Capitolo 27
<< Come avete potuto essere così stupidi!?!>> le urla di Anthony Goldstein si sentivano per tutto il Dipartimento.
Dopo aver ricevuto il patronus nel ufficio di Harry si era precipitato al suo dipartimento trovando una catastrofe, una del suo team gli aveva subito spiegato quello che era successo nella cella di custodia di Malfoy, e quando poi si era ritrovato davanti l'avvocato Nott che gli aveva gentilmente detto senza tanti giri di parole che avrebbe fatto causa al suo dipartimento per maltrattamenti ai danni di un malato aveva raggiunto il culmine della rabbia.
Aveva mandato a chiamare le due guardie che avevano sorvegliato Malfoy per chiedere spiegazioni, e si era ritrovato a sentire come risposta una grossa idiozia.
<<Volevo solo calmarlo, si stava facendo del male da solo>> aveva detto la guardia più grande
<< Avresti dovuto chiamare subito un medico e me!!! Non fare di testa tua!!!>> gli urlò contro Anthony, rosso di rabbia, prese poi un respiro profondo imponendosi di calmarsi
<<Uscite immediatamente dal mio ufficio prima che vi licenzi>> sibillò gelido, un secondo dopo le guardie erano andate via.
Si appoggiò alla sua scrivania con entrambe le braccia sorreggendosi la testa e facendo un grosso sospirò esasperato.
<< Ti vedo teso>> disse una voce che lo fece sobbalzare e alzare lo sguardo
<< Padre!!!>> esclamò sorpreso.
Joseph Goldstein, un uomo alto dall'aspetto impeccabile e dall'aria severa, capelli biondo cenere sbiaditi nel grigio, occhi verdi e carnagione chiara, vestito in un completo blu notte, cravatta dello stesso colore e camicia bianca.
<<Ciao figliolo>> disse il padre entrando nel ufficio del ragazzo e prendendo posto davanti alla scrivania del ragazzo
<< Salve padre, cosa ti porta qui??>> gli rispose Anthony sedendosi composto, Joseph sospirò
<<Beh, sono passato perché ho saputo del caso che stai seguendo>> disse il genitore con tono tranquillo
<< Ah, e solo per questo??>> chiese Anthony un po sospettoso
<<No, anche per dirti di lasciare il caso>> gli disse il genitore serio, Anthony sgranò gli occhi
<<Come??>> chiese basito
<<Hai sentito>>
<<Ma padre!?!...hai sentito quello che ha fatto Malfoy alla Granger?!?>> esclamò contrariato e incredulo, come poteva chiedergli una cosa del genere??
Goldstein senior sospirò greve
<< Si ho sentito, e credimi che ne sono costernato...purtroppo però ci sono delle cose che tu non sai, e che credimi, non vorresti saperlo>> gli spiegò il genitore serio
<<E invece voglio sapere!!! Perché continuate a difendere Malfoy?? Tu stesso all'epoca del processo non ne sei stato felice, come mai ora invece mi chiedi di lasciar perdere?!?>> esclamò rabbioso, il genitore lo guardò freddo per il tono che aveva usato
<<Anthony sono tuo padre, e sono anche un membro del Wizengamot, e se ti dico di chiudere questo caso devi farlo>> gli disse con tono perentorio
<<È per via di quel giuramento vero??>> insistette il ragazzo
<<Anthony>> lo avvertì il padre
<<Di cosa parla?? Cosa avete giurato?!? Cosa siete stati così stupidi da promettere ai Malfoy!?!>>
<< Ora basta!!!>> urlò il padre sbattendo la mano contro la superficie della scrivania, Anthony lo guardò accusatorio ma si zittì
<< Anthony, ascoltami bene, se ti dico di lasciare questo caso non è perché voglia ostacolarti>> iniziò a spiegare il padre dopo un momento di silenzio
<< Voglio proteggerti, sai benissimo cosa succede se si interferisce nelle questioni top secret del Wizengamot>> continuò il padre, alludendo alle dure pene detentorie che il Wizengamot usava contro chi ficava il naso nelle loro questioni.
