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Capitolo 15 - La banca

<<Ieri non c'eri.>> alzo la testa di scatto, posando gli occhi sull'uomo che si è appena fermato di fronte a me. Al di là del bancone, il mio scudo personale contro il mondo.

Seth mi guarda sorpreso di vedermi e decisamente interrogativo. Non sono solita prendermi giornate libere, ma sicuramente non è una novità trovarmi qui, luogo dove passo il novanta percento delle mie giornate.

<<Ho fatto un cambio turno, non stavo bene.>> spiego, velocemente, senza soffermarmi sul mio burn out di ieri sera.

<<Ora stai meglio?>> chiede, più interessato di quanto pensassi, ed io mi ritrovo semplicemente ad annuire.

<<Diciamo di sì...so che non ci sono stati problemi ieri.>> puntualizzo, anche perché, spoiler, se ci fossero stati problemi non avrebbero esitato a chiamarmi. Soprattutto Adrian, che va letteralmente nel pallone non vedendomi nei paraggi.

<<No, però il locale è diverso senza di te.>> abbozzo un sorriso. Mentirei se dicessi che questa frase non mi ha fatto salire le farfalle nello stomaco.

<<Più tranquillo?>> ipotizzo io.

<<No, più vuoto...sono passato anche in clinica per...sai, i punti sulla spalla e una dottoressa mi ha detto che non c'eri.>> precisa, con una vena di amarezza, ed ora quella sorpresa, tra i due, sono io. Dopo quel pomeriggio a casa sua avevo pensato che stesse mettendo distanza tra noi.

<<Te l'ho detto non stavo bene, penso che puoi permetterti medici migliori di me.>> specifico, con i soldi che ha può chiamare chiunque, nessuno si scomporrebbe od oserebbe fare domande. A Sen non è raro avere a che fare con ferite d'arma da taglio, da fuoco ed anche molto altro.

Non siamo una città pacifica, quello si era capito.

<<Hai presente quando mi hai detto che non ti piace essere toccata dagli altri?- annuisco, certo che me lo ricordo, è stata la prima volta dove il tocco di qualcuno non mi ha fatto rabbrividire. -Potrei aver sviluppato la stessa cosa, solo che mi piace essere toccato solo da te.>> trattengo una risata, mentre lui mi guarda interrogativo.

<<È per questo che l'altra sera eri circondato da ballerine?>> gli rispondo, con un sorriso, a questo punto lui evita il mio sguardo per qualche secondo, per poi tornare a guardarmi dritto negli occhi.

La mia più che una vera domanda vuole essere una provocazione.

<<Sei gelosa?>> chiede divertito, mi porto dietro le orecchie i capelli sfuggiti dalla coda ed alzo le spalle in risposta.

<<No...assolutamente, quello che fai è affar tuo.>> puntualizzo immediatamente.

<<Okay...ti va di andare alla banca oggi?>>

<<Va bene...ci vediamo là alle 6?>> si appoggia con gli avambracci al bancone.

<<Pensavo di andare adesso.>>

<<Ma iniziamo il turno tra dieci minuti.>> ribatto, con fare ovvio. Ho saltato un turno ieri.

<<Infatti, ti sostituiscono Adrian e Zack...che ne dici? Consideralo un lavoro aggiuntivo.>> non faccio cocktail e non devo sopportare le battute squallide degli idioti che frequentano questo posto. Non me lo faccio ripetere due volte.

<<Va bene...prendo il cappotto e andiamo.>>

<<Sapevo di poter contare su di te, ti aspetto in auto.>>


Sen è avvolta da una patina di nebbia che rende il tutto più tetro e angusto.

Diciamo anche che essere in uno dei quartieri più malfamati della città non aiuta a distendere i miei nervi. Uno dei pochi angoli ciechi di Sen.

<<Perché i miei antenati hanno aperto la banca proprio qui?>>

<<Chi va a chiedere i prestiti?>>

<<I poveri?>>

<<Chi ne ha bisogno, e chi ne aveva più bisogno viveva qui. Anche se ora la situazione del quartiere è sfuggita di mano. Non ti preoccupare, nessuno ci sfiorerà con un dito. Monique controlla tutti quelli del comitato.- saluto Jeff seduto a terra, di fianco alla porta della banca, mi lancia un mazzo di chiavi per entrare -Come va Jeff?>>

<<Freddo, ma non troppo, ho seguito la tua cura per l'ansia, sta andando bene.>> sorrido all'uomo barbuto seduto a terra, vestito di stracci.

Monique lì prepara per passare inosservati e ci riesce molto bene.

<<Ne sono felice, passa da Jordan tra un paio di settimane così rivediamo il piano farmaceutico.>>

<<Grazie doc.- apro la porta della banca -Avete quarantacinque minuti, sfruttateli bene.>> annuisco, mi tiro dentro Seth e ci chiudiamo la porta alle spalle.

