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Terzo Comandamento

"Ricordati di santificare le feste. Ricordati del giorno del sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro, ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato Sacro."

Le urla dei contagiati erano continue come lo sono le lancette che scandiscono i secondi, poi i minuti ed infine le ore. Il tempo. Quel tempo che passava lentamente e che mi faceva scorrere tutta la vita davanti agli occhi. 

Una luce improvvisa comparve alle nostre spalle. Io e i presenti rimanemmo momentaneamente accecati da quel bagliore. Mai mi sarei aspettata di vedere ciò che scoprii essere in seguito: un angelo venuto dal nulla.

Si presentò a noi con il nome di  Rafael e si avvicinò ai piedi di quel bambino sofferente stringendoli in una stretta calda.

-Forse per lui c'è ancora speranza.- Disse.

Il padre pianse come un fanciullo e pregò l'angelo in un modo che mai avrei creduto possibile. Non gli chiese di farlo guarire ma di portarlo via con sé nel paradiso dei giusti, vicino a quel Dio che non voleva sapere più nulla di noi servi e suoi peccatori.

L'angelo così fece. Sollevo il fanciullo e sparendo nel nulla ci lasciò in compagnia di alcune delle più acerrime nemiche dell'essere umano: la disperazione e la rassegnazione. 

A differenza di quel ragazzino per noi non esisteva nessun angelo lucente con le ali, nessuna speranza attendeva le nostre anime, nessuna preghiera era scritta per noi.

L'uomo mi disse di stare in silenzio e di pregare ancora senza usare la voce ma lo spirito. Dovevo gridare forte ma nel silenzio dell'anima come se fosse la nostra unica salvezza, il miracolo.

"Gesù Salvatore, Signore mio e Dio mio, che con il sacrificio della Croce ci hai redenti e hai sconfitto il potere di satana, ti prego di liberare me e la mia famiglia da ogni presenza malefica e da ogni influenza del maligno.Te lo chiedo nel Tuo Nome, te lo chiedo per le Tue Piaghe, te lo chiedo per il Tuo Sangue, te lo chiedo per la Tua Croce, te lo chiedo per l'intercessione di Maria Immacolata e Addolorata. Il Sangue e l'acqua che scaturiscono dal tuo costato scendano su di noi a purificarci a liberarci a guarirci. Amen"

Pregai senza sosta. Pregai senza prendere respiro, senza udire l'orrore di quei lamenti e senza ascoltare la paura che mi saliva su per la schiena fino a strozzarmi la gola, una paura che strappava le carni senza farle sanguinare. 

Mi spezzai distrattamente un'unghia. Pensai impulsivamente che non fosse un buon segno e in quel caso ebbi ragione.

Più pregavo, più il figlio maggiore iniziava a gridare dal dolore. Si contorceva su se stesso vomitando e urlando come un ossesso. Più tardi capimmo che si trattò di una diversa forma di malattia infettiva: la Dengue, una malattia imparata anche come febbre spaccaossa e conosciuta per la prima volta dall'uomo durante l'epidemia del 1789-90 a Philadelphia.

Fu insopportabile vederlo soffrire, ma incosciente delle mie involontarie responsabilità continuai a pregare più forte.

"O Augusta Regina del Cielo e Sovrana degli Angeli, a te che hai ricevuto da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa a Satana, noi chiediamo umilmente di mandarci le legioni celesti, perché al Tuo comando inseguano i demoni, li combattano dappertutto, reprimano la loro audacia e li respingano nell'abisso. Amen."

Più urlava più pregavo, più scacciavo il demonio, più lui si prendeva gioco di me.

Anche il secondo figlio morì come il primo ma non finì in paradiso. Rimase cadavere tra il suo vomito con gli occhi aperti. Umidi di lacrime e con tutte le ossa del corpo spezzate.

-Non abbiamo speranze, moriremo tutti! Finiremo nel fuoco.-

L'uomo, complice questa doppia tragedia, iniziò a spalancare gli occhi e farfugliare frasi sulla fine del mondo e su quanto Dio ci avesse abbandonato. Nonostante la grazia fatta al primo figlio, iniziò ad urlare e bestemmiare in preda all'odio e al dolore. Ebbi una paura indefinibile e scappai con quanto più fiato avessi in gola lontano da lui. Mi ero persa... Ero persa.

Mi ritrovai in un piccolo cortile interno pieno di cadaveri putrefatti. Erano passate poche ore dall'inizio del giorno del Giudizio ma tutto sembrava già andato perduto.

Una bambina a pochi passi da me si avvicinava barcollante. Aveva la testa che fumava ma non vedevo il fuoco. Dagli occhi le gocciolavano piccole pepite di sangue e le caddero tutti i denti in pochi attimi, ne rimasi scioccata. Cadde infine di faccia in una pozza di sangue senza che potessi far nulla per aiutarla. 

Tremai di paura, di orrore. Di rabbia! 

Fu troppo l'impatto emotivo.

"Il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, Sacro al Signore. Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso."

Quello per  noi cittadini di Barmouth doveva essere un giorno di festa, ma ormai aspettavamo soltanto che la morte sarebbe presto venuta a prenderci.







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