Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 34

Avete presente quando qualcosa vi viene lanciata addosso, facendovi cadere a terra, dato il peso dell'oggetto? Ecco, era così che mi sentivo e l'oggetto in questione erano le parole di mio fratello. 'Come fai a non capire che Federico ti ama?'... Davvero mi amava? Davvero quel ragazzo dagli occhi azzurro intenso era innamorato di me? E allora perché non era venuto a dirmelo? Forse aveva paura? Comprensibile... L'aveva detto anche nell'ultima intervista che, se fosse stato innamorato di me, non sarebbe venuto a dirmelo. 'L'egoismo non ti cambia, l'amore sì, e tu sei cambiato... Per lui.' Già... Ero cambiato. Finalmente mi preoccupavo per qualcuno che non ero io, eppure anche in quello io vedevo egoismo, come se io mi preoccupassi per lui, solo perché avevo bisogno di lui. Sospirai, lasciandomi cadere sul letto dell'hotel. Del biondo non c'era traccia. Mi voltai per un attimo ad ammirare la mia chitarra e una lampadina nella mia mente si accese, così la afferrai, mi sedetti e iniziai a strimpellare, dopo aver preso carta e penna.

'Hai visto che non c'ho messo tanto,

proprio come ti avevo detto,

hai visto non mi sono distratto,

o forse solo per un momento,

e accelero dentro al tuo cuore,

anche senza chiamarti amore,

mi sforzo per imparare due parole...

Ti amo troppo forte,

ti amo troppo forte,

ma così tanto forte

che sono troppo forte.

Ti amo troppo forte,

ma così tanto forte,

che con le gambe rotte

vado sempre più forte.

Magari ci vorrà un po' di tempo,

magari il tempo scorrerà lento,

ma impareremo a vivere il momento,

magari impareremo seguendo il vento...

Perché non c'è un giorno migliore,

sto sveglio per ventiquattro ore,

ed oggi imparo a dire due parole...

Ti amo troppo forte,

ti amo troppo forte,

ma così tanto forte

che sono troppo forte.

Ti amo troppo forte,

ma cosi tanto forte,

che con le gambe rotte

vado sempre più forte.

E poi facciamo a botte

col sorriso che

ci contraddistingue...

E poi ti stringo forte,

come fosse niente,

come sempre...

Ma me l'hai detto tante volte

'vai se vuoi andare, vai'.

Concentrato sempre più attento

e vado forte sempre più a tempo.

Ti amo troppo forte,

ti amo troppo forte,

ma così tanto forte,

che sono troppo forte.

Ti amo troppo forte,

ma cosi tanto forte

che con le gambe rotte

vado sempre più forte.'

E le parole si scrissero così, da sole... Non seppi nemmeno io da dove le tirai fuori, eppure più scrivevo, più l'immagine di Federico diveniva definita nella mia mente. Misi via il foglio e la chitarra e mi lasciai andare a peso morto sul letto... Mi mancava. Sbuffai. Dove diavolo era? Mi rimisi seduto, afferrai il cellulare ed iniziai a chiamarlo più volte e a riempirlo di messaggi, ma niente, fin quando non sentii la porta aprirsi e la figura del biondo farsi strada nella stanza, posizionandosi davanti a me.
"Sì, scusa, lo so, ma ho fatto tardi alle prove e ho finito il credito e c'era traffico e..."
Iniziò a giustificarsi... Aveva il fiatone, sembrava fosse corso da me. Lo interruppi prendendogli la mano e avvicinandolo a me. Lo feci stendere sul mio corpo e lo strinsi forte.
"Mi sei mancato..."
Mormorai appena. Lui non disse più nulla e si limitò ad avvolgere i miei fianchi con le sue braccia, stringendomi a sua volta. Rimanemmo così per un tempo infinito, ma che a me parve questione di secondi, infatti, quando si staccò, mugugnai contrariato.
"Ci aspettano per cenare."
Mi ricordò dolcemente.
"Mh..."

