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capitolo 18



JJ

- FEBERRRSSSS –

L'urlo squarciò l'aria ed io correvo, correvo a perdifiato lungo i corridoi affollati che non mi lasciavano un grande spazio di manovra.

- LARGOOO!!! – gridai.

Gli studenti si appiattivano al muro al mio passaggio ma l'energumeno che mi inseguiva era sempre più vicino.

- Ti ammazzo figlio di puttana! – sbraitava – se ti prendo, spezzo tutte le tue ossa del cazzo –

Sospirai mentre mi concentravo ancora sulla strada davanti a me, se continuavo così avrei davvero perso la vita quel giorno, mi serviva un nascondiglio. Mi lanciai su un corridoio a destra ed entrai in un'aula studio, mi guardai intorno. Merda, era quasi deserta, sospirai, non c'era il tempo di uscire dovevo nascondermi lì, corsi verso una delle scrivanie più nascoste all'estremo della sala. Poi sentii che la maniglia della porta si stava abbassando a quel punto mi lanciai ai piedi di un ragazzo e mi nascosi sotto il ripiano appiattendomi all'anta di legno.

- E' un emergenza amico, ti supplico non dire niente o sono morto – bisbigliai al tipo seduto alla scrivania che rise leggermente ed entrò meglio nell'incavo dove mi ero nascosto per fornirmi protezione.

Ad un tratto sentii dei passi, si facevano più vicini alla mia posizione e sudai freddo, osservai le scarpe che passarono vicino a me, era lui, chiusi gli occhi.

- Perso qualcosa, amico? – chiese il ragazzo seduto alla scrivania all'enorme energumeno che mi dava la caccia.

- Solo un grosso pezzo di merda – ringhiò – L'hai visto? È alto, magro, con dei cazzo di capelli ossigenati, è un fottuto morto che cammina, parola mia –

- Mi dispiace – rise quello – niente morti che camminano qui, non è entrato nessuno del genere –

- Grazie – ringhiò – figlio di puttana, mi è scappato ancora –

Poi osservai quelle scarpe allontanarsi ed il mio petto si rilassò lievemente, osservai da sotto la scrivania fino a quando non fui sicuro che avesse lasciato la stanza, poi finalmente mi decisi ad uscire.

- Tutto bene? – chiese il tipo.

Io lo guardai finalmente, aveva l'aria pacata , con i capelli di un intenso biondo cenere, sembravano quasi grigi e la pelle chiarissima, sembrava una specie di fantasma, i suoi occhi erano di un azzurro spendente.

- Sei tipo il mio angelo custode? – risi.

Quello scosse la testa divertito – Niente del genere, ma la situazione era divertente, perché uno come quello ti cerca? –

Mi passai una mano fra i capelli distrattamente – Boh ... a proposito della sua ragazza mi pare ... qualcosa sul fatto che crede me la sia portata a letto –

Il suo sorriso si allargò,reclinò appena la testa – Crede? Te la sei portata a letto o no? –

Io scossi le spalle confuso – Mi sa di sì –

- Sei un tipo strano – dichiarò alla fine – io sono Lyonel, piacere di averti conosciuto –

- JJ – mi presentai stringendogli la mano – grato a vita per il tuo salvataggio –

- Davvero, è stato un piacere, mi sono divertito – rispose con ancora quel sorriso candido sul viso – buona fortuna con il tuo problema grosso e cattivo –

- Non temere, me la cavo sempre alla fine – minimizzai.

- Sempre? – rise – allora sei un professionista della fuga ... o forse sei esperto di donne impegnate? –

- Cinquanta e cinquanta – dissi strizzando l'occhio – ci si vede in giro –

- Alla prossima volta che avrai bisogno di una scrivania –

Risi e scossi la testa, poi mi apprestai a lasciare l'aula, dovevo raggiungere una zona sicura, così optai per la mia camera che non distava troppo da lì. Uscii velocemente dal plesso e corsi verso i dormitori, salii le scale in fretta e mi infilai in camera che stranamente era vuota.

Alla fine Matt si era deciso ad uscire, a quanto sapevo il suo ex lo aveva beccato ancora e quello che gli aveva detto lo aveva lasciato turbato, Juri sembrava continuare a ripetergli di parlargli e tentare, ma Matt sembrava solo spaventato.

