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capitolo 10




NIKOLAJ

- Leggete il libro che vi ho assegnato, la prossima settimana faremo un piccolo dibattito – riferii alla classe – preparate domande e riflessioni ne discuteremo insieme –

Finalmente era finita, quella settimana era andata, l'ultima lezione si era conclusa ed adesso il weekend mi avrebbe dato modo di respirare lontano da quello sguardo dannatamente irritante. Juri era sempre seduto in prima fila alle mie lezioni ma fortunatamente non mi dava il tormento. Purtroppo però il solo vederlo mi procurava l'emicrania quindi arrivare al fine settimana era davvero l'unica fonte di salvezza che avevo. Mi apprestai a raccogliere le mie cose ed andare via prima che qualcuno mi fermasse, avevo un preciso piano per quel giorno, fare un salto alla biblioteca , prendere dei testi che mi servivano e chiudermi in casa per finire il saggio che stavo scrivendo.

La biblioteca era piena di studenti, non riuscii a trattenere un fremito di preoccupazione, se lo avessi incontrato? Scossi la testa e mi feci forza, passai dietro gli scaffali e mi diressi verso i testi di letteratura, ne presi alcuni ed alla fine mi mossi per dirigermi verso lo sportello per il prestito. Ma non ci arrivai mai, rimasi bloccato nell'ammirare la visione davanti ai miei occhi. Matt era lì, seduto ad uno dei tavoli con alcuni libri aperti davanti a sé ed intento a scrivere su un blocchetto. Il suo profilo era rilassato ma concentrato, i suoi occhi saettavano fra le pagine e le sue gambe magre erano accavallate in un posa composta. Era da così tanto che non lo osservavo, mi resi conto che mi era mancato anche il poter guardarlo, bearmi della sua vista. Si passò una mano fra i capelli lisci con fare confuso poi sollevò la testa, io d'istinto mi nascosi. Era così sereno, sapevo perfettamente che la mia vista lo avrebbe turbato, che avrei reso cupa la sua giornata e non lo volevo, l'ultima cosa al mondo che volevo essere per lui era il motivo della sua sofferenza e della sua tristezza. Decisi che era meglio andare via e far finta di niente, nonostante dentro di me non riuscivo a far tacere il desiderio di parlargli. Sporsi di nuovo lo sguardo verso il tavolo per assicurarmi che lui non stesse guardando ma non lo vidi, doveva essersi alzato, a quel punto mi voltai cercando di andare via ma dovetti fermarmi ancora una volta.

Matt era davanti a me, teneva un grosso tomo in mano e mi fissava come se si stesse domandando se fossi reale, io cercai di abbozzare un sorriso ma il suo viso si fece immediatamente severo.

- Matt ... - il suo nome mi sfuggì dalle labbra.

Quello abbassò immediatamente lo sguardo e si apprestò a passare oltre, sapevo che dovevo lasciargli il suo spazio ma non ci riuscii, mi sporsi leggermente per intralciargli il passo.

- Per favore ... - dissi con un sussurro flebile – ti supplico, guardami ... -

Ero un verme, con che diritto chiedevo tanto a quel ragazzo? Lui era pronto a darmi tutto ed io avevo volgarmente ceduto ad un ricatto, avevo barattato la nostra storia d'amore.

- Spostati – ringhiò lui in risposta, continuava a non sollevare lo sguardo.

- Matt .. so che non ho il diritto di - - non potei continuare.

- No! Non ce l'hai – mi interruppe in un sibilo tagliente – non hai nessun cazzo di diritto, non provare a venire da me e parlarmi! – si fermò un attimo per riprendere fiato – deve essere la maledizione ... - sussurrò poi – che cazzo ci fai qui ... perché ... -

Era la mia occasione, forse l'unica che avrei mai avuto – Ho lasciato Dylan un anno fa ... io non potevo continuare ... -

Al solo udire quella frase il volto di Matt cambiò, la furia si impossessò dei suoi occhi che adesso non fuggivano più dal mio viso. Mi inchiodò con lo sguardo, quell'azzurro carico di odio e rancore, sembrava un cielo prossimo ad un temporale, potevo vedere la furia vorticare nelle sue iridi.