<<E allora cosa dovrei dire a Hermione Granger?? Che il Wizengamot ha deciso di non procedere e che deve far finta che quello che le è successo non sia mai successo?!?>> gli chiese Anthony ironico e arrabbiato, suo padre sospirò, si alzò in piedi sistemandosi poi il davanti della giacca
<<Mi dispiace molto figliolo, ma la situazione è questa>> disse solo
<<Draco Malfoy non può essere toccato, e credimi se ti dico che questa cosa mi rammarica molto, soprattutto dopo quello che ha fatto alla signorina Granger>> aggiunse in fine, Anthony lo guardò risentito scuotendo la testa e abbassando poi il capo, con fare deluso.
Non poteva credere alle parole di suo padre, ma poi cos'era tutto questo mistero??
Cosa c'era sotto veramente??
In ogni caso capì che suo padre non gli avrebbe detto niente, da quando era diventato membro del Wizegamont era cambiato, pensava più come un politico che come un ex Auror...
D'altronde si sa, i membri del Wizengamot non davano peso solo alla giustizia, ma anche alla parte politica.
Decise che avrebbe continuato a indagare per conto suo, sarebbe andato fino in fondo, e qualunque cosa stessero nascondendo l'avrebbe scoperta.
*****
Una settimana dopo
Toc toc toc
L'infermiera entrò senza aspettare il permesso, silenziosa si mosse con un vassoio fluttuante alle spalle che fece poi posare sul ripiano ai piedi del letto.
Prese una delle pozioni e la versò su un bicchiere che poi porse ad Hermione la quale lo prese e lo bevette subito dopo, stringendo appena le labbra per via del sapore amarognolo. L'infermiera si riprese il bicchiere, gli fece un incantesimo di pulizia e lo posò sul vassoio, poi prese la cartella appesa ai piedi del letto, la controllò ed in fine ci scrisse qualcosa.
<< Tornerò dopo per gli ultimi controlli signorina Granger, lei intanto si riposi>> le disse con tono bonario prima di uscire dalla stanza.
Rimasta sola Hermione si passò una mano sui capelli cacciando un lungo sospiro, era già passata una settimana da quando era stata ricoverata e non vedeva l'ora di andarsene a casa sua, quei continui sguardi di pietà e dispiacere non li tollerava più e sentiva che sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
Fortunatamente oggi era l'ultimo giorno, e poi sarebbe stata dimessa.
Non vedeva l'ora di tornare alla quotidianità della sua vita, a quella noiosa normalità della quale sentiva il forte bisogno. Non le importava delle raccomandazioni di Harry, si sarebbe buttata a capofitto sul lavoro già da domani.
E si sarebbe dimenticata di tutto.
Era determinata su questo, aveva già dato sfogo a tutte le sue lacrime, soprattutto nei primi giorni, ora voleva solo andare avanti con la sua vita e non sentir mai più parlare di Malfoy.
Mentre rifletteva su questo i suoi occhi scivolarono sul giornale mattutino che l'infermiera aveva portato con il vassoio delle pozioni, e proprio come tutti gli altri, fece la stessa fine.
Incenerito e svanito.
Non voleva vedere neanche le cenere del giornale.
Mentre rimetteva la sua adorata bacchetta, che da quando l'aveva riavuta non si separava più neanche per andare in bagno, sotto al cuscino sentì un leggero bussare alla porta.
<< Avanti>> disse mettendosi più comodamente seduta sul letto, la porta si aprì rivelando la Medimaga che l'aveva presa in cura, una donna sulla quarantina dall'aria gentile
<< Buon giorno Hermione>> disse questa con un piccolo sorriso in volto
<< Buon giorno>> rispose la riccia
<< Allora, oggi è il gran giorno...>> commentò la Medimaga alludendo alla dimissione, iniziando a controllare la cartella appesa sul letto. In tutto questo Hermione rimase in silenzio osservando con una certa rigidità la cartella che la Medimaga aveva portato con sé.
Lo sapeva cos'era, era la sua cartella clinica.
La cartella che si era rifiutata di vedere da quando era in ospedale.
<< Allora dimmi, come ti senti??>> le chiese la Medimaga alzando lo sguardo sulla riccia
<< Bene>> disse solo Hermione, la Medimaga annuì scrivendolo sulla cartella
<< Riguardo ai ricordi?? Ancora niente??>> chiese poi la donna con tono cauto
<< No>> rispose Hermione, più dura di quanto avrebbe voluto, la donna alzò un sopracciglio sorpresa
<<...ok...dolori alla testa??>> chiese ancora
<< Nessuno>> rispose Hermione, la donna la guardò un paio di secondi prima di scrivere.