Accesi il pc e lo poggiai sul letto in modo che la videocamera riprendesse solo il mio corpo e non la mia faccia, effettuai l'accesso in una delle video chat a cui ero iscritto e cominciai a spogliarmi. Video chat erotiche, erano il modo più facile per guadagnare soldi, centinaia di pervertiti che spillavano fior di quattrini per qualche corpo che neanche potevano toccare. Qualche mossa sensuale ed in mezz'ora avevo già guadagnato duecento dollari, purtroppo però non feci in tempo a togliermi i pantaloni che la porta si aprì all'improvviso. Matt e Juri fecero il loro ingresso ed entrambi mi fissarono interdetti, io sospirai spegnendo la chat.

- Credo di avere appena avuto un deja vu – disse Matt ed entrambi ridemmo.

La prima volta che era entrato in camera nostra il giorno di orientamento universitario, aveva aperto la porta e mi aveva trovato nudo mentre ero su una di quelle chat.

- Stavo solo arrotondando per la fine del mese – lo rassicurai ridendo, lui non era molto d'accordo che facessi quel genere di cose.

-Se non vuoi chiedere ai tuoi i soldi, potresti cercarti un normale lavoro part time – mi ricordò come faceva sempre.

Io risi e mi voltai verso Juri che mi fissava con un'espressione di assoluta concentrazione.

- Qualcosa non va? – chiesi mentre mi rimettevo il maglione.

- Tu ... - mormorò - Sei proprio quello che cercavo! Hai un corpo perfetto! – esclamò alla fine.

Io sorrisi – Grazie ... -

- Dobbiamo fare quel ritratto uno di questi giorni – acconsentì alla fine, poi cambiò argomento - Sentite ragazzi, non vi dispiace se faccio qui le mie sedute di yoga? Quello stronzo quanto gran figo del mio coinquilino continua a minacciarmi di buttare le mie candele dalla finestra. –

- Certo! – esclamai ridendo.

Matt scosse la testa ormai del tutto vinto, poi si rivolse a me – Senti ... sei stato parecchio da Ren di recente – tradii la solita nota di disapprovazione – Come sta mio cugino? Sono preoccupato –

Io sorrisi – Credo bene, di certo ha passato un periodo di merda, ma stai tranquillo, io e Ren lo stiamo facendo distrarre –

Quello parve confuso ed allarmato – Distrarre come? JJ ... sai che ... -

Io risi e lo interruppi – Non preoccuparti! Niente di allarmante, è uscito con noi qualche sera, si è divertito e per qualche ora non ha pensato a struggersi per il suo ex bastardo ... - assottigliai gli occhi – come invece sta facendo qualcun altro –

Quello distolse lo sguardo e cercò di eludere l'argomento – Lo sai che non è per te ... ma Ren insieme ad una persona nello stato emotivo di Chris mi da pensiero. Lui è ... lo sai com'è .... –

Io scossi la testa ed alzai le mani in segno di resa – Non temere, se ti preoccupano certi risvolti Chris è al sicuro ... c'è la regola del coinquilino –

Sia lui che Juri mi guardarono – La regola del coinquilino? –

- Sì .. non si fa sesso con i coinquilini ... se va a finire male poi è un vero casino – risi, era stato proprio Ren a stabilirla – per questo fra noi due non c'è niente, Matt ... - dissi in tono scherzoso.

Quello rise – Oh ... ecco adesso me lo spiego –

- Guarda che se facessi sul serio neanche tu potresti resistermi ... sono uno che va sempre alla meta – risi e gli feci l'occhiolino.

- Beh, spero che anche Ren segua questa regola pedissequamente, l'ultima cosa che serve a Chris è fare i conti con altre complicazioni –

- Le complicazioni sono l'ultima cosa che Ren ha da offrire ... vedrai ... Chris starà bene ... sono curioso di vedere quando anche tu migliorerai –

Quello sospirò e Juri rise – Ci stiamo lavorando – continuò il secondo – presto farai la conoscenza del buon, vecchio Matty che piace a tutti! –

– Mi piacerebbe conoscerlo il vecchio Matty, doveva essere un tipo audace e divertente – mormorai felice che il suo amico fosse lì a dargli coraggio.

- Eravamo il duo più audace e divertente del dannato Minnesota – esclamò Juri abbracciandolo forte, quello rise.

