capitolo 16
NIKOLAJ
Mi diressi alla scrivania del mio ufficio con una pila infinita di compiti da correggere, Scrittura Creativa, adoravo quel corso ma di certo il materiale prodotto dagli studenti era immane. Avevo chiesto un racconto breve, l'introspezione di un personaggio davanti ad un evento sconvolgente, avevo lasciato a loro la decisione: un evento catastrofico, un lutto, un trasferimento, un incontro, qualcosa che sconvolgesse la routine del protagonista. Qualunque cosa cambiasse la prospettiva del personaggio, così mi rimboccai le maniche, ora toccava a me fare il lavoro.
Mi immersi nella lettura e dimenticai completamente il mondo esterno, niente suoni, distrazioni, mi concentrai unicamente sulle parole e la mia penna scorreva veloce sulla carta.
Non mi ero mai sentito come in quel momento, una frazione di secondo ed i miei occhi si erano incrociati con i suoi. Mai nella mia vita mi era capitato di cedere così alle celate richieste di uno sconosciuto ma fu più forte di me, come se una forza primordiale mi chiamasse, mi sollevai dalla sedia e mi diressi verso di lui. Quello non attese altro per alzarsi e farmi strada verso una zona più appartata del locale. Il mio stomaco era in subbuglio, il solo pregustare quello che sarebbe successo mi rendeva la gola secca e mi faceva tremare le ginocchia. D'un tratto mi ritrovai contro il muro, il mio adorabile sconosciuto mi aveva imprigionato con il suo corpo e mi baciava furiosamente. Sentii i nostri inguini sfiorarsi ...
Staccai gli occhi dal foglio sbattendo le palpebre, non era sul serio la descrizione di una scena erotica quella che avevo davanti? Controllai fugacemente le pagine successive, sospirai, era esattamente quello che sembrava. Voltai il foglio per leggere il nome dello studente, ovviamente era proprio lui, Juri Leineau . Quella era una descrizione accurata della sua fantasia perversa, non mi fu difficile notare la corrispondenza fra il fantomatico sconosciuto ed il mio purtroppo conosciuto coinquilino. Sospirai e mi passai le mani sul viso, ero certo che le abilità di scrittura di Juri erano state eccellenti nel descrivere tutto l'amplesso. Notai che alla fine della storia lo sconosciuto lo lasciava sconvolto dal piacere nel bagno del bar, scossi la testa e scrissi una A.
Juri ... quel ragazzo era davvero un pericolo vivente, un terrorista dell'amore, un dannato kamikaze che si buttava sul suo obiettivo senza remore. Mi resi conto che un po' lo invidiavo, in quell'istante il pensiero successivo andò a Matt e quello che era successo al cinema tempo prima. Eravamo lì, il caso continuava a farci incontrare ed io non sapevo come sfruttare l'occasione, continuavo a rifugiarmi dietro la sua rabbia ed il disprezzo che provava per me. Ma quello che provavo io? Dovevo davvero farlo marcire dentro di me?
Ad un tratto la mia attenzione fu catturata dal rumore proveniente dalla porta, si aprì e Scott entrò stremato gettando la borsa per aria e stendendosi sulla sedia.
- Al diavolo, voglio una vacanza! – brontolò.
- Non ne vedrai fino a Dicembre – gli ricordai.
- Dannazione Nik! Quelle matricole sono delle nullità incapaci! Piazza a tutti una F e andiamocene a pranzo! – protestò.
Risi – Veramente qui ho un compito estremamente valido – quello parve interessato – parla di te che seduci e sottometti appassionatamente un giovane nel bagno di un bar – illustrai – Juri ha tanta fantasia -
Quello mi fissò nauseato, il solo sentire quel nome lo faceva stare male fisicamente, c'era mancato dannatamente poco quella volta. Persino lì davanti a tutti, Scott stava cedendo, non osai immaginare cosa sarebbe potuto succede se non fossi intervenuto portando via entrambi da lì.
- Sono nella merda Nik ...- confessò – ho anche quelle lezioni private oggi! Come diavolo farò? –
- Credo tu conosca la risposta ... autocontrollo –
- Io non ho autocontrollo! – si lamentò.