<< Qualche tipo di sogno?? Odori strani che ti sembrano famigliari??>> chiese la donna
<<No, niente>> rispose Hermione con tono un po' seccato, la donna annuì, scrisse sulla cartella ma poi alzò lo sguardo su Hermione, sospirò piano.
<< Hermione...se ti faccio queste domande è per sapere se sei davvero pronta per essere dimessa, perché voglio assicurarmi che tu stia davvero bene, sia fisicamente che psicologicamente>> le spiegò la Medimaga, Hermione strinse le labbra e annuì. Certo che lo sapeva, era la prassi, ma ciò non toglieva che parlare di quel periodo le faceva salire la bile in bocca, e non solo perché non ricordava un granché di quello che l'era successo per via del miscuglio di pozioni che il biondo le aveva somministrato, anche se di per sé non c'era propriamente bisogno che qualcuno glielo dicesse.
Lo immaginava, ma sentirlo dire da altri sarebbe stata solo una conferma che il suo cervello non voleva avere.
Ecco perché non aveva voluto vedere la sua cartella clinica.
<< Le chiedo scusa, capisco che lei fa solo il suo lavoro...>> disse Hermione con tono un po' cupo, la dottoressa la guardò con sguardo comprensivo, capiva che per la riccia non doveva essere facile parlare di quello
<< Non ti devi scusare...allora, passiamo agli esami>> disse poi la Medimaga riprendendo il suo lavoro
<< Dalle ultime analisi fatte risulta che il tuo corpo ha completamente espulso tutti i residui di pozioni tossiche quindi da quel punto di vista direi che è tutto apposto, ma per sicurezza ti daremmo un'ultima dose di pozione purificante>> spiegò la Medimaga con fare professionale, Hermione annuì
<< Passiamo ora agli esami fisici>> disse poi la Medimaga posando la cartella e avvicinandosi a Hermione con la bacchetta in mano, Hermione intanto sdraiò così da permetterle di visitarla. La Medimaga fece passare la bacchetta per tutto il corpo mentre la punta di questa si accendeva di un colore prima bianco e poi giallo chiaro, segno che il corpo era privo di traumi.
<< Bene, anche da questo punto direi che è tutto apposto>> disse la Medimaga riprendendo la cartella clinica e scrivendoci sopra
<< Molto bene, posso affermare con certezza che sei pronta per essere dimessa, l'infermiera tornerà più tardi con l'ultima dose e poi potrai andare>> disse infine la donna, Hermione sospirò di sollievo, finalmente avrebbe lasciato l'ospedale.
Prima di uscire la Medimaga le disse un ultima cosa
<< Passerò anch'io più tardi per farti firmare le carte d'uscita e consegnarti la tua cartella>> le fece sapere, poi dopo un ultimo cenno e un sorriso la donna uscì.
Rimasta sola Hermione esalò un altro sospirò controllando l'ora dal orologio a muro, erano le 10:35, doveva aspettare le 15:00 per l'ultima dose e poi poteva finalmente andarsene.
Non vedeva l'ora.
Un altro bussare la distrasse dai suoi pensieri
<< Avanti>> disse la riccia mettendosi seduta vedendo poi la porta aprirsi e Ginny entrare in camera con indosso la divisa da infermiera
<< Ciao Hermione>> le disse la rossa avvicinandosi al letto
<< Ciao Ginny>> la salutò Hermione con un piccolo sorriso
<< Ti ho portato una merendina, mi hanno detto che non hai fatto colazione questa mattina>> disse Ginny allungandole la merendina al cioccolato e posando sul comodino il thè caldo che le aveva comprato al bar dell'ospedale. Hermione sorrise grata
<< Grazie Ginny mi leggi nel pensiero, il cibo dell'ospedale non è propriamente appetibile>> disse Hermione mentre apriva la bustina per poi addentare la merendina, gustandosi il sapore del cioccolato come se non lo mangiasse da secoli, Ginny sorrise
<< Beh non lo dire a me che lo servo ogni giorno, una volta per curiosità l'ho assaggiato e ti giuro l'ho sputato subito dopo...mai mangiato niente di così insipido>> le raccontò la rossa divertita e con una piccola smorfia al ricordo, Hermione rise leggermente prima di soffiare sul the per poi berlo.
