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1, Oliver


Per mio papà, Oliver, Elisabeth e i loro figli.

Le afose giornate di Aprile rendevano pressoché impossibile ogni tipo di attività, le lezioni di Erbologia e Cura delle Creature Magiche, cancellate, il Lago Nero ritirava le sue acque e il campionato di quidditch, temporaneamente posticipato; non mancarono, però, i disappunti degli studenti: «non si può fare!»«il quidditch non può essere posticipato!»«la prego, avanti, giocheremo in mutande!».
La Professoressa McGranitt stava percorrendo velocemente il terzo corridoio del secondo piano, quando, di colpo, si fermò davanti ad una delle aule, bussò e, senza aspettare risposta, aprì la porta.
«Scusa per il disturbo Filius, ma dovrei parlare immediatamente con il Signor Wood» il ragazzo guardò confuso la Professoressa, ma, senza farselo ripetere due volte, si alzò e seguì l'insegnante di Trasfigurazione.
«Ti starai chiedendo, Wood, come mai io ti abbia convocato così urgentemente» la donna scrutò, dall'alto dei suoi occhialetti in punta sul naso, il giovane, il quale deglutì mostrando la rilevante tensione «Non ti devi preoccupare, anzi, credo che la notizia che starò per darti ti migliorerà la giornata.
«Come ben saprai, il quidditch è stato annullato, ma abbiamo convenuto» Oliver notò un lampo di soddisfazione negli occhi scuri della Professoressa McGranitt «che la finale tra Grifondoro e Serpeverde si terrà ugualmente, precisamente fra due settimane» qualcosa esplose dentro Wood, il cuore cominciò a battergli frenetico e gli occhi spruzzavano gioia.
«Professoressa» disse Oliver «Mi dia un pizzicotto, non sto sognando vero?»«È tutto vero e ora in classe, mi aspetto grandi cose da te, Wood, fa che il tuo nome rimanga inciso sui trofei, buona fortuna» un sorriso superbo comparse sul volto del ragazzo «Non servirà fortuna Professoressa, soltanto coraggio, coraggio per i Serpeverde che metteranno piede in quel campo, sabato» e, senza aspettare risposta, corse via, urlando e saltando di gioia.
Il suo primo pensiero, uscito dalla lezione, fu quello di avvisare i suoi compagni, in particolare la giovane leggenda che stava allenando.
Harry Potter stava camminando infastidito sulle rive del Lago Nero, gesticolando e farneticando qualcosa, non propriamente educato, in direzione dei suoi amici, il rosso e l'intelligente.
«Harry! La tua giornata sta per migliorare» un sorriso forzato comparí sul volto del Prescelto «Oliver» lo salutò «La finale di Quidditch, fra due settimane»«Se é uno scherzo Oliver...»«Ti sembro un tipo che scherzerebbe sul Quidditch?» un grido di felicità seguì la domanda «Miseriaccia!» si intromise il rosso, il quale stava ascoltando la conversazione «Non andavamo in finale da quando giocava Charlie!»«Tu conosci Charlie Weasley?» chiese, stupefatto, Oliver «É mio fratello, in realtà» Harry trattenne a stento una risata «Allora puoi comunicare a tuo fratello che Grifondoro quest'anno non la darà vinta a quelle serpi» detto questo, Oliver corse via, ma non prima di aver urlato: «HARRY! SABATO ALLE 3pm! ESIGO PUNTALITÁ!»«Mi vedrai  lí!» concluse, il ragazzo dagli occhi verdi, subito seguito da un sussurro dell'intelligente «Ah il Quidditch».
Le vacanze di Pasqua non furono proprio distensive. La pressione per i M.A.G.O. non faceva che aumentare la tensione nella Sala Comune di Grifondoro, così facendo diventare suscettibili gli studenti del settimo anno, compreso Oliver Wood, il quale doveva studiare fino a tarda notte (o mattina presto) ogni giorno a causa dei continui allenamenti per la finale. «E le chiamano vacanze!» ruggì Rudy Fanning, il migliore amico di Oliver, un pomeriggio in Sala Comune, rivolto ai compagni «Manca un mese all'esame! Quel che é fatto é fatto!». Oliver era appena tornato dall'ennesimo allenamento quotidiano di Quidditch, dopo interminabili discussioni di tattica con Potter. La partita Grifondoro-Serpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire, come Oliver ricordava sempre alla sua squadra, che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la desiderata Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto sul nuovo arrivato (tre anni prima) Harry Potter, perché la cattura del Boccino valeva solamente centocinquanta punti. «Quindi devi prenderlo solo se siamo in vantaggio di più di cinquanta punti» ripeteva Oliver, nella speranza costante che il suo cercatore comprendesse l'importanza dell'affermazione «Solo se siamo sopra di più di cinquanta punti, Harry, altrimenti vinciamo la partita, ma perdiamo la Coppa. Hai capito, vero? Devi prendere il Boccino solo se...»
