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Capitolo 10

Cat's pov
Be: Cat?
Ca: Si?
Be: Ti va di parlare?
Ca: Di cosa?
Be: Di quella sera Cat, di quella sera.
Il sangue si gela nelle vene. Davvero vuole parlare di quella sera? Sospiro. Infondo sono stata io la prima a tirare in ballo quel momento e ora non posso tirarmi indietro. Ricordo ancora tutto con una strana lucidità date le mie condizioni.

All'epoca io e Beck eravamo davvero tanto uniti e non nascondo che ero davvero innamorata di lui, ogni suo gesto, ogni sua parola mi faceva impazzire.
Eravamo così legati che spesso quando i miei o i suoi genitori uscivano e lasciavano uno dei due solo, l'altro si inventava una scusa per sgattaiolare a tener compagnia al primo. È quella fu l'ultima di queste sere. Se non sbaglio entrambi i nostri genitori erano usciti a cena fuori, Jade dormiva fuori da una sua amica, quindi per la prima volta eravamo soli, davvero soli.
Come al solito Beck venne a casa mia verso le nove con due pizze, due coche e l'ultimo film horror uscito al cinema. Accese la televisione, inserì il disco e schiacciò play. Se non che già dalle prime scene capimmo che non era un film horror, ben si uno di quei cartoni demenziali: qualche balordo doveva aver scambiato le custodie dei DVD. Pensammo di guardarlo comunque, ma dopo i primi 10 minuti eravamo entrambi davvero troppo annoiati. Spensi il lettore DVD.
Ca: Ora che facciamo?
Be: Ah bo...
Chiuse il cartone della pizza e lo poggiò vicino ai piedi del divano.
Io continuai a mangiare la mia pizza.
Be: In realtà un idea ce l'avrei...
Alzai lo sguardo dal cartone per scoprire la sua idea grandiosa. Si alzò si avvicinò allo zaino e, mentre frugava dentro, si avvicinò nuovamente a me. Quando mi fu davanti tirò fuori il pacco di cicche, lo aprì, ma quelle al suo interno non erano propriamente cicche.
Ca: Beck, che cazzo fai! Mettile via!
Coprii con le mani il pacchetto. I miei non sapevano che fumavo.
Be: Rilassati! Ci fumiamo solo due canne!
Ca: Solo?!?
Lui alzò le spalle e fece per uscire in giardino.
Ca: Che fai? Aspetta!
Spostai velocemente il cartone dalle ginocchia e lo raggiunsi alla finestra. Si accese la canna ed uscì definitivamente, lo seguii ansiosa.
Buttò fuori una nuvoletta di denso fumo bianco sospirando di sollievo.
Be: Che hai?
Scrollai le spalle senza dire niente.
Be: Ecco, vuoi fatti un tiro?
Me la porse, spostai lo sguardo da lui alla canna e ancora dalla canna a lui. Sospirai.
Ca: Dammi.
Obbedì e io aspirai il fumo, subito mi sentii più rilassata.
Be: Ecco, fanne un altro.
Non me lo feci ripetere due volte.
Ca: C'è un solo problema.
Be: Ossia?
Ca: Non c'è tua sorella.
Be: E quindi.
Sospirai. Sapeva anche lui che tra noi c'era tanta, troppa attrazione fisica e che spesso ciò ci portava a baciarci, a chiuderci in un bagno per... si insomma fare cose che solo il fumo o l'alcool ci dava la sicurezza di fare; fino a quando sua sorella o uno dei nostri amici ci trovava interrompendoci sempre prima arrivare fino infondo. Ma sta volta non c'era Jade, Tori o Andrè. Non c'era nessuno ad impedirci di fare la cazzata più grande di sempre. E questo mi faceva paura.
Be: Cazzo Cat, ho 16 anni voglio solo bere, ubriacarmi e scopare, senza pensare al resto.
Ca: Si ma...
Si avvicinò e prese il mio mento tra pollice e indice avvicinando il mio viso al suo. Mi soffiò sul viso il fumo, appena si dissolse poggiò delicatamente le labbra sulle mie.
Be: Non preoccuparti.
Continuava a tenermi stretta a lui, e cazzo, mi piaceva. Mi piaceva il suo modo dolce, mi piaceva il suo profumo, mi piaceva il momento, mi piaceva lui.
Avvicinò ancora la canna alle mie labbra e mi fece aspirare, una due tre... volte. Ormai non capivo bene cosa stesse succedendo e sentivo la testa leggera.
Be: Finita.
Lasciò cadere a terra il mozzicone. Entrambi scoppiammo a ridere come se avesse appena fatto la cosa più buffa del mondo. Barcollando e in preda ai giramenti di testa tornammo in salotto e cademmo l'uno sopra l'altro sul divano continuando a ridere. D'un tratto, lui si sollevò sulle braccia, mi guardò e successe. Posò le sue labbra sulle mie, mi sollevò e posizionò le mie gambe attorno al suo bacino.
Ca: Beeeck...
Fu un richiamo troppo lontano e debole contrastato dal mio amore, e lo ammetto dalla mia eccitazione.