<< Allora, mi hanno detto che oggi ti dimettono>> disse Ginny dopo un momento di silenzio, Hermione annuì finendo di bere il thè e posando il bicchiere vuoto sul comodino
<<Si, e non vedo l'ora di tornare a casa e riabbracciare Grattastinchi>> le rispose la riccia con tono tranquillo, Ginny annuì sorridendo, sorriso che però si affievolì appena
<<Senti...se nel caso non te la sentissi di stare sola puoi venire da me e Harry, a noi farebbe piacere lo sai>> le disse Ginny con tono cauto, Hermione la guardò con espressione leggermente seria
<< Ti ringrazio molto Ginny ma io sto bene, voglio solo tornare a casa mia e riprendere la mia vita di sempre>> le rispose tranquilla
<< Si lo capisco...ma se tu volessi->>
<<Lo so>> la interruppe Hermione stringendole la mano e guardandola con un piccolo sorriso, sapeva che l'amica voleva solo assicurasi che lei stesse bene e fu questo pensiero a impedirle di esplodere quando vide anche sull'espressione di Ginny quello sguardo di dispiacere.
<< Allora, come sta il piccolo James??>> chiese Hermione cercando di cambiare argomento, Ginny la guardò capendo il suo tentativo
<< Ehm...bene, lo conosci è sempre la solita peste>> rispose la rossa, Hermione sorrise scuotendo appena la testa. Rimasero un po' a parlare del più e del meno come facevano un tempo finché Ginny non si decise
<< Senti Hermione io...devo dirti una cosa>> iniziò con tono un po' titubante cosa che stranì la riccia, rimase in silenzio in attesa che l'amica parlasse.
La rossa organizzò le parole nella sua testa prendendo poi un profondo respiro pronta a parlare, doveva dirglielo, era giusto che lo sapesse, soprattutto ora che stava per uscire, ed era meglio che lo venisse a sapere da lei che da un giornale o da qualche estraneo.
<< Si tratta del caso di Malfoy>> iniziò a dire notando chiaramente l'espressione di Hermione cambiare, passando da rilassata e tranquilla a dura e gelida.
Un'espressione che non le aveva mai visto prima.
<< Non voglio parlare di lui>> la frenò Hermione con tono freddo
<< Ma Hermione devi sapere->>
<<No Ginny no!!!>> la interruppe nuovamente
<< Non voglio sentir parlare di lui, non mi importa a quanti anni l'abbiano condannato o meno, non voglio->>
<< L'hanno rilasciato>> la interruppe questa volta Ginny guardandola cauta negli occhi, Hermione rimase in silenzio ricambiando lo sguardo della rossa
<<Anthony ci ha detto che il Wizengamot non l'ha potuto condannare a causa di un giuramento fatto con i suoi genitori nel processo fatto a Malfoy dopo la guerra>> continuò Ginny mentre Hermione continuava a guardarla con espressione impassibile
<<Non è ancora riuscito a scoprire di che giuramento si tratti ma sia lui che Harry non si daranno per vinti, non finché non saranno riusciti a condannarlo per quello che ti ha fatto, sappilo>> la rassicurò Ginny stringendole la mano. Hermione continuò a guardarla senza quasi battere le palpebre abbassando poi lo sguardo e puntandolo il secondo dopo verso la finestra.
Rimase in silenzio per quelle che a Ginny sembrarono ore, con lei che quasi tratteneva il fiato, aspettando un qualche tipo di reazione da parte della riccia.
Alla fine Hermione parlò.
<< Tu hai mai mangiato le enchiladas??>> disse prendendo del tutto alla sprovvista Ginny la quale la guardò aggrottando le sopracciglia
<< Ehm...>> fece lei confusa
<< È del cibo messicano che una volta ho mangiato con i miei genitori, mi è piaciuto molto, appena esco di qui dovremmo andare a mangiarle >> continuò la riccia con un sorriso freddo, sciogliendo la stretta di Ginny per poi sporgersi verso il comodino e afferrare uno dei libri che Harry le aveva portato iniziando poi a leggerlo come se niente fosse. Ginny rimase a guardarla stranita e confusa, ma...aveva capito cosa le aveva detto??
