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Capitolo 12

Bella fu costretta ad allungarsi sulle punte per poter avvolgere con le braccia il collo di Jacob, siccome doveva salutarlo. Mahogany, al suo fianco, le sorrise, attirandola subito in un secondo abbraccio. Sorrisi, vedendo come poggiava delicatamente la mano sul pancione di lei, facendo una vocina adorabile mentre salutava anche il bambino. Era così tenera. Dopo, li salutai anche io. Sammy era stato costretto ad andarsene prima, siccome Ethan era talmente ubriaco che si era sentito male. Demi e Stassie erano scese di sotto per ballare e poi non erano tornate. Ora, dopo che la donna aveva detto di sentirsi stanca, Jacob aveva suggerito di tornare a casa. Se prima era un ragazzo adorabile nei confronti della sua ragazza, ora era diventato estremamente dolce e affettuoso. Si meritava tutto il bene di questo mondo. 

-Allora, che si fa?-chiese Bella, una volta che i due furono andati via. La porta era aperta e quindi si era creato in contrasto con le canzoni che suonavano al piano di sotto.-Le piacerebbe se ballassi per lei signore?-domandò con voce maliziosa. Mi sedetti raddrizzando la schiena e leccandomi le labbra, inarcando un sopracciglio, fissandola tra il serio e il divertito.

-Sono sposato, non credo che mia moglie sarebbe molto contenta.-dissi.

-Non fa niente...Io non sono gelosa.-disse, ridacchiando.

Scoppiai a ridere, scuotendo la testa e aprii le braccia, facendole cenno di avvicinarsi a me. Si sedette a cavalcioni sulle mie gambe, avvolgendo il mio collo con le braccia, affondando con le dita tra i miei capelli. Portai le mie mani sui suoi fianchi, accarezzandole la schiena con la punta delle dita della mano. Sospirai, pensando alla telefonata di quella mattina. Strinsi con forza gli occhi, rilassandomi sotto le carezze che mi stava riservando.

-Qualcosa non va?-chiese, capendo subito.

Strinsi la mascella, spingendola in avanti con la mano che si trovava dietro la sua schiena.

-Tu non mi lascerai di nuovo, vero?-domandai di rimando, assicurandomi che non potesse allontanarsi da me.

-Ma che c'entra?-disse, scuotendo la testa con un piccolo sorriso nervoso. Irrigidii i muscoli delle braccia, stringendola con più forza.

-Rispondimi.

-Rispondimi prima tu. C'è qualcosa che non va?

Purtroppo, o fortunatamente, non potei risponder,e perché il mio cellulare iniziò a squillare. Con un braccio la tenni ferma, mentre con l'altra prendevo il cellulare per poter leggere il messaggio.

Sconosciuto:

Fatto. Ora tu fai al tua parte.

-Dobbiamo andare, adesso.-dissi, alzandomi e costringendola a fare lo stesso.

Sapevo che era confusa, ma io sapevo che cosa andava fatto. Faceva numerose domande, alle quali io non rispondevo fingendo di non sentirla a causa della musica che diveniva man mani più forte. La mia presa sulla sua mano era così stretta che non avrei potuto perderla nemmeno se avessi voluto, ma non sarebbe successo lo stesso. Tutti si facevano da parte per lasciarci passare.

-Grayson! Dommi che cazzo sta succedendo!-sbraitò, puntando i piedi a terra, utilizzando una forza che non sapevo avesse per fermarsi. Sbuffai voltandomi, l'afferrai per i fianchi portandola sulla mia spalla. Iniziò a dimenarsi, dandomi pugni e calci che non facevano per niente male. Dicendo stupidaggini tipo di doverla mettere giù se ci tenevo davvero alla mia pelle...O forse aveva detto "palle".

-Stai zitta!-dissi, lasciandole uno schiaffo sulla pelle nuda delle gambe.

Afferrai le chiavi, aprendo lo sportello della macchina e posandola dentro. Feci il giro, entrando prima che potesse solo pensare di uscire, e per evitare che lo facesse, la chiusi con le sicure, facendola incazzare solo di più.

-Ti dispiace dirmi che cosa cazzo sta succedendo? Non abbiamo nemmeno pagato.-sbottò, voltandosi a guardare il locale mentre ci allontanavamo. Strinsi con più forza le dita intorno al volante, facendo diventare le nocche bianche.

-Perché non facciamo che tu rispondi alla mia domanda e io rispondo alla tua?-proposi, facendola sembrare più un ordine.

-Perché dovrei lasciarti?-chiese, passandosi una mano sulle gambe, creando dei disegni immaginari sulla sua pelle.

-Voglio una risposta concreta.-dissi, provando ad essere più calmo.

-Non puoi farmi una domanda simile se non so nemmeno il contesto.-disse, alzando le spalle.

-Perché esiste un contesto in cui mi lasceresti?-chiesi duramente, facendola sembrare più un affermazione che una domanda.

-Non capisco da dove venga fuori tu...Aspetta, c'entra qualcosa quello che hai detto ad Amsterdam?

-Ho detto tante cose ad Amsterdam. Puoi essere più specifica?

-"Ucciderò tutti quelli che proveranno a mettersi tra di noi", o una cosa simile. Per questo mi stai facendo questa domanda?-mormorò, e sentii la sua voce spezzarsi.-Grayson...ti prego, non dirmi che é quello che penso.

-Rispondi a quella cazzo di domanda.-dissi, notando quanto strano fosse diventato la mia voce. Anche lei notò il cambiamento, infatti mi fissò con gli occhi spalancati. Una sola parola: Alfa.

-Si, se uccidi qualcuno, giuro che ti lascio e me ne vado.

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