- Vaffanculo – ringhiò – non osare nominarlo! Non osare darmi delucidazioni sulla tua vita insignificante! Non mi importa se stai coronando il tuo fottuto sogno d'amore, se stai da solo come la nullità che sei oppure ti scopi quel professore adesso – sbraitò, ci spostammo appena per evitare di attirare troppo l'attenzione.

- Hai frainteso ... fra me e Scott non c'è – ancora una volta venni interrotto.

- Non mi interessa ho detto! Puoi andare a farti fottere Nikolaj, fra noi due è finita, è morto tutto e non ti permetterò di incasinarmi ancora! Sto con Kayle adesso, tu non sei niente per me, sei solo uno sbaglio – rincarò la dose cercando di passare oltre.

- Io ... -

- Smettila di darmi spiegazioni! Smettila di provare a parlarmi! Smettila di incrociare la mia strada! - ribadì in un sibilo.

A quel punto mi appiattii alla parete, cosa potevo dire?

- Per quello che vale ... - mormorai affranto alla fine – non avrei mai voluto lasciarti –

Poi me ne andai, fuggendo dalla sua vista mentre di sfuggita notavo delle lacrime rigare il suo viso, lo avevo ferito, ancora una volta ero stato la causa del suo male, era una sensazione insopportabile.

Quando tornai a casa non riuscii neanche ad arrivare in camera mia, semplicemente caddi sul divano del salotto, totalmente spossato.

- Nik, sei una pezza da piedi – commentò Scott non lontano

Sollevai lo sguardo e lo vidi tirato a lucido come non faceva da giorni, con una tazza di caffè fumante in mano.

- Tu invece stai alla grande – notai stupito.

Rise e si sedette davanti a me – Stasera verrà Lewis a trovarmi ... i miei drammi stanno per finire, mi vedo con lui, mi sfogherò portandomelo a letto per tutto il fine settimana e non esisteranno più mocciosi che potranno tentarmi –

Mi unì alla sua risata – Ottimo, questo sì che è un piano con i fiocchi –

- Ancora problemi con ... tu sai chi ...? – chiese titubante, per un attimo non potei fare a meno di pensare a Lord Voldemort.

- L'ho visto poco fa ... - dissi con un filo di voce – e mi sono messo l'assurda idea in testa di parlare con lui ... -

- Deduco non sia andata bene –

- E' stato un fottuto bagno di sangue ... - ammisi – sono stato un idiota Scott, come se lui potesse perdonarmi ... dopo quello che ha dovuto sopportare a causa mia –

- In tutta questa faccenda francamente non mi è chiaro il motivo per cui avete rotto – disse – capisco la differenza di età e anche il fatto che tu stessi con un altro ... ma bastava mollarlo no? E'chiaro come il sole che tu sei perdutamente preso da Matt, non riesci a stare calmo neanche quando senti pronunciare il suo nome – continuò stupito – lui poi non parliamone, è chiaro che fra di voi non è finita ... mi spieghi per quale motivo lo hai lasciato? –

È il mio dannato nipote, questo avrei dovuto dire ma non potevo, la verità era che il motivo per cui non potevo essere sincero con Scott era anche quello per cui avevo lasciato Matt. La verità stessa uccideva la mia storia con lui.

- Non posso dirtelo ... a meno che tu non voglia sentirti dire una bugia – risposi alla fine – ma è colpa mia, Dylan ... mi ha dato un ultimatum a cui non ho saputo ribellarmi –

- E Matt lo sa? Scommetto che sei stato tanto sciocco da addossarti la responsabilità della rottura senza dirgli niente di Dylan –

- La decisione l'ho presa io –

- Sei senza speranze Nikolaj – sospirò alla fine – sei davvero capace di guardarlo mentre sta con un altro? –

No, non ero disposto a vedere il mio Matt con un altro, ogni volta che pensavo a quella realtà mi veniva da vomitare, il mio spirito si dibatteva e rifiutava quella prospettiva. Ma che diritto avevo di decidere?