«LO SO, OLIVER!» urlò quel giorno Harry, suscitando l'esasperazione del capitano, sapeva di poter essere frustrante, ma quella partita era l'ultima occasione per vincere la Coppa che sognava di conquistare da quando aveva tre anni.
Tutta la Casa di Grifondoro era ossessionata dall'imminente incontro. Ma Oliver dubitava che tutti i suoi compagni volessero vincere quanto lui. Desiderava mostrare a tutti, ma soprattutto a sé stesso, di valere come giocatore e quale occasione migliore della finale di Quidditch contro Serpeverde, la più grande rivale di Grifondoro, all fine del suo settimo e ultimo anno ad Hogwarts?
Mai, a memoria di nessuno, l'attesa di una partita era trascorsa in un'atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sesto di Serpeverde finirono in infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie.
Per Oliver fu un gran brutto periodo. Viveva in un'ansia costante, aumentata dai compiti extra e dalle prove pratiche delle sue materie da M.A.G.O., in più il suo ruolo da capitano implicava nel preoccuparsi della sicurezza costante dei suoi giocatori, più importante Harry, il più giovane e di conseguenza, il più bersagliato dai Serpeverde. Oliver diede istruzioni perché Harry venisse scortato ovunque, nel caso che la Casa avversaria tentasse di metterlo fuori gioco. Con sua grande gioia, tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfida con entusiasmo.
La sera prima della partita, tutte le attività abituali furono abbandonate nella Sala Comune di Grifondoro. Chiunque mise da parte lo studio.
C'era un gran frastuono. Fred e George Weasley, due dei battitori migliori che Oliver avesse mai visto, affrontavano la tensione comportandosi in modo più chiassoso e scatenato che mai. Oliver, l'unica persona che sembrava riuscire a concentrarsi su qualcosa per più di cinque secondi, era chino sul modellino di un campo da Quidditch sul quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta, guardando costantemente l'orologio attaccato alla parete e borbottando fra sé. Angelina, Alicia e Katie ridevano agli scherzi di George e Fred. Harry Potter, invece, era seduto con il rosso e l'intelligente, in disparte, e pareva cercasse di non pensare all'impresa che avrebbe dovuto affrontare il giorno dopo, la sua faccia cominciava a risultare color pistacchio.
Oliver era totalmente preso dai suoi pensieri quando si accorse che era fin troppo tardi, si alzò di scatto e disse, con una autorità degna della Professoressa McGranitt, :«Squadra! A letto!».
Oliver e il resto della squadra di Grifondoro la mattina dopo entrarono in Sala Grande salutati da un fragoroso applauso. Oliver non poté fare a meno di sorridere compiaciuto quando vide che anche i tavoli di Corvonero e Tassorosso li applaudivano; si soffermò ad ammirare una figura dai capelli neri al tavolo dei corvi che ricambiò arrossendo. Al loro passaggio, dal tavolo di Serpeverde si alzò un fischio acuto. Oliver notò che Flint, il capitano della squadra avversaria, era meno ghignante del solito.
Oliver passò la maggior parte della colazione a esortare i suoi giocatori a mangiare, ma lui stesso non toccò cibo, era sicuro che se avesse messo qualcosa in corpo, lo stufato di tre giorni prima avrebbe avuto la brillante idea di fare un giro all'aria aperta. Subito dopo aver "completato" la colazione, Oliver si affrettò a far correre la squadra intorno al campo prima che gli altri finissero, per farsi un'idea delle condizioni in cui avrebbero giocato. Mentre uscivano dalla Sal Grande, tutti applaudirono di nuovo.