Era bello vederli interagire, vedere il modo in cui Matt si rilassava in sua compagnia, sembrava quasi un altro, uno che era vissuto anni fa. Sì, l'amicizia era decisamente l'ancora di salvataggio per tutti, con la persona giusta al proprio fianco persino uno come Matt, così perduto e ferito poteva tornare a sorridere. Presto anche Chris lo avrebbe fatto, tutti quanti potevano trovare la propria felicità, purché si concentrassero unicamente sul legame più puro di tutti, sull'amicizia, purché la smettessero di ferirsi e soffrire, di cercare ed aggrapparsi selvaggiamente a quell'amore marcio e corrotto che il mondo aveva da offrire.

TYLER

Cadere di nuovo in quel vortice, non riuscire più a sollevarmi, cedere definitivamente ed in modo inesorabile ... ecco cosa avevo temuto per ogni minuto della mia vita da quando avevo incontrato nuovamente gli occhi furiosi di Chris, ed ecco che le mie più grandi paure tornavano a galla, a riprendere quel poco di me rimasto ancora integro dopo l'uragano che mi si era abbattuto contro.

Quell'uragano era stretto al mio corpo, la sua pelle era calda, le sue braccia stringevano la mia vita, ci si stavano aggrappando come si farebbe con l'unica cosa sensata che era rimasta a questo mondo.

Noi non eravamo sensati però, niente di quello che continuavamo a dire e poi a fare aveva una spiegazione logica, eppure era accaduto di nuovo. Sospirai forte, il suo profumo era ovunque adesso, mi era capitato di sentirlo addosso a degli sconosciuti di passaggio durante i miei vagabondaggi, mi ero voltato a guardarli, ma niente poteva eguagliare l'odore di cui si intingeva a contatto con la pelle di Chris. Era semplicemente il suo profumo e quello non poteva essere sostituito con nient'altro.

Mi mossi appena sul letto, decisamente troppo piccolo per entrambi, ritrovandomi ancora più stretto a lui che sembrò svegliarsi proprio in quel momento. La mattinata era filata in fretta mentre noi davamo sfogo a tutto quello di cui ci eravamo privati per un anno intero. Era stato liberatorio, come sfilarsi finalmente via dal volto una maschera logora e restrittiva che mi aveva lasciato quasi senza fiato.

- Non ricordavo quanto fosse intenso ... - ammisi per rompere quel silenzio cadenzato dallo sguardo fin troppo penetrante di Chris, ancora posato sul mio viso.

- Invece lo ricordavi eccome, questo spiega il perché mi hai trascinato nella tua stanza ad una velocità umanamente impossibile – mi fece notare lui stringendosi ancora di più alla mia vita. Poggiai le mie mani sul suo viso magro, accarezzandolo subito dopo – e tra l'altro è stato meglio che mai, forse perché non credevo sarebbe più successo ... - ammise poi abbassando lo sguardo.

- Era così che sarebbe dovuta andare, lo sai. Questo non fa altro che incasinare di nuovo tutto ... -

Chris scosse la testa – Ma sentiti, come se fosse possibile coesistere per noi due e smetterla di saltarci addosso, lo sai anche tu che non siamo mai stati bravi in questo. Ecco perché te ne sei andato, stronzo. - ribatté stizzito prima di provare ad allontanarsi appena dal mio corpo. Mossa inutile, eravamo troppo grandi per dormire in un letto singolo e pretendere anche un po' di spazio personale.

- Credevo di essere migliorato ... - mi toccò ammettere sorridendo appena – che diavolo mi hai fatto, Wayright? Tu ... tu mi hai incasinato la vita che tra l'altro è sempre stata una merda già da sé. Avevo bisogno di tempo. -

- E io te lo avrei dato! - Chris si stava agitando, come me del resto. Parlare di quella notte non piaceva a nessuno, ma non ero stato io a tirare fuori l'argomento – se soltanto me lo avessi chiesto io ti avrei dato tutto lo spazio e tutto il tempo che volevi! No, tu hai preferito comportarti in quel modo ... picchiarmi per poi scappare ... ma che diavolo ... -

- Non dire stronzate – lo interruppi rabbiosamente – hai detto anche tu che noi due non possiamo coesistere senza finire a letto insieme per un motivo o per l'altro ... anche se mi avessi dato del tempo sai come sarebbero andate le cose. -

- Forse era così che doveva essere allora! - ribatté quello con un'espressione amareggiata sul volto – poteva andarmi bene, Tyler. Mi sarei fatto bastare quello che potevi darmi, nonostante fosse poco, nonostante fosse sbagliato io mi sarei accontentato. -