- Beh, pensa a Lewis ... e alla montagna di casini che accadrebbero se scoprisse una cosa del genere! – li ricordai.
- Sì ... hai ragione! Io amo Lewis! Inoltre mi farebbe la pelle se sapesse questa storia! Io amo Lewis! – cominciò a ripetere.
Poi si alzò dalla sedia ed impettito uscì dallo studio, forse se manteneva chiaro in mente quel pensiero ce l'avrebbe fatta a tonare a casa ancora puro. Mi venne da ridere, che situazione assurda.
Uscii dal dipartimento svariate ore più tardi e dopo aver corretto quella montagna di materiale, mi ricordai di dover passare al supermercato a comprare qualcosa per la cena. Era inutile sperare in un apporto di Scott al vitto di quella casa, il suo massimo era il cibo precotto ed il Take Away. Presi l'auto e mi avviai verso l'uscita del campus.
Ad un tratto lo vidi, Matt stava attraversando il cortile a qualche metro da me, era da solo e portava con sé la tracolla con i libri. Aveva gli occhiali da sole, per un attimo rimasi a fissarlo, gli davano un'aria molto matura e gli incorniciavano il viso in modo meraviglioso, conferendogli una bellezza ancora più misteriosa. È questo quello che vuoi fare per tutta la vita? Si disse una parte di me, vuoi spiarlo e desiderarlo a distanza, crogiolandoti nel tuo sconforto finché crepi? Lui era lì, era alla Berkeley, era successo quello per cui avevo sperato per mesi, quello per cui avevo pregato. Lo avevo rivisto e me lo stavo facendo scappare di nuovo. No, mi dissi, adesso basta.
Frenai ed accostai, mi gettai fuori dal mezzo e cominciai ad inseguirlo, appena fui abbastanza vicino lo chiamai.
- Matt – il suo nome mi uscì dannatamente sicuro e chiaro dalla bocca.
Al suono della mia voce si bloccò, vidi il suo corpo girarsi lentamente ed alla fine rivolgermi lo sguardo quasi sorpreso, la sua espressione sembrava dire: Sei pazzo?
-Matt, possiamo parlare un attimo? –
Quello scosse la testa sconvolto – Tu non me lo stai chiedendo sul serio ... -
- Invece sì, ti supplico – dissi avvicinandomi di un passo – ho bisogno solo di qualche minuto ... non ce la faccio più –
- Io non ti devo un cazzo, Nik – ribattè – come ti permetti di venire da me! Ho chiarito bene che voglio che mi lasci in pace. Non voglio sentire nessuna spiegazione del cazzo sul tuo comportamento di merda –
C'era un enorme rabbia nelle sue parole, il tono e lo sguardo non ammettevano dubbi, non voleva e non poteva lasciarmi riavvicinare. Mettere di nuovo in dubbio tutto per lui era troppo.
- Ci serve Matt ... ci serve parlarne chiaramente –
- Forse serve a te! – sbottò – per scaricarti la coscienza! A me non serve un cazzo –
- Solo dopo che ci saremo detti tutto sarà finita Matt ... - insistetti – non capisci? Resteremo nel limbo per sempre altrimenti –
- Per me è finito tutto da un pezzo, non illuderti – chiarì – non sono in nessun limbo –
- Ah no? – quella risposta lo spiazzò- andiamo ... guardaci! Ti sembra che sia finito qualcosa? Siamo ancora qui a rincorrerci e scappare dai noi stessi e da quello che è successo ... ad evitare i nostri sguardi, a sperare di non incrociarci nei corridoi .... A scappare dal cinema ... - sospirai – ti sembra il comportamento di due persone che hanno chiuso l'uno con l'altro? –
Quello abbassò lo sguardo, il volto adesso era rosso di vergogna – sto con un altro Nikolaj ... non ho intenzione di tornare indietro, non mi interessa –
Il mio petto si strinse – Lo so ... e non hai idea di quanto mi uccida questa consapevolezza alle volte ... -
Lui sollevò il viso ed i nostri occhi finalmente si incontrarono , nonostante gli occhiali scuri, riuscivo a vedere le pupille chiare di Matt e quella visione mi provocò un calore ed un conforto che non sentivo da tempo. Lui era lì davanti a me, non stava urlando o fuggendo, era lì come lo era stato un anno fa, bello e fragile. Ma se prima mi ero tirato indietro, spaventato da quel viso d'angelo, adesso ero consapevole dei miei desideri. Avanzai di un ulteriore passo e non staccai il mio sguardo dal suo.