Appena prima di attraversare la porta d'uscita, Oliver si sentì trascinare via, ma la squadra non sembrò accorgersene forse a causa dell'ansia e proseguirono, diretti al campo da Quidditch «Buona fortuna Oliver» disse Elisabeth, gli sorrise convinta e, subito dopo, gli accarezzò la guancia. Oliver le diede un bacio sullo zigomo «Ti amo»«Anche io» gli rispose lei per poi vederlo schizzare via, facendo volteggiare la sua sciarpa blu e grigia.
Arrivato di corsa al campo, vide gli altri immersi nei loro pensieri mentre correvano intorno al campo, si avvicinò a loro in modo che lo sentissero «Ok...niente vento... è fin troppo sereno, il sole potrebbe abbagliarvi, state attenti...il terreno è duro, bene, il decollo sarà veloce...»
Oliver percorse il campo guardandosi in giro, con la squadra al seguito. Alla fine videro le porte del castello aprirsi in lontananza e il resto della scuola disperdersi nel prato.
«Agli spogliatoi» disse Oliver asciutto, era fin troppo nervoso, doveva placare lo stress.
Nessuno parlò mentre indossavano le divise scarlatte. Oliver si chiese se provavano la stessa cosa che provava lui: era come se il suo stomaco volesse improvvisamente ribellarsi. Dopo quello che parve un attimo, Oliver disse:
«Ok, è ora, andiamo...» mentre diceva queste parole si domandò se gli altri avessero percepito la sua agitazione.
Uscirono in campo, accolti da un'ondata di fragoroso entusiasmo. I tre quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come 'Vai Grifondoro!' e 'La Coppa ai Leoni'. Dietro le porte di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere e il Professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole. Oliver fu contento di non aver scelto Pozioni come materia per i suoi M.A.G.O. .
«Ed ecco i Grifondoro!» urlò Lee Jordan, che come solito faceva la cronaca. «Potter, Bell, Johnson, Spinnet, Weasley, Weasley, capitanati da Wood. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts abbia avuto da parecchi anni...»
Il commento di Jordan fu seppellito da una marea di 'buuu' dal fronte di Serpeverde.
«Ed ecco la squadra di Serpeverde, guidata dal Capitano Flint. Il Capitano ha apportato alcune modifiche nello schieramento: si direbbe che abbia privilegiato la taglia più che l'abilità...»
Altri 'buuu' dalla folla di Serpeverde. Oliver, comunque, pensò che avesse ragione. Squadrò riluttante i giocatori avversari e notò che il loro Cercatore, il figlio di papà, era di gran lunga il più piccolo in campo; tutti i suoi compagni erano enormi.
«I Capitani si diano la mano!» disse Madame Hooch.
Oliver si avvicinò a Flint, con espressione rabbiosa in volto, si strinsero forte la mano. L'intento di Oliver era quello di spezzare le dita dell'altro e, gli sembrò fosse lo stesso di Flint.
«In sella alle scope!» disse Madame Hooch.
Il fischio d'inizio andò perso nell'urlo della folla mentre quattordici scope si libravano a mezz'aria. Oliver sentì i capelli volargli via dalla faccia, si pentì di non esserseli tagliati quando sua madre insistì il Natale prima.
La tensione si sciolse nell'emozione del volo; Oliver era completamente preso dall'azione, i suoi occhi schizzavano da un giocatore ad un altro, dall'area di rigore al centro del campo e quasi non sentiva la voce della cronaca «Grifondoro in possesso di palla. Alicia Spinnett di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso le Porte di Serpeverde, vai così Alicia!» "Alicia non distrarti, George se non tiri in faccia un bolide a qualcuno..." pensò Oliver, preferiva non urlare le tattiche per non distrarre i suoi giocatori e procurare loro maggiore agitazione «Argh, no... Pluffa intercettata da Warrington, Warrington di Serpeverde attraversa il campo... WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley!» Oliver, intanto, ringraziava Godric «Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possesso, forza, Angelina...bel dribbling su Montague...stai giù Angelina, è un Bolide! ...» Oliver si sentì mancare il fiato nei polmoni «E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!»
Angelina alzò il pugno mentre filava a bordo campo; il mare scarlatto sotto di lei urlava di gioia...come Oliver che non si concesse di essere visibilmente entusiasta, però dentro di sé avrebbe urlato.
«AHIA!»
Angelina finì quasi disarcionata mentre Marcus Flint la urtava.
«Scusa!» disse Flint, mentre la folla in basso protestava. «Scusate non l'ho vista!»
Oliver si trattenne da urlare uno dei peggiori insulti gli siano mai balenati in testa.
