Strade e palazzi, strade e palazzi, strade e... oh, un gattino! Finalmente ci eravamo fermati davanti ad una casa a due piani, con (dovevo confessarlo) uno bellissimo giardino molto curato. Che carino! C'era pure un cane che assomigliava a Soren, il mio pastore tedesco. Aspetta... Quello era Soren!!!

" Ma che, questa è casa mia?", e di nuovo quel sorriso, " Se n'è accorta? Abbiamo fatto almeno quaranta giri di Manhattan, ma forse lei potrebbe rifare questa strada a memoria?". Allora la mia agitazione aveva fatto un buco nel sedile:" Lei sta scherzando, vero?". Oh, dimenticavo, io ho la capacità di vedere il passato o il futuro toccando un oggetto. Niente di particolare, ma non dite niente! " Beh...", odio le pause ad effetto, "... no! Sto parlando sul serio. Ci vuole fare la cortesia di mostrarci le sue abilità?". Di certo l'educazione non mancava, ma qualcosa mi diceva che ero finita in guai seri. Direi MOLTO seri. Non mi aspettavo una richiesta del genere, perché non avevo mai parlato con nessuno delle mie capacità. Quindi: Chi? Come? Avendo seguito un corso obbligatorio da avvocato, mi ero subito fatta furba:" Questa cosa mi puzza. E se non lo faccio? Mi sbattete in prigione?", risata della dottoressa, " La sua fantasia corre, detective. Se non accetta, noi sappiamo semplicemente che nessuno crederà alla sua storia, se mai si decidesse a raccontarla", il mio sorriso furbo, THE RETURN,"E se avessi registrato tutto?". Una voce maschile si era improvvisamente intromessa nel nostro piacevole dibattito:" Allora... beh, ci ha costretti". L'ultima cosa che avevo sentito era Soren che ululava, prima che la luce mi accecasse.

Mi ero risvegliata a terra. Eh, sapete com'è, con i teletrasporti. Allora avevo pensato la stessa cosa, ma subito dopo mi ero chiesta:" Come faccio a saperlo? E dove sono?". Guardando una finestra avevo visto il nero. Mi dovevo affacciare... ne ero attratta. E l'avevo vista. Grande, enorme, con i suoi colori verde e blu. La Terra. " Benvenuta sulla nave spaziale Fahrenheit, sergente"