PARTE II : La vita matrimoniale. Capitolo 1: Il ritorno a casa
Alice, non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe potuta cambiare in una simile maniera.
"Cupido imbranato" si era rivelato un vero successo, ben al di là di ogni più rosea aspettativa.
Quel piccolo "Cherubino", da lei inventato dopo l'ennesima delusione amorosa, aveva conquistato il cuore di milioni di lettori, al punto da spingere una "Major" come la "Walt Disney Pictures" a volerne acquistare i diritti per farne un film. Così, a Ottobre dell'anno precedente, l'ormai ex maestra, dovette volare negli Stati Uniti per supervisionare l'adattamento della propria opera alla trasposizione cinematografica. Sì, perché al riguardo, Bryan era stato categorico: l'ultima parola sulla sceneggiatura spettava all'autrice o non se ne faceva nulla.
Oltre agli innegabili benefici economici, la pubblicazione del romanzo aveva portato ad Alice anche l'amore, infatti se la sua strada e quella del bell'editore si erano incrociate lo doveva a quel bambino alato dalla mira un po' sbilenca, che grazie alla provvidenziale zampata di Terence, una volta tanto era riuscito a colpire due cuore con un'unica freccia.
L'aitante quarantenne dal fascino magnetico e l'indiscusso carisma, poteva definirsi l'incarnazione di tutti i desideri della donna. Per lei, rappresentava l'Amore... quello con la A maiuscola, quello che, ogni volta in cui con aria sognante guardava i suoi nonni, si augurava di incontrare. Bryan, era una persona eccezionale: bellissima fuori, ma ancor più dentro. Con lui al proprio fianco, la giovane scrittrice non temeva nulla. Assieme, sarebbero riusciti a superare qualunque avvversità e avrebbero vissuto grandi gioie, in primis l'imminente nascita di loro figlio.
Una creatura, che perlomeno nei primi anni di vita dipendesse da lei, in tutto e per tutto, non poteva negare la spaventasse. Sebbene diventare mamma la rendesse felice, l'idea di non essere all'altezza di tale ruolo, la terrorizzava.
Il loro cucciolo, di cui ancora ignoravano il sesso, non era stato programmato: semplicemente durante il soggiorno statunitense il suo editore volle farle una sorpresa e... alla fine la sorpresa se la fecero a vicenda. Nonostante il bimbo non fosse previsto, ciò non significava che non lo volessero, anzi... appena vennero a conocenza dell'esistenza di quel minuscolo esserino, anche non lo scoprirono insieme, entrambi ebbero la medesima reazione: ossia tutti e due se ne innamorarono all'istante.
L'unico rimpianto di Alice... la sua folle idea di aver aspettato San Valentino, nonché giorno del matrimonio, ma soprattutto compleanno di Bryan, per dirgli del bambino. Inizialmente, a bloccarla era stata paura di poter perdere il bambino. Aborti nel corso del primo trimestre, purtroppo accadevano spesso, dunque pensò di aspettare la dodicesima settimana per rivelargli di essere incinta. Poi, a spingerla a custodire ancora il segreto, ci si misero tutta una serie di incomprensioni con la signora Eleonora, sua suocera. La donna, infatti non la riteneva all'altezza del figlio, perciò le liti fra questa e Bryan erano all'ordine del giorno. Così, Alice finì col convincersi... il 14 Febbraio per lei e il fututo marito rappresentava "la data", L'inizio di tutto come amavano ripetersi, quindi si persuase che dirglielo quel giorno sarebbe stato perfetto.
•••
«A cosa pensi amore?» chiese Bryan, avvolgendo la moglie da dietro la schiena.
La donna, istintivamente si crogiolò in quell'abbraccio. Fra le braccia dell'uomo, sposato cinque settinane prima, si sentiva protetta e al sicuro.
«A noi due e al nostro piccolino» rispose con un filo di voce, portando una mano del coniuge sopra al proprio ventre, poi mordendosi un labbrò, mormorò: «Ti chiedo ancora scusa per...».
Il quarantenne, non le permise di terminare la frase e facendola roteare su se stessa, la baciò.
«Ne abbiamo già parlato, non devi scusarti di nulla» le sussurrò a fior di labbra e staccandosi a malincuore dalla sua sposa recuperò le valigie scaricate a terra dal tassista, ormai lontano.
La coppia si accingeva, a tornare a casa dopo quaranta giorni trascorsi nella "Terra dei canguri". Fra quelle quattro mura i neo sposi avevano, trascorso la prima notte di nozze, e poiché il volo per Camberra sarebbe decollato solo la sera seguente, Alice ne aveva approfittato per fissare, il giovedì mattina, un'appuntamento con la ginecologa. Un ultimo controllo prima di partire la tranquillizzava, ma soprattutto smaniava dalla voglia di far conoscere a Bryan il loro bambino.
«Amore, spicciati ad aprire la porta» disse la donna, vedendo il marito armeggiare con le chiavi e con un filo di voce, arrossendo confessò: «Devo fare la pipì».
Davanti all'imbarazzo mostrato dalla "sua dolce metà" l'uomo provò un'enorme tenerezza, perciò senza ulteriori indugi, nel rispetto della tradizione, varcò la soglia di casa con la sposa in braccio.
Come furono dentro l'abitazione, Alice iniziò a guardarsi attorno, perplessa.
«Benvenuta "nel suo Regno" signora Neri!» esclamò l'editore, rimettendola a terra.
«Mah!» mormorò lei, portandosi le mani sopra alla bocca per lo stupore.
«Ti ricordi l'anno scorso, quando ti ho trascinato al Salone del mobile di Milano?» chiese retoricamente, iniziando a raccontare.
«Fra i vari Interior Designer là presenti, sei rimasta particolarmente colpita dalle idee di Cloe Molinari» ricordò l'uomo, seguendo passo passo la moglie.
«Insomma... per fartela breve, poco prima di Natale l'ho contatta, e così fra quanto sapevo di mio, conoscendo i tuoi gusti, fra quello che riuscivo a cogliere dai tuoi discorsi e quanto ti ho carpito grazie a specifiche domande, da me abilmente camuffate per semplice curiosità... sono riuscito a fornire a Cloe tutte le informazioni di cui necessitava per poter disegnare, nei limiti degli spazi, la casa dei tuoi sogni» le confessò giocherellando nervosamente con la fede.
«O perlomeno mi auguro... di esserci riuscito!» mormorò grattandosi il mento, ma quando Alice si voltò verso di lui, l'uomo poté dire di aver fatto centro.
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