Capitolo 41
Jace pov
Avevo promesso ad Amber che saremmo arrivati per il tramonto, il crepuscolo è già passato e non ho potuto muovermi prima. Ho dovuto avvisare i genitori di Elizabeth e gli altri di raggiungermi tra mezz'ora. La faccenda è tra me e Dominic.
Parcheggio l'auto davanti alla strana casa e mi guardo intorno, è un cimitero abbandonato e per di più in un posto sperduto.
Vedo un ombra muovere una mano dietro una delle tante lapidi di pietra e immagino che sia Amber. La cosa è inquietante a quest'ora, ma non posso negare che è colpa mia se ho fatto così tardi.
Mi avvicino e noto che sta dormendo, le do un buffetto sulla testa facendola svegliare improvvisamente e mi guarda in malomodo.
«Era ora che ti dessi una mossa. Sto congelando e per di più mi hai lasciata qui da sola sino ad ora.» Dice incazzata nera. «Non mi pare che la cosa ti abbia dato fastidio visto che eri nel mondo dei sogni.» Le rispondo facendola passare davanti a me in direzione dell'abitacolo.
«Sarà meglio darci una mossa, prima di addormentarmi ho sentito Elizabeth urlare, e ti dico che non erano urla piacevoli. È in compagnia di Karen e Dominic, la traditrice ha parcheggiato l'auto sul retro.»
Annuisco e ci dirigiamo sul retro della casa. L'auto di Karen è aperta perciò ne approfittiamo per prendere qualche pistola in caso di emergenza.
Entriamo in casa e i corridoi sono tutti tetri e con le luci quasi tutte fulminate. L'unica luce forte proviene dalla porta della cantina, io e Amber sembriamo due agenti segreti in missione per i movimenti che facciamo, e proprio quando stiamo per scendere le scale sentiamo la porta aprirsi. «Dominic torno subito.» La voce di Karen rimbomba nelle nostre orecchie. Ci nascondiamo immediatamente aspettando che salga per coglierla di sorpresa e tiro fuori dalla tasca una corda per legarla.
Karen si dirige verso il frigorifero della cucina e prende un po' d'acqua, io e Amber saltiamo fuori e le puntiamo contro la pistola alla tempia. «Vedo che non siete così stupidi!» Dice acidamente. «Tu sei una bastarda traditrice.» Le dice Amber. «Si certo, tutto quello che volete, ma sappiate che non finirà per niente bene per voi.» Ride maligna.
Amber non resiste e le da un ceffone talmente forte da farla cadere a terra, dopo un po' la prendo in braccio e la lego alla sedia per poi attaccarle del nastro adesivo sulla bocca. «Ora vediamo se riderai ancora!» Le sputa in faccia Amber. Karen ormai è fuori gioco, cadendo ha sbattuto la testa perciò non ci darà alcun problema.
Io e Amber scendiamo le scale della cantina e sbirciamo nella stanza, Dominic è seduto accanto a Elizabeth e lei è in pessime condizioni, quasi irriconoscibile.
Entriamo senza problemi e Elizabeth appena ci vede spalanca gli occhi facendo voltare Dominic.
«Vedo che ci avete trovato alla fine!» Si alza dalla sedia arrabbiato.
«Morirai lurido bastardo!» Dico puntandogli contro la pistola. «Vedremo!» Dominic tira fuori una pistola e spara, ma allo stesso tempo un altro sparo. Che cazzo... Non sono stato io! Cosa succede perché mi gira la testa...
«Jaceeeee Noooo!!!» Urla Elizabeth sconvolta. Abbasso lo sguardo e vedo il sangue uscire dal mio petto, guardo Dominic ed anche lui sta sanguinando. È stata Amber a sparargli. Cado con un tonfo a terra e lascio la pistola. Gli occhi si fanno sempre più deboli e il respiro sempre più affannoso. «Resisti Jace ti prego!» Sento Elizabeth piangere e urlare con la voce ovattata. «Non puoi lasciare me e nostro figlio, non puoi!» Vorrei tanto riuscire a tenere gli occhi aperti, ma non posso. Non ci riesco.
Addio Elizabeth, ti amerò per sempre assieme alla nostra piccola creatura...
Elizabeth pov
Jace è a terra incosciente e così anche Dominic. Non posso credere che siano morti entrambi, no non è possibile. Amber corre verso di me e mi slega in fretta e furia coprendomi con un telo dato che sono stata lasciata nuda tutto il tempo. Improvvisamente sentiamo le sirene della polizia, ambulanze e chi più ne ha più ne metta.
Vediamo comparire sullo stipite della porta i miei genitori e i nostri amici tutti increduli alla scena che su ritrovano davanti. «Fateci passare!» Dice un uomo della polizia. «Ilda, Mike e Tres provvedete voi ai ragazzi a terra mentre tu Janette provvedi a quella sul letto.» Mi prendono in braccio e mi caricano sulla barella, stessa cosa per Jace e Dominic.
«Tranquilla tesoro andrà tutto bene!» Sento dire da mia madre. «Fatti forza Eliz, noi siamo con te.» Vorrei poter credere ai miei amici, ma non posso. «La ragazza che è di sopra è legata!» Dice un poliziotto. «Arrestatela! È complice di Dominic, perquisite la sua auto c'è della droga.» Dice Cedric andando contro sua sorella.
