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Capitolo 19

Si smaterializzò in un vicolo umido, e si ritrovò ad arricciare il naso per la puzza che si sentiva.
Non poteva ancora credere che frequentasse posti del genere, quanto era caduta in basso.
Eppure c'era stato un periodo in cui anche la sola idea che esistessero quei posti l'aveva disgustata.
Con uno sbuffo seccato ed un'espressione disgustata si diresse a passo di marcia verso l'entrata secondaria, dove sapeva di trovarla.
Ed infatti eccola lì.
Vestita neanche fosse una sgualdrina.
《Finalmente ti ho trovata》disse annunciando la sua presenza, l'altra la guardò sorpresa, con il viso truccato in un modo che prima avevano sempre denigrato.
《Astoria??》chiese la ragazza
《Proprio io, cos'è, adesso non riconosci più neanche la tua sorellina??》le disse Astoria con tono sarcastico e freddo, Daphne fece una smorfia a sentire quel tono, alzando il mento con superiorità, un gesto che aveva sempre fatto, e la guardò da testa a piedi. Astoria portava un tubino sobrio, di colore nero, con tacchi a spillo in pelle nera e i capelli scuri sciolti sulle spalle, un trucco altrettanto sobrio, come si addiceva ad una donna del suo rango. Daphne al contrario portava una minigonna a tubo nera, che le copriva a malapena il sedere, un mini top di colore verde chiaro, largo in vita, che le arrivava poco sopra l'ombelico, con le spalline sottili ed una profonda scollatura, ai piedi dei tacchi alti neri verniciati. Il viso truccato pesantemente con un rossetto rosso e gli occhi azzurri contornati in modo accentuato dalla matita e eyeliner nero, infine i lunghi capelli biondi che le cadevano lungo le spalle in onde morbide.
Irriconoscibile.
Non c'era niente che le ricordasse la Daphne che aveva sempre amato e apprezzato.
《E posso sapere a cosa devo l'onore di vedere la mia dolce sorellina nei "bassi fondi"??》le chiese la bionda con pesante sarcasmo nel tono e un'espressione bellicosa, facendo le virgolette con le dita alle ultime due parole, mettendo in mostra le lunghe unghie dipinte di nero, Astoria a mento alto ed espressione impassibile le rispose fredda
《Sono venuta qui per parlarti degli affari di famiglia》
《Risparmia il fiato, non mi interessano》la interruppe Daphne sventolando la mano con indifferenza
《Dovrebbero invece, nonostante le tue scelte di vita sei ancora una Greengrass》replicò Astoria con una smorfia disgustata alle parole "scelte di vita", Daphne la guardò con un ghigno sghembo
《È per caso invidia quella che sento??》le disse con tono ironico
《Invidia di cosa?? Di farmi sbattere dal primo che capita come una comune sgualdrina??》ribatté Astoria con un leggero ghigno sarnodico, Daphne strinse i pugni
《Oh povera sorellina...sei rimasta così all'antica che mi fai quasi pena...》la derise la bionda
《Cosa ci sia di così moderno in farsi trattare come una puttana lo saprai solo tu...》disse Astoria sventolando la mano con sufficienza
《In ogni caso non sono venuta qui per le tue belle lezioni di vita ma per parlare degli affari di famiglia》aggiunse subito dopo
《Beh puoi tornartene da dove sei venuta, perché ho già detto che non mi interessano》la freddò Daphne facendo per entrare nel locale da dove si sentiva una musica assordante
《Daphne!!!》la chiamò Astoria severa, alzando anche il tono della voce, Daphne si voltò e la guardò sorpresa e infastidita insieme
《Adesso basta》aggiunse Astoria con tono perentorio
《Sei venuta a darmi ordini??》chiese Daphne con tono duro
《Sono venuta ad avvertirti》Daphne fece un verso derisorio
《Avvertirmi di cosa??》disse con pesante ironia
《Questo tuo comportamento ha superato ogni limite, per non parlare della vergogna che getti sulla nostra famiglia》
《Ed è di questo che vorresti avvertirmi??》le chiese con tono e ghigno sarcastico
《Voglio avvertirti della tua parte di eredità》disse Astoria, attirando finalmente l'attenzione della sorella
《Sono stata in Francia e ho parlato con i nostri avvocati, mi hanno detto che bisogna confermare che le nostre proprietà e i nostri soldi appartengono alla nostra famiglia, io l'ho già fatto ma deve esserci anche la tua firma》le spiegò Astoria
《E non puoi occuparti tu come hai fatto in questi anni??》le chiese Daphne irritata, Astoria si infastidì
《No, non posso farlo, anzi, non voglio farlo...è ora che tu ti prenda le tue responsabilità e torni ad occupare il posto che ti era stato assegnato!!!》esclamò rabbiosa, Daphne strinse gli occhi
《Dovrei rinunciare alla mia libertà per lavorare dietro una scrivania??》su alterò la ragazza
《Libertà?? Questa tu la chiami libertà?!? Comportarti come se avessi 16 anni non è essere liberi ma solo stupidi》ribattè Astoria contrariata
《Ma come ti permetti, chi sei tu per giudicarmi?!?》
《Sono tua sorella!!! E tu dovresti vergognarti di farti rimproverare da tua sorella minore di comportarsi da immaturi!!!》la sgridò alzando la voce, fece poi un respiro per calmarsi
《È ora che rimetti il cervello a posto e ti occupi delle tue responsabilità perché io mi sono stancata di dover lottare al posto tuo, perciò, se vuoi mantenere i tuoi conti in banca ti conviene passare dagli uffici legali e dare spiegazioni non solo agli avvocati ma anche alla cara nonna Greengrass, che come sai non è uno zuccherino....hai tempo questa settimana, perché ha detto chiaro e tondo che se non ti presenti darà tutta la tua parte di eredità al Ministero, che per altro non vede l'ora di metterci le mani sopra, sei stata avvisata》e dopo queste parole le diede le spalle e se ne andò smaterializzandosi subito dopo, lasciando Daphne sola e gelata sul posto.

