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Capitolo 3

La lezione è stata lunghissima, pensavo che non finisse più! La professoressa d'inglese passava da un argomento all'altro e doveva sempre raccontarci di qualche suo viaggio all'estero.
Il problema, però, non era questo: avevo la sensazione di essere osservata per tutto il tempo.

Ora mi ritrovo all'aria aperta con Annabeth, mangiando un panino. Adoro l'ora di pranzo, non solo perché dura 30 minuti, ma posso mangiare quanto voglio.
Sono quella persona che già dalle 9 di mattina a fame e rompe la propria compagna di banco, riguardo a quanto manca.

Una dei miei rari pregi è che mangio, ma non ingrasso. So di aver già passato il periodo della crescita, in cui il metabolismo mi permette di fare tutto, ma stranamente non mi succede niente.

-Ehi Sophy attenta, ti stai sporcando tutta!- mi avverte Anna, distraendomi dai miei pensieri.

-Dove?- le chiedo, posando il panino nel cestino affianco.

-Sulla gonna- mi risponde, prendendomi la mano e portandomela sopra la zona piena di briciole. Dopo averla ringraziata inizio a spolverarmi mandando tutto per terra, per fortuna era solo pane.

-Senti, ho dimenticato di comprare l'acqua. Vado al bar e torno subito, vuoi qualcosa?- mi chiede, alzandosi.

-No, non preoccuparti, io ho tutto!- le risponde, sorridendole.

Sento un piccolo venticello soffiarmi sul viso e dei passi allontanarsi, sono rimasta da sola.
Ho finito il mio panino e quindi mi sto un po' abbronzando al sole. Amo il calore dei raggi solari picchiettarmi la pelle, rendendola quasi sensibile.
Per fortuna che questo vestito sia leggero, altrimenti sarei già morta dal caldo.
Non mi piace il freddo, quella sensazione stranissima, che ti trasmette brividi per tutto il corpo è fastidiosa: più di copri e più hai freddo. Non mi piace l'inverno e la sua solitudine. Non mi piace la pioggia, con la sua depressione, che non lascia divertire i bambini per i prati.
La pioggia...so solamente che è un ammasso di gocce fredde, che ti bagnano dalla testa ai piedi ed è imprevedibile, nei momenti più improbabili(anche con il sole) te la ritrovi sulle mani, a punzecchiarti.

So che sto pensando a cose che non centrano niente in questo momento, però mi piace svuotare la mente e ascoltare la tranquillità, in quei momenti che rimango da sola, posso rimanere in armonia con me stessa.
L'armonia però non dura a lungo, infatti non sento più il calore del sole sulla faccia: qualcuno mi si è parato davanti, chi sarà? Spero che non sia quell'odiosa di Liliam.
Non sono una ragazza che giudica e parla alle spalle degli altri, non mi piacciono queste cose, ma dopo averci passato 5 anni insieme, non credo che sia una ragazza molto raccomandabile(soprattutto per il suo record di fidanzamenti).

-Ehi ragazza misteriosa- sento una voce molto vicina e roca chiamarmi, Francisco.

-Ehi ragazzo nuovo- rispondo, con la stessa enfasi.

-Allora, cosa fa una ragazza carina come te qui tutta sola?- mi chiede, sedendosi sulla panchina.

-Io carina? Ci stai forse provando?- gli chiedo a mia volta, scherzando.

-No, sono serio. Qui da voi se qualcuno fa un complimento ad una ragazza, significa che ci sta provando?-.

-Forse...qui a New Orleans le persone sono un po' strane, ma penso che non sia solamente qui-.

-Strano, perché da me siamo tutti gentili tra di noi...bhe, nel mio quartiere- risponde, ma in modo un po' infelice.

Ho "letto" nel libro di geografia delle notizie riguardanti l'Argentina, adoro quella città. I colori, le persone, i cibi e la felicità in quel piccolo Stato sono meravigliosi. I vestiti, i costumi sono carinissimi.
Voi vi starete chiedendo come fa una non vedente a sapere tutte queste cose, bhe, adoro leggere. Può sembrare noioso o stancante leggere le parole, utilizzando solamente il tatto, ma con il tempo ti ci abbitui.
Se voglio vedere film o documentari, sento con delle cuffie un dvd che descrive il paesaggio e tutto quello che c'è da sapere su esso.
Però l'unico lato negativo dell'Argentina è che ci sono vari classi sociali: al centro del paese ci sono i ricchi e le persone che possono permettersi appartamenti o ville, mentre in periferia si trovano coloro che possono essere definiti "svantaggiati".

-Ehiiii chica torpeeee, ti è caduta la bottiglietta per terra- mi sveglia dai miei pensieri Francisco.

-Ah, non me ne ero acc....come mi hai chiamata?- gli chiedo un po' spaesata, non conosco l'argentino.

-Niente, comunque sta li guarda!- mi dice.

Non ha ancora capito, non voglio un'altra persona che mi tratti come se fossi una persona diversa. Non gli dirò niente.

-Mi dispiace, non posso piegarmi, potresti prenderla tu?- mento, facendo il mio peggior sorriso. Non mi piace mentire.

Lui acconsente e si sporge verso di me, per raccoglirmela.

Quell'odore, adoro il suo profumo, mi invade le narici e mi fa sentire stranamente bene. È accogliente e intenso.
Mi porge l'oggetto nel cestino e si alza, facendo un lieve rumore. Perché se ne va? Avrò fatto qualcosa di male senza accorgermene?

-Scusami, ma ho dimenticato il telefono in classe. Ci vediamo chica torpe!- mi dice, allontanandosi correndo e mettendo una certa allegria nella frase.
Quindi non è successo niente di male per fortuna.
Sono rimasta di nuovo sola, dondolando le gambe sotto la panchina e con la testa poggiata, lasciandomi cullare dal calore.

Che fine avrà fatto Annabeth? Non può esserci così tanta fila.

-Oh mio dio non ci posso credere!- urla elettrizzata la ragazza in questione, sbucando dal nulla-Tu stavi parlando con quello strafico argentino nuovo, ed eravate così carini insieme!-.

Sta delirando? Come carini insieme, mi ha solamente parlato mica mi ha chiesto la mano...

-Mi ha solo raccolto la bottiglietta, non è successo niente- rispondo, limitandomi ad alzare le spalle.

-Mh..se lo dici tu. Comunque siete una coppia carina e vi shippo tantissimo! Quasi quasi creo una vostra fanpage: i Fraphia!- dice esultando.
Ecco, c'era una cosa che ho dimenticato di dirvi riguardo alla mia amica: lei è una fangirl. Si illumina per ogni cosa che succede ad una sua ship, inziando a dare di matto e a dire cose senza senso.
È fissata con Harry Potter, Percy Jackson, Hunger Games e altri miliardi di fandom...credo che si chiamano così.

-Fraphia? È orribile!- rispondo, deridendola e facendole la linguaccia, ma l'unica cosa che sento dopo è un forte dolore al braccio. Mi ha dato uno schiaffetto!

-Come osi deridere la mia nuova ship, mondana!-.

Non le rispondo. L'unica cosa che faccio è alzarmi e dirigermi verso la classe, ignorando i suoi insulti senza senso. Per fortuna so orientarmi, dopo aver passato 5 anni in questa scuola sono riuscita a memorizzare i passi da fare per andare in aula, nella mensa, nella segreteria e all'uscita. Anche quella del bagno.

L'unica cosa a cui voglio pensare in questo momento è il perché Francisco tra tante persone in quella scuola è venuto a parlare proprio con me!

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