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Capitolo 11

1973

Il gemito gli risalì inarrestabile e si morse la mano a sangue cercando di trattenere ogni rumore. Julia era oltre la porta, aveva sentito la sua voce, sapeva che era vicino ma a Billy sembrava non importasse più di niente, di certo non che li trovasse. Billy non stava certo cercando di trattenersi perché lo strinse con forza per i fianchi e intensificò la forza dei movimenti.
Non avendo più appigli Benjamin urtò contro la porta con forza ma questo non arrestò Billy ma lo afferrò per il torace per stringerlo a sé. Il sangue gli colò sull'occhio mentre il piacere si mescolava al dolore e in quel momento Billy lo afferrò per il collo gli morse una spalla mentre i muscoli si tendevano in un ultimo estenuante spasmo.
Benjamin vide l'ombra della donna allontanarsi dalla porta e chiuse gli occhi mentre Billy ansimava alle sue spalle e non appena allentò la presa Benjamin lo spinse via.
"Perché lo hai fatto?"
Lo aveva trascinato per un braccio stringendolo con fin troppa forza, facendogli quasi male lo aveva spogliato strappandogli di dosso i vestiti, incurante delle proteste e lo aveva quasi forzato ad aprirsi, con rabbia.
A nulla era servito ricordargli che non fossero a casa di Billy e che Julia potesse trovarli, non solo, li aveva visti allontanarsi assieme. Niente lo aveva fermato nemmeno la voce di lei a un soffio dal loro nascondiglio e la certezza che avesse sentito ogni cosa.
"Volevi marchiarmi, dimostrarle che sono tuo vero?" ringhiò Benjamin sentendo la rabbia crescere senza alcun controllo.
"La stessa cosa che ha fatto lei cercando di metterti il guinzaglio tutta la sera, rimarcando il fatto che siete legati mentre io... Al cospetto di lei non sono che uno mero passatempo... Ti ha baciato ti ha stretto davanti a me... Le ho solo mostrato quanto si sbagliasse..." sibilò Billy comprimendolo contro la parete opposta. "Lo senti ancora vero?". Benjamin lo spinse via ansimando cercando di tenerlo lontano per quanto lo spazio ristretto gli consentiva cercando di ricomporsi. Lo sentiva, come se Billy lo stesse pressando ancora, ma nonostante le mani visibilmente tremanti iniziò a rivestirsi, non voleva certo uscire con i vestiti scomposti e la testa sanguinante. "Siamo sposati" ansimò fremente dalla rabbia "Non c'era niente di strano nel suo comportamento... Niente che potesse scatenare una tale reazione da cavernicolo... E poi come puoi essere geloso. Vai a letto con quella poliziotta per poterla usare a tuo vantaggio, non che mi importi ma con che coraggio reagisci così? Vuoi possedermi davanti a mia moglie quando per te sono uno dei tanti svaghi che ti concedi..."
Benjamin si rivestì alla meglio e poi si tamponò la fronte con la manica. Sapeva che Julia lo avrebbe notato e che lo aspettava un lungo discorso molto complesso. "Non farlo mai più... Anzi, sta lontano da me! I nostri sono due mondi distanti... Probabilmente non collideranno mai più! Il mio libro è finito e quando lo avrò consegnato al direttore del New York Times, lui lo presenterà a chi di dovere, non saremo più costretti a vederci... Né per questo né per qualsivoglia tipo di incontri..."
Quando allungò la mano verso la porta Billy lo afferrò "Quella donna che vedo... Lei non è importante, non è te...Nessuno lo sarà mai!"
"Sei ridicolo"
"Ben..."
La voce di Billy era roca, spezzata e Benjamin un po' si odiò quando lo allontanò da sé strattonando il braccio. Billy scivolò tra le ombre. "Ben ti prego aspetta..." lo invocò di nuovo.
"È Benjamin! E so già che lei non è importante perché nessuno lo è mai per te! Non lo era Frank quando hai preferito i soldi alla sua amicizia, non lo erano i tuoi cosiddetti fratelli perché venderesti ciascuno di loro senza esitare, non lo è nessuno nella tua compagnia... E di certo non lo sono e mai lo sarò io! Questa follia finisce adesso!"
Billy gli si avvicinò e per un momento la flebile luce che filtrava dai lati della porta illuminò il suo volto. Il suo sguardo era vitreo, morto, perso, poi scivolò ancora tra le tra le tenebre e quando Benjamin aprì la porta il suo volto fu illuminato dalla brillante luce della sala antistante sbattè gli occhi come ferito. Benjamin esitò sull'altro per un momento e per un breve istante le sue certezze si frantumarono.
Un bambino smarrito gli sedeva davanti, ma dopo poco riemerse la maschera e Billy sorrise sprezzante così Benjamin si voltò e se ne andò via.