I poliziotti senza parole l'arrestano.
Il mio cuore è stato fatto a pezzi nel momento in cui ho visto i suoi occhi inermi e vuoti guardarmi come fosse per l'ultima volta, come fossi la cosa più bella del mondo.
Ho perso me stessa, non c'è stato tempo di viversi, di amarsi. Mi hanno strappato la felicità con la forza.
Non riuscirò mai a perdonarmi il giorno che ho scelto di andar via... Di essere stata la ragazza di quel bastardo e tutte le scelte sbagliate che ho fatto.
Mai.
DUE SETTIMANE DOPO
Sono a pezzi, distrutta. Karen è stata arrestata ed ora sta marcendo in prigione, Dominic è morto sul colpo e Jace è in coma. Prima di entrare in coma ha detto a Cedric che se non ce l'avesse fatta avrebbe dovuto prendersi lui cura di me e del nostro bambino. Ma io non posso vivere senza di lui, e non voglio che mio figlio non conosca il suo vero padre. Un uomo coraggioso che ha fatto di tutto pur di salvarmi.
Mi sono ripresa molto velocemente dopo quello che avevo subito a livello fisico, è rimasto solo qualche livido... Ho ricominciato a mangiare ad una velocità incredibile e ho riacquisito le forze. L'unica pecca sono stati i capelli che ho dovuto tagliare perché Dominic non permettendomi di lavarli, li ha fatti rovinare. I miei genitori mi hanno sostenuta così come i miei amici. L'unica cosa che mi ha aiutata a riprendermi il prima possibile è stata la forza di volontà, la forza di andare da lui. La voglia incontrollabile di vederlo e sapere se stesse bene. La mia vita ormai dipende da lui perché senza di lui io cadrei nell'oblio più profondo.
Non finirò mai di ringraziare Amber per quello che ha fatto per me, dopotutto l'odio che ci siamo sputate addosso per anni alla fine si è rivelata per la persona che mai avrei creduto potesse essere. Siamo diventate molto amiche in questo periodo ed è la prima che viene a bussare alle 6:00 del mattino alla porta della mia stanza per farmi andare da Jace.
Madison e Darlene non smettono di consolarmi mentre il resto della truppa non fa altro che fare cazzate per farmi ridere e distrarre dalla situazione.
Ma si sa che quando la persona che si ama è in pericolo, il cuore è sempre lì.
Prendo la borsa e scendo le scale, supero il giardino e raggiungo la nuova limousine che Amber ha comprato e che ha deciso di usare per permetterci di andare tutti insieme all'ospedale a trovare Jace.
Entro in auto e inaspettatamente oltre ai miei amici di sono due persone dal volto a me familiare. «Siamo i genitori di Jace.» Dice la donna seduta affianco all'uomo. I signori Morgan! «Io sono Elizabeth.» Porgo loro la mano. «Abbiamo saputo che sei incinta di nostro figlio e che quindi avremo un nipote.» Annuisco col capo senza avere coraggio di parlare. «Dobbiamo dirti una cosa Elizabeth e non credo che ti farà piacere.» Guardo spaventata i miei amici, ma tutti hanno il capo abbassato o lo sguardo altrove, nessuno accenna a guardarmi. È successo qualcosa, me lo sento. «Jace è deceduto questa notte e al suo capezzale c'era solo Cedric.»
I miei occhi escono fuori dalle orbite e improvvisamente la signora Morgan scoppia in un pianto liberatorio. Guardo incredula i miei amici e anche loro hanno gli occhi gonfi dal pianto. No. Non posso crederci, è impossibile. Jace non è morto, non può essere vero. «Elizabeth mi dispiace..» Dice Amber poggiando la mano sulla mia spalla.
«Noooooooo!!!!!» Urlo disperata rompendo il silenzio tombale dell'auto. «Jace non è morto, vi prego ditemi che non è vero.» Fra le lacrime e i singhiozzi cerco di convincermi del contrario, ma è tutto inutile.
La verità mi è appena stata sbattuta in faccia e non posso sperare nel contrario perché semplicemente non può esserlo. Jace non c'è l'ha fatta, ha resistito per due settimane con la pallottola nel petto ed ora non c'è più. Se ne andato via lasciandomi qui da sola. Lasciandomi l'unica cosa bella che resta di noi. Nostro figlio!
Esco dall'auto e corro, corro senza sosta fin quando le gambe mi permettono di farlo. Questo significa che dovrò andare in obitorio e vederlo lì, sotto il lenzuolo bianco privo di vita. Significa che ci sarà il suo funerale e io lo vedrò posarsi sotto terra. Sotto il suolo dove io cammino e dove non potrò ne vederlo ne sentirlo.
«Perchè Jace! Perché!» Urlo facendo eco nel vento. Perché mi hai lasciata sola... Arrivo al parco e mi lascio cadere in ginocchio su una panchina bagnata dall'umidità. Piango, senza sosta. Piango perché non abbiamo avuto l'occasione di amarci, perché non abbiamo avuto modo di farlo per tutto questo tempo.
Ma soprattutto piango perché ormai è tutto perduto.
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