Capitolo 25 - L'importante è arrivare
Come da copione le parole di Seth hanno sortito l'effetto sperato, ed improvvisamente Monique è diventata la migliore rappresentate di dipartimento che si possa desiderare.
Perché tutto questo?
Perché c'è solo una cosa che la terrorizza ed è perdere il potere che ha sulle persone che la circondano.
Dopo la riunione siamo venuti a casa di Seth, ci siamo messi a ricontrollare i libri contabili, mentre la mia testa ha deliberatamente deciso di esplodere, non in senso letterale ma figurato, ovviamente.
Peccato che l'emicrania che sento peggiori di secondo in secondo, ed il mio unico desiderio, al momento, sia quello di chiudermi in una stanza al buio ed in silenzio.
Invece, ora lo scenario che mi si prospetta è ben diverso.
Il libro che ho sulle gambe è uno dei più complessi della storia della contabilità, ci sono talmente tanti scarabocchi e cancellature che spesso si fa fatica a comprendere cosa ci sia scritto.
Inoltre i caratteri sono talmente tanto piccoli che il più delle volte facciamo uso di una lente d'ingrandimento. Inizio a capire perché tutti quei professionisti prima di me abbiano desistito.
Dopo l'ennesima frase che non riesco a capire e gli occhi che iniziano a pulsare per lo sforzo e il dolore, impreco, più ad alta voce di quanto pensassi.
Mi porto i palmi sugli occhi chiusi ed applico una leggera pressione.
<<Emicrania?- mi chiede con voce delicata, mentre io mi limito ad annuire -Sei stressata ultimamente? Potrebbe essere per quello che hai spesso mal di testa.>> torno a guardarlo con la vista annebbiata.
<<Stressata?- gli chiedo con sarcasmo -Non so se hai notato ma faccio due lavori, tre se consideriamo il farti da babysitter in giro per Sen. Ho preso un analgesico, ma sembra non voler funzionare.>> siamo a casa sua, nel suo magnifico ufficio, è tardi, credo che siano passate le due, e quest'emicrania non né vuole proprio sapere di abbandonarmi.
Del resto sembra fatto apposta, da quando abbiamo iniziato a leggere i registri contabili di suo nonno, il mio mal di testa si è triplicato.
<<Ci sarebbe un modo per far passare l'emicrania e alleviare lo stress.>> alzo il naso dai libri.
<<Cosa?>> lui si avvicina, toglie il libro che ho sulle gambe, lo chiude e lo posa sulla scrivania.
<<Ho detto che c'è un modo per farti stare meglio. Abbiamo bisogno di staccare entrambi.>> so cosa sta proponendo, e mentirei se dicessi che non l'abbia sognato e desiderato nelle ultime settimane.
Ma la risposta che mi sono data è la stessa che rifilo a lui.
<<Non farò sesso con te, Seth, non sono una da una botta e via, c'ho provato, ma non ci riesco.>>
<<Infatti, non sarebbe una botta e via, siamo amici no? Potremmo elevare quest'amicizia ad un grado più divertente per entrambi.>> scuoto il capo, mentre cerco di riprendere il libro.
Prima finiamo, prima posso tornare a casa e chiudermi nella mia pace tanto agognata.
<<Non sono capace, te l'ho detto.>> annuisce, però continua a rimanere accucciato di fronte a me. Questa vicinanza mi fa scaldare, in luoghi dove non dovrei scaldarmi.
<<Allora proviamo un'altra cosa.- si siede sul divano a qualche centimetro da me -Sdraiati e metti la testa sulle mie gambe.- lo guardo titubante -Non c'è niente di sessuale in questa richiesta, te lo giuro.- eseguo, sfinita, mi tolgo le scarpe e mi stendo, portando la testa sulle sue gambe, mentre lui porta le mani ai lati della mia testa. -Chiudi gli occhi.>> mi inizia a massaggiare lentamente le tempie.
<<Seth..>> il calore delle sue dita sulla pelle, i movimenti morbidi, circolari e ciclici, mi rilassano i muscoli.
<<Shh.>> mi riprende lui, non fermandosi.
<<Sto per addormentarmi.>> lo sento ridacchiare.
<<Non ti sveglierei...puoi dormire, Ayla.>>
<<Ma è il tuo divano.>> puntualizzo, già mezza addormentata. Sono stanca, è inutile negarlo o girarci intorno.
Tra la preparazione della riunione, l'ansia che il piano con Monique non funzionasse ed il cervello che ogni volta che chiudo gli occhi vaga sui mille quesiti che accomunano la mia vita a quella di Seth, nelle ultime settimane avrò dormito complessivamente dodici ore, in due settimane.
<<Ma lo spegni mai il cervello? Rilassati.>> lui continua a parlare, sempre a voce bassa, quasi volesse cullarmi. Oppure sono io che la sento sempre più lontana, perché concentrandomi sui movimenti delle sue mani, crollo, scivolando in un sonno profondo, uno di quelli che non vivevo più da anni.
Essere in bilico è una sensazione strana.
Mi è capitato di assistere persone in bilico tra la vita e la morte.
Mi è capitato, al Bloom, di riprendere persone in bilico sul cornicione, motivo per cui al bar è vietato salire in terrazza.
Mi è capitato di vivere in bilico, con il prestito di Donovan e l'università.
Ma non mi era mai capitato di essere in bilico sull'orlo di un divano, in procinto di cadere, e l'unico modo per evitarlo era rimanere ferma tra le braccia di un uomo.