"Eccovi finalmente."
Ci accolse Enrico.
"Benjamin ti ha fatto una ramanzina più lunga del solito, eh?"
Chiese scherzoso Francesco, uno dei ragazzi della band, portando un braccio attorno al collo del biondo, gesto per cui lo fulminai, tirando per un braccio Federico, verso di me. Mi guadagnai un'occhiata confusa da parte di entrambi e, francamente, nemmeno io capii bene il perché della mia azione. Okay che ero sempre stato geloso, ma mai fino al punto che nemmeno gli amici potessero toccarlo. Decisi di sedermi senza esprimermi, pregando mentalmente che il biondo si sedesse vicino a me, cosa che, ovviamente, non fece. Sbuffai. Due mani piccole e delicate si posarono sui miei occhi.
"Chi sono?"
Pronunciò una dolce voce. Provai a girarmi e due labbra si posarono sulle mie in un bacio a stampo.
"Ehi."
La salutai, sorridendole dolcemente, mentre si sedeva al mio fianco.
"Tutto bene amore?"
Sentii lo sguardo del biondo bruciarmi la pelle, ma lo ignorai. Cosa voleva? Poteva sedersi lui accanto a me, no? Non doveva rompere poi.
"Sì, tu?"
Lei mi guardò con occhi innamorati.
"Ora che sono con te, sì."
Le sorrisi. Sentii Federico sbuffare e, quando mi voltai verso di lui, lo vidi a sguardo basso, mentre giocava con il cibo.
"Mi è passata la fame."
Annunciò, spostando il piatto verso la mia direzione.
"Ben, stasera vieni da me?"
Chiese timidamente la ragazza al mio fianco.
"Scusa tesoro, ma..."
Mi serviva l'ennesima scusa...
"Ho scritto una nuova canzone per il secondo album e vorrei rivederla con Federico stasera."
Enunciai e sentii nuovamente lo sguardo del biondo su di me.
"Oh... Okay."
Disse la ragazza, con un velo di tristezza nel tono.
"Magari stiamo insieme domani, tutta la mattinata e il pomeriggio, poi la sera abbiamo il festival però."
Proposi. La ragazza si illuminò.
"Va benissimo."
Accolse la mia idea, entusiasta.

"Se non vuoi stare con la tua ragazza, non usarmi come scusa."
Si lamentò una volta che fummo in camera. Ignorai le sue parole e gli porsi il foglio con la canzone. Lo vidi leggerlo attentamente e notai la sua espressione indecifrabile.
"Ti piace?"
Chiesi. Annuì soltanto.
"Il ritmo che avevo pensato è più o meno questo..."
Esordii iniziando a strimpellare e cantare, mentre il biondo mi osservava in un modo che non aveva mia usato prima... Non seppi capire se fosse un modo piacevole o negativo, ma, d'altronde, anche se all'apparenza non sembrava, non era mai stato un tipo facile da capire... Come ho sempre detto, era identico ad una ragazza, perciò...
"Che ne pensi?"
Chiesi ancora, una volta finita la mia piccola esibizione.
"Mi piace."
Inarcai un sopracciglio.
"Solo?! Non hai altro da dire?"
Sbuffò, abbassando lo sguardo sul foglio.
"Cos'altro vuoi che ti dica?"
Sbuffai a mia volta, alzando gli occhi al cielo.
"Se ti dà così fastidio, perché non mi hai chiesto di lasciarla?"
Lui incontrò il mio sguardo.
"Seriamente mi stai facendo questa domanda?"
Chiese con una risata amara.
"Perché dovresti essere tu, di tua iniziativa, a lasciarla!"
Esclamò alzandosi, così da sovrastarmi.
"Anche tu avresti potuto lasciare Daniele di tua iniziativa, invece hai aspettato che te lo chiedessi io."
Gli feci notare, zittendolo. Mi alzai sospirando.
"Io farei qualsiasi cosa, basta che tu me lo chieda."
Lui riportò i suoi occhi nei miei.
"Perché?"
Chiese.
"Perché tu sei più importante di chiunque."
Dissi ovvio.
"Perché?"
Chiese ancora.
"Perché sì, perché io ho bisogno di te, perché non posso sopportare che tu te ne vada via da me, perché voglio che tu sia felice, perc..."
Non mi permise di finire la frase, dato che le sue labbra furono sulle mie. Il mio corpo si rilassò all'istante a quel contatto, mentre lui portò le mani ai miei fianchi e rese quel bacio più profondo e bisognoso. Quando ci staccammo per mancanza di fiato, lui pronunciò quattro semplici parole che, più che una richiesta, parvero un ordine.
"Voglio che la lasci."
Annuii.
"Lo farò."

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro