8.Ne vuoi un po'?
Jay inizia a passarmi le mani lungo il busto, provocandomi molte risate.
"Non vale il solletico" esclamo ridendo.
"E chi l'ha deciso?".
"Non respiro". Tento di farlo sentire in colpa.
Si ferma e si mette seduto, poco distante da me. "Me ne dai uno?".
Faccio finta di pensarci, per qualche secondo e poi con uno scatto degno di un animale della savana, mi precipito fuori dal letto e inizio a correre verso la porta.
"Sei troppo lenta" dice bloccando la porta con una mano.
"E sei anche in trappola". Appoggia il braccio sinistro sopra la mia testa e avvicina il suo viso al mio, facendo sfiorare le nostre fronti.
Lentamente il braccio sinistro scivola vicino al mio viso, e con la mano mi alza il mento, mentre con l'altra mi blocca il bacino contro la porta.
I nostri sguardi si incatenano ed io riesco a pensare solo a quei suoi stupendi occhi verdi e al calore del suo petto contro il mio.
"Presi". Solleva davanti ai miei occhi il sacchetto di cioccolatini, che mi ero dimenticata di star tenendo in mano. Poi con un ghigno divertito si dirige verso il letto, ed io leggermente intontita lo seguo.
Non riuscendo ad addormentarmi, continuo a cambiare posizione, rigirandomi più volte nel letto. Cerco di fare il minor rumore possibile, ma a quanto pare non funziona, perché dopo poco sento due mani che mi afferrano per il bacino, e mi tirano delicatamente. La mia schiena combacia perfettamente con il letto di Jay, come fossimo gli ultimi due pezzi di un puzzle, che devono incastrarsi perfettamente per stare insieme.
"Cerca di dormire un po' ". La sua mano inizia a tracciare dei piccoli cerchi sul mio fianco, facendomi venire i brividi.
In questo momento dormire è l'ultima cosa che dovrei riuscire a fare, ma il suo calore e quel piccolo massaggio mi rilassa a tal punto da farmi addormentare in pochi minuti.
Mi sveglio con il suono familiare della sveglia.
Porto la mano dove di solito c'è il mio comodino, ma non lo trovo, anzi sento qualcosa di caldo e morbido.
Una voce roca Si fa strada nelle mie orecchie. "Se volevi toccarmi bastava chiedere, Bee".
Faccio mente locale e finalmente mi ricordo dove sono e soprattutto chi c'è di fianco a me.
"Puoi lasciarmi?" Chiedo cercando di alzarmi.
"Eppure ieri ti piaceva". Un piccolo sorriso gli compare sulle labbra.
Sbuffo e poi tento di liberarmi dimenandomi, ma i miei sforzi sono inutili, anche perché in confronto a lui sono uno scricciolo.
Lo sento ridacchiare e dopo poco lascia la presa.
"Non mi ringrazi?" Chiede ironicamente offeso.
Come risposta gli faccio il dito medio, avviandomi verso il bagno.
Dopo essermi cambiata e aver sistemato al meglio il mio viso, esco dal bagno.
"Andiamo a fare colazione?" Chiedo guardando la porta, mentre lui si infila una maglietta.
"Si". Un sorrisetto malizioso si fa largo sul suo viso.
"Che c'è?".
"La prossima volta non c'è bisogno che ti costringi a guardare da un'altra parte, non mi da fastidio" dice avviandosi verso la porta.
"Non volevo guardarti". Sono sicura che le mie guance si stanno colorando per la vergogna, ma faccio finta di niente e mantengo la mia versione dei fatti.
"Certo".
"Non dovevano tornare ieri sera i tuoi genitori?" Chiedo cambiando discorso.
"Si, ma quando tornano tardi non si alzano mai prima delle undici".
Per colazione mangiamo dei deliziosi waffle, guarniti con sciroppo al cioccolato, qualche lampone e granella di nocciole.
"Possiamo tornare a casa?". In questo momento vorrei trovarmi ovunque ma non qui, sulla strada per andare a scuola. Tra poco tutti gli studenti sapranno di me e Jay, ed io non credo di essere pronta, in realtà non credo sarò mai pronta, ma questo è un altro discorso.
"Paura?" Chiede facendomi un sorriso rassicurante.
"Forse...come dobbiamo comportarci? E se poi si accorgono che non siamo una vera coppia e se poi..." non riesco a finire la frase perché Jay mi posa una mano sulla bocca.
"Tranquilla, segui me e andrà tutto bene".
Appena arriviamo a scuola, Jan scende subito dalla macchina, mentre io resto immobile al mio posto.
"Andiamo?" Chiede aprendomi la portiera.
"Non credo di farcela". I miei e muscoli non sembra vogliano collaborare per farmi entrare a scuola.
"Ti devo prendere in braccio?"
Appena sento la sua proposta il mio corpo sembra riattivarlo e in qualche secondo sono giù dall'auto.
"Questo mi ha ferito". Si porta una mano al cuore, e la sua espressione si fa dolorante.
"Te ne farai una ragione prima o poi" commento accennando un sorriso.
Appena mi guardo intorno, noto lo sguardo della gente su di me, cosa che non succedeva da quel giorno in cui io e Lena avevamo litigato. Sinceramente non mi ricordo neanche più la ragione, ma ricordo esattamente che era la giornata dei frappè a scuola e che per la rabbia lei mi ha rovesciato il suo addosso, ovviamente poi ho ricambiato il favore. Vi sembrerà strano ma il giorno dopo siamo tornate a parlarci come se niente fosse.
