere a te ... o perché mi importi qualcosa ... ma tengo a Nik, quello sconsiderato idiota mi sta davvero a cuore e quindi non devi preoccuparti di me ... sono un esperto di delusioni, non mi piacciono molto gli esseri umani ... spero che tu sia davvero il cambiamento che possa migliorare la sua vita e non distruggerla come sembrerebbe inevitabile ... - controllò l'orario e poi si allontanò – c'è davvero bisogno di un lieto fine di tanto in tanto, non concordi con me, Matt? –
Io rimasi lì seduto a guardarlo andare via. Scorsi uno strano dolore in quelle parole ed in quello sguardo, capii cosa Juri vedeva. Scott Fields era una creatura di straordinaria complessità.


ANGOLO AUTRICI:

Il caro Juri ha fatto scacco matto ancora una volta XD quali scuse può accampare ancora Scott? Decisamente siamo arrivati ad un punto in cui Scott deve farsi più di qualche domanda sulla sua situazione e sulla sua relazione ... come ha fatto Matt ... eccolo qui, il temuto confronto, ma inevitabile, era giusto mettere le cose in chiaro per se stesso e anche per Kayle. Non è andata esattamente benissimo ma era il minimo, si preannuncia un futuro più limpido per Matt e Nik o i guai sono appena cominciati? Vi ringraziamo come sempre per il sostegno e le belle recensioni, vi aspettiamo anche in questo capitolo!

Un bacio

BLACKSTEEL

Y

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