- Fino a quando, Chris? Eh? Per quanto tempo prima di tornare alla carica con nuove pretese? Io ti conosco, so che non riesci a farti bastare quello che avevamo.-

- Quello che ho con te, Tyler. - precisò lui rabbioso – stai già cominciando a tirarti indietro? Cosa intendi fare adesso? Ignorarmi e far finta che non sia successo niente? Come intendi coprire queste quattro ore passate a letto con me nella tua mente? Eh? -

- Vedi? E' sempre così con te! - tirai via il lenzuolo, sollevandomi subito dopo. Non potevo litigare con lui e allo stesso tempo stringerlo – non mi lascia mai una fottuta scelta. Non fai altro che chiedere e pretendere risposte da me! -

- E' così assurda come cosa voler sapere che diavolo intendi fare adesso che abbiamo fatto l'amore? - anche Chris si era sollevato sul letto, il suo viso era arrossato, le mani stringevano spasmodicamente le lenzuola – non è contato niente, no? Dai, forza ... prova a dirmelo. Potrei anche fingere di crederti, sono già stanco di te, dannazione. -

Quelle parole mi colpirono con lo stesso effetto che avrebbe avuto un pugno in pieno volto – Perché cosa ti aspetti che faccia? Che lasci la mia ragazza, per caso? Per te? -

Chris era imbestialito, si stava rivestendo velocemente, dandomi le spalle – Vai a fare in culo. Tu non è lei che vuoi ... come diavolo fai a fingere in questo modo? Sono stato un idiota a riprovarci ... faccio schifo, continuo a non imparare dai miei sbagli. E' colpa mia, adesso tolgo il disturbo, ma stavolta per sempre. -

- Smettila ... - ero stanco, mi accasciai contro il muro, Chris era in piedi ad un passo dalla porta che avevo chiuso a chiave. Andai verso di lui per aprirla e assicurarmi che il corridoio non fosse troppo pieno, almeno era quello che credevo avessi fatto una volta in piedi, le cose andarono diversamente però. Il suo viso incazzato era immobile e rivolto verso la porta, gli avevo fatto perdere la pazienza come sempre. Senza rendermi conto di quello che stavo facendo mi avvicinai a lui e in un attimo lo baciai,prendendolo alla sprovvista. Mi tuffai tra le sue labbra fresche, le stesse labbra che adesso cercavano di resistere inutilmente al mio bacio, fu una lotta debolissima. Chris cedette subito dopo.

- T-tu non puoi fare così però ... - si lamentò appena, ancora frastornato per quel bacio inaspettato.

Il suo viso era ancora tra le mie mani, soltanto toccandolo continuamente riuscivo a cogliere la perfette misura di quanto mi fosse mancato in quel lunghissimo anno trascorso lontano da quel dannato. Eppure ... non poteva andare in quel modo. Non potevo percorrere di nuovo la vecchia strada, perché sapevo che non c'era una via di scampo da quel tratto. Era sbagliata, non portava a niente di buono.

- Voglio solo andare avanti, Chris ... - ammisi debolmente – con te non posso farlo, tu sei il motivo per cui ho questi problemi adesso ... -

Chris abbassò lo sguardo, dovevo averlo ferito, ma per la prima volta nella mia vita non era mia intenzione – Ed io che credevo potessi essere la tua cura ... pensavo che tu stessi bene con me ... -

- E' complicato ... - mi sentivo spossato, parlare con lui di quegli affari irrisolti mi lasciava sempre tramortito – ad ogni modo Christine ha bisogno di me. -

- Ed è anche quello di cui hai bisogno tu? - era incredulo, glielo si leggeva in faccia – non ci credo, Tyler. Non credo che tu voglia lei ... quello che mi hai dimostrato oggi mi lascia intendere molte cose. E poi anch'io ho bisogno di te, dannazione.-

- Non è uguale, tu non puoi capire ... voglio soltanto starmene in pace. Lei mi da pace, lei mi da una relazione normale di cui non devo preoccuparmi. E' quello che mi serve, ok? E' quello di cui ho bisogno. - dissi con più chiarezza che potevo, cercai di non incontrare il suo sguardo devastato. Quante volte eravamo arrivati a quel punto? Quanti altri addii avremmo dovuto subire per colpa della nostra incapacità?

- Già, hai ragione ... - la sua voce giunse dopo un lungo silenzio. Quelle parole mi confusero.

