Capitolo 21 - Joshua
<<Ti ha dato di volta il cervello?>> chiedo a Seth entrando nel suo ufficio. Lui è comodamente seduto alla sua scrivania, e mi rivolge uno sguardo divertito. I suoi occhi bosco mi guardano per pochi secondi, per poi tornare ai fogli che tiene in mano.
<<Buonasera anche a te, prego accomodati.>> mi avvicino e poso il palmo delle mani sul legno della scrivania. Sono infastidita dal suo comportamento, più del solito.
<<Seth, perché l'hai fatto? Perché legare Ted a te?>> vorrei sfilargli quei fogli di mano ed avere tutta la sua attenzione.
Sembra leggermi nel pensiero, perché lascia cadere le fatture sul legno e finalmente mi guarda, ed ottengo quello che volevo.
<<Perché ci serve qualcuno dentro al Comitato.- sto per ribattere, ma lui con il dito teso mi precede -E non puoi farlo tu...sei troppo esposta.>>
<<Ma che cazzo dici?>> si alza in piedi, e nonostante qualche mese fa mi avrebbe messa in soggezione questa improvvisa vicinanza, ora non mi fa alcun effetto.
<<Quelle due che parlavano di te non me le sono immaginate, e le hai sentite anche tu...hai ancora i lividi in faccia di non so cosa sia successo dentro al Comitato, ne voglio saperlo, ma non accetto che ti trattino così.>>
<<Perché mi consideri una tua proprietà o perché sono donna?>> lo provoco, apertamente. Non ho mai accettato di essere trattata in modo diverso, ed avere anche solo la sensazione che Seth lo stia facendo, mi manda in bestia.
<<Perché sei la persona migliore che conosco...e quello che è successo stasera lo dimostra. Potevi finirlo, fargli male, tanto male. Invece, hai fermato l'incontro e l'hai soccorso nello spogliatoio per evitare che altri vedessero la sua fragilità.- c'è dolcezza nel suo sguardo, e mi costringe ad abbassare il mio. Non riesco a mantenere alti gli occhi, fissi nei suoi, perché se essere considerata una stronza ormai non mi fa più nessun effetto, sapere che Seth vede oltre quella muraglia che mi sono creata, mi fa sentire fragile, vulnerabile, e compresa, per la prima volta.
-Tu pensi sempre al bene degli altri, ma non ti soffermi mai sul tuo. Visto che tu non lo fai, ci penso io. Ted si sa muovere nel Comitato, è tesserato e partecipa attivamente alle riunioni.>> torna a sedersi ed io faccio lo stesso, posizionandomi su quelle sedie che sono veri e propri strumenti di tortura.
<<In effetti sarebbe stato strano se ci fossi andata io...non ho mai partecipato ad una riunione..- lui sorride sornione -..Avevi ragione, ma non abituartici.>> si lascia sfuggire una piccola risatina, morbida, mostrando le sue perle bianche.
<<Tranquilla, è impossibile con te che mi ricordi continuamente che sbagli commetto.- sorrido compiaciuta -Mercoledì ho una riunione, possiamo vederci domani per controllare gli ultimi mesi di contabilità?>>
<<Ci vorranno settimane solo per gli ultimi mesi.- lui sospira -Ti serve un contabile e velocemente.>>
<<Nessuno in città ci vuole mettere le mani...ti prego, Ayla. Ho visto la contabilità del Bloom ed è perfetta. Sono disposto a pagare.>> scuoto il capo.
<<Siamo amici, Seth, questo che ti faccio è un favore.>>
<<Okay...quindi mi aiuti?>>
<<Ti aiuto...ce l'hai qui? Gli hai dato un'occhiata tu?>> mette da parte le fatture ed apre un libro gigantesco, già mi sto pentendo di avergli detto di sì.
<<Sì...ma a quanto pare mio padre era diventato paranoico come il nonno nell'ultimo periodo.>>
<<Perché dici così?>> lui sfoglia il libro delle spese, finché non arriva ad una delle ultime pagine.
<<Guarda...avrà portato la macchina da trenta meccanici diversi.>>
<<Va beh, dipende da quanto tempo...se è da quando sei nato tu...>> lui mi indica la data.
<<Quindici dicembre di dodici anni fa...ho trovato anche le ricevute, la macchina era sempre perfetta e fatta eccezione per il cambio dell'olio e qualche altra stupidaggine non gli hanno fatto niente.>>
<<Tre giorni dopo l'incidente di mia madre.>>
<<Ed uno dopo la sua morte...e negli ultimi mesi la situazione è addirittura peggiorata...guarda.>>
<<Okay dieci controlli in due mesi è peculiare..>>
<<Infatti..>> leggo l'ultimo nome, Joshua Sten.
