10. Partenze
Sveva e Christian furono svegliati dal suono del campanello.
‹‹Che ore sono?›› chiese Sveva intontita.
‹‹Le nove.››
‹‹Oddio è tardissimo›› si alzò ed andò ad aprire la porta.
‹‹Sveva ma che diavolo! Si può sapere perché hai il cellulare spento e il telefono di casa staccato?››
Ignazio entrò in casa e vide Christian sul divano. Si girò verso Sveva e notò che aveva gli occhi gonfi e rossi e il trucco sbavato. Guardò di nuovo Christian che si stava stropicciando gli occhi. Almeno erano vestiti.
‹‹Che succede qui, ragazzi?››
‹‹Christian è rimasto a dormire qui.››
‹‹Lo vedo. Ma perché hai pianto? Ditemi che non avete combinato qualche casino...››
‹‹Sono rimasto per non lasciarla da sola. Era molto scossa.››
‹‹Perché? Che è successo, Sveva?›› chiese preoccupato.
‹‹È stato quell'idiota di Logan. Per questo abbiamo staccato i telefoni...›› cominciò Christian.
‹‹Logan? Che cosa ha fatto adesso?››
Christian non rispose e Sveva ricacciò indietro le lacrime che stavano per uscire ancora.
‹‹Aspetta un figlio da un'altra›› disse tutto d'un fiato.
‹‹Come? Scherzi, vero?››
‹‹Ti sembro una che scherza?›› sbottò e si precipitò in camera da letto.
Ignazio la lasciò andare e si rivolse al compagno di squadra. ‹‹Grazie per essere rimasto con lei.››
‹‹Lo sai che voglio bene a tua sorella, non l'avrei mai lasciata da sola.››
‹‹Lo so. Tua moglie era d'accordo?››
‹‹Sì, le ho spiegato la situazione.››
‹‹Bene. Mi avete fatto preoccupare. Pensavo che aveste ceduto ad un ritorno di fiamma.››
Christian rise. ‹‹Dai scemo, andiamo a vedere tua sorella.››
Trovarono Sveva seduta sul letto a contemplare il mazzo di rose nel vaso sul comò. Piangeva silenziosamente. Ignazio si chiese se fosse il caso di rinunciare ai tre giorni in Svezia per restare a Milano con la sorella e partire direttamente per la Grecia la settimana dopo. Si sedette accanto a lei, Christian si appoggiò alla porta.
‹‹Sveva...››
‹‹Non ti preoccupare Ignazio. Doveva andare così.››
‹‹Se non ti va di partire rimaniamo qui.››
Sveva si asciugò le lacrime e si girò a guardare il fratello. ‹‹No. Ho bisogno di svagarmi e di non pensare a niente. Stare un po' con voi mi farà bene.››
‹‹Okay. Vuoi una mano a preparare la valigia?››
‹‹L'ho già preparata. Devo solo sistemare le ultime cose.››
‹‹Ti aspetto di là con Christian, così poi andiamo a pranzo con gli altri prima di partire.››
‹‹No, andate. Sto bene, veramente. Chri tu devi tornare a casa, non voglio che litighi con tua moglie per colpa mia.››
‹‹Adesso vado, non preoccuparti per me›› rispose Christian, raggiungendola vicino al letto. Le diede un bacio sui capelli. ‹‹Chiamami se hai voglia di parlare.››
‹‹Grazie.››
‹‹Buon viaggio Igna. Salutami Zlatan.››
‹‹Certo, grazie›› rispose Ignazio. ‹‹Ti accompagno›› si alzò ed uscì dalla stanza con Christian.
Sveva rimase ancora qualche secondo seduta. Si passò le mani sulle gambe e decise che era ora di reagire. In fondo si era già abituata una volta all'assenza di Logan, doveva solo fare finta che non fosse mai tornato.
Si alzò, prese il mazzo di rose e andò a buttarlo nel cestino. Si guardò allo specchio e si sforzò di sorridere al suo riflesso. Aveva ragione Christian, prima o poi sarebbe arrivato l'uomo giusto per lei. Doveva solo continuare per la sua strada e aspettare.
Qualche ora più tardi era a casa del fratello ad aiutare Valentina con le ultime cose prima della partenza. Aveva ancora gli occhi gonfi e un leggero mal di testa ma era determinata a non farsi rovinare le vacanze da nessun pensiero negativo.
‹‹Ragazze siete pronte? Gli altri ci stanno aspettando al Garden Flower.››
‹‹Sì sì amore, prendi questa borsa qui e andiamo›› disse Valentina. Prese in braccio Matteo e si avviò verso la porta.
Sveva prese la sua borsa ed uscì sul pianerottolo. ‹‹Chi ci sta aspettando?›› chiese al fratello.
‹‹Mark e Stephan, per adesso.››
‹‹Ma quanti siamo?››
‹‹Zlatan aveva invitato praticamente tutti, ma molti sono già partiti in vacanza con le famiglie e alla fine saremo pochi.››
‹‹Cioè solo noi, Mark e Stephan?››
‹‹E Clarence, ma lui verrà domani.››
‹‹Ah.››
‹‹Vedrai, ti piacerà la casa di Zlatan, è completamente immersa nel verde.››
Sveva sorrise.
Aveva sentito dire che anche Zlatan si era lasciato con la fidanzata da qualche giorno. Riusciva a capire il suo desiderio di stare con gli amici e di distrarsi il più possibile. Era proprio quello che la stava spingendo ad andare in Svezia, ora più che mai.
Al Garden Flower, oltre a Mark e Stephan trovarono una bella ragazza, che, a giudicare dal modo in cui si sbaciucchiavano, doveva essere la fidanzata di Stephan.
Mark la raggiunse, le prese la mano e se la portò alle labbra.
‹‹Sveva, sei incantevole.››
Lei gli sorrise e lui aggiunse: ‹‹Anche se hai gli occhi gonfi... cosa ti è successo?››
‹‹Niente, una nottata insonne.››
‹‹Ehi Stephan! Chi è questa bella ragazza che è con te? La tua fidanzata?›› chiese Ignazio.
‹‹Sì, lei è Serena.››
‹‹Viene con noi?››
‹‹Sì, ho già parlato con Zlatan.››
‹‹Okay, perfetto. Cosa volete mangiare?››
Mentre tutti si accomodavano e facevano le presentazioni con Serena, Mark continuava a guardare Sveva. Lei, non sapendo che fare, cominciò a parlare.
‹‹E tua moglie? Non viene?››
‹‹No, sta organizzando il trasloco e poi trascorrerà un po' di giorni con la sua famiglia.››
‹‹Ho capito. Be' prima o poi me la farai conoscere.››
‹‹Sicuro! Vieni a trovarci in Olanda.››
‹‹Mi piacerebbe.››
‹‹Allora prima che parto devi lasciarmi il tuo numero, così poi ci sentiamo.››
‹‹Okay, ricordamelo.››
Pranzarono in un'atmosfera molto allegra e gioviale, anche se Sveva non aveva molta voglia di scherzare. Cominciava a sentire il bisogno di stare da sola. Forse non era stata una buona idea partire...
Qualche ora dopo, erano sull'aereo che li avrebbe portati in Svezia, a casa di Zlatan.
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