Capitolo 23
Ariana's pov
Matt mi passa una mano tra i capelli carezzandomi la spalla, io mi stringo accanto a lui poggiando la mano sulla sua coscia.
Mat: Ti vedo tesa, che ti succede?
Scuoto la testa, come potrei dirgli la verità? Dirgli che il vero padre di sua figlia sta venendo a pranzo da noi e che le sue intenzioni non sono delle migliori?
Ari: Sono solo un po' stressata.
Mat: Ah, okay.
Giro l'anello attorno all'anulare volgendo lo sguardo alla Tv.
Mat: Stressata per cosa?
Ari: Lascia stare, non voglio annoiarti con i miei problemi...
Mat: I tuoi problemi sono anche i miei, raccontarli potrebbe esserti utile.
Odio quando Matt cerca di fare lo psicologo e analizza tutti.
Ari: Lascia stare.
Lui sospira, torno a guardare la Tv cercando di distrarmi con "guerre dei bagni", ottengo scarsi risultati.
Ari: Vado a girare le patate.
Mi alzo e vado in cucina, mi accovaccio accanto al forno e tiro fuori la teglia con il polpettone e le patate. Buco il rotolo con la forchetta ed mi accorgo che è cotto, lo poggio sui fornelli. Spengo il forno e guardo l'orologio... Cat e Beck dovrebbero arrivare a momenti, proprio come a momenti dovrebbe arrivare Nate.
Volgo lo sguardo sulla tavola apparecchiata per otto e sulle foto appese alla parete... forse dovrei nasconderle oppure...
Din don, il campanello.
Mi asciugo la mani sul grembiule e vado ad aprire la porta, percorro con infinita lentezza il corridoio e poggio una mano sulla maniglia, respiro profondamente prima di aprire; e se fosse lui?
Mi decido ed apro, Beck e la mia principessa mi sorridono; sospiro di sollievo e li faccio entrare.
Ca: Ciao mamma.
Cat mi bacia sulla guancia.
Be: Zia Ari...
Beck mi fa un segno con la mano.
Ari: Ciao ragazzi, allora com'è stata questa vacanza?
Si scambiano un occhiata e sorridono, Cat arrossisce abbassando lo sguardo.
Be: È stata molto bella e... sorprendente oserei dire.
Mi stringo nelle spalle.
Ca: Mamma, noi andiamo a mettere giù le cose.
Si volta fa qualche passo e poi si ferma.
Ca: Sai mica se Jade è in casa?
Ari: Si, ti sta aspettando in camera.
Lei guarda me e poi Beck che le annuisce, sorride e sale le scale trascinandosi dietro il trolley.
Be: Zia, con permesso.
Beck china la testa e sale le scale quasi correndo. Mi chiedo dove corrano sempre questi giovani. Chiudo la porta.
Torno in salotto, mi sistemo accanto a Matt e lascio che mi carezzi dolcemente la schiena mentre guardiamo la Tv. Penso sia passata una decina di minuti quando suona nuovamente il campanello. Faccio per alzarmi quando sento una voce alle mie spalle:
Ca: Vado io!
Non faccio in tempo a dire una parola che lei si precipita ad aprire la porta.
Nate's pov
Ecco, dovrebbe essere questa la casa giusta. Parcheggio e spengo il motore, scendo dall'auto, la chiudo e sento il bip-bip accompagnato dal lampeggiare dei fari. Percorro a grandi passi il vialetto guardandomi attorno per inquadrare l'ambiente; una Range Rover sta parcheggiata davanti al garage, ai lati della breve stradina di ghiaia che porta al portico c'è un giardino ben curato con rose, gigli e girasoli, nel portico, tutto di legno scuro, sono sistemate delle sedie e un tavolino rotondo con appoggiati sopra dei bicchieri.
Arrivo davanti alla porta, mi prendo qualche istante per sistemare la cravatta e il colletto della camicia prima di suonare. Tempo qualche secondo e la porta si apre.
È come se il tempo si fosse arrestato, o almeno per lei; i capelli rosso acceso ancora morbidi e lucenti cadono fluenti sulle spalle e arrivano alla vita sottile fasciata da una gonna rosa che si apre a partire dai fianchi.
Ca: Ciao, sono Cat...
Cat? Allora lei è la figlia, mia figlia. Devo dire che è per tutto e in tutto uguale a sua madre quando aveva la sua età. Lei mi guarda fisso negli occhi aspettando una risposta.
Na: Niall, Niall Horan.
Le porgo la mano che lei guarda con diffidenza.
Ari: Cat, lascialo entrare, è il nostro ospite.
La ragazza spalanca la porta e si fa da parte lasciandomi entrare.
