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Capitolo 38

Questo è un capitolo fuori programma, l'ho voluto aggiungere per due canzoni che ho ascoltato, che mi sono sembrate perfette e che mi hanno ispirata. Buona lettura :)

Quattro giorni dopo...

Erano passati quattro giorni e sembrava che le cose fossero tornate alla normalità, ma, appunto... Sembrava. C'erano momenti in cui era tutto come al solito, scherzavamo, ridevamo, ci coccolavamo anche, altri momenti, invece, era come se fossimo due perfetti estranei e ciò mi distruggeva... Ma mai quanto distruggeva lui. Dopo la dichiarazione di Federico, Alex mi aveva chiamato dicendomene di tutti i colori e, ammetto, che mi aveva dato da riflettere parecchio. Era come se, pian pian, mi stessi rendendo conto di amare quel biondino, ma non riuscivo ad accettarlo. Gay o etero per me era indifferente, solo avevo paura di far soffrire entrambi... Di far soffrire lui... Ancora. Già, bella scusa del cavolo... Come se lui non stesse già soffrendo. Ma, da idiota ed egoista quale ero, avevo avuto la brillante idea di dedicare canzoni a Federico via twitter. Condividevo canzoni come 'Tutto mi parla di te' di Mose, 'Di notte' di Pierdavide Carone, 'Quel ti amo maledetto' di Paolo Meneguzzi, 'Il diario degli errori' di Michele Bravi, 'Il mondo insieme a te' di Max Pezzali, 'Il mio giorno più bello nel mondo' di Francesco Renga, 'Forse un angelo' degli Studio 3, 'Incancellabile' di Laura Pausini, praticamente il suo genere di musica, e mi limitavo a taggarlo... Niente dediche o emojon, semplicemente '@fedefederossi'. Lui non rispondeva, non ritwittava, non lasciava un like, niente, come se neanche li vedesse, ma io sapevo che li vedeva, notavo quel sorriso amaro che aveva quando riceveva la notifica, notavo quando si allontanava con le cuffie in mano, notavo quegli occhi rossi che aveva ogni volta che tornava, io lo guardavo, lo osservavo, ma lui non se ne accorgeva minimamente, oppure gli faceva meno male fingere di non accorgersene.

"Fede, Fede!"
Una fan lo richiamò. Eravamo nel bel mezzo di un evento radio.
"Dimmi."
Le sorrise dolcemente.
"Vi dedicate una canzone a vicenda?"
Chiese entusiasta. Portai immediatamente lo sguardo su Federico per cercare di capire la sua reazione... Il pirla era di spalle.
"Okay."
Si voltò mantenendo il sorriso.
"Tanto tu Ben c'hai preso la mano nell'ultimo periodo, vero?"
Ecco un'altra delle sue frecciatine. Sorrisi arreso, scuotendo la testa.
"Io ce l'ho già in mente."
Lo informai.
"Ma come, non le hai finite?"
Avrebbe potuto fare l'arciere.
"A quanto pare, no."
Gli tenni testa.
"L'ho trovata anch'io."
Mi comunicò, girando lo sgabello verso di me.
"Sono tutt'orecchi."
Mi voltai a mia volta, mentre entrambi mantenevamo il sorriso, ma non uno di quei sorrisi veri, lo definirei piuttosto uno di quei sorrisi che si fanno quando non si sa quale altra espressione sia meglio assumere. Impugnò come suo solito il microfono e lo portò alle labbra... Era la prima volta che cantava senza me che lo accompagnavo.

"Io sento e quello che non dico lo penso,

qualcosa che succede in silenzio

che, anche se non parlo, comprendi..."

Iniziai a "tradurre" parola per parola a modo mio... La stava dedicando a me, quindi era riferita a noi. Lui sentiva, provava, e ogni cosa che non diceva, era lì che vagava nella sua mente. Cosa succedeva in silenzio? Lui che si innamorava di me e che, anche se non parlava, io lo comprendevo, ma non l'accettavo.

"In fondo siamo mossi dai sensi,

guidati dalle colpe degli altri,


deviati da illusioni correnti
,

confusi, felici, lontano...
"

Ogni sua azione era mossa dal senso di volermi con sé, di voler qualcosa di più, ma poi era guidato dal mio non capir nulla che era deviato dalle sue illusioni che gli avevo "gentilmente regalato" io a mia insaputa. Confusi... Felici...

"Perché non mi sorridi, ti amo,

per quello che non dici, ti amo,

perché tu sai tenermi lontano, lontano...
"

Già... Alle volte facevo come agli inizi della nostra conoscenza. Non gli sorridevo, non gli dicevo cosa mi stesse accadendo e lo tenevo a debita distanza... E lui amava anche questo. Stupido, vero? Forse no...

"Lontano...

Io amo...


Lontano...


