Chapter Two;
«Avanti» esordì una voce calda e scura, non appena la mia mano bussò per tre volte, sulla porta in legno, della sala professori.
Conosco molte persone che mi avrebbero fucilata, per ciò che stavo per fare...
«A-anyeonghaseyeo...» chinai il capo, in segno di rispetto, mentre – con lo sguardo – cercavo la possente figura del professor Park.
Era proprio lì, di spalle, mentre rifletteva su qualcosa, immerso nei suoi pensieri. «Seonsaeng-nim» lo chiamai, ma ricevetti solo l'attenzione dei grilli, fuori dalla finestra. «S-seonsaneng-nim...» ripetei, schiarendomi la voce.
«Aish, chi sei?! Che cosa vuoi?! – cominciò a domandare a raffica. Seo Joon era quel tipo di persona che si innervosiva molto facilmente. «Oh, Eun Chan-ah, hai bisogno di qualcosa?»
Cambiamento radicale...
Rimuginai nella mia mente la frase adatta, ma finii con l'entrare nel pallone. «I-io volevo s-solo chiederle una cosa per la r-recita» Seo Joon si mise in una posizione più comoda, incitandomi a continuare. «Vede... io non posso fare la parte di Wendy»
Minuti di silenzio...
«E con ciò?» sorrise, angelicamente. «Vedi... il tuo è solo un problema passeggero, molti lo chiamano ''panico da palcoscenico''. In realtà, è solo ansia» si fermò un attimo. «E poi sei l'unica che Kris abbia scelto decentemente. Chi altri potrebbe fare la tua parte? Hyu Na? Quella non sa recitare. Jay Min? Troppo uomo... Ji An? Kyung Il ha pagato Yi Fan per darle il ruolo di Spugna. In più, Hyu Na non permetterebbe mai che, una sua seguace, le soffiasse il posto da sotto il naso» le parole di Seo Joon mi stavano scandalizzando. «Tu sei perfetta! Non farti troppi problemi, e impara il copione come si deve»
E, dopo avermi buttata fuori dalla porta, tornò a concentrarsi sui suoi fogli. Aish...
Rimasi pochi minuti lì davanti a pensare, e pensare, e pensare...
Fin quando...
«Ero sicuro fossi d'accordo a recitare insieme a me!» una voce terribilmente acuta, ebbe l'arcano potere di assordarmi per qualche secondo. Come non riconoscerlo?
«J-Jae Ho?» mi voltai verso la sua impeccabile figura. Era davvero impossibile tenere il suo sguardo, ti osservava con quell'occhio critico, che solo Jae Ho aveva, e sembrava notare ogni tuo minimo difetto.
«Mi spieghi cosa stavi facendo?» benché io ed il ragazzo avessimo lo stesso quadro di amicizie, lui non mi ha mai considerata più di tanto. Era già molto se si ricordasse il mio nome. Parlare da soli, faccia a faccia, come se conoscesse tutto di me, faceva uno strano effetto.
«N-nulla» mentii spudoratamente. Peccato che Kim Jae Ho non si faceva sfuggire mai nulla.
«L'ho visto, sai? Aish... sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto? O forse... ho qualcosa che non va?» sbottò, a braccia conserte; mentre con un soffio cercava di scostare dagli occhi, una ciocca di capelli, ribelle.
«Non è che non voglia recitare con te – anzi, tutto il contrario, passerei la mia intera vita al tuo fianco – è solo che... non sono capace di recitare davanti un pubblico...» pessima scusa, in parte vera.
Il mio ''panico da palcoscenico'' si incastrava perfettamente con ''l'ansia dovuta alla presenza di Kim Jae Ho''
«Guardami negli occhi e prova a ripeterlo» non riuscivo a capire. Nel frattempo, il ragazzo colse l'occasione per avvicinarsi, il più del dovuto, ad una me in preda al panico. «Sono davvero io, il problema? Ti metto in soggezione?» mi scrutò da cima a fondo. «Ma che razza di stupidaggini sto dicendo?! È ovvio che non sono io! – sembrava convinto delle sue parole – Allora, cosa potrebbe essere? – assunse un'adorabile espressione pensierosa, poi, infastidito, esclamò: – Aish... ci devo pensare. Sappi solo che sei una persona alquanto egoista; hai l'opportunità di recitare insieme ad una bellezza divina come la mia e chiedi che ti venga assegnato un altro personaggio!» e, detto ciò, girò i tacchi, incamminandosi verso il lato opposto del corridoio, sculettando e sbuffando, contemporaneamente.
Finalmente ripresi a respirare, lo spazio che ci divideva era, sì e no, dieci centimetri. Non avevo mai trattenuto il fiato per così tanto tempo...
Perfetto! Adesso, anche il ragazzo per cui stravedo dal primo giorno in cui misi piede in questa scuola, mi detesta! Questa giornata non poteva andare peggio...
***
«Ehi, non lo mangi quello?» domandò Jay Min, indicando il ramen nel mio vassoio; mentre, con lo sguardo perso nel vuoto, annuii leggermente.