Un attimo dopo, Fred Weasley colpì Flint in testa con la sua mazza da Battitore. Il naso di Flint finí spiaccicato contro il manico della sua scopane prese a sanguinare. Oliver imprecò sottovoce.
«Basta così!» strillò Madame Hooch sfrecciando fra di loro. «Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo Cacciatore! Rigore a Serpeverde, per deliberata aggressione al suo Cacciatore!»
«Ma insomma, signora!» ululò Fred, ma Madame Hooch soffiò il il fischietto e Alicia scattò in avanti per battere il rigore; Oliver si preparava per parare il rigore, mentre teneva il fiato sospeso per la sua Cacciatrice.
«Forza, Alicia!» strillò Jordan nel silenzio che era sceso sulla folla. «SÍ! HA BATTUTO IL PORTIERE! VENTI A ZERO PER GRIFONDORO!» Oliver non perse tempo a esultare. I suoi occhi erano concentrati su Flint, che sfrecciava nella sua direzione ancora sanguinante. Non esisteva nulla a parte lui, la Pluffa e Flint.
«Naturalmente Wood è un ottimo Portiere!» gli parve di sentire, mentre fissava la Pluffa. Udì un fischio e non appena Flint mosse il braccio capì che voleva mettere la palla nella porta centrale, dovette ammettere a se stesso che non aveva delle tattiche prevedibili...
Si buttò convinto e la parò, tirando subito dopo un sospiro di sollievo «...molto difficile... SÍ! NON CI CREDO! L'HA PARATA!» la folla scarlatta esultò estasiata.
Mentre la partita continuava, Oliver sperò che Harry si ricordasse che il boccino non andava ancora preso; spostò il suo sguardo sul ragazzino e lo vide attento nei confronti dell'altro Cercatore, lo guardò rassicurante "Ancora trenta punti, Harry...".
«Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde in possesso... no! Grifondoro torna in possesso, ed è Katie Bell, Katie Bell per Grifondoro con la Pluffa, sta risalendo il campo...» Oliver vide un Cacciatore avversario fiondarsi su Katie «L'HA FATTO APPOSTA!»
Montague, un Cacciatore di Serpeverde, aveva scartato davanti a Katie e invece di prendere la Pluffa le aveva afferrato la testa. Katie si rovesciò in aria, riuscì a rimanere in sella, ma lasciò cadere la Pluffa.
Il fischietto di Madame Hooch sibilò di nuovo mentre lei sfrecciava verso Montague e gli urlava contro. Oliver pensò che aveva fatto bene a prevedere un attacco offensivo da parte di Serpeverde; subito dopo Katie segnò un'altra rete.
«TRENTA A ZERO! VI STA BENE, BRUTTI IMBROGLIONI...»
«Jordan, se non riesci a commentare in modo imparziale...»
«Dico le cose come stanno, professoressa!»
Oliver non poté non essere d'accordo con Lee; sentì un fruscio alla sua destra, alzò lo sguardo e vide il boccino. Scattò su Harry e notò che anche lui l'aveva visto e con lo sguardo gli comunicò di distrarre Malfoy, almeno ci provò.
Grazie a Merlino, Harry sembrò comprendere e girò la sua scopa per dirigersi verso la parte opposta del campo, fingendosi concentrato su un punto preciso e funzionò perché Oliver vide il biondino andare verso la trappola.
WHOOSH.
Un Bolide sfrecciò accanto a Harry, colpito dal gigantesco nuovo Battitore di Serpeverde, Derrick. "Per Morgana che idiota..." pensò Oliver.
WHOOSH.
Un secondo Bolide finì per sfiorare Harry. Bole, l'altro Battitore, altrettanto enorme, si avvicinava ad Harry e per poco i due non abbatterono il ragazzino con le loro mazze, infatti all'ultimo secondo la Firebolt del Cercatore puntò verso l'alto, facendo scontrare i due Battitori.
«Ha haaa!» urlò Lee Jordan, mentre i due Serpeverde si allontanavano l'uno dall'altro tenendosi la testa fra le mani. «Peccato, ragazzi! Dovete darvi una svegliata se volete battere una Firebolt! E Grifondoro è di nuovo in possesso, ecco Johnson che prende la Pluffa...Flint la segue... colpiscilo nell'occhio Angelina! Scherzavo, professoressa, scherzavo... oh, no... Flint in possesso, Flint vola verso le reti di Grifondoro, dai, Wood prendila!»
