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Capitolo 15

1981

Anthony Si calò sulla testa il cappuccio e riprese a camminare sotto la pioggia scrosciante.
Sorrise tra sé e sé ripensando a quanto la cosa piacesse al suo Boss Billy. Ma poi si ricordò che gli piaceva farlo soprattutto per portare a spasso il suo cane Benji e al fatto che da quando era morto era rimasto chiuso in casa e così sospirò avvilito. Aveva l'impressione che non sarebbe mai riuscito a farlo uscire di casa.
Dopo la morte del suo cane si era allontanato e Anthony sapeva bene che poteva essersi recato in un solo posto, da lui.
Era tornato in silenzio, con lo sguardo cupo.
Anthony era rimasto allibito al racconto dell'altro. Che la moglie avesse ordito un piano così elaborato per allontanarlo. Per mostrargli il suo totale controllo su Benjamin. Ma quello che lo aveva fatto infuriare era la rassegnazione che aveva visto in Billy, non era da lui, non si comportava così il suo capo.
Nella sua piccola isola del mare del nord dove aveva creato la sua tana aveva creato un rifugio per altre persone come lui. In fuga, scacciati, abbandonati. Orfani come lui.
Come il suo Benji, un piccolo bassotto con una zampa paralizzata, rifiutato dalla madre che Billy aveva salvato da morte certa. In quegli otto anni si era creato un rapporto simbiotico tra loro e Anthony comprendeva quanto gli avesse spezzato il cuore doverlo recidere.
Anthony entrò nel piccolo cottage, acconto dal silenzio.
Trovò Billy dove immaginava, a letto rintanato nella sua felpa.
"Ti alzerai mai più da quel letto?"
"Sono andato in bagno..." gli rispose l'altro e Anthony alzò gli occhi al cielo.
"Sai bene cosa devi fare, alza il tuo culo da quel letto e va da Benjamin, O devo portartici di peso io?"
"Non è una maledetta principessa... Può andarsene, poteva venire come me otto anni fa..."
"Ma sta zitto!" Sbroccò Anthony. Era stufo di vederlo autocommiserarsi, quello non era l'uomo di cui si era innamorato, non era il suo Boss. Non la persona che lo aveva salvato e che gli aveva dato la sua prima vera casa.
Billy a quelle parole si sollevò e lo guardò perplesso.
"Non sai cosa può avergli impedito di raggiungerti, sai per certo che quando ti sei scontrato con Frank, lui ha rischiato la sua vita per salvarti. E senza essere un militare, Benjamin è un semplice studioso, eppure non ha esitato... Nonostante il tuo approccio delicato come un elefante in una cristalleria. È rimasto con te mesi, nascondendoti alle autorità... Sei tu che nel momento del bisogno lo hai lasciato solo..."
Billy si adombrò "Gli avevo scritto una lettera"
Anthony rise sarcastico "E non gli hai dato tempo... Sei andato via più veloce della luce... Adesso devi rimediare! Va a prenderlo!"
Billy serrò la mascella e si rigirò nel letto dando le spalle all'altro. "No!"