- Cosa? - chiesi, tramortito.

- Hai bisogno di pace, io non posso dartela. Io sono il primo tipo per cui hai provato un'attrazione fisica, sono quello che ha dato il via ai tuoi problemi. Se è questo che vuoi, una storia mediocre e banale a me sta bene. - Chris fece spallucce, poi avanzò verso la porta – ho sempre pensato che ti piacesse stare con me ... credevo che ti facesse sentire vivo, nonostante fosse doloroso dover ammetterlo. Adesso ho capito che non è così ... in fin dei conti sono l'unico masochista qui. -

- Chris ... - Chris cosa? Stavolta fu più veloce di me, le mie mani non riuscirono ad afferrarlo mentre apriva la porta e la chiudeva alle sue spalle. Rimasi lì, a fissare la porta come se fossi stato svuotato ancora una volta di ogni cosa.

Neanche il getto fresco della doccia riuscii a rilassarmi, continuavo a sentirmi una merda per quello che avevo fatto, il vecchio tunnel nel quale ero sprofondato ancora una volta. Ero come un fottuto tossico che non riusciva a mollare la presa su quella fantastica polverina bianca di prima scelta ... soltanto un assaggio fugace ed io non ero più riuscito a ritrovare la forza di stroncare tutto per sempre.

Mi asciugai, soltanto quando spensi il phon sentii un debole battere alla porta. Doveva essere quel coglione del mio coinquilino, non faceva altro che uscire e dimenticare le chiavi in stanza costringendomi ad aprirgli a tutte le ore. Stavo per mostrargli la mia migliore faccia incazzata quando Christine mi sorrise appena e si avvicinò al mio volto per baciarmi.

Ero sorpreso, anche se non avrei dovuto esserlo ... Chris, lui era tornato a monopolizzare ogni mio pensiero tanto da farmi dimenticare con chi avessi trascorso gli ultimi sei mesi.

- Ehi ... - mi lasciai stringere da lei, appoggiando appena il mio viso sul suo capo – buona domenica. -

- Anche a te – Christine sorrise – ho provato a chiamarti stamani ma non hai risposto ... -

Dannazione, quanto non avrei voluto arrivare a quel punto – Mi sono svegliato poco fa ... sono andato a correre all'alba, poi sono crollato di nuovo a letto. Suppongo che non ero più preparato a questi ritmi, mi dispiace se ho dimenticato di passare da te a fare colazione -

Sei un gran pezzo di merda, mi dicevo nel frattempo, con che coraggio puoi fare il doppio gioco proprio con lei?

Christine fece spallucce e si accomodò sul mio letto – Tranquillo, non è un problema. So che è dura per te tra lezioni, allenamenti ed esami all'orizzonte, piuttosto sei solo? Dov'è il tuo coinquilino strambo? -

Feci spallucce mentre mi rivestivo velocemente, attento a non mostrarle i marchi lasciati dalle unghie di Chris sulla mia schiena – Non ne ho idea, credo sia andato a pedinare qualcuno, ha certe fisse maniacali ... l'altra sera l'ho beccato a rovistare tra i miei vestiti e quando gli ho chiesto che diavolo stesse facendo ha semplicemente riposto con un "volevo capire che tipo fossi controllando la tua biancheria" - Christine rise divertita.

- E' proprio fuori! - commentò – beh, qualche volta portatelo in giro, voglio conoscerlo. -

- Piuttosto esco con Hannibal Lecter ... - commentai rabbrividendo alla sola idea di far coppia con uno come Juri – senti, domani hai quelle sedute? -

Christine annuì – Sì, ma non è necessario che mi accompagni anche stavolta ... -

- Certo che lo farò, non è un problema. - mi sentivo in colpa adesso, in modo orribile. Come se portarla dalla sua psicologa potesse cancellare lo schifo che hai fatto su quello stesso letto in cui è seduta. Cercai di non pensarci, era inutile ... il danno era fatto.

Christine sorrideva, i suoi occhi chiari erano puntati su di me. Quello sguardo lo conoscevo bene, doveva considerarmi il ragazzo migliore che la vita avesse potuto donarle ... ma non era così, se soltanto avesse saputo quanto fossero orribili i miei pensieri. E non solo quelli, prima erano soltanto dei pensieri ma quella mattina si erano concretizzati in azioni.

