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His Lullaby. (PARTE 3)

Mi stesi sul letto, con la musica a volume moderato e Helen e Elijah affianco.

Ero ancora un po' stordita per aver scritto sul mio diario tutti i miei ricordi, sforzandomi per farli riemergere dall'oblio. Avevo nascosto il diario, nonostante sapessi che potevo fidarmi dei miei amici e non era un problema per loro parlare del mio passato.

Ero stata trasformata da Aro, il leader dei Volturi. Abitavo in Trentino, avevo diciassette anni. Decisi di andare a fare una vacanza in Toscana, a Volterra, con i miei genitori biologici.

I Volturi erano nascosti nell'ombra, ci pedinarono e nel mio cuore ero certa che quella non fosse l'unica volta. Saltarono fuori dal nulla. In poco tempo, io e i miei genitori ci ritrovammo con le spalle al muro, in un vicolo cieco. Non sapevo chi fossero, ma di certo la loro presenza non era gradevole.

Solo un anno dopo, quando ormai mi ero trasferita in Inghilterra, capii chi erano, studiandoli sui libri di Storia Dell'Impero Vampiresco.

Staccarono la testa ai miei genitori, bevendo il loro sangue.

Mi guardarono, sghignazzando, mentre piangevo e vomitavo dal terrore.

Aro si chinò su di me, accarezzandomi il viso, per poi mordermi il collo.

Le mie urla, causate dal dolore lancinante dei suoi canini che affondavano nella mia carne, li fecero fuggire via immediatamente. Una donna uscì dalla sua abitazione e cercò di medicarmi, portandomi nel suo salotto. Fui tentata di ucciderla e bere il suo sangue e fu orribile. Mi trattenni e lei se ne accorse.

-So che è dura. Io sono come te.-

-Come me?- risposi, ancora con gli occhi languidi. Non sentivo più il cuore.

-Siamo vampiri. Qual è il tuo nome?-

Facemmo così conversazione, scoprì che il suo nome era Artemisia e mi raccontò la sua storia, proponendomi di restare a vivere con lei e il suo cane Jolly. Si sbarazzò dei corpi dei miei genitori per evitare che qualcuno mi portasse via da lei, che era l'unica in grado di proteggermi. Dopo qualche giorno, partimmo per Londra e lei divenne la mia tutrice legale, il nostro legame si rafforzò notevolmente. Decidemmo insieme che mi sarei iscritta all'Accademia per Vampiri di Londra e così fu. Artemisia era l'adulta più acculturata che conoscessi. Tutto quello che so, l'ho imparato grazie a lei.

-Alejandra mi ha invitato al ballo- disse Elijah ad un tratto, guardando il soffitto, facendomi ritornare al presente.

Io e Helen spalancammo gli occhi.

-COSA?!- disse lei.

-Sì, esatto, cosa? Come? Che cosa le hai detto?- chiesi, un po' triste per ciò che quella stronza mi aveva detto in classe. Non era certo colpa mia se non sentivo quel tipo di attrazione e stavo benissimo così, soprattutto perché con i miei amici non mi sentivo diversa, nonostante loro avessero avuto rapporti.

-Stavo andando in bagno e me la sono trovata davanti, mi ha detto che le dispiaceva di averti detto così e che le mie parole le avevano fatto capire quanto sia stronza a volte- si rivolse a me, sospirando.

-Hai accettato o no?- chiese Helen, giocherellando con un suo dread.

-Le ho detto che devo pensarci perché non posso sorvolare su ciò che ha detto, sono affari tuoi quello che decidi di fare col tuo corpo, solo perché lei la dà praticamente a tutti non significa che debba farlo anche tu. Tutto questo dopo che... avete capito, no?- disse, ridendo, facendoci intuire che Alejandra lo aveva "invogliato" fisicamente a rispondere.

-Non devi rinunciare a lei per difendermi- dissi, poggiando il viso sul cuscino, facendo attenzione al mio piercing ad anellino al naso, uguale a quello di Elijah.

-Oh, tesoro, in questo momento lei non è neanche nei miei pensieri. Sto cercando un modo per rifiutare il suo invito.

-Ho visto che provava a guardarti le tette- dissi di getto, riferendomi a Helen.

-Chi, Alejandra?- chiese divertita, io annuii. Lei rise, stringendo gli occhi, io alzai un sopracciglio.

-Dovresti invitarla tu al ballo- disse Elijah, lei rise ancora più forte.

-E perché mai? Non vedevi l'ora di mettere le mani sulle sue gambe, è troppo stronza per me- disse, io risi.

-Ridley ti stava fissando dopo che hai smerdato la sua amica- dissi a Elijah.

-Ma com'è che tu vedi tutto e non ce lo dici subito?- ribatté Hel, spintonandomi.

Mi alzai, prendendo qualcosa da mangiare e da bere per i miei amici.

Elijah stoppò la musica, accendendo la tv. Su Paramount channel davano 50 volte il primo bacio.

-Comunque giù le mani da Ridley, voglio chiederle di venire al ballo con me- confessò Helen, con un leggero rossore sulle guance e i capelli bluastri su tutto il viso, data la velocità con la quale aveva abbassato la testa.

Elijah alzò le spalle.

-Va bene, come vuoi, vorrà dire che andrò al ballo con Giulietta e mi incontrerò in uno stanzino con Alejandra.-

Artemisia bussò alla porta e le diedi il permesso di entrare.

-Ciao, ragazzi. Vi va di cenare qui?- propose, guardandoci.

I suoi capelli lunghissimi e biondi le ricadevano sulle spalle in maniera delicata e il suo passo era deciso. Era la mia ispirazione. Non mi importava che non fosse fidanzata o sposata, volevo essere come lei. Una donna forte e indipendente, insomma, ma sapevo che non avrebbe certo smesso di esserlo se si fosse innamorata. L'amore non è debolezza come tanti pensano.

Nella mia mente riaffiorò il viso di Carlisle e cercai di nuovo di scacciarlo via. Amavo il gotico e l'arte, non lui. Come puoi amare qualcuno che non conosci, che ha già visto più di diecimila lune? Come puoi amare qualcuno di fisico in un modo così astratto? Non si può. Impossibile. Non amavo Carlisle.

Artemisia lo notò e inarcò un sopracciglio, ma fece finta di nulla. Sapevo che, una volta che i miei amici sarebbero tornati a casa loro, mi avrebbe riempita di domande, ma non mi importava.

Parlarne con lei mi avrebbe fatto sicuramente bene, come sempre, così smisi di pensarci e mi concentrai su quella serata, passata tra sangue di cervo, risate, salti fra gli alberi e musica rock.

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