<<Questo lo conosco...era un amico di Eric, se vuoi possiamo andarci.>>
<<Davvero?>>
<<Certo...andiamo, tanto qui hai solo questo libro.>>
<<Comprende dieci anni di spese...ci sto diventando scemo.>> trattengo una risata.
<<Scusa.>>
<<Perché ti scusi? Hai una risata stupenda.>>
Trovare l'officina di Joshua è complicato, è situata in una delle zone più nascoste di Sen, non né ho mai compreso a pieno il motivo.
Riceve solo su appuntamento e questo dettaglio lo avevo dimenticato.
Busso alla saracinesca dell'officina, è mezza alzata quindi c'è qualcuno dentro.
<<Andate via, non c'è nessuno.>> Seth mi guarda confuso, qualunque persona dotata di intelletto avrebbe evitato di parlare, sarebbe rimasto in silenzio in attesa che gli scocciatori se ne andassero. Ma non Joshua, lui non ha mai spiccato di particolare intelligenza e buon senso, lo dimostra anche il fatto che ha provato a corrompere i suoi creditori con del burro, anzi, come lo ha definito lui 'Dell'ottimo burro fatto in casa.'.
<<Josh sono Ayla.>>
<<Ayla chi?>> ruoto gli occhi al cielo, questa discussione sta diventando ridicola, soprattutto considerando che la sto facendo ad una serranda di lamiera.
<<Ayla Shay, la sorella del tuo amico, quella che ti ha cambiato i pannolini, sono con un amico, ci lasci entrare?>> ci alza la saracinesca e ci agevola l'entrata.
Ha i capelli rasati, i due occhioni azzurri che ricordavo e che tutt'ora sembrano sempre sull'orlo di una crisi di pianto.
È alto quanto me, i viso spigoloso e asciutto.
<<Che volete?>> chiede accigliato.
<<Ti voglio parlare di un lavoro che hai fatto qualche mese fa.>> si gratta la nuca.
<<Lavoro serio o sottobanco?>>
<<Ti prego, fai ancora quella cosa del burro?>> il ragazzo si porta una mano al petto e simula una smorfia di dolore.
<<Non offendere il mio burro.>> sospiro, perché sto perdendo tempo con lui?
<<Comunque è un lavoro fatto su un auto, circa sei mesi fa per un certo Orione.>> si intromette Seth ed è qui che Joshua cambia espressione, afferra una chiave inglese dal bancone e la brandisce contro di noi come se fosse una spada.
Sgrana gli occhi e e contrae le labbra..
<<Non conosco nessun Orione...via, via, andate via.>> prova a spingerci, con scarsi risultati.
<<Josh...fermati.>> gli dico afferrando la chiave a mia volta e sfilandola dalla sua presa.
<<Io non voglio saperne niente, quello era uno stronzo, non mi ha nemmeno pagato.>>
<<Allora lo conoscevi?>> puntualizza Seth, e Josh si ferma a pensare.
<<Sì...mi deve 580 dong, mai visti...mi ha fatto scrivere che avevo cambiato l'olio sulla fattura, ma io gli ho sostituito i freni a quello là.>>
<<I freni?>> chiedo io.
<<Sì...sembrava come se qualcuno avesse provato a tagliarli.>> Seth ed io ci guardiamo di nuovo.
<<E quanto tempo è passato da quando li hai cambiati?>>
<<Un po', gli ho consegnato la macchina, lasciato la ricevuta, ma non ho visto nemmeno mezzo dong...poi quell'idiota si è andato a schiantare.>> Seth si irrigidisce.
<<Come schiantare?>> chiedo io.
<<Sì...sulla strada dello scorpione, dopo la curva..>> mi si gela il sangue nelle vene, le gambe tremano, non è possibile.
<<Dopo la curva della coda, poco prima del ponte.>> finisco la frase a posto di Josh, e deglutisco a fatica, mentre Seth è decisamente confuso.
<<E tu come lo sai?>> chiede il mio compagno di avventure.
<<Mia madre è morta lì...stesso modo, grazie Josh, ti faremo avere i tuoi soldi non ti preoccupare.>>
<<Aspetta, sai dove hanno portato la macchina?>> gli domanda Seth ed è qui che il volto di Joshua diventa colpevole.
<<L'hanno lasciata qui. Non posso farla vedere a nessuno.>>
<<Chi l'ha portata qui?>>
<<Non posso dirlo.>> sospiro ed abbasso la testa.
<<Okay...Josh, ti ricordi quando ti ho aiutato con l'officina? Quando ti si erano messi dietro gli scagnozzi di Donovan per il debito ed ho persuaso mia madre per pararti il culo?- lui annuisce -Bene, mi devi un favore, quindi o mi fai vedere quella macchina oppure mi dici chi è stato a portarla qui.>> Seth sembra compiaciuto della mia improvvisa vena di leadership.