Oliver non era stato abbastanza svelto e mancò di qualche millimetro la Pluffa che entrò nella porta a sinistra «Dannazione!» sussurrò Oliver, mentre un'ondata udì gli scoppi di applausi dall'ala di Serpeverde e Jordan urlò un'imprecazione così grossa che la McGranitt cercò di strappargli il megafono magico.
«Mi perdoni, professoressa, mi perdoni! Non succederà più! Allora, Grifondoro è in vantaggio trenta a dieci, ed è in possesso...»
Stava diventando una delle partite più sporche a cui Oliver avesse mai preso parte; mai come quella del suo quarto anno sempre contro Serpeverde, ma forse come quella contro Serpeverde durante il suo terzo anno...forse come anche quella del secondo...
Furiosi che i Grifondoro fossero passati in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai ad ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Alicia con la mazza e si giustificò dicendo che l'aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. Madame Hooch assegnò altri rigori ad entrambe le squadre e Oliver ringraziò di essere così bravo nei 1:1, infatti fece un salvataggio spettacolare, per citare le parole di Jordan.
Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro.
Oliver notò del panico in Harry, probabilmente aveva perso di vista il Boccino e il figlio di papà sembrava altrettanto confuso.
Katie, grazie ad un passaggio eccezionale di Angelina, segnò e la folla scarlatta esplose. Cinquanta a dieci. Fred e George Weasley le sfrecciarono intorno, le mazze levate, in caso che un Serpeverde meditasse vendetta. Bole e Derrick approfittarono dell' assenza di Fred e George per sparare entrambi i bolidi contro Oliver, il quale era sorridente e distratto verso Katie. I due bolidi lo colpirono alla stomaco, uno dopo l'altro. Oliver si sentì mancare e un respiro soffocato gli uscì dalla bocca, rotolò in aria, stretto il più possibile alla scopa, il fiato che mancava.
Sentì Elisabeth e Rudy gridare degli insulti e Madame Hooch urlare fuori di sé contro i due Battitori che lo avevano attaccato, annunciando un rigore per Grifondoro. Mentre Angelina si preparava a tirare, Oliver fu chiamato a terra dalla McGranitt per assicurarsi che tutto andasse bene «Wood! Hai preso un bel colpo, non ho intenzione di lasciarti giocare se stai male»«Professoressa... sto bene, glielo assicuro» la McGranitt non parve convinta «Professoressa, la prego, è la mia ultima partita» disse Oliver con un luccichio negli occhi e la Professoressa McGranitt non poté fare a meno di addolcirsi e lo lasciò andare. Oliver avrebbe voluto abbracciarla, ma si trattenne.
Mentre si preparava a guardare il rigore, posò il suo sguardo sul mare scarlatto e individuò Elisabeth, che lo guardava con una mano sulle labbra e annuiva e accanto a lei Rudy che alzava il pugno; Oliver rivolse loro un sorriso rassicurante e mostrò il pollice in su, facendoli ridere.
Madame Hooch fischiò e Angelina segnò. Sessanta a dieci. Un attimo dopo, Fred Weasley sparò un Bolide contro Warrington, facendogli perdere la Pluffa; Alicia la prese e la spedì nella porta di Serpeverde. Settanta a dieci.
Oliver agitato cercò Harry con lo sguardo; lo folla si sgolava e se Harry avesse preso il Boccino avrebbero vinto la Coppa. Tutti lo guardavano, compreso il biondino che gli stava alle calcagna.
Oliver seguì ogni suo movimento, fino a quando lo vide accelerare bruscamente verso qualcosa di luccicante; un'espressione terrorizzata in volto e gli occhi spalancati si tramutarono in furia quando Malfoy afferrò la coda della Firebolt di Harry. Oliver sarebbe saltato addosso a quel biondo seduta stante, ma non poteva abbandonare la porta.
«Rigore! Rigore per Grifondoro! Non ho mai visto un comportamento simile!» strillò Madame Hooch, sfrecciando in su mentre Malfoy riscivolava a cavalcioni sulla sua Nimbus Duecento Uno. Il Boccino era scomparso. «Diamine!» sussurrò imbestialito Oliver, mentre immaginava di picchiare quel ragazzino.