- Posso sempre imparare a distogliere lo sguardo -

A quel punto mi lasciò solo, si sollevò dalla poltrona e andò via della stanza, a Scott non piaceva questo genere di comportamento, non capiva come due persone che si amavano si potessero tenere a distanza di proposito. Forse era d'accordo con Juri su questo punto di vista, forse per come vedeva lui le cose io avrei dovuto fare qualcosa ma non aveva chiara la visione. Non sapeva quanto sordida potesse essere la realtà dei fatti e l'immane colpa che avevamo entrambi per quello che era successo.

" Sto con Kayle adesso"

Ancora una volta il mio stomaco si contorse, mi portai una mano all'addome e mi piegai leggermente. Come potevo ancora essere quello stesso uomo di ventotto anni, che si era fatto dominare da un ragazzino?

SCOTT

Accolsi l'arrivo del fine settimana con un sollievo che non avevo mai provato prima, forse soltanto durante i miei terribili anni scolastici a South Gate. Mi ritrovai ad uscire di casa con fare guardingo, stavo cominciando a diventare paranoico ormai. Non sapevo se Juri conoscesse il mio indirizzo, ma qualcosa mi diceva che non ci avrebbe messo molto a farlo se soltanto avesse voluto. Quel ragazzo rappresentava il figlio del demonio in persona, continuava a tormentarmi semplicemente con la sua presenza silenziosa ma costante. Se ne stava seduto in prima fila, apparentemente prendendo appunti come qualsiasi altro ragazzo in classe, eppure c'era qualcosa di assolutamente fuori dalla norma nei suoi occhi. Mi fissava ed io non potevo fare a meno di pensare cosa diavolo gli passasse per la testa quando i suoi occhi si posavano su di me. Lo immaginavo, avevo prefigurato così tante volte quei pensieri che stavano finendo per diventare perfino i miei.

Fu la vibrazione del mio cellulare a farmi riscuotere da quei pensieri terribilmente tentatori, era Nikolaj.

- Ehi, sto andando a fare colazione ... non eri in casa stamattina ... qualche problema? -

Quello sospirò forte dall'altra parte del telefono – No, io sono giù in ufficio, ho parecchie cose da sistemare, forse ti raggiungo tra un po'. -

- Ok, hai chiamato per qualche motivo in particolare? - chiesi con una punta di perplessità.

Nick tentennò appena – Emh, a dire il vero sì. Ho acceso il pc del nostro ufficio poco fa ... la tua posta era aperta e non ho potuto fare a meno di notare una nuova email in entrata ... -

- Ti prego, dimmi che non è lui ... - sussurrai allarmato.

- Ti ha inviato una sorta di disegno ... un tuo ritratto – ovviamente era lui – sei nudo come una sorta di statua greca ... ha anche scritto delle cose, una poesia ... non è niente male a dire il vero se non fosse così terribilmente sconcia ... -

Non volevo sentire oltre – Basta, ti prego taci. Cancella tutto immediatamente, dovrò cambiare indirizzo ... Nick, sto cominciando a perdere le staffe, non lo nego. -

- Non solo quelle, vero? - sembrò leggermi nel pensiero, il suo tono si incupì – hai avuto una nottata movimentata, ti sentivo scalpitare, lo hai sognato per caso? -

- T-tu!! Brutto idiota, ma come ci pensi?!?!?!? Cancella quel messaggio e bada un po' ai tuoi affari! - ero rosso di vergogna come un dannato quindicenne alle prese con il suo primo sogno erotico. Quel moccioso del cazzo mi tormentava e non potevo fare un accidente per risolvere la questione, non quando il mio molestatore era il nipote del rettore!