Eccola, ora la riconosco; la mia Nana, segnata dal tempo, ma con la stessa fiamma nello sguardo. Devo dire che è parecchio cambiata in questi 18 anni, ma ha mantenuto quella rara bellezza che la contraddistingueva dalle altre ragazze. Ha abbandonato il suo amato rosso e ora ha i capelli castani con la frangetta legati in una coda alta.
Cat chiude la porta alle mie spalle, restiamo a guardarci per qualche istante poi lei mi fa un cenno con la mano e sale le scale, quanto ho atteso questo momento.
Mat: Piacere, sono Matt, il marito di Ariana.
Davvero? Alla fine la mia piccola Nana si è sposata con questo sfigato?
Mi porge la mano, la guardo storcendo il naso, ma alla fine la stringo.
Na: Niall, Niall Horan.
Mat: Beh, accomodati Niall.
Mi lascia una pacca sulle spalle e mi fa accomodare in cucina dove la tavola è già apparecchiata e un profumo di polpettone si diffonde nell'aria. Matt mi fa segno di sedermi a capo tavola
Na: Non serve, dico davvero.
Mat: Insisto, sei nostro ospite.
Lancio uno sguardo a Nana che aspetta in un angolo accanto ai fornelli, lei guarda in terra senza dire una parola; mi siedo dove mi ha indicato Matt.
Mat: Allora Niall, Ari mi ha parlato molto di te e dei tuoi affari... so che hai studiato psicologia e pedagogia al college... e che ora saresti interessato al nostro studio...
Alzo lo sguardo su Ariana, aveva messo come condizione che nessuno sapesse la vera motivazione del mio invito e che mi presentassi con un altro nome; immagino questa sia la mia copertura.
Na: Si, proprio così signor Bennet... io...
Ari: Caro, non trovi che forse sia un momento inappropriato per parlare di affari? Magari Niall vuole prima ambientarsi... conoscerti.
Mat: Si hai ragione cara...
Cat's pov
Salgo le scale, Beck è ancora seduto sui gradini che mi aspetta.
Ca: Allora? Le hai parlato?
Lui sospira, mi siedo accanto a lui sul gradino, mi prende le mani tra le sue e io poggio la testa sulla sua spalla.
Be: Non sarà facile, ma tu come ti senti? Voglio dire provi rancore per la storia di James?
Mi stringo nelle spalle. Ora che ho sedimentato la questione non provo più quel dolore, e infondo so che non è stata colpa di Jade... posso perfettamente crederle: James la ha illusa e raggirata per portarsela a letto.
Ca: Io no, non credo.
Be: Vuoi dire che la perdoneresti.
Ca: Beh si, già lo so che non è stata colpa sua.
Be: Sei la ragazza migliore che uno possa incontrare.
Io arrossisco abbassando lo sguardo, lui mi bacia.
Eli: Ragazzi! È pronto il pranzo scendete!
Le urla di zia Liz ci riportano alla realtà, abbiamo rischiato grosso; non possiamo permetterci di baciarci così sulle scale, in bella vista. Mi stacco bruscamente.
Ca: Vado a chiamare Jade...
Be: Ti aspetto.
Mi alzo e percorro il corridoio a grandi passi fermandomi davanti alla mia camera, busso. Nessuna risposta.
Ca: Jade, sono io, Cat! Scendi a pranzare con noi!
Poggio l'orecchio sulla porta e tento di capire cosa stia facendo, sento dei singhiozzi.
Ja: Vattene via! Non mi merito il tuo perdono!
Ca: Jade, ma che cazzo dici... lo so che non è colpa tua! È quel porco di James che...
Ja: Vattene!
Ca: Scendi a pranzare!
Ja: Io non ho fame!
Sospiro, conosco troppo bene Jade, so che ogni tentativo di persuaderla dalla sua decisione sarà invano.
Torno da Beck, scuoto la testa.
Ca: Non vuole mangiare...
Lui alza le spalle e poggia la mano sul mio fianco attirandomi a se.
Be: Le passerà.
Ca: Lo spero.
Be: Vedrai...
Scendiamo lo scale e arriviamo davanti alla porta della cucina, Beck mi guarda e sorride.
Be: Devo togliere la mano?
Ca: Dovresti...
Si sposta ed entriamo in cucina a qualche passo di distanza.
Ava: Eccola qua, la banda bassotti... ma ne manca una... Jade?
Ci scambiamo uno sguardo.
Be: Non ha fame, papà.
Taglia corto Beck sedendosi a tavola, mi accomodo sul posto libero accanto a lui, vicino all'ospite... come ha detto che si chiama? Niall? Boh!
Comunque non mi piace come mi fissa quel tipo, mi mette a disagio... quasi come se volesse dirmi qualcosa ma non potesse.
Guardo Beck, mi sorride e ciò mi rassicura.
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