- Andiamo a pranzo fuori oggi ti va? - guardai l'orologio sulla scrivania – dai, prendi la borsa, ti porto a mangiare quello che vuoi. -

- A dire il vero Bridget e Alexey ci stanno aspettando giù ... - iniziò lei con una punta di imbarazzo nella voce – te ne avevo parlato ieri ... -

Dannazione, l'avevo dimenticato. Presi un profondo respiro, dovevo stare calmo e sopportare quell'enorme pezzo di merda per qualche ora, niente di più.

- Ty, se non vuoi posso anche inventarmi una scusa ... so che tra te e Alexey non scorre buon sangue, anche se non ho mai capito il perché sinceramente ... -

Perché siamo fin troppo simili e prepotenti. Come due leoni gettati in una stessa fossa. Scossi la testa e mi costrinsi ad indossare un'espressione che fosse quanto meno neutra – Non è un problema, forza. Andiamo, sto morendo dalla fame. - le passai un braccio sulle spalle ed entrambi lasciammo la stanza.

Christine appoggiò il capo sulla mia spalla, automaticamente le baciai i capelli, sorridendo di rimando al suo viso felice.

- Fate largo alla coppietta dell'anno ... - la voce irritante di Alexey mi ricordò immediatamente il motivo del mio rinomato odio per quel tipo. Se ne stava lì, appoggiato contro un muro a soppesare con quel suo sguardo profondo qualsiasi cosa gli accadesse intorno. Bridget era accanto a lui, alta, bella, con una quarta abbondante, pendeva praticamente dalle labbra del suo ragazzo. Si diceva che facesse tutto ciò che Alexey le chiedeva, sopportando qualsiasi cosa pur di non venir mollata. Era persa di lui, Christine passava intere giornate a consolarla perché spesso e volentieri le cose andavano sempre peggio tra quei due. Che a lui non interessasse nulla di Bridget era una certezza, non capivo perché non si limitasse a lasciarla a quel punto.

- E' riuscita a rintracciarti quindi, dov'eri finito? - Alexey continuava a scrutarmi con quel suo fare arcigno ed indagatore.

- Smettila di fare lo sbirro adesso – Christine mi precedette – niente liti stavolta, possiamo soltanto rilassarci e goderci il fine settimana? -

- Ma che liti ... - Alexey scosse la testa – mi stavo soltanto informando sulla vita misteriosa del tuo ragazzo, Chris ... -

- Lascialo perdere – dissi sbuffando – allora dove volete andare a mangiare? -

Trascorsi quelle due ore sperando che il tempo prendesse il turbo e che quello strazio finisse presto. Alexey continuava a rompere, tutto in lui era ambiguo, la sua ostinazione nel cercare di capire cosa diavolo ci fosse in me che non andava era lodevole. Alexey aveva subodorato qualcosa, ma io non gli avrei permesso di andare in fondo alla questione. Christine sembrava felice e spensierata, tanto bastava a spingermi a resistere ancora per un po'.

Ma non ero lì che volevo essere, non mi ero sentito a mio agio neanche per un solo istante e non era soltanto la presenza di Alexey il problema ... era tutto quanto il contorno, io non appartenevo a quella realtà che mi costringevo a farmi andare bene, i miei bisogni erano diversi.

I miei pensieri si persero da qualche parte, proprio dove non avrebbero dovuto, tra le lenzuola sfatte nelle quali io e Chris avevamo dormito.


ANGOLO DELLE AUTRICI: Salve cari lettori e care lettrici,
siamo veramente sconvolte per le tantissime recensioni e visualizzazioni che abbiamo ricevuto nei giorni precedenti. Meritate veramente un enorme ringraziamento da parte nostra, il vostro sostegno ed entusiasmo per questa storia ci rende mooolto felici! Grazie, grazie, grazie. Speriamo sempre di essere all'altezza delle vostre aspettative, ci auguriamo che anche questo capitolo vi soddisfi! Tra fughe rocambolesche e risvegli poco simpatici c'è veramente di tutto e di più, oltre all'introduzione di un personaggio che si rivedrà presto :P cosa pensate che accadrà a questo punto? Ed il povero Chrissuccio, Chrissino, Chrissetto risorgerà dalle sue ceneri? O metterà una croce tombale e definitiva sul Bradbury più mestruato dell'universo? Non vediamo l'ora di sentire le vostre ipotesi!
Grazie ancora di tutto e baci!

- BLACKSTEEL -

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