Entrai nel mio solito cafè con un rinnovato malumore. Presi posto, accaparrandomi subito il Los Angeles day news e nascondendomi allo stesso tempo dietro di esso. Non feci neanche in tempo a finire il primo paragrafo nella sezione dedicata allo spettacolo quando una mano tirò appena il foglio.

Per un attimo il mio cuore mancò un battito, sbattei le palpebre mentre mettevo a fuoco la figura di Lewis.

- Sorpresa, sorpresa!!! - quello sorrise e prese posto di fronte a me – non fare questa faccia, potrei pensare che tu non sia felice di vedermi. -

No, anche lui no, pensai, disperato. Mi guardai intorno in ansia – Lewis, che cosa ci fai qui? Credevo che saresti passato a casa ... dove nessuno poteva vederti ... -

Quello assottigliò gli occhi in un'espressione acida – Beh, è troppo desiderare una colazione con il mio ragazzo? E poi andiamo ... potrei benissimo passare per uno studente a cui stai dando delle ripetizioni – sorrise ancora tirando fuori alcuni quaderni dal suo zaino – ecco, vedi?Ho pensato a tutto. -

- L-Lewis ... potevi aspettarmi a casa ... -

- Sono stufo di vivere nell'ombra! - era incazzato adesso – insomma, prometto che mi comporterò bene, soltanto il tempo della colazione e poi andremo a casa ... per favore ... -

Mio Dio, perché diavolo ero così bravo a farmi incasinare la vita da ragazzini pazzi ed insistenti? Doveva essere la mia maledizione, la mia incapacita di trovare un uomo della mia età mi stava decisamente creando più di qualche problema ormai.

Alla fine cedetti, ordinammo da mangiare e lasciai che Lewis avesse quella piccola vittoria su di me.

- Com'è andata la prima settimana di lezioni? Tutto ok con le nuove matricole? - chiese quello dopo aver mandato giù un boccone di torta alle mele.

Alla grande, pensai, erano trascorsi una manciata di giorni ed io ero già riuscito ad attirarmi addosso una lunga serie di guai che prendevano la forma di un ragazzino terribilmente fuori di testa.

- Certo, tutto nella norma come sempre, soltanto che non ti aspettavo – dissi invece, sorridendo appena – e tu? Ragazzi interessanti con cui hai pensato di sostituire il tuo vecchio? - mi informai e adesso fu il mio turno di assumere un certo tono.

Lewis sbuffò – Smettila, non devi continuare a trattarmi in questo modo ... sto rigando dritto come ti avevo promesso, sono maturato, ok? -

- Maturato fino a quando non incontri un altro bel paio di addominali ed un sorriso affascinante ... - non potevo fare a meno di avercela con lui, dopotutto decidere di tornare insieme ad una persona non sempre equivaleva ad un effettivo perdono, come nel mio caso. Non avevo dimenticato la sua storia con Chris Wayright, né potevo evitare di tornare sull'argomento di tanto in tanto.

- Scott ... non sono questi i patti ... tu non puoi comportarti così, hai deciso di darmi un'altra chance, tu ... -

- Non abbiamo nessun patto, Lewis. Ho commesso degli errori con te, ma non sono mai andato a letto con nessun altro, neppure dopo la nostra rottura –

- Ne abbiamo parlato una marea di volte, questo discorso è chiuso, ok? - Lewis era livido come un bambino a cui non piaceva più la piega che aveva preso il suo cartone animato preferito.

- Sarà chiuso per te ... - commentai – sbrigati, finisci la tua colazione ... dopo ti aspetta una punizione con i fiocchi. -

Lo guardai con desiderio, lo stesso che si stava accendendo nei suoi occhi adesso. Avevo necessariamente bisogno di sfogare la mia frustrazione, avevo accumulato così tanto stress in quegli ultimi giorni ... ecco spiegato il motivo di quel dannato sogno. Mi tornò in mente all'improvviso, ero a letto con Lewis, lo stava baciando, leccavo il suo corpo nudo centimetro dopo centimetro, beato dai suoi gemiti bassi. Stavo risalendo quando improvvisamente vidi il suo volto ... non era più Lewis.