Ma non un uomo qualsiasi, bensì, Seth Donovan.
A quanto pare ci siamo addormentati entrambi ieri sera, su un divano decisamente troppo piccolo per due persone.
Il problema è che Seth non sta effettivamente fermo e sto scivolando, a breve farò un incontro ravvicinato con il pavimento.
<<Seth..>> lo chiamo gentilmente.
<<Mhh...zitta, Ayla.>>
<<Seth, sto cadendo.>> lui afferra con più forza e mi fa ruotare sopra di lui, ho gli occhi sgranati, mentre sento la sua erezione che preme contro il mio femore.
Lui sorride vedendomi scioccata.
<<Immagino che nessuno dei due dormirà più. Buongiorno Ayla.>>
<<È un riflesso fisiologico, no?>> lui trattiene una risata.
<<Sei quella dei grandi paroloni, poi ti imbarazzi per un'erezione? Ti facevo più aperta di vedute sul sesso occasionale.>>
<<Gli altri possono fare come gli pare, anzi penso che il sesso occasionale sia il modo migliore per dissipare lo stress. Il mio problema è diverso.>> mi metto a sedere in fondo al divano ad L, cercando di porre distanza tra di noi e lui, invece, con 'non-chalance' si posiziona di fianco a me.
<<Sei una di quelle che si affeziona?>> trattengo una risata, sta tirando ad indovinare.
<<Magari...no, per un periodo ho fatto sesso occasionale.>>
<<E cos'è andato male?>>
<<È personale, scusa ma, non mi va di raccontartelo.>> lui annuisce, comprendendo di aver toccato un nervo decisamente scoperto per me.
Per anni ho creduto di soffrire di anorgasmia, l'incapacità fisica o psicologica, di raggiungere l'orgasmo.
Entrambi i miei vecchi partner non erano riusciti a farmi arrivare a quel traguardo tanto agognato, quello che tutte le donne che conosco decantano come una piccola fetta di paradiso.
Ora, io questo 'paradiso' non l'ho mai visto ed anche quando sono finalmente riuscita a concludere da sola, non lo avrei definito esattamente come un paradiso.
Anche per questo non mi entusiasma l'idea di fare sesso con Seth, me lo immagino come un dio del sesso ed abita le mie fantasie da almeno un mese. Non posso rovinarmi questa proiezione magnifica di lui.
<<Stasera al Bloom?>> chiede ed io annuisco prontamente.
<<Cioè, ti ha offerto di farlo e gli hai detto di no?>> chiede Adrian, ho preferito avere un consiglio da lui, piuttosto che chiedere a Logan, il quale avrebbe solo detto 'E perché diamine non te lo sei fatto e basta? Per una volta che potevi usarlo tu.'
Adrian sa del mio problema, anche perché, per un periodo, non esattamente breve, siamo stati amici di letto.
Lo abbiamo tenuto segreto e al Bloom nessuno ha mai sospettato niente. Adrian è bello, gentile, sotto le lenzuola decisamente altruista, ma non è mai riuscito a risolvere il rebus nemmeno lui.
<<Sai del mio problema Adrian, non voglio incappare nell'ennesimo che mi guarda con tenerezza e mi chiede scusa dopo essere venuto.>> il bel biondino alza le spalle.
<<Non mi sembra di averti mai chiesto scusa.>>
<<Il sei novembre di cinque anni fa, otto e un quarto di mattina eravamo a casa tua.- lui sgrana gli occhi in risposta -Che c'è? Ho una memoria edetica ricordi?>>
<<Miss memoria, perché non stacchi il cervello? Hai paura che possa complicare le cose?>>
<<Siamo due incasinati, che potevano essere fratellastri, con una sindrome dell'abbandono irrisolta, come possiamo, non complicare le cose?>> lui trattiene una risata, per farvi capire quanto è vuoto il locale, pur di fare qualcosa ci siamo fatti un cocktail a sorpresa a vicenda.
<<Hai ragione, e che consiglio vuoi da me?>>
<<Non lo so...dì quello che pensi. E ovviamente..>>
<<Lo terrò per me, non preoccuparti.- mi prende le mani e mi riserva uno di quei sorrisi che fa sciogliere il cuore -In quel periodo hai fatto ogni sorta di visita, e stai bene sotto tutti i punti di vista. Semplicemente non ero la persona giusta che ti ha fatto staccare davvero. Secondo me, è sempre meglio provare, alle brutte non vieni.>> trattengo una risata.
<<Tu la fai facile. Tanto nel caso sono io che non arrivo a destinazione, mica tu.>>
<<Io il mio consiglio te l'ho dato, ora sta a te.>> gli sorrido e scuoto il capo divertita.
<<Grazie Adrian.>>
<<Dovere. Però ti devo chiedere una cosa io, se riesce a farti venire con qualche manovra strana, puoi dirmi come fa? Potrebbe tornarmi utile.>> gli lancio lo straccio con cui asciughiamo i bicchieri che lui afferra al volo.
<<Cosa c'è di divertente? Avete già sistemato tutto?>> chiede Seth, venendo nella nostra direzione.
<<Sì.>> risponde di nuovo il mio amico.
<<Bene, allora, Adrian porta l'incasso della serata a Jakes, ho bisogno di Ayla.- mi segue verso lo spogliatoio dove devo prendere la borsa e la giacca -ti cercano dalla clinica.>>
<<Che è successo?>>
<<Jordan vuole te in sala, non mi ha detto di più.>>
<<Okay...mi accompagni tu?>>
<<Certo.>>
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