- Sono qui Matt ... contro ogni logica e probabilità entrambi siamo qui – gli dissi – dammi solo una sera ... giusto per non privare entrambi di quella pace che il nostro animo desidera –
Rimanemmo così ancora per qualche istante, totalmente ammirati ed abbagliati l'uno dall'altro, poi una voce turbò il momento, qualcuno stava chiamando Matt.
Kayle venne verso di noi sbracciando e sorridendo, entrambi ci distanziammo appena mentre lui si affiancava a Matt.
- Ehi, che fine avevi fatto? – gli chiese.
Quello scosse un attimo il corpo magro – Scusa, stavo per raggiungerti ... -
Poi Kayle puntò gli occhi su di me – Salve, lei è il professore di Juri, giusto? –
- Già – dissi schiarendomi la voce.
- Vi conoscete? – continuò incuriosito, Matt era rimasto in silenzio.
- Abbiamo passato le vacanze nello stesso posto ... - ancora una volta le mie parole portarono Matt a fissarmi, adesso preoccupato – beh, ora vado ... ci vediamo presto, spero –
Così me ne andai, lasciando i due ragazzi da soli e pregando che le mie parole avessero smosso le cose, pregai che Matt mi concedesse quel tempo.
Montai in auto, ora potevo pensare alla cena.
SCOTT
- Non ci voglio andare, non ci voglio andare e non ci voglio andare!!!! - ero ad un passo dall'urlare, Nikolaj continuava a spingermi fuori dall'aula con veemenza.
- Lo devi fare, non credere che finirebbe bene se non stessi ai patti ... pensi che quello si faccia poi così tanti scrupoli a minacciarti davvero? - aveva ragione, eppure il pensiero di mettermi con i miei stessi piedi in quella situazione di pericolo era fin troppo devastante per me.
Muriel ... dove diavolo era finito quello stronzo? Perché non mi aveva ancora risposto? Non lo sapevo, ma nel frattempo non mi rimaneva che adempiere ai miei doveri, cercando di mantenere tutta la calma di cui disponevo.
- Sono delle lezioni private, lascia la porta aperta ed in caso di pericolo ... -
- Ti chiamo? - chiesi speranzoso.
Nikolaj mi distrusse in un attimo – Non mi chiamare. Il tuo Juri mi tallona già abbastanza così, non voglio immischiarmi affatto nei vostri affari roventi! -
- Cosa? Il mio Juri? - ero allibito – e poi mi dispiace tanto carissimo, ma ci sei già nei miei affari, più o meno da quando hai deciso di prendere casa con me, capisci? - Nikolaj mi fissò malissimo, anche il mio sguardo non doveva essere dei migliori. Alla fine girai i tacchi con eleganza e mi incamminai verso l'aula riservata a quel genere di cose.
Brr, ma quale genere di cose? Si trattava solo ed esclusivamente di lezioni private, ecco tutto. Forza e coraggio, mi dissi, non pensare al vostro ultimo incontro e potresti farcela. Dopotutto in una situazione del genere tutti avrebbero potuto cedere un minimo ... no? E poi alla fine non è successo niente, Nikolaj mi ha salvato.
Ecco, appunto. Nikolaj. Ed adesso dov'era il mio salvatore personale?
Mio Dio, non ero bravo in quel genere di cose. Resistere alle tentazioni non era il mio forte ... che diavolo avrei fatto?
Aprii la porta della piccola aula aspettandomi di essere ancora da sola, purtroppo non era così. Juri era puntuale come un orologio, si era già seduto, ovviamente occupando non una semplice sedia, ma la cattedra. Lo guardai con espressione stizzita
- Ci vuole ordine nella mia classe. - chiarii immediatamente – scendi da lì. -
Juri sorrise appena. Che ragazzino strano, pensai, così etereo, così fragile ... eppure con uno sguardo del tutto unico. I suoi occhi andavano in fiamme.