*****

Tre settimane.
Erano tre settimane che si trovava in quella casa, chiusa in quella stanza, e ogni giorno che passava era sempre un incubo.
Malfoy aveva preso l'abitudine di infilarsi nel suo letto ogni notte perché quando Hermione si svegliava la mattina si ritrovava sempre stretta tra le sue braccia, e la cosa peggiore era che quando lui si svegliava si comportava come se fossero fidanzati. L'abbracciava, la coccolava, e ovviamente pretendeva coccole in cambio. La baciava, si strofinava su di lei, e pretendeva parole sentimentali.
Hermione, ricordando benissimo la sua brusca reazione di quella volta, e soprattutto lo sguardo folle che gli aveva visto, si sforzava con tutte le sue forze di assecondarlo.
Aveva letto una volta, che quando si aveva anche fare con persone non propriamente lucide, la cosa migliore da fare per non contrariarli era assecondarli così da tenerli calmi, ed osservando Malfoy in quei giorni, e notando gli strani comportamenti che aveva, aveva capito che c'era qualcosa che non andava in lui.
A cominciare con il fatto che fosse convinto di essere il suo fidanzato, aveva anche notato che avvolte si comportava come un bambino, sceglieva un libro dalla libreria presente in camera e le chiedeva di leggerlo dopo essersi accoccolato con la testa sulle sue gambe, oppure canticchiava con aria persa mentre guardava fuori dalla finestra o sdraiato sul letto con lei tra le braccia.
Erano atteggiamenti che la preoccupavano e la spaventavano molto, l'unico momento in cui poteva respirare, e continuare a pensare ad un piano di fuga, era quando lo sentiva suonare il piano.
Proprio adesso infatti lo sentiva dare il meglio di sé al bel biondino, sentiva i tasti suonare in modo veloce, quasi allegro, ma di una allegria sinistra, che le metteva quasi i brividi.
Sospirò sconfortata, passandosi una mano sul viso, doveva trovare un modo per andarsene, soprattutto prima che lui decidesse di spingersi oltre i baci e gli abbracci.
Pensierosa e preoccupata si avvicinò alla finestra, era metà pomeriggio, le cinque forse. Guardò l'immenso giardino ben curato così come l'alta siepe che circondava tutto il perimetro della casa, avvicinando maggiormente il viso al vetro e voltando di poco la testa Hermione notò l'enorme cancello in ferro che dava sulla strada, e proprio davanti ad esso c'era qualcuno.
Il respiro le bloccò in gola quando lo riconobbe, anche se da lontano lo riconobbe benissimo.
Era Blaise Zabini.
Ed era proprio lì davanti al cancello che aspettava che gli venisse aperto.
《Oh mio Dio...》soffiò Hermione speranzosa iniziando a colpire il vetro e ad agitare le braccia con la speranza di essere vista.
Se avesse urlato??
L'avrebbe sentita??
Provò lo stesso.
《HEY!!!....HEY SONO QUI!!!》prese ad urlare agitando le braccia
《ZABINI!!!...ZABINI SONO QUI!!! SONO HERMIONE GRANGER!!!》continuò a dire colpendo sempre sul vetro.
Continuò ad urlare con tutte le sue forze capendo però che lui non la sentiva, ma non si diede per vinta, continuò ad agitare le braccia...ma di colpo si bloccò. Vide una testa bionda avvicinarsi al cancello tutto tranquillo e parlare col ragazzo moro, chissà che si stavano dicendo??
Quando però vide Zabini smaterializzarsi sentì la sua speranza sgonfiarsi come un palloncino, demoralizzata poggiò la fronte sul vetro ma si sentì gelare quando vide Malfoy voltarsi nella sua direzione.
Si drizzò, pietrificata sul posto, l'aveva sentita, sarà arrabbiato??
Si chiese inquieta, ma quando lo vide farle un saluto con la mano, come quando la spiava, si sentì montare da una rabbia cieca.
Maledetto, si prendeva gioco di lei!!!
Non ebbe però il tempo di imprecare contro di lui che si ritrovò schiacciata contro la superficie della finestra dopo essere stata fatta voltare bruscamente.
