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Oracle

Era scura quella notte a Gotham, ma non più buia e putrida di ogni altra.

Rabbrividì.

Nonostante il tepore avvolgente di lenzuola pulite e coperte rimboccate, non c'era alcun rimedio per lei. Ormai, l'ingiustizia di quella città le era già entrata dentro. Le aveva menomato il corpo e continuava a tormentarle la mente, desiderosa di condurre alla pazzia chi per anni si era battuta per fermarla, rallentarla almeno. Finché...

Si strinse le braccia al petto.

Finché se l'era ritrovata davanti a bussare alla sua porta; a ridere, mentre agonizzava in un mare di sangue. Il suo sangue! Impotente. Immobile. In trappola.

Di colpo, le parve di sentire il "click" incessante di una macchina fotografica. Di percepire il tocco di quelle sudicie mani che osavano approfittare del suo corpo ferito, esposto, vulnerabile ...

Provò nausea.

Come si possono cancellare simili solchi nell'anima?
Come si può chiudere di nuovo gli occhi e riuscire a non rivedere quei momenti?
A non sentire quelle gelide e taglienti risate?
A non svegliarsi di soprassalto, toccandosi il ventre, proprio nel punto in cui la cicatrice c'era ancora?

Barbara sussultò di colpo, annaspando alla ricerca di aria fresca.

Di nuovo.

Ogni notte, la stessa terribile scena le faceva visita. Bussava ancora e ancora alla sua porta e lei non riusciva a resistere. Per quanto si sforzasse, per quanto si dicesse di non farlo, di stare pronta e all'erta, non poteva fare a meno di aprirla.
Quel colpo la centrava. Sempre.
Quel colpo le cambiava la vita. Ogni volta.

E lui se ne faceva beffe!

Barbara si portò una mano al viso, scostando i capelli madidi di sudore ed incubo dalla faccia.
Poi, socchiuse gli occhi.

"Dannazione!"

Lo sibilò a denti stretti, lasciando che i rumori e i frastuoni di Gotham la cullassero, riempiendola di nostalgia. Se non fosse accaduto, lei sarebbe stata lì fuori, pronta a sorprendere i malviventi e a sovrastarli dall'alto.

Si lasciò ricadere sul cuscino, stanca, sfinita, disillusa. La testa le scivolò di lato pesantemente. Per un attimo, si chiese se in cielo stesse svettando il Bat-segnale; se qualcuno ancora sperasse nel sopraggiungere di Batgirl.
Il braccio le finì sulla fronte accaldata, nascondendo occhi e lacrime.
Lentamente, queste le solcavano le guance e scivolavano sulle lenzuola pallide.
Silenziosa prese un soffio d'aria e serrò il labbro inferiore con i denti.
I singhiozzi le morivano in gola, ma riusciva a trattenerli a stento.
Nel frattempo, il senso di sconfitta si impadroniva di lei.

Anche quella notte il Joker aveva vinto.
Era riuscito a portarle via un altro pezzo d'esistenza.

Barbara si asciugò gli occhi e ricacciò il dolore nel profondo.

"No!"

Non poteva permettergli di farlo ancora. Non poteva lasciare che la sua intera vita fosse soggiogata all'operato di un Clown e alla sua "bravata" di una notte.

Si rimise seduta e guardò le sue gambe inermi, fasciate nel tessuto. Talvolta, le sembrava di sentirle, di percepirle agili e scattanti come un tempo, ma anche quella era solo un'illusione.
Alzò gli occhi e vide la sua sedia a rotelle adagiata accanto al letto, ferma e a sua disposizione.

Era questa la sua nuova realtà ...

Una vita che avrebbe trascorso lì sopra, senza possibilità di scelta alcuna. Statica.
Niente più ronde notturne, niente più inseguimenti in moto, niente più acrobazie aeree.

Niente più Batgirl!

La bocca le s'increspò impercettibilmente. Si sentiva vuota e allo stesso tempo ricolma di rabbia. Quale ragazza della sua età, si poteva immaginare questo?
Quale ragazza della sua età, si meritava questo?

Non era ciò che voleva.

Eppure, per lei, non era mai stato semplicemente il tempo dei viaggi, delle amicizie o degli amori. Batgirl era nata per una missione, uno scopo e per dare forma a una volontà che sentiva appartenerle.

Una volontà, che sopravviveva ancora.

Una determinazione, che l'avrebbe fatta andare avanti.
Su due ruote, ma con le sue sole forze!
Come aveva sempre fatto ...

Perché lei era, prima di tutto, Barbara Gordon.
E lei, quella notte, era sopravvissuta ...


FINE.


Note dell'autore:

Buongiorno o buonasera a tutti.
Eccomi con una fanfiction, che in origine nasceva come monologo di role-playing.
In passato, infatti, ho "mosso" diversi personaggi, fra cui anche Barbara Gordon in versione Oracolo. Questa scena è ispirata al fumetto "Batman: The Killing Joke" e agli eventi crudeli che segnano la fine di Barbara-Batgirl e la nascita di Barbara-Oracolo. Se non lo avete letto e non vi impressionate facilmente, ve lo consiglio.

Vi ricordo che potete aggiungermi su Twitter e/o Instagram per maggiori informazioni sugli aggiornamenti o semplicemente per scambiare quattro chiacchiere.

Grazie per avermi letto e commentato,
La vostra affezionata e sempre riconoscente, scriVIsse.

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