- Come, scusa? In effetti potremmo dire che questa sia più la mia aula che la tua, Scotty – disse strusciandosi appena contro la superficie della cattedra – sbaglio o stiamo giocando secondo le mie regole? -
- Avevamo dei patti! - dissi furente.
- Già, non credo di essere venuto meno a qualcuno di questi – decisi di lasciar perdere, mi sistemai sulla poltroncina di pelle all'estremità della cattedra, spostandomi di qualche metro all'indietro.
- Come siamo lontani ... non credo che riuscirò a sentire la tua voce quando gemerai il mio nome tra poco ... - Juri era impertinente in modo assurdo, non mi imbambolai, né mi imbarazzai. Avevo deciso di tirar fuori l'uomo pervertito che albergava in me quel pomeriggio. Lo stronzo non mi avrebbe più preso in contropiede. Questo cambiamento dovette notarlo anche lui, sembrava in qualche modo soddisfatto mentre piegava le sue labbra perfette in un sorrisino studiato.
- Bando alle ciance e tira fuori i libri. - dissi facendo lo stesso con i miei.
Juri sghignazzò a tutto spiano – Quali libri? Mica stiamo facendo davvero delle lezioni private!
Per poco non caddi a terra dallo shock – Senti coglioncello impertinente, che cosa credi di fare? Vuoi farmi perdere tempo? Sono un dannato professore universitario con mille incombenze che pendono sulla mia persona. Credi che non abbia nulla da fare? -
Quello scosse appena la mano come a dire "certo, come no" - Falle svolgere a Nick, lo sappiamo tutti quanto sei dispotico quando ti ci metti. -
Eh? Come faceva a saperlo? Ero interdetto e probabilmente ci misi anche troppo a riprendermi – Basta, qui sei tu quello che non vuole stare ai patti. - mi alzai da lì, sfiancato come se avessi corso per un'intera mattinata – o cambi atteggiamento o non avrai il beneficio di nulla con me. -
- Di che tipo di beneficio stiamo parlando? - Juri sbatteva le ciglia e flirtava con una naturalezza spaventosa. Doveva essere il Dio del flirt o qualcosa di simile ...
- Smettila – stavo dirigendomi a passi veloci verso la porta, soltanto pochi metri e avrei seminato quel tentatore per strada, ma alla fine mi raggiunse, gettandosi con le spalle sulla porta che adesso aveva chiuso.
Non c'era più ilarità sul suo viso, soltanto un'espressione intensa, quella di un artista che sta studiando una fantastica creazione che avrebbe voluto ideare personalmente – Scott ... ti va se parliamo di te oggi? -
- Mmm? - ero perplesso, lo guardai confusamente – in che senso? Perché? -
- Come posso competere con lui se ti conosco appena? Non è un duello alla pari, no? - poi sorrise, c'era un'enorme tristezza su quel viso piccolo ed ovale. Per un attimo provai qualcosa di simile alla pietà da qualche parte nel profondo del mio cuore.
- Juri ... non c'è da competere. Io sto con lui e non intendo mandare a monte questa storia. - dissi con estrema chiarezza. Pensai che quelle parole gli avrebbero fatto male con quel suo strano stato d'animo attuale, forse fu davvero così, ma Juri era anche un buon attore.
- Posso farti cambiare idea ... lo so. - disse con ostinazione. Mi ritrovai a sbuffare, ancora una volta ero lì, tra l'incudine ed il martello, a ragionare con una persona del tutto irragionevole.
Cedetti perché non potevo fare altro – Possiamo parlare, ma voglio che tu stia al tuo posto, Juri. Quello che è successo l'altra sera non deve più ripetersi ... - lo avvisai cercando di mantenere la calma.
- Certo, farò il bravo per stavolta. - concordò precipitosamente quello, prendendomi subito per la mano e trascinandomi ai nostri posti.
E meno male che doveva stare al suo posto, pensai, osservando la mia mano tra le sue. Era proprio incorreggibile quel tipo, lo lasciai fare tornando a sedermi al mio posto.
