Capitolo 07
"Ci sono cose in te che adoro ma anche che detesto e non riesco a rinunciare ne alle una ne alle altre..." leggendo quelle parole a Freddie scappò un sorriso.
"Vuoi smettere? Non sopporto osservare quel volto da ragazzina... Sembri un'insopportabile teenager brufolosa..." esclamò Aleksander infastidito poggiando malamente la tazza sul tavolo e rovesciandone il contenuto.
Freddie lasciò ricadere la lettera e sospirò "Perché sei così ostile, queste lettere... sono bellissime. Non so te ma io non ho mai letto simili parole, cariche di tale emozione e sentimento. Leggi qua... Ti prego stasera non lasciare il mio letto, leggi assieme a me, amo sentire la tua voce rapita dalle parole che ami. Sono quasi geloso di quelle pagine perché riescono a rubare i tuoi pensieri. Mi sorprendo a volerle cancellare, non voglio condividere neanche con loro la tua attenzione. Scusa se ti ho chiesto di baciarmi davanti a tutti, avevi ragione, ti stavo sfidando e la tua rabbia era più che giustificata perché entrambi abbiamo fin troppo da perdere se questa relazione venisse alla luce. Eppure in quel palco, tra le ombre ti sei lasciato afferrare. Amo renderti mio sentirti così fragile nella mia stretta. Tu mi fai sentire la persona più forte nell'universo, perché mi hai lasciato il controllo. Mi sono sentito spavaldo e volevo averti non solo tra le ombre ma alla luce del sole. Perdonami, se vuoi che venga strisciando da te lo farò. Resta stanotte e leggi ancora per me il tuo Oscar Wilde. Tuo Ben."
Aleksander se ne era rimasto tutto il tempo rigidamente impettito, con gli occhi sbarrati.
"Mia madre ha sempre detto che detestava essere chiamato Ben... Era Benjamin il nome che aveva scelto, non avrebbe mai usato quel diminutivo..."
Freddie prese un'altra lettera e lesse ad alta voce "Anche quando lei sarà qua, anche quando sarò sdraiato al suo fianco, il mio cuore sarà con te. Tu lo hai avuto in pugno da quel nostro primo incontro in aeroporto, quando fingendoti là per caso mi hai osservato nascosto dal tuo sottoposto. Volevi valutare chi ero e devo esserti parso un gran imbranato con quella vecchia borsa logora. Passeggia con me questa sera, ti aspetterò alla porta, tuo Ben"
Quando ebbe terminato la lettura Aleksander alzò gli occhi al cielo.
"Sono abbastanza certo che si passassero i biglietti sotto la porta, o attraverso dei libri. In pubblico magari sembrava che tollerassero a malapena la loro reciproca presenza per mantenere le apparenze, ma poi attraverso questi messaggi segreti esprimevano tutto quello che realmente sentivano. Di certo hanno passato molto tempo assieme e deve esser stato molto difficile non dar a vedere niente. Entrambi sembravano cercare modi per essere stanati. Fare sesso in un palco del teatro non è decisamente discreto..."
"Perché non mi hai ancora detto il suo nome? Hai letto quasi tutte le lettere in mio possesso e ancora non mi hai detto niente di significativo"
Ma Freddie non lo stava ascoltando, aveva iniziato a leggere un'altra lettera.
"Meriti di vivere William, devi credermi! Ma soprattutto devi crederci tu. Il mondo ti deve fin troppo e tu meriti ti lasciarti il passato alle spalle. Ti prego, vivi e cerca di essere felice! Sempre tuo Ben"
Freddie poggiò la lettera e sentì una lacrima rigargli la guancia così si affrettò ad asciugarla.
"Sto aspettando"
"Russo, William... Ma probabilmente lo troverai come Billy Russo?"
Aleksander si allungò per prendere il foglio di giornale che Freddie gli passava.
"Qui dice che è stato inquisito in merito a dei crimini di guerra e che è stato coinvolto e dal giustiziere conosciuto come The Punisher, in seguito a un brutto incidente presso un parco pubblico è andato disperso e è stato dato per morto... Ma questo è successo almeno sette anni prima che mio padre scomparisse... Eppure immagino che tu abbia una teoria su questo..."
Freddie annuì, e riprese il ritaglio di giornale. "Non siamo qui per questo? Per capire cosa è successo in questo posto, quando vivevate qua? Prima della scomparsa?"
"Io non voglio capire, vorrei leggere che quel giustiziere lo ha trovato e ucciso, allora sì che sarei appagato!"
"Tu non riesci proprio a vedere quest'uomo in modo imparziale?" esplose Freddie non riuscendo più a trattenersi "Come puoi odiarlo tanto? neanche lo conosci!"
"Neanche tu, perché lo difendi?"
"Penso di comprenderlo... Ma non è questo il punto! Ne parli come se ti avesse fatto un torto volutamente!"
Aleksander si adombrò "Nella migliore delle ipotesi ha sedotto mio padre... Nella peggiore lo ha violentato e ricattato causandone l'allontanamento dalla famiglia.... Non dovrei odiarlo?"
Freddie fremette e un NO rimase bloccato nella sua gola.
Ma non aveva nessun diritto di biasimarlo, doveva averlo fatto soffrire più di quanto la sua rabbia volesse esprimere. Aleksander voleva mostrarsi sprezzante ma Freddie adesso lo vedeva, a suo agio, scalzo, con un maglione sbiadito e pantaloni slargati. Cercava conforto in una situazione scomoda e che lo faceva sentire a disagio.
Freddie guardò l'ampio salotto in cui si erano sistemati, in un angolo ricoperto di polvere vide un pianoforte. "Suonava qualcuno nella tua famiglia?" chiese d'istinto senza riflettere.
"Sì, io!" risposte Aleksander sfogliando il quaderno contenenti gli appunti di Freddie. " Ho studiato musica per moltissimi anni era quanto più amassi al mondo ma... Mia madre mi ha fatto ragionare e mi ha convinto che il giornalismo era la scelta più sensata..."
"Come sposarti?" chiese pentendosene subito dopo. Nella stanza calò il silenzio.
Freddie continuò ad osservare lo strumento nel mezzo della stanza. "Povero piano, tutto solo e abbandonato... Sentirà la tua mancanza...Credo che ti stia chiamando..." concluse alzandosi e avvicinandosi allo strumento.
Non si era accorto che Aleksander lo avesse seguito e quando si voltò si ritrovò a un soffio dal suo viso. Aleksander rimase un attimo ad osservarlo e poi gli scivolò di fianco sedendosi davanti allo strumento. Quando le sue dita scivolarono su di esso Freddie gli sedette accanto e le sue mani lo seguirono muovendosi in sincronia seguendo d'istinto quella musica, rincorrendosi riempiendo di musica il vuoto di quella stanza.
Quando Freddie si voltò a guardarlo sentì il cuore accelerare davanti e Aleksander gli sorrise mentre la musica prendeva il posto dei suoi cupi pensieri.
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