Discoteca Labirinto - Capitolo 3
Ero arrivato al pub dove mi dovevo incontrare con Harry. Entrai mi guardai un po' intorno, ma non lo vidi.
Mi stava già salendo l'ansia, guardai l'ora dal mio Samsung e mi resi conto che ero in largo anticipo. Erano le 21.45. Nell'attesa decisi di uscire a fumarmi la mia solita sigaretta. Stavo inspirando il mio primo tiro quando, "Non lo sai che il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno??", mi sentii dire e riconobbi subito la voce.
Harry era appena arrivato. Lo guardai. Era veramente un sogno. Si era raccolto i ricci in uno chignon che gli liberavano il viso, indossava un paio di jeans neri stretti, strettissimi, che mettevano in risalto le sue gambe magre e fasciavano anche qualcos'altro che per il momento preferii non guardare. Maglione bluette aderente e un cappotto nero lungo fino a metà gamba. Per fortuna avevo accantonato l'idea di mettermi una felpa e avevo deciso di indossare la solita t-shirt bianca, giubbetto di jeans e skinny neri.
"Hai ragione, è un brutto vizio, ora la butto" gli risposi sorridendo, anche se avrei preferito finirla.
"No, non ti preoccupare, prendo due birre e ti faccio compagnia" annuii. Uscì pochi secondi dopo con due Corona in mano.
"Spero ti piaccia con il limone"
"Si, è la mia preferita", gli sorrisi grato.
"Anche la mia", rispose. Fece un sorso e continuò, "brindiamo a colui che mi ha permesso di prendere un bel trenta all'esame".
"Bè, allora brindiamo al tuo bel voto, complimenti", e le nostre bottiglie si scontrarono.
Nel frattempo io avevo finito la mia sigaretta e ci sedemmo in un tavolo all'interno del locale. Stavamo parlando e ridendo ormai da un'ora, mi raccontò di quale corso frequentava, da dove veniva, del suo coinquilino che ogni sera si portava a casa una ragazza diversa e che lui non riusciva mai a dormire. Anche io gli parlai del corso che frequentavo, della mia famiglia e delle mie cinque sorelle, sulle quali aveva fatto un commento che mi spiazzò, ma rallegrò allo stesso tempo, "wow che famiglia numerosa! Bè, se sono tutte come te, io sarei un fratello molto geloso!", sentivo di essere arrossito, ma cercai di far finta di niente.
"Si, infatti sono molto protettivo...con Lottie poi...mi manda fuori di testa, sta crescendo troppo in fretta..."
Che cosa voleva dirmi con quel commento? Forse avrei avuto veramente speranza? Dovevo scoprirlo anche se mi sarebbe costato caro. Ci eravamo scolati tre birre a testa e io iniziavo a sentirmi la testa leggera, "Ti va di fare due passi?", chiesi e lui accettò.
Uscimmo dal locale e camminammo per il centro fino ad arrivare a dei giardini che erano nelle vicinanze e a un isolato da casa mia. Pensavo che l'aria fresca mi avrebbe fatto riprendere un po', invece aveva solo peggiorato. La testa iniziava a girarmi seriamente fin quando non inciampai nella radice di un albero che fuoriusciva dal terreno sbruzzoloso.
"DIAMINE..", esclamai.
Mi ero già visto con la faccia spiaccicata a terra, quando sentii Harry che mi afferrò per il braccio e mi portò a sè. Eravamo a pochi centimetri uno dall'altro, "siamo pari, ora ti ho salvato io", sorrise e nella penombra era ancora più bello, -dai Lou, tira fuori queste cazzo di palle- mi dissi.
"Harry sto per fare una cosa, sentiti pure libero di prendermi a pugni...", mi avvicinai e lo baciai. Le sue labbra erano morbide e avevano ancora il sapore del limone che era sulle nostre bottiglie di birra. Stavo per staccarmi quando sentii le sue mani prendermi per i fianchi e portarmi a sè. Allora capii che potevo osare di più e iniziai a passargli la lingua sul labbro inferiore, poi lo afferrai con i denti e lo tirai verso di me. In quel momento aprii gli occhi e vidi che lui fece lo stesso e lì, lasciai la presa. Ci guardammo per qualche minuto uno negli occhi dell'altro finche lui non mi tirò un pugno e colpì in pieno la mia mascella.
Ero rimasto perplesso, ma abbassai la testa imbarazzato e stavo per andarmene quando mi afferrò di nuovo facendomi voltare verso di lui.
"Dove credi di andare? Quel pugno era solo perchè sei un idiota per non avermi baciato prima".
Appoggiò un dito sotto il mio mento invitandomi ad alzare il viso e a quel punto lo afferrai e lo sbattei con violenza contro il tronco dell'albero che era alle nostre spalle. Appoggiai i miei fianchi ai suoi premendo con forza e mi avvicinai al suo orecchio.
"Quel pugno ti costerà caro, Hazza", sussurrai.
"Ah si? E cosa hai in mente, mio caro LouLou?", rispose mentre appoggiò le sue mani sul mio sedere spingendomi ancora con più forza verso di lui.
"vieni a casa con me e lo scoprirai".
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Non odiatemi. ;-) posterò presto il prossimo capitolo!
Grazie per le letture! baciiii
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