<<Altrimenti?- chiede Josh incrociando le braccia al petto. Gli sorrido e semplicemente abbasso lo sguardo sui suoi gioielli di famiglia, incrocia le gambe e socchiude gli occhi -263 Jk, le chiavi sono....- prende il suo mazzo di chiavi, apre l'anello che le tiene insieme e ci consegna una chiave blu, sopra c'è scritto 263 Jk -Queste.>>
<<Grazie Josh, è sempre bello fare affari con te.>> lui sposta lo sguardo prima su di me, poi su Seth, che mi ha posizionato un braccio intorno alle spalle, e ci guarda disgustato.
<<Tua madre si vergognerebbe di te.>> mi dice squadrandomi dall'alto in basso.
<<Non ho chiesto la tua opinione.>> stiamo per voltarci quando Josh dice l'unica frase che non doveva pronunciare.
<<Beh del resto ci sei abituata, sei sempre stata una vergogna.>> esco dalla stretta di Seth con una velocità che non gli consente di trattenermi e mi fermo a qualche centimetro di distanza da Josh.
Sgrana gli occhi e deglutisce.
<<So cosa stai cercando di fare, so che stai dalla parte di Monique, ma io non ti sfiorerò con un dito Josh.- schiude le labbra -Tu sai perfettamente di essere una vergogna per tutti, partendo dalla tua famiglia che milita nell'Elité per arrivare a Monique che ti ha preso nel Comitato perché le fai solo pena.>>
<<Non è..>>
<<Non ho finito. Io, almeno, ho avuto la decenza di costruirmi un futuro e di rimanere sopra le parti per quasi trent'anni, tu ti stai svendendo...io mi vergognerei per quello che hai fatto ad Eric, che è troppo buono per dirti che sei un verme.- lui respira profondamente -Ora, hai due scelte, puoi chiamare Monique e dirle che sono la puttana di Donovan...quando scoprirà che non è vero ti scuoierà vivo e se non lo farà lei, troverà uno dei tuoi creditori ben disposto a farlo, oppure puoi far finta di niente e tenerti per te questa visita di cortesia.>>
<<Mi terrò per me questa visita.- deglutisce di nuovo, in preda all'ansia ed io gli sorrido -Sei cambiata, Ayla..>>
<<Sto aprendo gli occhi, Josh...e sto facendo pulizia dei pesi morti dalla mia vita.>> torno di fianco a Seth, che mi guarda sorridente e soddisfatto.
<<Brava...>> annuisco e lo seguo silenziosa fino alla macchina, dove scoppio in un pianto silenzioso.
Seth non dice nulla, mette in moto e non aggiunge nemmeno un fiato sulla situazione.
Joshua era il migliore amico di Eric, per anni erano l'uno l'ombra dell'altro e non c'era modo di dividerli.
Eric ama le persone in un modo quasi inumano, è dotato di un'empatia fuori dal comune.
Capisce quando gli altri hanno bisogno di lui, ma allo stesso tempo sa il momento in cui deve lasciare lo spazio necessario.
Era tutto perfetto, finché non è arrivata Sam, diminutivo di Samantha. Piaceva ad entrambi, il classico triangolo amoroso adolescenziale in cui alla fine, uno si fa male.
E stavolta non ha minimamente vinto l'amicizia.
Sam preferiva Eric, le piaceva molto, erano usciti insieme due volte quando Josh ha ben pensato di lasciar andare la bomba, ma senza lanciarla. L'ha lasciata rotolare lentamente sul pavimento di quella conoscenza e quando ha fatto boom, era troppo tardi per scappare via.
Eric voleva aspettare un altro paio di uscite per raccontare a Sam un momento così delicato della sua vita, come l'amputazione. Per Josh invece è stata un'occasione d'oro, non solo le ha raccontato la cosa, ma ha anche aggiunto che probabilmente Eric non la amava abbastanza se non le aveva raccontato niente.
La cosa più assurda è che mio fratello è ancora convinto che Joshua abbia fatto bene, quando dico che Eric non è in grado di odiare nessuno sono sincera al mille per mille.
<<Stai bene?>> mi chiede Seth quando mi sono finalmente calmata e lui ha accostato vicino a casa mia.
<<Sì...scusa.>>
<<Per cosa?>>
<<Perché ho pianto..>> mi guarda per qualche secondo.
<<Ayla, ti stai davvero scusando con me per aver pianto?>>
<<Credo di sì.>>
<<Okay...non devi scusarti se piangi o se mi svieni addosso, che ti piaccia o meno non puoi controllare in modo maniacale ogni aspetto della tua vita.- sospira, stringendo il volante -Dopo queste rivelazioni, mi dici dove andare?>>
<<Andiamo al 263 Jk...se vuoi guido io.>>
<<Non serve, dammi le indicazioni.>>
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