《Oh mia piccola e dolce Grifondoro, cosa credevi di fare??》le chiese Draco con tono ironico, gli occhi stretti a due fessure ed un sorrisetto inquietante sul viso. Hermione presa di sorpresa, lo guardò con occhi sgranati, ormai dimentica della sua rabbia
《Io...》fece non sapendo come continuare, Draco alzò una mano e fece per accarezzarla ma Hermione si scostò ritraendosi sulle spalle
《Hai paura di me??》le chiese Draco quasi divertito, Hermione deglutì e scosse la testa cercando di non farsi prendere dal panico.
Sembrava tranquillo, meglio non contrariarlo.
《Allora piccola Grifondoro...cosa cercavi di fare prima??》le chiese nuovamente accarezzandole la guancia e i capelli con una tenerezza minacciosa
《Io...ecco...volevo...》
《Volevi che Blaise ti vedesse??》le chiese più serio
《...no》sospirò lei per niente credibile, Draco strinse la mascella
《Vuoi ancora scappare??》la incalzò aumentando la stretta sul braccio da dove la teneva e sui capelli
《Ah!!!...Malfoy-》
Malfoy?? Viviamo insieme da tre settimane e tu ancora mi chiami Malfoy?!?》sibillò rabbioso tirandole di più i capelli tanto che Hermione sentì gli occhi innumidirsi. Alzò una mano lentamente e con fare cauto la posò proprio sopra quella di lui che le stava tirando i capelli
《Hai ragione...》gli disse con tono condiscendente sperando di calmarlo
《Hai ragione Draco, ti chiedo scusa...》mormorò poi guardandolo attenta, Draco la fissò per un po addolcendo di poco lo sguardo e allentando appena la presa sui suoi capelli, ma poi come colto da un lampo glieli strinse nuovamente.
《Perché stavi urlando??》riprese a chiedere sempre arrabbiato
《Mal-Draco, ti prego mi stai facendo male...》gli disse Hermione con gli occhi che ormai le pungevano tanto era forte il dolore del cuoio capelluto
《Rispondimi!!! Volevi che Blaise ti vedesse vero??》chiese ancora Draco, sempre furioso
《Io...》
VERO?!?
《Ah!!! Mi dispiace!!! Non avrei dovuto urlare non lo farò più!!!》gli disse svelta sentendo i capelli tirare così dolorosamente che temette glieli stesse per strappare, Draco con l'espressione oscura e cupa le si avvicinò maggiormente parlandole ad un soffio dalle sue labbra
《Mettitelo in testa, tu non te ne andrai mai da qui, resterai per sempre con me...e alla fine vedrai che saremmo molto felici insieme》finì parlando in un sussurro dolce ma dal suono minaccioso, le lasciò un bacio rude sulle labbra dopodiché la mollò di colpo scomparendo così com'era arrivato. Lasciata sola Hermione rimase con le spalle ancora appoggiate alla parete, una mano ancora sulla testa dove Draco le aveva tirato i capelli e l'altra che tremante si era portata al petto, cercando di calmare il battito impazzito del suo cuore. Dopo un primo momento di shock si lasciò scivolare fino a terra dove rannicchiata, con la fronte posata sulle ginocchia, lasciò libero sfogo alle sue lacrime.

*****

Era il caso di rendere la sua dolce regina un po più tranquilla, notava che era sempre rigida e guardinga quando stavano insieme e la cosa gli dava parecchio fastidio. Capiva certo che per lei doveva essere difficile abituarsi alla sua nuova vita, e per questo aveva tentato di essere paziente, ma stava piano piano perdendo la pazienza.
Inoltre la desiderava, la desiderava da morire, ogni volta che le stava vicino si sentiva invadere dal suo profumo e i baci che le strappava non erano più sufficienti.
Doveva averla.
E se lei non riusciva a rilassarsi e a sentirsi pronta, allora ci avrebbe pensato lui.
Fu con un ghigno malizioso e maligno che quella sera, prima ancora che venisse servita la cena, si recò alle cucine con una piccola fialetta in mano.

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