Aveva afferrato che Malfoy era libero??
Prima che potesse dire o fare qualche cosa una sua collega entrò nella stanza avvisandola che il dottor Wilson la cercava così fu costretta ad andarsene, salutò la riccia e si apprestò ad uscire, non prima di averle lanciato un ultimo sguardo stranito e preoccupato.
Rimasta sola Hermione strinse così forte la presa sulla copertina del libro che teneva in mano da accartocciarlo mentre i mobili attorno a lei iniziarono a tremare bruscamente per poi sbattere forte contro il pavimento, seguiti da un silenzio assordante.
*****
Uno sbuffo esasperato fu la prima cosa che sentì non appena entrò nella stanza, lo vide passarsi le mani sui capelli corvino spettinandoli appena, mentre seduto alla scrivania con i gomiti poggiati sopra continuava a rileggere vecchi appunti che, lo sapeva, conosceva ormai a memoria.
<<Dovresti riposarti>> gli disse mentre si chiudeva la porta alle spalle, Blaise sbuffò
<<Come vuoi che possa farlo dopo il casino che ho combinato>> sibilò con tono astioso, Astoria sospirò preoccupata, era da dopo l'arresto che Blaise aveva preso a incolparsi di tutto. Si sentiva responsabile di quello che era successo, di quello che Draco aveva combinato, e a niente erano valse le sue parole in cui le diceva che lui non aveva niente da rimproverarsi.
Lei era in Francia quando la notizia del loro arresto le era giunta, non ci aveva pensato due volte che subito aveva fatto i bagagli ed era partita, ignorando anche i continui richiami da parte della nonna che con tono molto astioso e sprezzante le aveva detto di lasciar perdere quei delinquenti falliti.
Giunta al Manor aveva trovato il caos, agenti che perquisivano di qua e di là, manufatti che venivano presi in custodia senza il minimo senso, sensori antimagia oscura che facevano passare da per tutto. Non c'era stato posto in cui quegli agenti non avessero ficcanasato, avevano persino tolto alcuni quadri di antenati Malfoy che a detta loro "trovavano sospetti" ignorando le ingiurie che questi lanciavano a loro indirizzo. Il colmo era arrivato quando avevano provato a togliere anche il quadro di Narcissa, Astoria era scattata come una furia e aveva ordinato di rimetterla subito al suo posto, e quando quegli agenti con arroganza avevano provato a sbatterla fuori aveva fatto valere il suo diritto sulla proprietà.
Subito dopo la guerra, con l'incarcerazione di Lucius e la scoperta della malattia di Narcissa, tutti gli averi Malfoy erano stati lasciati sotto la custodia sia sua che di Blaise, essendo Draco non capace al momento di prendersene cura Narcissa aveva incaricato a loro due di occuparsene, si fidava di loro, ed essendo i migliori amici del figlio sapeva che non avrebbero mai fatto niente contro di lui.
E che non appena fosse guarito avrebbero passato di nuovo tutte le proprietà, con tanto di patrimonio, al figlio.
E fu ricordando quella promessa che chiamò subito i suoi avvocati che in batter d'occhio sbatterono fuori tutti quegli agenti che con la scusa dell'arresto di Draco, considerato unico erede, avevano fatto e disfatto come volevano in casa sua e senza neanche un mandato. Alcuni manufatti dei Malfoy era riuscita a farsi restituire ma in ogni caso era la cosa meno importante, Narcissa era stata lasciata dov'era, Draco e Blaise erano stati rilasciati e ora erano di nuovo al sicuro, era questo l'importante. L'unica cosa che doveva fare ora era combattere contro i sensi di colpa di Blaise.