«TU, CANAGLIA, IMBROGLIONE!» ululava Jordan nel megafono, saltellando fuori dalla portata della Professoressa McGranitt. «TU, SUDICIO IMPOSTORE BASTARDO!»
La McGranitt non pensò nemmeno a zittirlo. Stava agitando la mano in direzione di Malfoy, aveva preso il cappello e urlava furibonda anche lei.
Alicia batté il rigore per Grifondoro, ma era così arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di Grifondoro stava perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati dal fallo di Malfoy su Harry, calcavano a spron battuto, sempre più in alto. Si stava avverando una delle paure piuttosto grandi di Oliver: farsi demoralizzare dagli avversari.
«Serpeverde in possesso, Serpeverde avanza verso la porta... Montague si avvicina alla porta...» Oliver si buttò da tutt'altra parte «Montague segna...» gemette Jordan. «Settanta a venti per Grifondoro...»
Per la frustrazione, Oliver si mise le mani tra i capelli e nella disperazione si mise a guardare i movimenti di Harry, stava giocando bene mettendo in difficoltà Malfoy.
«Angelina Johnson prende la Pluffa per il Grifondoro, dai, Angelina, DAI!»
Tutto il gruppo di Serpeverde, a parte il figlio di papà, stava risalendo il campo, compreso il Portiere: volevano bloccarla a tutti i costi...
Oliver stava per intervenire, lasciando le porte scoperte, quando Harry si fiondò come un proiettile verso i Serpeverde.
«AAAAARGH!»
Gli avversari si dispersero mentre la Firebolt sfrecciava contro di loro; Angelina aveva via libera...
«HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il Grifondoro è in testa ottanta a venti...»
Oliver cercò di non perdere di vista Harry, le sue speranze erano nelle mani del Cercatore.
Subito dopo, il suo cuore si fermò per un secondo. Il biondino era in picchiata, trionfante. Il Boccino era laggiù a pochi piedi dalla superficie dell'erba che luccicava...
Era finita. Oliver si mise una mano in viso, non riusciva a realizzare.
Quando rialzò lo sguardo, vide Harry sfrecciare come il vento, appiattito contro il manico aggirò un Bolide di Bole...
Harry si gettò in avanti, staccò entrambe le mani dalla scopa... allontanò con un colpo secco il braccio di Malfoy e...
«SI!» Oliver urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Harry aveva la mano alzata in aria, e lo stadio esplose.
Oliver non perse tempo e volò piangendo di gioia verso Harry che faceva il giro del campo; quasi non riuscì a vederlo accecato dalle lacrime e senza pensarci gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile sulla sua spalla.
Tutta la squadra era raggruppata in aria e Oliver sentì Alicia, Katie e Angelina urlare: «Abbiamo vinto la Coppa! Abbiamo vinto la Coppa!» Si abbracciarono tutti e sette e scesero lentamente a terra, urlando a squarciagola.
Oliver rise e pianse come non aveva mai fatto in vita sua.
Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei giocatori. Poi Oliver e il resto dei suoi compagni furono issati sulle spalle della folla. La Professoressa McGranitt singhiozzava più forte di Oliver, suscitando in lui un riso commosso, lei si asciugava gli occhi in un'enorme bandiera di Grifondoro. I suoi amici saltellavano come dei pazzi. Rudy gli saltò addosso, abbracciandolo e ululando di felicità; e laggiù c'era Elisabeth che si faceva largo a fatica verso Oliver. Arrivata gli saltò al collo e pianse di gioia, Oliver la strinse, facendola volteggiare a mezz'aria suscitando in lei una risata; la rimise a terra e la baciò fasciandole i fianchi, mentre lei gli appoggiò le mani sulle guance. Rimasero così, a baciarsi in mezzo a tutti, per un tempo che a Oliver sembrò infinto, tra urla, fischi di felicità e gli abbracci collettivi della folla.
Poi fu trascinato, ancora singhiozzante, verso le tribune e Silente, mentre Rudy rideva e saltava avvolgendo con un braccio le spalle di Elisabeth che, con le lacrime che scendevano e un sorriso da orecchio a orecchio, urlava di gioia.
Oliver prese la Coppa dalle mani di Silente, il quale gli diede una pacca sulla spalla con un luccichio negli occhi celesti. Passò la Coppa ad Harry e mentre lui la alzava, lo prese in aria. In quel momento avrebbe potuto far apparire il Patronus migliore della sua vita.

~Rosaline

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