In realtà non avevo troppa fame. I miei pensieri si concentravano sulla discussione avvenuta pochi minuti prima, davanti la sala professori. Volevo letteralmente sprofondare.
Jay colse l'occasione per rubarmi il ramen da sotto il naso e divorarselo in meno di due secondi. «Yah! Park Jay Min!» cercai di richiamarla, ma ormai era bella che andata, nel mondo del cibo.
Sbuffai affranta e appoggiai la testa sul palmo della mano. «Ragazze – cercai di richiamare la loro attenzione, ma con scarsi risultati. Jay Min si cibava come un uomo delle caverne, mentre Ji An messaggiava con chissà chi, al cellulare – Oh Ji An!» provai almeno a scuoterla, ma niente da fare. Mi stavano letteralmente ignorando.
Nello stesso momento, sentivo gli sguardi persistenti della maggior parte delle persone, sedute ai tavoli vicini, su di noi. Inizialmente non ci feci molto caso, ma non appena alzai lo sguardo su di loro, notai le teste di tutti riunirsi al centro dei gruppetti, per busbigliare sottovoce, senza farsi sentire.
Capii che c'era sotto qualcosa di strano. Troppo strano... era quasi macabro, oserei dire.
Dopo pochi minuti, persa fra i miei pensieri, sentii Ji An, dire qualcosa: «Eun Chan-ah! Entra nel blog della scuola!»
Il ''blog della scuola'' era appunto un sito, diretto da i ragazzi del giornalino scolastico. Che notizia grandiosa c'era quel giorno, di così importante?
Aprii la pagina in pochi secondi e, ciò per cui rimasi più scioccata, fu proprio questo articolo: ''Il celebre Kim Jae Ho – già partiva male... – anche conosciuto con l'appellativo di ''principe della scuola'', rifiuta di essere il protagonista della recita scolastica, di fine anno. Il motivo? Lo stesso ragazzo ha comunicato che sia a causa di un oltraggio, da parte dell'alunna Park Eun Chan, la quale si dice si sia rifiutata di recitare insieme a lui sul palco. Restate connessi per nuovi aggiornamenti!''
Era davvero esagerato.
«Leggi i commenti» consigliò Jay, con la bocca strapiena di riso.
«Y-yah! Dove vai?» domandò invece, Ji An, con una nota di preoccupazione nelle sue parole, vedendomi correre in direzione del giardino della scuola, dove – ogni intervallo – stavano seduti i cinque imbecilli. Tranne Si Hyoung, lui è troppo gentile nei miei confronti; mi ha anche scortata in infermeria questa mattina... almeno, da ciò che mi ha raccontato Kyung Il... non può essere considerato ''imbecille''.
Quel Jae Ho mi avrebbe sentita, eccome se mi avrebbe sentita...
***
Arrivata davanti il giardinetto, non potei affatto ignorare gli sguardi dei quattro – e Si Hyoung – guardarmi storto.
L'espressione di Jae Ho era davvero indescrivibile; un misto fra preoccupazione e ''che vuole ancora, questa tipa?''
Mi fermai, non appena la mia figura si trovò abbastanza vicina da mostragli l'articolo, stampato sullo schermo del mio cellulare. «Hai fatto scrivere tu, questo?» domandai, col fiatone, dovuto alla corsa disperata di pochi minuti prima.
Lui assottigliò prontamente lo sguardo, cercando di focalizzare meglio, ma non ce n'era affatto bisogno, sapeva benissimo di cosa stavo parlando. «Direi di sì. Why?» concluse, con un irritante accento inglese, che fece svenire tutte le figure femminili, nel raggio di cinquanta metri.
Dovetti combattere contro me stessa, nel tentativo di rimanere impassibile, davanti tale scena. «''Perché''? Mi stai chiedendo perché?» ripetei, alzando gli occhi al cielo.
In quasi sei anni, fra scuole medie e superiori, passati nella stessa scuola, non mi era mai passato per la mente il pensiero di odio nei suoi confronti. E, invece, adesso – recitare con lui – è l'unica cosa che voglio...!
«Hai idea delle cattiverie che dice la gente su di me, adesso?» Jae Ho sembrò incurante della situazione.
«Allora non dovevi fare altro che accettare il fatto di recitare con un belloccio come me» affermò, scherno.
Non riuscii a trattenermi. «Sarai pure bello, ma sei peggio di–» terminare la frase mi fu impossibile, venendo presa alla sprovvista dal tipo di fronte a me; mi ritrovai il polso imprigionato fra le sue mani e venni spinta con la stessa forza verso di lui.
«Non provare ad offendermi! - anche se il sua faccia sembrava arrabbiata, la sua voce diceva tutt'altro – adesso... - continuò, addolcendo il tono – reciterai come ''Wendy'' sì, o no?»
Non capivo; se mi odiava tanto, perché non voleva che rinunciassi a quel ruolo?
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Dopo anni e anni sono riuscita a pubblicare hehehe.
Spero che questo bellissimo capitolo (si fa per dire HAHAHA), vi sia piaciuto e...
Alla prossima~
Xiao!
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