- Scott ... tutto ok? - la sua voce mi riportò alla realtà. Cercai di darmi una calmata e ricordare il perché non avrei più dovuto pensarci.

- Sì, sono solo spossato, tutto qui. Settimana pesante ... - bevvi il mio caffè corto mentre cercavo un cameriere che avesse potuto portarmi il conto ... non lo trovai, in compenso i miei occhi incontrarono quelli scuri di Juri.

- Porca puttana ... - l'imprecazione fu del tutto naturale, Lewis si voltò verso la figura in avvicinamento, attirato dal mio sguardo sconvolto.

No ... pensai, non qui, ti prego Dio, se esisti è arrivato il momento di darmi un segno ... NON QUI.

Juri si accostò al nostro tavolo con fare tranquillo, i suoi occhi erano puntati su Lewis, si stavano studiando silenziosamente e questo non faceva altro che darmi i brividi. Quel giorno indossava una semplice camicia nera abbinata ad un jeans scuro, niente di troppo vistoso, ma ad ogni modo Juri rimaneva sempre un gran bel ragazzo.

- Tu chi sei? - chiese Lewis con espressione confusa sul volto.

Juri aprì le labbra, ma fui abbastanza saggio da precederlo prontamente – E' un mio alunno! Oh cielo, Leineau, ho dimenticato il nostro incontro! - mi portai una mano sulla fronte – dovevamo vederci trenta minuti fa, vero? Dannazione ... non ci sto proprio con la testa in questo periodo. -

Quello mi lanciò una lunga occhiata penetrante durante la quale pregai tutti i santi del paradiso, alla fine il suo volto si aprì in un sorriso – Ecco, sì ... non sapevo dove cercarla, il professor Wayright mi ha detto che spesso viene qui a fare colazione ... sa, non la disturberei, ma la mia situazione scolastica è disastrosa. Non riesco a mettermi in pari con gli altri, se non approfitto del week end dovrò ritirarmi dal suo corso ... -

Quel giorno capii che quel bastardo di Juri aveva un radioso futuro anche nel mondo della recitazione.

- Certo, ti capisco. Vedrai che andrà tutto bene, ti rispiegherò tutto quanto ... - dissi con convinzione, sorridendo a mo' di scusa a Lewis che sospirò – ti dispiace se con te ci vediamo dopo? Ti ho già dato i titoli di quei tomi da consultare per la tua ricerca, vero? -

Lewis mi incenerì con lo sguardo – Certo, professore – rispose, mettendo particolare enfasi sull'ultima parola – arrivederci. -

Lo guardai andar via mentre quell'orribile ansia che mi attanagliava il petto cominciava ad affievolirsi, lasciando subito il posto alla furia. Juri si sedette davanti a me senza fare complimenti, sorrideva, ammiccante come soltanto lui sapeva essere.

- Quello quindi è il tuo ragazzo ... - commentò con lo sguardo fisso su Lewis che adesso lasciava il locale – lo ricordo dalla festa a South Gate. Ho sempre immaginato quanto poco dobbiate avere in comune tu e lui ... -

- Io ho sempre immaginato il giorno in cui avresti smesso di starmi tra le palle invece – commentai furiosamente – ma ahimè sembra ancora troppo lontano. Voglio sapere che diavolo vuoi da me ... io non posso continuare così. -

Juri sorrise ancora, arricciando appena il naso. Stuzzicava il ciuffo dei suoi capelli corvini con le dita, i suoi occhi neri erano puntati su di me in quel sguardo impossibile da dimenticare – Sai cosa voglio, Scott. E' te che voglio ... -

- No, impensabile – sbottai – c'è una marea di gente pronta ad uscire con te, ne sono certo. Gente più giovane ... gente più adatta. - cercai di farlo ragionare.