Juri mi fissava con interesse, sedeva davanti a me, il suo corpo era proteso sulla cattedra, il viso appoggiato ai suoi polsi. Sembrava terribilmente pensieroso quel giorno.
Un attimo di silenzio, doveva star pensando alle domande che intendeva porgermi. Mi chiesi quanto mi sarei dovuto aprire con un tipo del genere ... non potevo rischiare e Juri era decisamente poco degno di fiducia, eppure non potevo neanche rifilargli troppe balle.
- Senti, Scotty – iniziò quello con un nuovo sorriso che irrompeva dalle sue labbra – ti piace il sadomaso? -
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, stavo tossendo forte adesso battendomi il petto per prendere un minimo di aria. Era assurdo, non potevo crederci ... tra mille domande che avrebbe potuto pormi lui aveva scelto proprio quella? Era pazzo, era del tutto fuori di testa.
- Non volevo sconvolgerti, scusami ... vuoi una mano? Respirazione bocca a bocca magari ... -
Lo allontanai immediatamente, quelle sue manine laborioso stavano già raggiungendo il mio viso ed io mi premurai di balzare indietro con la sedia.
- Juri ... ma che domande sono queste? - chiesi ancora rosso per la gran tosse – ho la faccia di uno a cui piace il sadomaso? - ero sinceramente curioso a questo punto.
Quello fece spallucce – Non so, hai di certo la faccia di uno che starebbe benissimo tra le mie gambe! - ammiccò, poi fece il segno della vittoria. Io mi ressi forte alla sedia, sicuro che continuando in quel modo prima o poi mi sarei ribaltato.
- Non si può parlare con te – dissi sconfitto – ci ho provato, ma non so più come diavolo comportarmi, te lo giuro. -
- E dai, stavo scherzando! Adesso parlerò con serietà, lo prometto – Juri sorrideva, sembrava aver ritrovato il suo antico smalto – come vi siete conosciuti? -
Ovviamente si riferiva a Lewis e me. Riflettei, perché avrei dovuto raccontargli i miei affari? Dopotutto avevo ancora qualche asso nella manica da giocarmi. Avrei terrorizzato quel ragazzino, decisi. Mi sarei dipinto come un mostro ed a quel punto perfino uno come Juri avrebbe deciso di mollare.
- Così come ho conosciuto una marea di ragazzi che alla fine mi sono portato a letto – dissi con naturalezza – l'ho rimorchiato fuori ad un locale gay. Lewis era lì, un ragazzino smarrito, non avevo il coraggio di entrare né di andar via. Era attratto da quel locale, doveva essere parecchio represso ed io decisi di approfittarne. - risi malvagiamente – niente di romantico, come vedi. -
Juri sgranò gli occhi – Davvero? -
- Oh, sì!! Me lo caricai in macchina e lo facemmo lì, in quel parcheggio tristissimo. Doveva essere la sua prima volta! Non fui affatto delicato, poverino. Ci andai pesante, molto pesante! - rincarai la dose, le balle cominciarono ad uscirmi con grande naturalezza – sai, credo che alla fine se ne stesse pentendo, voleva andar via, ma andiamo ... gli avevo offerto così tanti drink, volevo essere ripagato. Non faccio mai niente se non subodoro una fantastica ricompensa. -
Juri era rimasto a bocca aperta. Sghignazzai tra me e me, aveva paura il pivellino, eh? Faceva tanto il tombeur de homme, ma sotto sotto rimaneva pur sempre un ragazzino alle prime armi.
- Mio Dio, Scotty! Non sai quanto lo stia invidiando in questo momento! - disse con voce sognante.
- CHE COOOOOOOSAAAAA? - urlai, ad un passo dal cadere dalla sedia sul serio stavolta – ma ci senti tu???? Hai capito quello che ti ho detto? -
- Certo, parola per parola! Cavolo, perché non ci siamo incontrati prima? Ho sempre beccato ragazzi idioti in vita mia! Ho sempre preso io l'iniziativa, non sai che noia! Beh, di che mi lamento ... non erano mica degli uomini rudi e dispotici come te ... - il suo sguardo era sognante, allungò la sua manina verso la mia, bloccandola lì.