Una settimana dopo


"Arrivo presto... Grazie di avermi dato del tempo io... dovevo solo radunare le mie cose..." sussurrò Benjamin con voce piatta al telefono.
"Stai bene?"
La domanda non lo sorprese, chiuse gli occhi e prese tempo.
No, non stava bene, ogni giorno la sua scelta gli pesava sempre di più, era ossessionato da quel senso di vuoto e dall'idea che lo avrebbe perseguitato per tutta la vita.
Julia aveva scelto la via del silenzio, in fondo quella delirante parentesi statunitense delle loro vite stava per finire perché preoccuparsi?
"Tutto bene Julia io..."
"Sei in un posto sicuro?"
Stavolta Benjamin non comprese "Certo, perché?"
"La Anvil è esplosa, ho sentito che quel Russo è ricercato dalle autorità... ti prego dimmi che non ti ha contattato... Che non ha cercato di trascinarti a fondo assieme a lui!"
"No, non mi ha contattato" sussurrò Benjamin accorgendosi di che suono amaro avessero quelle parole. Realizzare che non lo avesse più chiamato dopo quella disastrosa sera lo feriva. "Davvero Julia non mi ha chiamato" si sentì in obbligo di ripetere "E non lo farà sta tranquilla..." Quella delusione lo corrodeva nel profondo.
Una volta riattaccato scese nella hall dell'albergo per incontrare il suo amico Val, era triste di doverlo salutare ma confidava che presto lo avrebbe rivisto, Julia lo aveva invitato nella loro tenuta in Cornovaglia.
Era all'altezza dell'ascensore quando il suo telefono squillò.
Rispose senza quasi guardare "Val scusa il ritardo ero come al solito blo..."
"Ben sono io... Bill...William..."
Per poco il telefono non gli sfuggì di mano.
Benjamin sentì il terreno mancargli sotto i piedi e annaspò in cerca di parole.
"Volevo dirti addio e... So che già che lo sai ma... Sono un idiota... un assassino, un traditore, un arrivista, un vigliacco... E hai fatto la scelta giusta ad allontanarti da me perché io distruggo tutto quello che tocco solo che... Ti amo, volevo dirtelo prima della fine..."
Benjamin si appoggiò alla parete. "Bill dove sei?"
"Ti amo da morire..."
"William dimmi dove sei? "supplicò Benjamin.
"Sto andando là dove è iniziato e dove tutto finirà... A quelle dannate giostre..."
"No no no... Bill fermati, resta dove sei... Sei ferito vero? Aspettami... Sono con Val, lui può medicarti... E..."
"Come diavolo dai a sapere che sono ferito?" la voce di Billy era quasi divertita.
"Non mi avresti mai chiamato se non fossi ferito e messo all'angolo."
Benjamin sorrise tra le lacrime sentendolo ridacchiare.
"Sono felice di aver riso con te... Un'ultima volta..."
Benjamin sentì il suo cuore sprofondare "Non voglio che sia l'ultima volta Bill... Mi manca tutto di te... Ti prego..."
"Addio Ben..."
Benjamin singhiozzò invocando il nome dell'altro al telefono.
Non riusciva a lasciarlo andare, non voleva farlo.

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