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Capitolo 10

Due pozze oscure ricolme di tristezza, uno specchio in cui Benjamin poteva rispecchiarsi.
Vedeva un altro sé in quegli occhi.
Le labbra dell'altro tremarono.
"Hai dolore?"
Benjamin sentì la sua voce porgere la domanda mentre l'altro annuiva "La mia faccia... quei segni..."
"Guardami Bill..."

Benjamin si svegliò con quel nome in testa e la bocca impastata dai sonniferi che Julia aveva insistito per dargli la sera prima. Si mosse sentendosi l'anca rigida e dolorante.
Si sfiorò la cicatrice sul torace, la dove vi era stato il drenaggio.
Ricordava quando la ferita si era infettata e ogni respiro era diventato un'agonia. Eppure, non riuscire a ricordare se non frammenti di quel legame che sentiva così intenso era decisamente peggiore. Vedeva sprazzi dei suoi ricordi con quel William. Era certo di averlo amato e di esser stato ricambiato
Ripeté quel nome come un mantra.
Billy... William... Billy...
E poi dal nulla ecco emergere altre immagini.
Quell'uomo, ma non aveva alcuna cicatrice ed era steso accanto a lui.
"Resta..." gli sussurrava "Resta da me..."
E ricordò anche la sua risposta.
"Non posso Mr Russo... Julia mi sta aspettando..."

Benjamin si mise a sedere di scatto e per un attimo fu colto da un giramento di testa. William... Billy Russo... Ricordava...
Aprì il cassetto del comodino e prese il suo quaderno, doveva rileggere le sue parole, rivedere la sua scricchiolante calligrafia ma con orrore vide che la sua preziosa lettera, come anche le atre che Val gli aveva portato erano scomparse.
"Julia..." sussurrò sentendosi morire. Aveva frugato tra i suoi quaderni, aveva rubato le parole di Billy e questo poteva voler dire solo una cosa, lei sapeva di loro, di quello che avevano condiviso, e aveva finto che quella relazione non ci fosse mai stata.
Si alzò e zoppicò fuori dalla stanza con il cuore che gli martellava in gola. Arrivò fino allo studio di lei e notò subito che lo scrittoio fosse chiuso. Si guardò attorno e cercò con sguardo febbrile la chiave ma non trovando alcuna soluzione afferrò con forza il cassetto e lo strattonò con tutte le sue forze più volte finché la serratura non cedette.
E le vide, vide Billy in quelle parole.
Le sfiorò come se potesse raggiungerlo e le immagini lo colpirono come uno schiaffo.
Ricordava il loro primo incontro, ogni sguardo incerto. Quella prima volta nel bagno del museo e come, anche se lottando contro se stesso aveva rincorso quel desiderio.
Come bramasse esporsi sentirlo solo suo.
Come al di la di ogni ragionevole pensiero si sentisse sempre più spavaldo ogni volta che Billy si concedeva di mostrargli la sua vulnerabilità. Perché lo osservava e comprendeva che quell'uomo fosse fragile solamente con lui e nessun altro. Ricordava la giostra, il suo corpo martoriato, la corsa, le suppliche al suo amico Val.
Ti prego, ti imploro! Prendi parti di me se serve! Ti prego, aiutami!
E poi? Cos'era successo? L'incidente... La fuga da quel mostro e...
"Bill..." ansimò Benjamin portandosi le lettere al petto "Dove sei..."
Il fianco gli mandò una stilettata e Benjamin inciampò e urtò con forza il tavolino con il ginocchio, il colpo sembrò vibrargli per tutto l'arto strappandogli un gemito. Julia irruppe nella stanza colma di apprensione ma quando gli si avvicinò Benjamin la spinse via con rabbia cercando di fuggire. Lei lo inseguì sorpresa dell'energia che il ragazzo mostrava nonostante le limitazioni della gamba ancora rigida.
Benjamin arrancò fino al salotto prima di cadere stringendosi il fianco dolorante.
Julia stavolta gli fu addosso ma prima che potesse dire qualcosa Benjamin le mostrò le lettere. "Perché le hai prese? Perché me le hai nascoste? Tu Sai dove sia? Tu sai dov'è Billy?" le urlò cercando di allontanarsi.
A quelle parole Julia si immobilizzò "Tesoro era una gentilezza... Sapevo della vostra relazione ma... Tu avevi dimenticato, io volevo solo prendermi cura di te come ho sempre fatto... E vedere quelle lettere poteva solo riaprire delle ferite..."
Benjamin arretrò ancora e cadde sul divano. "Lui dov'è?" ripeté con sguardo vuoto "Tu sapevi eppure mi hai imprigionato di nuovo in questa casa, mi hai trascinato nel tuo letto... Hai rubato le sue parole..."
"Benjamin lui è morto"
L'uomo fu certo che il suo cuore si fosse fermato "No, lui era vivo... Ferito, sofferente... Ma vivo! "
Julia scosse la testa "Era assieme a te quando hai fatto l'incidente, vi siete schiantati e la macchina è finita nel lago... Vi hanno estratti ma lui era già morto... Era troppo debole dopo le lesioni che aveva subito dopo lo scontro con quel vigilante... Tu lo hai portato via dall'ospedale ma non era abbastanza forte, quell'incidente è stato troppo per lui..."
"NO!" urlò Benjamin portandosi le lettere al petto "Stai dicendo che io lo avrei ucciso? Che ho ucciso il mio Billy..."
"Amore mio non volevo che soffrissi per questo ho cercato di nasconderti la verità...Quell'uomo era sbagliato poteva solo farti soffrire e ormai se n'è andato... Io invece resterò sempre con te..." sussurrò Julia avvicinandoglisi.
Lui non si oppose quando lei lo baciò e lasciò correre le sue dita sotto la sua maglia.
Poteva fare di lui quello che voleva, perché se Billy era morto in quel lago allora anche lui non ne era davvero riemerso, quindi non si oppose a niente. Poteva considerarsi morto, era con un cadavere che Julia voleva fare sesso. Benjamin si abbandonò ad occhi chiusi alle attenzioni di lei. Non vide Julia sollevare lo sguardo verso la grande porta finestra spalancata. E non vide l'uomo che in lontananza li stava osservando.

Julia guardò l'orologio prima di iniziare a muoversi ondeggiando sovrastando Benjamin.
Julia sorrise immaginando lo sguardo dell'uomo, aveva sperato pensato mille modi di poter orchestrare quella scena quando Billy l'aveva contattata. Adesso li vedeva, e non poteva pensare niente di più perfetto. Recidere quel legame, allontanare quell'individuo mostrandogli che ormai Benjamin era suo. Sorrise e si chinò per baciare suo marito.

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