"Ci stanno guardando tutti" sussurro mentre raggiungiamo il suo gruppo.
"Ti sbagli, stanno guardando tutti me"
"Idiota". Sto per tirargli una delle miei solite pacche sulle spalle, ma improvvisamente vengo fermata dalla sua mano.
"Non puoi fare così Bee". Mi guarda negli occhi e poi mi lascia andare il polso.
"Vorrà dire che te lo tirerò quando torneremo a casa"
Lui fa finta di niente e inizia a parlare con Ben.
"Tutto bene?" Chiede Bella
"Si, ma non sono abituata a così tante attenzioni" dico riferendomi alla marea di gente che ci guardava e che ci lancia occhiatine tutt'ora.
"Ti ci abituerai, se stai con lui è difficile non essere al centro delle attenzioni". Appena finisce la frase suona la campanella, così dopo avermi salutato si avvia verso la sua aula, con Ben ed Ethan.
I libri che mi ha dato Jay sono pieni di disegnini sui bordi, che in alcuni casi, vanno a coprire anche alcuni esercizi; sono tutti a penna nera e devo dire che sono molto carini, alcuni rappresentano degli animali, mentre altri sono dei piccoli ritratti.
Passo praticamente metà delle lezioni a guardarli, sono veramente interessanti e soprattutto la cosa che mi stupisce è che non sapevo disegnasse.
Mentre mi dirigo verso la mensa, un braccio mi circonda le spalle.
"Ti sono mancato bambolina?" Chiede Jay sorridendo.
"Neanche un po' ". Faccio per spostare il suo braccio, ma lui non me lo lascia fare.
"Sono il tuo ragazzo, sii più gentile". Mi sorride e poi mi lascia un tenero bacio sulla testa.
Per la prima volta in tutti questi anni, non mi siedo al mio solito tavolo, infatti per mantenere la copertura da fidanzata, devo sedermi vicino a Jay, ossia dalla parte opposta a quella a cui sono abituata.
Mentre parliamo, io Bella e Laila, mi sembra che la cattiveria da parte di quest'ultima nei miei confronti, sia leggermente svanita.
Finite le lezioni ci fermiamo a chiacchierare fuori da scuola.
"Che fate oggi pomeriggio?" Chiede Ethan.
"Oggi devo andare da mio padre" risponde Ben sistemandosi il ciuffo.
Ethan e Jay gli lanciano uno sguardo ma lui scuote la testa.
Chissà cosa si sono detti.
"Voi ragazze?" Chiede Ethan rivolto verso Bella e Laila.
"Oggi andiamo al centro commerciale" annuncia Laila guardandomi.
Probabilmente non le è passata del tutto la rabbia nei miei confronti.
"Bene ho capito oggi passerò il pomeriggio da solo" afferma Ethan scuotendo la testa.
Quando ormai la scuola è lontana, mi avvicino di soppiatto a Jay e gli tiro lo schiaffo che gli spettava stamattina. Quando dico una cosa la faccio sempre, tranne in casi eccezionali.
"Ma che cazzo?". Si gira verso di me con un'espressione che è a metà tra l'incazzato e lo stupito.
"Te l'avevo detto che te l'avrei tirato" dico incrociando le braccia ridendo.
"Non ti ricordavo così manesca da piccola". Si massaggia il braccio, come se gli avessi appena tirato un montante.
"E tu non eri così stronzo" dico guardando fuori dal finestrino.
Sento il suo sguardo su di me, ma non mi giro. So che non dovrei essere arrabbiata, anche perché non mi ha fatto niente, ma adoro torturarlo così.
"Hey ma dove stiamo andando?". La strada che stiamo percorrendo non mi è familiare e quindi sicuramente non stiamo andando a casa mia.
Lui non risponde.
"Potresti gentilmente dirmi dove mi stai portando?". Cerco di usare un tono gentile, così da farlo parlare.
Lui sorride ma non risponde.
Sbuffo e riporto il mio sguardo al finestrino.
"Arrivati" dice lui fermandosi davanti ad una bancarella di gelati.
"Mi hai portata a prendere il gelato?!". Un sorriso gioioso appare sul mio viso.
"Già".
Velocemente scendiamo dall'auto e ci dirigiamo verso la bancarella.
"Ciao ragazzi cosa vi do?" Chiede gentilmente il gelataio.
"Un cono al biscotto" Annuisce e poi mi passa il gelato.
"Per me niente grazie" dice Jay passandogli i soldi.
"Grazie per il gelato, ma non dovevi" dico sedendomi su una panchina.
"Quando da piccola ti arrabbiavi ti portavo sempre qualcosa di dolce per fare pace". Il suo sguardo è lontano, come se stesse pensando a qualcosa.
"Me lo ricordo".
"Ne vuoi un po'?" Chiedo porgendogli il gelato.
"Sicura che posso leccare il tuo gelato?" In espressione maliziosa gli appare sul viso.
"Lo vuoi o non lo vuoi?".
Avvolge la mia mano, dove tengo il gelato, con la sua e se lo porta alle labbra.
"Buono". Ha praticamente mangiato metà gelato con un solo morso e ne va molto orgoglioso, visto il sorriso soddisfatto che ha sul viso.
Alzo gli occhi al cielo e finisco quel poco che ne rimane.
Spazio autrice
Ciao a tutti, spero il capitolo vi sia piaciuto! Se avete qualche critica o consiglio sono sempre ben accetti!
Alla prossima❣️✨
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