No, non poteva essere vero. Qualsiasi cosa dicessi o facessi si rivelava sbagliata. Ero in trappola, quel tipo sfuggiva da qualsiasi schema prestabilito.
- Bene, un giorno sarò io quello che ti caricherai in macchina, mi impegnerò al massimo per raggiungere questo obiettivo, sappilo. - continuò quello con estrema convinzione. Io avevo semplicemente perso le parole a quel punto.
- E' bravo a letto rispetto ai tuoi standard? Suppongo di sì visto che ci stai da parecchio tempo ... - continuò con estrema naturalezza – da quanto per l'esattezza? -
- Emh ... - ero del tutto inerme adesso, forse dovevo soltanto limitarmi a rispondere – tre anni.
- Aveva soltanto quindici anni? E tu ventinove? - Juri si struggeva – accidenti, era la sua prima volta, quindi? Non deve essere stato così bravo. Ti assicuro che ho fatto parecchia pratica io ... tutti i miei ex non facevano altro che congratularsi con me dopo il sesso! Sono bravissimo, se vuoi possiamo provare ... -
- No! Juri, no! - mi allontanai da quel corpo che adesso era balzato sulla scrivania, mio Dio ... - sta al tuo posto, non erano questi i patti! -
Quello si ritrasse, sconfitto – E va bene. E' troppo presto forse. Sei uno di quei tipi che usa le precauzioni tu? -
Ero allibito. Con te le userei di certo, pensai, ma evitai di da voce a quel pensiero. Era assurdo, che diavolo di domande erano?
- Io lo sono, ma per te posso chiudere un occhio. - continuò ammiccante – sembri uno che non lo infilerebbe nel primo posto che capita ... -
- Juriiiii!!!!!! - non sapevo più come riprenderlo ormai, la mia giornata era stato un continuo rimbeccarlo per questo o per quello. Mi sentivo sfibrato nell'anima – i-il tempo è scaduto. Devo tornare a lezione ... - dissi visibilmente nervoso, mi era anche venuto qualche tic qui e lì.
Quello sbuffò forte – Già, è vero ... come passa in fretta il tempo quando ci si diverte ... - sussurrò dopo, leggermente intristito – allora ci vediamo domani? -
- Non ci provare. Ci vedremo giovedì per queste lezioni ... - chiamale ancora lezioni, mi dissi, avvilito – e non darmi problemi nel frattempo. Smettila di flirtare in classe, smettila di mordicchiare quella dannata penna con la piuma ... -
Juri sghignazzò maleficamente – Allora te ne sei accorto ... -
Come non avrei potuto? Le sue labbra che succhiavano quella matita occupavano ogni mio dannato pensiero bagnato da una settimana a quella parte. Ma questo avrei fatto meglio a non dirlo ...
Mi alzai da lì con quel poco di dignità che mi era rimasta, uscii dall'aula senza degnarlo di un ulteriore sguardo. Non era andata bene per niente, Juri continuava ad immergersi nella mia vita come un sub farebbe con una nuova barriera corallina da scoprire. Ed io lo stavo lasciando fare ... era quello il punto. Ma come si poteva gestire un tipo del genere?
Non avevo alcuna risposta.
Mentre tornavo in classe il mio cellulare prese a squillare. Era un semplice messaggio di testo e diceva:
"Amico, porterò il mio culetto sexy da te il prima possibile. Quando c'è un guaio da risolvere non c'è niente di meglio di Muriel! Non te ne pentirai di avermi chiamato. "
Muriel stava arrivando! Quella fu l'unica notizia positiva della settimana.
ANGOLO AUTRICI:
Eccoci qui! Un bel capitolo ricco di imprevisti! Abbiamo da una parte Juri che ha assestato il primo colpo con le lezioni private XD Povero Scott! Poi Nik soprendentemente ha deciso di fare il primo passo! Fra lui e Matt la situazione ormai è insostenibile, che questo incontro porti il chiarimento che serve per andare avanti? O forse solleverà più dubbi di prima? Lo scoprirete presto! Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e non vediamo l'ora di sentire le vostre teorie! Ci vediamo alla prossima con Chris e Matt <3
Un bacio
BLACKSTEEL
~C4
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