- Io. Voglio. Te. - ribatté con convinzione. Quelle parole smossero qualcosa dentro di me, i suoi occhi così profondi non mentivano, sembravano volermi risucchiare in profondi abissi inimmaginabili. Ma perché diavolo mi stava succedendo una cosa del genere?

- No. E' quello che credi di volere, è il fascino dell'uomo più grande, mi stai idealizzando. - insistetti ancora – non sono niente di quello che vai cercando e sono anche impegnato ... -

Juri fece spallucce – Non mi importa. So che non ti sono indifferente, sei tu quello che dovrebbe accettare la verità dei fatti, non credi? - si allungò appena sul tavolo, la sua voce era bassa ed ammaliante – dovresti cedere, Scott ... non sarebbe una sconfitta, anzi ... con me non faresti altro che vincere. -

Ero senza parole, cercai di trovarle tra le macerie della mia mente del tutto ottenebrata da quel dannato ragazzino. Una scossa mi percorse le gambe quando sentii le sue allungarsi verso il mio corpo, spingendomi a spostarmi indietro, con la schiena contro la sedia.

- Non giocare con me, Juri – lo avvertii dopo aver ripreso un minimo di ossigeno – con me si perde.

Quello scosse la testa, era divertito – Sai come potremmo vincere entrambi, Scott? Andando a letto insieme ... -

- Smettila! - non potevo urlare, ma lo avrei fatto con tutto il cuore se fossimo stati da soli. Mi guardai intorno, avevo caldo, quel dannato sogno continuava a tornarmi in mente perfino in quel momento.

- Ok ... facciamo i bravi allora – lo guardai, stupefatto da quelle parole del tutto inaspettate – ovviamente c'è un prezzo per questo. -

Un prezzo che ero disposto a pagare purché la smettesse di mettermi in quelle situazioni terribilmente pericolose.

- Cosa vuoi?

Juri sorrise appena – Quelle lezioni private di cui parlavamo prima. -

- Tu non ne hai bisogno. - ribattei agghiacciato.

- Non importa, le voglio comunque. Devono essere frequenti ... quattro a settimana. -

- Figlio di puttana – la mia imprecazione non fece altro che farlo ridere ancora – sei davvero un pezzo di merda, Juri. -

- Vero? Non sei il primo a dirmelo, ma non è mai suonato così sexy sulla bocca di nessun altro. -

- Devi darci un taglio! - era troppo, sarei impazzito, lo sapevo – due. -

- Facciamo tre da due ore ciascuna ... -

- Una e mezza. - commentai infuriato – una e mezza e non si discute. Non ho tempo da perdere con te, credimi. - mi alzai da lì, sconfitto su ogni fronte.

- Non sarà tempo perso, vedrai – commentò quello maliziosamente.

Gettai i soldi sul tavolo, poi lasciai il locale quasi correndo. Ancora una volta capì quanto enorme fosse stato il mio fallimento quella mattina.


ANGOLO DELLE AUTRICI: Buon pomeriggio a tutti!
Eccovi giunti al finale di questo capitolo in cui ancora una volta i giovincelli hanno vittoria facile sui nostri due professori attempati. Eravate già pronti per la Terza Guerra Mondiale con l'entrata in scena di Lewis e Juri nello stesso momento, eh? :P diciamo che per ora è tutto rimandato. Sembrerebbe che Juri sappia il fatto suo e che in fin dei conti non voglia mettere Scott in una posizione ancora più scomoda di quella in cui si trova! (anche se forse è impossibile ahah)
Nel prossimo capitolo torneranno i nostri beniamini Chris e Matt con i loro problemi di natura cosmica & company.
Vi ringraziamo davvero tanto per esservi fatti sentire così numerosi, a volte anche noi abbiamo bisogno di sapere che la storia stia ancora riscuotendo interesse :)
Grazie di tutto e a presto!
- BLACKSTEEL -

:is

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