Presto le sue labbra scesero lungo il collo, le sue mani afferrarono il bordo della mia canotta e la fecero scorrere lungo il mio busto fino a sfilarla e gettarla lontana, ai piedi del divano. Le sue mani salirono anche lungo la schiena, passando dai fianchi alle spalle, e scendendo nuovamente, fermandosi all'altezza della chiusura del mio reggiseno. Ecco, questo era il solito momento in cui Jade tornava dal bagno, o qualcuno bussava, o comunque succedeva qualcosa e qualcuno ci interrompeva. Ma quella volta non successe nulla, semplicemente si scostò di poco per far incontrare i nostri occhi, mentre le sue dita già aprivano il gancetto. Fu un attimo, non dovette neanche sfilarmelo dalle braccia (faceva caldo e quindi portavo il reggiseno senza spalline perchè odiavo che si vedessero dalla canotta). Mi trovai nuda davanti a lui, i suoi occhi sul mio seno animati da una strana scintilla.
Iniziai a sentirmi in imbarazzo. Arrossii. Non dovevo essere io la prima a spogliarmi. Lui mi abbracciò. Restammo così per un bel po', io stretta tra le sue braccia.
Be: Sei bellissima.
Mi sussurò. Alzai il viso dalla sua maglia e lui mi baciò, prima con piccoli baci a stampo poi con sempre piú passione, quando iniziò a scendere lungo il mio collo io gli sfilai la maglietta. Lasciai che mi baciasse ancora un po' prima di sganciare il bottone dei suoi jean e glieli tolsi. Iniziai a giocare con l'elastico dei suoi boxer mentre lui mi lasciava un sicchiotto sul seno.
Mi ero decisa a togliergli i boxer. E fu proprio allora che lo sentimmo, il rumore delle chiavi dei miei genitori e le loro voci. Quasi d'istinto afferrai la mano di Beck, la sua maglia e la mia canotta e corsi su per le scale. Raggiungemmo il secondo piano appena in tempo: sentii la porta aprirsi e i miei entrare.
Be: Merda.
Ca: Sst.
Gli misi una mano davanti alla bocca e lo trascinai in camera mia. Chiusi la porta.
Be: Siamo al sicuro?
Ca: Non c'hanno visto, ma ora verranno a vedere se dormo...
Be: Perchè son tornati tanto presto?Ca: E che cazzo ne so! Di solito stanno via fino a mezza notte almeno!
Mat: Cat? Stai già dormendo?
Ca: Merda! Em... nasconditi!
Be: Dove??!!
Mi guardai attorno. L'armadio!
Ca: Nell'armadio!
Lo spinsi e chiusi l'anta, mi infilai a letto appena in tempo che mio padre entrò.
Mat: Sei ancora sveglia... com'è andata la serata piccina?
Ca: Bene.
Mio padre annusò l'aria. Strinsi tra le dita le lenzuola.
Mat: C'è odore di... fumo?
Ca: Noh! Io non lo sento! Non c'è odore di fumo! Noh noh...
Stavo sudando, e non perchè facesse troppo caldo.
Mat: Sarà... buona notte piccina.
Si chinò a darmi un bacio sulla fronte.
Ca: Notte papi.
Si voltò, fece qualche passo verso la porta quando comparve mia madre.
Ari: Sei sveglia...
Ca: Eh si...
Ari: Ho... ho trovato uno zaino in soggiorno, non mi sembra sia tuo.
Me lo mostrò, degluitii e cercai una scusa.
Ca: È... è di Jade. Oggi se lo è scordato qui.
Ari: Ah okay... e invece questi e questo?
Mi mostrò i pantaloni di Beck e il mio reggiseno.
Ca: Io...
Guardai mio padre, la mascella tesa e i pugni serrati. Mio padre era ed è sempre stato geloso di me; a malapena sopportava i miei amici maschi, figuriamoci se sapesse che io e Beck...
Entrambi aspettavano una risposta e nella stanza c'era un silenzio assoluto. Penso fu per quello che si sentì il piccolo starnuto di Beck.
Ari: Cosa è stato?
Ca: Niente! Non ho sentino niente!
Mat: Veniva dall'armadio...
Mia madre poggiò le cose sulla scrivania e si avvicinò all'anta dietro la quale era nascosto Beck. I minuti che seguirono furono devastanti. Le urla di mio padre, il modo di mia madre ma la cosa peggiore era vedere la delusione nello sguardo dei miei genitori. Io scoppiai a piangere.
Be: È stata colpa mia. Ho costretto io Cat a fumare, lei non voleva. È colpa mia io...
Lo sentii pronunciare queste parole, la carica di parole e insulti si spostarono su di lui. Forse si aspettava che dicessi qualcosa, che ci smezzassimo la colpa; ma io non riuscivo a pensare, ne a parlare. Assistevo alla scena senza poter dire nulla, le parole si erano ghiacciate in gola.
Quando tutto finì e Beck fu rispedito a casa con qualche ceffone di mia madre, papà chiamò zio Avan e gli raccontò l'accaduto in modo che Beck fosse sgridato e punito a giusto modo. E potetti immaginare la sgridata che ricevette a casa, e gli schiaffi di suo padre.
Qualche giorno dopo mio padre preparò il trasloco, cambiai città, amici, scuola... di tanto in tanto mandavo qualche messaggio a Beck; ma lui non rispondeva.
Con il tempo iniziai a pensare che fosse colpa sua, infondo lui aveva tirato fuori la canna, lui aveva iniziato a baciarmi...
Iniziai a odiarlo, era colpa sua se ora non potevo avere amici maschi, non potevo uscire, il mio cellulare veniva controllato ogni sera.
Con il passare degli anni la mia "reclusione" si era attenuata, ora non guardano il cellulare e posso uscire anche da sola. Ma non scorderò mai le conseguenze che ebbe quella sera.