Io amo...
"

Stava praticamente ammettendo davanti a tutti i presenti e le telecamere che mi amava... Anche se ormai tutti l'avevano capito da quel concerto.

"Mi perdo, viaggiando su un percorso ad un senso,

connesso, ma disperso nel mondo.


Io credo che sia sempre il momento


per inseguire quello che sento,


distante dalle logiche scelgo


e ti vorrei da sempre al mio fianco,


confuso, felice,
lontano..."

Costantemente perso nei suoi pensieri, come se ci fosse, ma si sentisse uno dei tanti in questo mondo e non capisse chi fosse. Credeva che fosse sempre il momento per fare quello che sentiva, eppure non lo faceva mai. Sceglieva d'istinto, riuscendo a mettere da parte la logica, la sua parte razionale. Lo sapevo che mi aveva sempre voluto al suo fianco e io c'ero sempre stato... Purtroppo però non come voleva lui. Ripeté due volte il ritornello, per poi rimanere in silenzio, a guardarmi negli occhi, come se volesse leggere in essi i miei pensieri rivolti a ciò che aveva appena espresso, ma fu tutto inutile e distolse lo sguardo, accompagnato dalle urla della folla.
"Ora tocca a me."
Mi aggiustai la chitarra sulle gambe.
"Ignorate il modo in cui canto, grazie."
Dissi con un sorriso divertito, per poi rigirarmi verso il biondo ed iniziare a strimpellare.

"Ma come fai,

sai dei miei guai


anche se non mi vedi.

Ma come fai,

non manchi mai


quando non sto più in piedi.

Se cado giù ci pensi tu,


mi spieghi come fai...
"

Lui aveva capito che ero nei guai, anche se avevo fatto di tutto per nascondere ogni cosa ed era sempre stato presente quando avevo bisogno di lui, quando il mondo mi crollava irrimediabilmente addosso... Ogni volta mi chiedevo come facesse. Sorrisi appena.

"A sopportare tutti i miei perché,

a non urlare se ce l'ho con te
,

combinazione senza nome
,

come due anelli, quasi fratelli..."

Lui aveva sopportato ogni mia parola cattiva, ogni mia domanda, ogni volta che me l'ero presa con lui, era rimasto. Noi eravamo proprio una combinazione perfetta, a cui era impossibile dar nome, proprio come due anelli e potevamo sembrare quasi due fratelli. Alle ultime parole, lo vidi abbassare lo sguardo.

"A realizzare tutti i miei farò,

a non mollare quando me ne andrò,


un'emozione senza nome,


come due anelli, più che fratelli..."

Aveva realizzato tutti i miei sogni, non aveva mai mollato con me, mai. Noi eravamo una di quelle emozioni impossibili da classificare, da denominare, da descrivere. Noi eravamo più che fratelli... Questo lo sapevamo entrambi.

"Ma come fai,


risolvi i guai,


anche se poi lo neghi.


Ma come fai,


non dormi mai,


forse è per me che preghi.


Se volo su, ci pensi tu


mi spieghi come fai..."

Lui aveva risolto ogni mio guaio, ma, ogni volta che tiravamo fuori l'argomento, diceva che avevo fatto tutto da solo. C'era stato un periodo in cui non dormiva e se dormiva, era questione di un'oretta o due, perché voleva tenermi d'occhio, aveva paura potessi sentirmi male e voleva essere pronto a soccorrermi. Se ero felice, era solo grazie a lui.

"A sopportare tutti i miei perché
,

a non urlare se ce l'ho con te
,

combinazione senza nome
,

come due anelli, quasi fratelli.


A realizzare tutti i miei farò
,

a non mollare quando me ne andrò,


un'emozione senza nome
,

come due anelli, più che fratelli..."

La voglia di piangere era leggibile nei suoi occhi, ma sembrava fossi l'unico a notarla.

"Grazie perché se stai con me, io crescerò
,

resta con me o senza di te come farò..."

Alla fine è come se fossimo cresciuti insieme, siamo cambiati l'uno grazie all'altro. Alla seconda frase, sorrisi e, prima di pronunciarla, mi alzai e mi misi in ginocchio davanti a lui... Gliel'avevo ripetuta chissà quante volte, eppure non mi sembrava mai abbastanza. In quell'esatto momento in cui i nostri occhi si incrociarono, mi venne in mente un'altra canzone e decisi di concludere con le parole di essa che non aveva bisogno di spiegazioni.

"Quante notti perderei senza mai gridare 'noi',

e all'improvviso appari tu dal niente.

No, tu non mi fermerai, sei oro trasparente,

prezioso come mai, sfuggente quando vuoi.

No, non mi ingannerai sei oro trasparente,

mi chiedo come fai, apro gli occhi e ora ci sei.

No, non mi lascerai, sei oro trasparente

e dentro gli occhi tuoi, ecco, finalmente noi.
"

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