<<Perché quarantacinque minuti?>> mi chiede il mio compagno di avventure.

<<Potrei non aver chiesto direttamente a Monique, muoviti prima che ci ripensi, Peter Pan.>> affretta il passo per restarmi appiccicato.

<<Cioè, noi ci siamo intrufolati qua dentro con l'inganno?>> mi volto a guardarlo per qualche secondo.

<<Inganno, quanto sei fiscale...Monique è una particolare, se venisse a sapere cosa stiamo cercando al 99% ci vieterebbe di entrare.>>

<<Ma questo posto è immenso e non possiamo nemmeno accendere la luce, come facciamo a..>>

<<Saliamo le scale, secondo piano, svoltiamo a sinistra, tredicesimo scaffale partendo dal basso.- sgrana gli occhi, alzo le spalle in risposta -Cosa c'è? Sono già venuta qui. Jeff è uno che mi chiede parecchi favori.>>

<<E perché non hai preso direttamente i libri?>>

<<Perché mi serve il tuo sangue, piccolo e ingenuo Donovan per aprire la rete di protezione dei libri.>>

<<Almeno sei sincera.- sorrido -Però muoviamoci, credo che un gatto mi abbia appena strusciato su una caviglia.>>

<<Tesoro, quello non è un gatto..>>

<<Lo so benissimo, per quello ti ho detto andiamo.>> accendo la torcia ed afferro la mano di Seth.

I pavimenti della banca sono ricoperti da uno strato spesso di polvere e calcinacci, molti banconi sono stati sdraiati ed alcune luci al neon si sono staccate dal soffitto e pendono pericolosamente sopra le nostre teste.

<<Cazzo...è messa proprio male.>> commenta lui mentre iniziamo a salire le scale. Sposto una lampada penzolante.

<<Attento alla testa...devi considerare che nessuno la mette a nuovo da quasi ducento anni, avrà anche il diritto di essere cadente, che dici?>> lui mi supera ed io lascio andare la lampada.

Saliamo i restanti gradini in silenzio e da qui sono io a guidarlo verso gli scaffali designati.

<<Quindi qui può entrare chiunque basta fare gli occhi dolci a Jeff?>>

<<No, l'unica eccezione al comitato sono io. Inoltre, a tutta la parte di coniatura delle monete e stampa delle banconote, si può avere accesso solo con Monique. È necessaria l'impronta della sua mano, un capello e lo scanner della retina. Poi si deve rispondere correttamente a sei domande alle quali solo lei conosce la risposta.>>

<<È un po' paranoica.>>

<<Niente di eclatante...- gli porgo un pungidito -Devi farti uscire un paio di gocce di sangue su quel tastierino, non fare il melodrammatico.>> lui esegue e quando sento il click apro la rete metallica e gli passo i libri.

<<Quanti sono?>>

<<Dodici...possiamo portarli via tutti.>> dallo zaino estraggo dei libri identici, ma vuoti al loro interno.

<<E quelli che sarebbero?>>

<<Copie...li ho fatti io, servono per fare volume, e così Monique non se ne accorgerà...- gli passo lo zaino vuoto e facciamo lo scambio -..Bene, ora richiudiamo la porta e ce ne andiamo.>>

Lascio le chiavi a Jeff e facciamo la corsa alla macchina più veloce della storia, ma non basta, considerando che viene giù il diluvio universale, ed una volta entrati qua dentro siamo bagnati fradici.

<<Se la banca ha chiuso da duecento anni, e il novanta percento degli scaffali ha documentazione nuova, perché hanno lasciato questi dodici libri lì?>> chiede.

<<Seth, sto gelando, posso risponderti dopo che ci saremo asciugati un po'?- lui sospira e accende il riscaldamento dell'auto. -Grazie...so da alcune fonti del comitato che tuo nonno era diventato paranoico nell'ultimo periodo.>>

<<Abbastanza. E perché mio padre ha abbandonato l'idea?>>

<<Lo stesso anno che tuo padre ha preso la carica è entrato nel comitato Ector. Uno spaccone, è stata la prima volta che il comitato veniva affidato ad un uomo ed anche l'ultima. Tuo padre ed Ector hanno litigato pesantemente, nessuno sa perché.>>

<<Però ora i rapporti sono di nuovo distesi.>>

<<Sì, finché Monique rimane tranquilla. Ector è durato diciotto anni. Ricordo che Monique ha assunto la carica quando io avevo sei anni e lei ne aveva appena compiuti diciotto.>>

<<Ed io ne avevo dieci...okay, la situazione sta diventando un po' più chiara ora. Entriamo, ti faccio asciugare e ti offro qualcosa.>>


Spazio autrice:

Hey, come va? Piaciuto il capitolo?

Alcuni nodi stanno venendo al pettine, ed altri ancora ne verranno, il prossimo è un capitolo decisamente importante. 😅

Un abbraccio,

a venerdì,

Belle

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