<< Tu non hai fatto niente di male Blaise, non potevi saperlo, siamo maghi ma nessuno di noi è veggente>> disse Astoria provando a consolarlo
<<Invece avrei dovuto prevederlo!!!>> sbottò Blaise alzandosi in piedi e voltandosi verso la ragazza
<< Sono il suo medico!!! Sono uno specialista, mi sono preparato molto per questo e invece come un fesso non ho saputo leggere i segnali!!!>>
<< Nessuno di noi ha saputo farlo>>
<< Io però sono un Neurologo qualificato>> ci tenne a precisare il moro a denti stretti
<< Infatti l'hai detto, sei un neurologo non uno psicologo in ogni caso non avresti saputo cogliere segnali che ad un professionista sarebbero parsi palesi>> ribatté Astoria, Blaise con un sospiro rabbioso si voltò passandosi le mani sui capelli e iniziando a camminare per la stanza
<< Blaise...ormai è successo non puoi più farci niente, ora quello che puoi fare è cercare di far stare meglio Draco>> disse Astoria dopo un momento di silenzio, avvicinandosi al ragazzo e posando una mano sul suo braccio fermando la sua camminata. Blaise respirò profondamente con ancora l'espressione provata e cupa, alzò lo sguardo verso la ragazza trovando in lei un grande aiuto. Avere una spalla su cui appoggiarsi era di grande conforto, soprattutto in un periodo come quello, con tutti quei casini.
Alla fine cedette, non sapeva dirle di no.
<<Va bene, un po' di riposo mi farà bene>> disse infine il moro, Astoria sorrise annuendo subito dopo. Tentennò giusto un secondo ma poi si alzò sulla punta dei piedi e gli lasciò una leggero bacio sulla guancia riabbassandosi poi piano, rimanendo con il volto vicino a quello di Blaise. Lui la guardò con sguardo intenso sentendosi invadere di un calore piacevole all'altezza del petto mentre sentiva il suo cuore battere un po' più forte, proprio come quello della ragazza. Lei trattenne il respiro quando notò un leggero avvicinamento del volto del ragazzo verso il suo, e persi negli occhi dell'altro ad un soffio di labbra sobbalzarono al beccare sul vetro della finestra. Si allontanarono di colpo entrambi imbarazzati, schiarendosi la gola secca e con le guance di un leggero rosa. Fu Blaise il primo a ricomporsi quando notò uno dei gufi del San Mungo fuori dalla finestra con una lettera legata alla zampa. Si precipitò svelto ad aprirla prendendo la lettera dalla zampa dell'animale e leggendola subito dopo
<< Di chi è??>> chiese Astoria notando lo sguardo sorpreso ma anche sollevato del moro
<< Del San Mungo, dice che mi hanno reintegrato>> mormorò il ragazzo pensieroso, Astoria sorrise felice per lui
<< È una buona notizia!!! Quando puoi riprendere a lavorare??>> chiese poi lei
<< Già dalla prossima settimana...>> rispose il moro con un tono strano, Astoria aggrottò la fronte nel notare lo strano comportamento del ragazzo
<< Che c'è?? Non sei contento??>> chiese confusa, Blaise sospirò ripiegando la lettera e mettendola nel cassetto della sua scrivania. In effetti lo era, era molto sollevato di sapere che non era stato licenziato per il casino di Draco con la Granger, e il fatto che lo avessero reintegrato significava che le accuse contro di lui erano cadute e che la sua reputazione era tornata pulita, eppure il pensiero di tornare non lo entusiasmava come avrebbe dovuto. In ogni caso si voltò verso Astoria e forzò un sorriso
<< Lo sono...>> disse solo notando il sollevarsi del sopracciglio della ragazza, segno che non le aveva creduto, lo conosceva come le sue tasche in fondo.
<<Blaise->>
<< Sarà meglio che vada a riposare come hai detto prima, ne sento davvero il bisogno>> la interruppe lasciandole un bacio sulla fronte prima di sorpassarla e andare verso la porta, sentendo lo sguardo della ragazza dietro di sé.
In corridoio, arrivato alla porta di camera sua, non poté fare a meno di guardare la porta della camera di Draco accanto alla sua, dov'è il biondo dormiva profondamente dopo che lui lo aveva indotto al sonno.
La sua espressione si fece nuovamente cupa e pensierosa, con aggiunta di una lieve preoccupazione, soprattutto quando il motivo del suo poco entusiasmo di ritorno al lavoro le passò per la mente. Scosse la testa girando poi la maniglia della porta, e cercando di lasciare fuori dalla stanza l'immagine di un paio d'occhi marroni e lunghi capelli rossi, insieme al timore di chissà come lo avrebbe guardato da quel momento in poi.
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