Benjamin si accese la sigaretta e rilesse il biglietto
AL CIMITERO, DAVANTI AL MAUSOLEO DELLA FAMIGLIA DAY, A MEZZANOTTE DI OGGI.
Poi sollevò lo sguardo sull'uomo che lo aveva invitato a quell'incontro al mausoleo della famiglia di sua moglie e che gli aveva ribaltato il mondo.
Anthony lo osservava attendendo che Benjamin elaborasse le informazioni ricevute.
"Lui... Tu... Voi... Siete compagni"
Benjamin si portò le mani agli occhi e premette con forza.
Non stentava a credere che Julia gli avesse mentito, su quanto successo prima dell'incidente, sulla morte di Billy. Quindi Billy gli aveva chiesto di raggiungerlo? E lui, non sapendo niente, lo aveva abbandonato di nuovo.
Anthony annuì restando in silenzio.
Benjamin si sfiorò la cicatrice che gli solcava la guancia, il labbro inferiore gli tremò per un attimo poi si ricompose. "Ottimo, mi fa piacere che lui abbia finalmente..."
"Billy non è felice, affatto... La morte di Benji è solo ciò che ha catalizzato il suo dolore... Non può essere felice senza di te, dovete incontrarvi."
Benjamin scosse la testa "Ha te, ha una nuova famiglia, la sua piccola banda... E io ho Julia, lei vorrebbe una famiglia... E io..."
"Neanche tu sei felice, Julia ha fatto in modo che Billy vi vedeste assieme! Quando è morto il suo cane, il suo Benji è venuto da te per un addio e lei ha fatto in modo che vedesse che ormai eri una sua proprietà... Il modo che lei ha di dominarti, di possederti... Come un pupazzo, un giocattolo... Pensi che possa renderti felice?"
Benjamin aprì e chiuse la bocca incredulo. "Lui mi... ci ha..." Non riusciva a trovare le parole.
"Billy voleva vederti, lei sapeva che sarebbe arrivato, per questo ha voluto fare sesso con te in salotto... in bella vista... Billy ha detto che comprendeva, ma la sua mano serrata mal celava la rabbia... Ti prego incontralo, parlate. Io lo amo ma non sopporto più vederlo ridotto a uno spettro... Quindi ci parlerai?"
Benjamin si appoggiò alla lapide, sua moglie davvero lo aveva esposto volutamente? Aveva fatto in modo che Billy li vedesse assieme? Lo aveva usato per mostrargli il suo controllo?
"Lo vedrai?"
La voce di Anthony lo ridestò così annuì.
"Eccellente!" esclamò Anthony avvicinandosi alla macchina e aprendone il bagagliaio.
"Alzati caro, l'amore della tua vita ha accettato di vederti"
Scansando con rabbia la mano di Anthony Billy emerse dal bagagliaio e si sollevò traballante e il suo sguardo rabbioso strappò a Benjamin una risata. "Lo hai messo nel bagagliaio?" chiese Benjamin senza parole.
Anthony dette una scrollata alle spalle "Non ricordi quanto sia testardo? Adesso parlate, sfogatevi e ditevi tutto!" concluse allontanandosi.
Benjamin lo scrutò, era davvero Billy, gli pareva surreale poterlo guardare di nuovo negli occhi così attendeva, incerto su cosa dire e fu l'altro ad avanzare, allungando la mano per sfiorare la linea che gli solcava il volto.
"Eri geloso delle mie?" scherzò indicando le cicatrici sul proprio volto. La sua bocca sorrideva ma i suoi occhi erano come nuvole cariche di pioggia. "Mi sei mancato..."
"Sei tu che te ne sei andato!" rispose duro Benjamin
"Ti avevo scritto..."
Il volto di Benjamin si indurì. "Dovevi venire da me invece di lasciarmi due righe per poi sparire..."
"Pensavo fosse la cosa migliore..."
A quelle parole Benjamin rise sarcastico. "Per me o... per te?"
"Mi sbagliavo lo sò!" Billy si prese una pausa e Benjamin lo scrutò, non lo aveva mai sentito ammettere un errore, mai... Eppure adesso... "Non ho smesso di pensarti neanche un momento in questi otto anni. Ogni giorno con te mi addormentavo e sempre con te mi alzavo la mattina... Nella mia mente avevo impresso i tuoi occhi... Hai ragione ad odiarmi... Nel momento del bisogno sei rimasto... Mentre io sono fuggito lasciandomi alle spalle due misere righe... In fondo pensavo che tu non meritassi una vita da fuggiasco, che saresti stato meglio senza di me... Tutte stronzate! Ti ho abbandonato con quella donna perché sono un maledetto vigliacco! E anche adesso sei obbligato al confronto perché ho bisogno di un addio... Lo sai, sono un fottuto egoista e..."
Benjamin lo afferrò e gli sussurrò "Taci..."prima di baciarlo. In un attimo ricordò quanto gli era mancato il suo sapore. Gli carezzò la nuca, dove i capelli erano nuovamente cresciuti, poi gli prese il volto e con le lunghe dita delineò i segni sul suo volto dell'altro. "Fa ancora male?"

Billy gli sfiorò il collo prima di stringerlo a sè tremando. "Ogni giorno lontano da te è solo dolore, respirare sapendo di non poterti più vedere è una morte continua..."


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