PARTE II - Capitolo 2: La bella notizia
«Buongiorno Amore!» disse Bryan entrando in cucina sbadigliando, mentre passava una mano fra i capelli arruffati.
Alice, in punta di piedi per cercare di prendere un pacco di biscotti, posizionato su uno degli scaffali più in alto della dispensa, voltando lo sguardo verso il marito si limitò a sorridergli.
Era bello da mozzare il fiato.
Forse a parlare erano i suoi ormoni scombussolati dalla gravidanza, ma mai come in quel periodo lo desiderava: non era mai sazia di lui.
Quando la vide sorridere, qualunque cosa avesse voluto aggiungere, morì nella bocca ancora impastata dal sonno del quarantenne.
Si può essere più sensuali di così? si chiese l'uomo, avvicinadosi a quella meravigliosa creatura.
Al suo ingresso nella stanza: lei era scalza, con le braccia protese verso l'alto all'interno del mobile dispensa (strategicamente inserito nel progetto della nuova cucina), intenta a cercare di afferrare una confezione di frollini.
La maglietta che indossava, a causa della posizione si era sollevata, lasciando in bella vista il suo fondoschiena fasciato soltanto da una mutandina in pizzo nero e scoprendole la pancia lievemente arrotondata.
In pratica, era l'incarnazione della semplicità, eppure a lui toglieva il respiro.
«Aspetta ti aiuto!» esclamò accarezzandole teneramente il ventre, e spostandola delicatamente prese l'oggetto del suo desiderio.
«Grazie!» rispose Alice, intrappolando il labbro inferiore fra i denti.
Quindi, sedendo sul ripiano in marmo della penisola, tirando il marito per la T-shirt cosicché le si potesse avvicinare, mormorò maliziosamente: «Comunque... non sono di cristallo!».
«Non mi rompo con un semplice tocco» gli bisbigliò in un orecchio, e affondandogli le dita fra i capelli serrò le proprie gambe attorno a quelle del suo sposo.
•alcune ore dopo•
«Grazie per aver tenuto Terence» disse Bryan, porgendo alla nonna di Alice la composizione floreale, che assieme alla moglie si era fermato a comprare.
«Ma figurati... » rispose la donna, ringraziando per quell'elegante cadeau. Nel corso degli anni, l'anziana signora aveva avuto modo e maniera di conoscere quel giovanotto (come le piaceva definirlo) presentato alla famiglia dalla sua amata "bambina" e con il tempo se ne era affezionata al punto da arrivare a considerarlo un nipote.
«È stato un piacere. Ora è fuori in giardino con mio marito. Lui e Anselmo, sono diventati inseparabili» continuò la donna, poggiando il regalo sulla consolle vicino alla porta del salotto.
«Sarà dura dividerli» concluse avvolgendo finalmente in un caloroso abbraccio Alice prima, e Bryan subito dopo.
«Fatevi vedere!» esclamò Cecilia, lasciando i fornelli per andare incontro a figlia e genero.
«Bentornati!» rientrando in casa, il vocione roco del signor Mercalli, risuonò nell'ampio ingresso accogliendo i novelli sposi, che in un attimo vennero letteralmente travolti dall'irrefrenabile e incontenibile gioia di Terence.
Il cagnone, appena visti i suoi umani, si staccò dall'anziano che in quei lunghi quaranta giorni lo aveva aiutato a sentirsi meno solo, e cominciando a piagnuccolare corse loro incontro.
Nasate, testate, codate, strusciamenti, la povera bestìola non sapeva più come riuscire a dimostrare la propria felicità. Bryan, allora si piegò sulle ginocchia e subito il pastore belga provò a leccargli la faccia, ma l'uomo lo bloccò e afferrandogli il muso gli diede un bacio sulla testa. A quel punto l'animale si sdraiò a terra e zampe all'aria, strofinando la schiena sul pavimento, si beò delle coccole regalategli da tutti i presenti.
•••
«Allora piaciuta la sorpresa del maritino?» domandò curiosa Cecilia, facendo un'occhiolino complice al genero.
Alla donna, il quarantenne ricordava molto il suo Gabriele: il padre di Alice. Esteticamente, infatti i due si somigliavano parecchio, ma oltre a ciò, proprio alcuni atteggiamenti e certi modi di fare dell'imprenditore riuscivano a riportarla indietro nel tempo, dandole l'impressione di rivedere, dopo trent'anni, l'amore della sua vita. Durante una delle prime cene a cui l'allora fidanzato della figlia aveva preso parte, ebbe addirittura la sensazione che il suo cuore si fermasse. Bryan, sbucciata un'arancia, anziché mangiarla tutta ne porse metà alla ragazza: quel semplicissimo e spontaneo gesto le tolse il respiro, perché anche il suo defunto marito faceva sempre la stessa cosa.
«Ho sposato un pazzo!» ridacchiò Alice poggiando teneramente le labbra sopra a quelle dell'uomo seduto alla sua destra.
«Piuttosto... vi ringrazio per aver pulito casa e riempito la dispensa» aggiunse, mentre invitando il consorte ad allontanare la sedia dal tavolo, gli si accomodava sulle gambe.
«Veramente... io e tua madre ci siamo limitate soltanto ad andare al supermercato e a rifare il letto, per il resto il giovanotto aveva incaricato Gina di contattare un'impresa di pulizie non appena i lavori si fossero conclusi» rispose la signora Jolanda, distribuendo i piattini col dolce.
«Domenica è Pasqua, cosa fate ragazzi?» domandò il signor Anselmo prendendo la sua pipa.
«Lo so... non si fuma in casa. Tranquilla! Mangio la pasimata, poi vado fuori» borbottò l'anziano, davanti all'occhiataccia rifilatagli della moglie.
A quella domanda, le iridi di Bryan s'incrociarono con quelle color caffè della sua sposa, che istintivamente gli strinse una mano.
Immediatamente la mente della scrittrice tornò al giorno del matrimonio.
Tesoro! Goditela finché dura... con quelle parole al vetriolo, sussurate nel suo orecchio, alla fine del ricevimento nuziale, "Donna Eleonora" volle darle il suo personalissimo benvenuto in famiglia.
«Noi dovremmo dirvi una cosa importante» annunciò l'editore ignorando volutamente la domanda, e accarezzando teneramente il ventre della sua "dolce metà," allungò l'altro braccio per prendere il bicchiere.
L'ex maestra, annuendo col capo, sorrise commossa.
«Aly ed io aspettiamo un bambino. A breve diventeremo genitori» rivelò sollevando verso l'alto il calice pieno di spumante.
«Ma è meraviglioso... Diventerò nonna!» gridò elettrizzata Cecilia, correndo ad abbracciare la coppia, nel frattempo alzatasi in piedi.
«E io bisnonna...» le fece eco la signora Jolanda e asciugando gli occhi con uno dei suoi eleganti fazzoletti ricamati, aggiunse: «Non potevate darci notizia più bella».
«Fatti dare un bacio, bambina mia!» esclamò il signor Anselmo, percorrendo i pochi passi che lo dividevano dalla nipote, poi assestando una sonora pacca sulla spalla del futuro papà, disse: «E bravo figliolo...».
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