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Capitolo 18

Cat's pov
Passa George, lo fermo trattenendogli il braccio, si volta e mi sorride.
Ge: Cat, che ti succede? Non ti diverti?
Urla per farsi sentire sopra la musica sparata a palla dalle megacasse.
Ca: No, cioè si, solo che non conosco nessuno.
Ge: Come no? Beck non ti ha presentato nessuno?
Ca: Beck non lo vedo da quando siamo tornati e Mike lo ha portato via.
George si guarda attorno, sospira e mi poggia una mano sui fianchi.
Ge: Se vuoi ti tengo un po' di compagnia. Ecco, bevi questo.
Prende un bicchiere dal tavolo alle mie spalle, ne annusa il contenuto assaggiandone poi un sorso.
Ge: È buono.
Ca: A me basterebbe trovare Beck!
Mi passa il drink.
Ge: Lascialo perdere, pensa a divertirti bevi qualcosa... ti sentirai meglio e sarà più facile conoscere altra gente!
Bevo un po' del bicchiere, mandando giù il liquido mi brucia la gola, però George ha ragione: mi sento meglio. Il resto del drink lo bevo tutto d'un fiato e sbatto il bicchiere sul tavolo.
Ge: Allora? Che dici si stà meglio?
Annuisco, lui avvicina i nostri bacini.
Ge: Ecco, bevine un altro.
Mi versa un altro bicchiere senza mai staccare una mano dai miei fianchi, bevo anche il secondo e inizio a sorridere, senza un motivo, solo perdo un po' il controllo.
Ge: Ne vuoi un altro?
Ca: Io non so se dovrei bere così... di solito non bevo alcool.
Ge: Non ti preoccupare: non devi guidare!
Inizio a ridacchiare.
Ca: Eh, penso proprio di no: non ho neanche la patente!
Ge: E allora un po' possiamo spassarcela.
Prende la bottiglia di vetro trasparente e mi trascina verso la pista, la attraversiamo strisciando tra i ragazzi sudati e ubriachi che ballano.
Ca: Pensavo volessi ballare... Dove mi porti?
Usciamo dalla calca di persone mi trascina verso il davanti della casa.
Ge: Non ho voglia di ballare: c'è troppa gente. Vieni, ci sediamo sui gradini.
Ca: Io volevo solo trovare Beck.
Ge: Lascia stare quello, è ancora un ragazzino.
Si siede sui gradini, picchetta con la mano sul gradino accanto a lui, lo accontento e mi siedo. Lui beve a canna dalla bottiglia.
Ca: Hey non berla tutta!
Si stacca e passa sulla bocca il dorso della mano, me la porge.
Ge: Ne vuoi? Pensavo avessi detto che non ti piace bere.
Stringo le dita attorno al collo della bottiglia.
Ca: Dico solo che se la bevi tutta da solo ti fa male.
Lui la lascia e io ne bevo, mi sento sempre più libera, inizio a non avere il controllo del mio corpo ne della mia mente.
Ge: Piano, piano! Non vorrai finirtela tutta...
Mi stacco e scuoto la testa, gliela passo.
Ca: Basta, devo trovare Beck.
Faccio per alzarmi ma ricado miseramente a terra.
Ca: È colpa... delle scarpe... ecco, ora...       le tolgo.
Slaccio le fibie e sfilo le zeppe appoggiandole vicino a me.
Ge: No, non credo siano loro.
Poggia la bottiglia vuota dall'altro lato. Provo a rialzarmi, ma fallisco ancora e mi abbandono sul gradino.
Ca: D'accordo, resto un poco qui.
Ge: È anche un'occasione per conoscerci meglio.
George si avvicina e mi circonda le spalle con il braccio.
Ge: Allora, dimmi un po'... ora sei... single?
Ca:  Beh, formalmente no, in pratica si.
Ge: Cioè lo hai lasciato ma lui non lo sa?
Ca: Lui non lo immagina.
Ge: E dimmi un po'... com'è con Beck? So che in passato voi due avevate una storia...
Ca: Chiamala storia, non è mai successo nulla.
Ge: E ora?
Volto la testa verso di lui, come posso spiegargli quello che sento? Come posso spiegargli l'emozione che provavo nel sentire le sue mani attorno ai miei fianchi, o nel guardarlo mentre tentava di remare, nel mentre che si passava una mano tra i capelli e arricciava il naso.
Ca: Perchè ti interessa tanto?
Ge: È per fare conversazione...
Ca: Beck è speciale...
Scuoto la testa, alzo lo sguardo e tento di mettere a fuoco il suo viso. George è un bel ragazzo: alto, biondo, occhi grigio-azzurri...
Ge: Cat, dimenticati di lui per una notte.
Ca: Io non...
Ge: Io lo ho capito: è da ieri che pensi a lui. Sei affascinata da lui. È stato così gentile, così presente; un principe azzurro al momento giusto. Ma devi sapere che ha fatto una scommessa con Mike e Larry: chi riusciva a farti per primo vinceva cento euro.
Mi si spalanca la bocca, non può averlo fatto davvero. George alza lo sguardo dal cellulare e sospira. Tutta questa sua gentilezza, la gita in barca, il tramonto, il cesto di fragole al cioccolato... era tutto uno stratagemma per una stupida scommessa.
Ge: Io non volevo dirtelo ma...
Sento il sangue bollire nelle vene e non credo sia solo effetto dell'alcool.
Ca: E tu? Tu hai fatto anche tu questa stupida scommessa?
Ge: Io... si, all'inizio... ma poi ho capito che era stupida e umiliante e quindi mi sono tirat...
Lo prendo per la mascella e lo bacio, le mie mani scivolano dietro la sua nuca e mi giro tra le dita una ciocca bionda. Lui all'inizio non reagisce subito, per una decina di secondi sembra un pezzo di ghiaccio, ma poi si scioglie e poggia una mano sulla mia coscia e l'altra in terra.
Fottiti Beck, io non sarò solo una tua scommessa... George si stacca leggermente.
Ca: Diglielo.
Ge: Cosa?
Ca: Dillo a quei porci dei tuoi amici di questo bacio.
Sento il sangue salire al cervello, ogni freno si è rotto, non controllo più ne la lingua ne il corpo.
Ca: Anzi, sai una cosa?
Mi giro di spalle, faccio scendere il vestito e sfilo il reggiseno; rialzo il vestito e mi volto.
Ca: Fagli vedere questo, e digli che se lo sognino.
Glielo passo. Mi alzo in piedi barcollando, recupero le scarpe e salgo i gradini.
Ca: Buona notte George.
Mi chino in avanti e gli lascio un bacio a stampo sulle labbra.

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