Beck's pov
Non parla, sta lì in silenzio quasi stesse ripercorrendo ogni gesto di quella sera sciagurata. Forse sono stato stupido, forse non ha nulla da dire, forse pensa davvero che sia solo colpa mia... e infondo lo è.
Be: Scusa, se non ne vuoi parlare io...
Lei alza lo sguardo, quasi si fosse appena ricordata che io sono qui, a meno di un metro da lei.
Ca: No io... solo... Beck, dimmi una cosa: cosa ti hanno fatto i tuoi genitori? Cosa hai passato per questi tre anni?
Alzo le spalle, mi passo una mano tra i capelli. Posso dirle la verità? Ciò che davvero mi ha causato quella sera?
Be: Non importa.
Ca: Si che importa! È colpa mia!
Be: Ma non...
Ca: Dovevo dire qualcosa Beck! Non è giusto che tu ti sia preso ogni responsabilità.
Be: Infondo è questo che fa un vero uomo, no? Si prende le sue responsabilità.
Lei abbassa lo sguardo e vedo una lacrima scendere e rigarle la guancia.
Squoto la testa e mi alzo dal divano.
Ca: Dovevo dire qualcosa... perdonami Beck... io...
Dice tra un singhiozzo e l'altro. La guardo non sapendo che fare. Un abbraccio? Una carezza? Un bacio?
Le poggio una mano sulla spalla.
Be: Ti
Amo... ti amo Cat, ti amo.
Be: Perdono. Ti perdono Cat.
La amo ancora come allora.

Boom baby!
Sono tornata con un altro capitolooooh!
Anyway (si scrive così? Boh!) finalmente finisce la scuolaaaah e posso aggiornare primaaaaah... si spera... s:) (dovrebbe essere una faccina sesc... va bene Virginia...) comunque fatemi sapere cosa ne pensate e se volete un altro capitoloooooh con un commentino e una stellina =/
Byeeeee

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